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Andrij Ševčenko

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Andriy Shevchenko (2012)

Andrij Mikolajovič Ševčenko (1976 – vivente), ex calciatore e allenatore di calcio ucraino.

Citazioni di Andrij Ševčenko

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Citazioni in ordine temporale.

  • [Parlando del suo trasferimento dal Milan al Chelsea] Lascio per motivi familiari, ringrazio la società per tutto quello che mi ha dato e anche perché mi ha ascoltato e ha valutato la mia volontà di trasferimento. E mi spiace tanto perché ho visto anche negli occhi dei tifosi, nei tanti messaggi che mi sono arrivati, il loro dