Pandemia di COVID-19 in Russia
Aspetto
Citazioni sulla pandemia di COVID-19 in Russia.
Citazioni
[modifica]- Credo che rispetto alla situazione COVID di altri Paesi dell’Europa, la Russia sia, in qualche modo, tranquilla. Ma non possiamo dire che noi Russi abbiamo vinto il COVID. Non è vero.
Gli unici che hanno vinto davvero sono i Cinesi, che hanno isolato dall’inizio la regione attaccata dal COVID e ne hanno limitato l’accesso. In Russia non abbiamo fatto questo e di conseguenza abbiamo avuto molti contagi, ma i medici hanno lavorato e tuttora lavorano molto bene, eroicamente. (Aleksandr Gel'evič Dugin) - I russi si possono considerare sotto tanti punti di vista degli anarchici, purtroppo. Credo che il Cremlino lo abbia capito. Per questo non si può spingere troppo con la campagna vaccinale. (Sergej Karaganov)
- Il nostro Stato non è forte: è grande, amorfo e debole. Pertanto, è alla costante ricerca di nuovi motivi per dimostrare forze inesistenti e proclamare vittorie immaginarie. Ora si può giustificare il monopolio del potere affermando che si salvano vite umane. (Gleb Pavlovskij)
- Le misure di lockdown sono impopolari, quindi è il Presidente ad annunciare quando c’è un allentamento della stretta, o gli interventi di sostegno, mentre lascia ai governatori le decisioni che non piacciono alla gente. Il potere sta agendo in modalità d’attesa, ritarda le decisioni. (Gleb Pavlovskij)
- Il mondo, o comunque una parte del mondo, è diventato il teatro della rinascita militare della Russia, considerata ben più importante di quella economica o sociale, parenti povere del "putinismo". La popolazione si rende conto di questo squilibrio nei momenti difficili, come quello portato dal covid-19.
- La Russia è attualmente isolata, con più di 50mila casi e quattrocento decessi. Le cifre sono in aumento ed è probabile che il picco dell’epidemia non arriverà prima di alcune settimane. Negli ospedali di Mosca la situazione è la stessa che si ripresenta altrove nel mondo, con un sistema sanitario indebolito dall’economia, la corsa ai respiratori, operatori sanitari esausti, un primo medico deceduto e gli aiuti in arrivo dalla Cina.
- Mentre i sondaggi rivelano il profondo disincanto dei russi, dovuto alla gestione approssimativa dell’epidemia e ai problemi finanziari causati dal crollo del prezzo degli idrocarburi, Putin spinge sull’acceleratore del patriottismo e di una continuità che sarebbe garanzia di stabilità.
- In Russia, il coronavirus è stato incorporato nella politica di un regime autoritario. Quando nella prima metà del 2020 si è verificata la prima ondata di coronavirus, la diffusione della pandemia ha coinciso con la preparazione della riforma politica precedentemente pianificata che avrebbe dovuto garantire a Putin un potere illimitato e il diritto legale di governare per decenni. Inizialmente, il coronavirus sembrava rovinare i suoi piani napoleonici di riscrivere la Costituzione e cambiare il sistema politico, in particolare nel marzo 2020, quando contemporaneamente il prezzo del petrolio e il valore del rublo crollarono sotto l'influenza del lockdown globale. A quel punto, in primavera, la Russia fece alcuni tentativi per gestire l'epidemia applicando gli standard internazionali. Ci sono state quarantene parziali e lockdown, sono stati versati pagamenti una tantum alle famiglie con molti figli e sono state annunciate misure per sostenere le imprese e ridurre il debito (di cui, per inciso, pochi hanno potuto approfittare). Tuttavia, nel complesso, queste misure ammontavano a circa il 2% del Pil russo, in un momento in cui i paesi sviluppati spendevano il 20% e oltre.
- La pandemia di Covid ha mostrato ancora un altro elemento della società russa e della sua cultura politica: il disprezzo per la vita e la sicurezza umana. Fatta eccezione per un breve periodo di rigido lockdown nella primavera del 2020, la maggior parte della popolazione ha mostrato una notevole mancanza di rispetto per l'uso delle mascherine, le quarantene e il distanziamento sociale; inoltre, la Russia ha visto un numero record di negazionisti di Covid e di antivaccinisti. L'argomentazione popolare a questo proposito suonava darwiniana: "Se stai per ammalarti, ti ammalerai; se stai per morire, morirai". È apparso un nuovo cinico accordo sociale che sembrava accontentare tutti: le autorità hanno dato l'impressione di combattere il Covid, e la popolazione ha dato l'impressione di seguire le regole della sanità pubblica; tutta la Russia indossava una maschera sotto il mento in un atteggiamento di "Va cagare!". [...] Questa avversione per le mascherine ha rivelato anche l'estremo disprezzo che i russi hanno per la propria vita e la propria salute. Si tratta di una società paternalistica e dipendente, dove per secoli lo Stato ha rimosso la responsabilità dall'individuo, e tuttavia dove la vita era esposta a molteplici rischi, dal clima rigido alle guerre, dalla criminalità dilagante all'oppressione da parte dello Stato. Di conseguenza, l'individuo ha sviluppato un atteggiamento disprezzante nei confronti della vita, sia della propria che di quella degli altri. Ciò spiega i miti che sono sorti sull'audacia e sul coraggio dei russi; ma è anche fonte di incoscienza, di mancanza di rispetto per le regole e di abitudini suicide tra la popolazione.
- Le autorità russe persero la battaglia contro la pandemia. Nonostante l'esistenza di un elaborato sistema di difesa contro le epidemie (eredità dell'epoca sovietica), e nonostante la Russia sia stata uno dei primi paesi al mondo a inventare un vaccino efficace, lo Sputnik-V, non sono stati in grado di organizzare il programma di vaccinazione con sufficiente rapidità o per fornire un'adeguata assistenza medica fuori Mosca. Di conseguenza, la Russia ha registrato uno dei tassi di mortalità in eccesso più alti al mondo (più di un milione nel 2020-1). A differenza dei paesi sviluppati, il governo russo e le autorità regionali non sono riusciti a fornire alla popolazione alcun sostegno materiale significativo, il che ha reso inutili la quarantena e i blocchi e, allo stesso tempo, ha fatto crollare il settore privato dell'economia. L'indifferenza dello Stato nei confronti della salute della popolazione si è riflessa nell'indifferenza delle persone nei confronti della propria salute e sicurezza: i livelli di negazione del Covid e la dimensione del movimento anti-vaccinazione in Russia erano tra i più grandi al mondo. Il Covid ha insegnato alle autorità russe una lezione fondamentale: quando c'è una totale mancanza di fiducia tra la popolazione, un'atomizzazione della società e un fallimento delle istituzioni, si può ignorare la popolazione e aggrapparsi alle illusioni della "normalità" e della "stabilità sociale" – il popolo è sottomesso, inerte, fatalista e pronto a qualsiasi sacrificio.
- Di centrale importanza adesso è la vaccinazione. Chiedo al governo, al Ministero della salute e ai governatori regionali di tutto lo Stato di occuparsi di queste questioni. Ovunque deve esserci la possibilità di ricevere il vaccino, al fine di raggiungere in autunno la cosiddetta immunità di gregge.
- Noi siamo entrati in contatto con l’epidemia proprio quando l’uno sull’altro si sovrapponevano le conseguenze dell’impatto demografico degli anni ‘90 e ‘40 del secolo scorso. Capiamo che oggi la situazione demografica è ancora più particolare. Purtroppo, è così. Bisogna riconoscerlo, constatarlo, tenerlo presente e agire, partendo proprio da questa situazione.
- Quando compaiono virus così pericolosi come il coronavirus, o addirittura peggiori, Dio ce ne liberi, la Russia deve essere pronta per i giorni bui e proprio nei giorni bui deve elaborare propri test di sistema e, nel più breve tempo possibile, creare un efficiente vaccino nazionale e cominciare la sua produzione di massa.
Citazioni in ordine temporale.
- Che in Russia non ci siano casi di coronavirus è una delle tante fake news prodotte dall'epidemia sui social. Soltanto venerdì sono stati scoperti 11 casi nuovi, portando il numero dei contagi a 45 persone: due cinesi, un italiano e 42 russi, di cui 41 hanno portato il virus dall'estero. La dinamica della diffusione sembra seguire gli stessi modelli che altrove: un caso isolato, poi una manciata di casi, poi raddoppiano in un giorno e arriva il primo contagio interno, non "importato" dall'estero.
- Come sempre, cercare la pagliuzza nell'occhio del vicino vantandosi delle proprie virtù non è stata una buona tattica. Mentre la polizia deportava studenti cinesi e multava un moscovita che aveva violato la quarantena per scendere a buttare l'immondizia, intercettato da una delle numerose telecamere di sicurezza, il virus girava indisturbato. Le numerose segnalazioni da diverse regioni di casi sospetti non hanno trovato per ora conferma, ma Mosca, Pietroburgo e la regione di Perm' contano già diversi contagi, tra cui anche giovanissimi.
- Il tradizionale fatalismo russo si mischia a una fondamentale ignoranza, in un mix micidiale. Giornali e televisioni sono pieni di personaggi che sostengono tutto quello che abbiamo detto/ascoltato anche noi: «È soltanto un'influenza», «Colpisce solo i vecchi», «È un'invenzione dei media». Il "paziente uno" era stato tenuto insieme agli altri pazienti, senza alcuna precauzione, e gli stessi medici e infermieri avevano espresso scetticismo verso il pericolo, fino a che i compagni di sventura del ragazzo si erano ribellati e l'hanno costretto all'isolamento. I 150 confinati in quarantena dicono che i medici che li visitano non hanno mascherine né guanti, e i criteri diagnostici sono vaghissimi: il Moscow Times riferisce di pazienti provenienti dai Paesi Bassi o dalla Germania che, nonostante sintomi preoccupanti come tosse e febbre, sono stati liquidati dai dottori come "non corona" perché non erano rientrati dai Paesi della black list. I pochi (per ora) casi di panico vengono derisi nei social, avere paura è considerato non elegante.
- In un regime impegnato in questo momento in una operazione di ribaltamento costituzionale, qualunque misura più restrittiva rischia di provocare sospetti di natura politica: dopo che, il 10 marzo, la Duma ha permesso a Vladimir Putin di ricandidarsi per altre due volte alla presidenza, il coronavirus potrebbe essere un buon pretesto anche per reprimere le proteste. Ma il vero pericolo è costituito dallo stato disastroso della sanità: negli ultimi decenni i posti letto negli ospedali sono stati quasi dimezzati, e i tagli degli ultimi due anni hanno portato a un'epidemia di scioperi e proteste degli operatori sanitari e dei pazienti. Nel caso di un'epidemia, il sistema rischia di collassare.
- «Non uscite di casa». Vladimir Putin è l'ultimo dei grandi leader internazionali ad aggiungersi alla quarantena globale, dopo aver visitato il giorno prima l'ospedale allestito appositamente per i malati di Covid-19 alla periferia di Mosca. Bardato in una tuta gialla di protezione totale, con tanto di respiratore, ha ispezionato le stanze scintillanti della nuova struttura e si è fatto spiegare dal giovane primario che l'epidemia in Russia rischia di seguire non lo scenario cinese, ma quello italiano. Cioè catastrofico. E così, dopo settimane in cui la propaganda russa ha provato a sminuire il pericolo del virus come "semplice influenza", con misure di contenimento lente e parziali – nelle stesse ore in cui Putin si infilava la tuta gialla, il comune di Mosca introduceva un divieto fondamentale come quello di fumare i narghilè nei locali – al Cremlino ha prevalso la prudenza.
- Valutare la diffusione reale del Covid-19 è difficile, anche perché le autorità hanno già silenziato per «fake news» diversi giornali e social che riportavano casi di contagi e morti non riportati dalle statistiche ufficiali. Impossibile quindi capire dove finisce il panico e inizia la censura, ma le numerose testimonianze con nome e cognome dei malati ricoverati nella struttura dedicata di Mosca non sono meno inquietanti: molti vengono tenuti all'oscuro dei risultati delle analisi e delle terapie cui vengono sottoposti, e spesso i pazienti con polmonite già conclamata condividono le stanze con soggetti potenzialmente sani richiusi in quarantena.
- In Russia [...] le mascherine sono sparite da almeno un mese, insieme a grano saraceno, pollame e conserve, spazzate via nei giorni scorsi da una popolazione che ricorda ancora bene le carenze alimentari del socialismo.
- Ora i moscoviti vivono secondo più o meno le stesse regole degli italiani: possono uscire per necessità urgenti di salute, per visitare il negozio alimentare più vicino o la farmacia, per portare fuori il cane (in un raggio di 100 metri invece di 200, ma a Mosca praticamente ogni isolato ha almeno un po' di verde) e buttare i rifiuti. In compenso, possono abbandonare la città per andare in dacia, forse perché in caso di eventuale malattia o ricovero non ricadranno più nelle statistiche cittadine.
- Uno dei motivi per cui il governo russo aveva rinviato a lungo il lockdown era stata proprio l'enorme difficoltà di farlo rispettare in una megalopoli di quasi 15 milioni di abitanti. Nessuno si fida dell'autodisciplina civica, in un Paese dove la ricca tradizione di giocare al nascondino con uno Stato repressivo si somma a una elevatissima percentuale di smanettoni digitali.
- Nel dibattito degli ultimi giorni sulla presunta efficienza anti-epidemica degli autoritarismi rispetto alle democrazie, la Russia è una buona dimostrazione del contrario. Vladimir Putin ha prima ignorato il coronavirus, poi ne ha sminuito il pericolo, infine ha chiuso negozi e ristoranti e mandato tutti i russi in ferie pagate di una settimana.
- La quarantena con tracciamento può essere una soluzione efficace in un sistema dove esiste la fiducia reciproca tra governo e cittadini, e istituzioni a guardia dei diritti, ma non in un Paese autoritario dove potere e popolo giocano a guardie e ladri e nessuno si fida di nessuno.
- Ai Paesi amici, o aspiranti tali, Mosca manda ventilatori autocombustibili, mascherine e test che le autorità russe pubblicizzano come tra i migliori al mondo. Al Cremlino però si fidano di più dei "badge antivirus", come quelli sfoggiati da numerosi deputati della Duma: enormi spilloni di plastica che dovrebbero creare intorno a chi li porta una cupola d'aria disinfettata.
- Le stronzate che girano in Internet in Russia sono teoricamente passibili di multa per diffusione di fake news sul Covid-19, ma quelle per ora vengono applicate soprattutto ai medici che denunciano la carenza di dispositivi di protezione e l'occultamento dei dati reali sulla mortalità.
Voci correlate
[modifica]Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante la pandemia di COVID-19 in Russia
- Commons contiene immagini o altri file sulla pandemia di COVID-19 in Russia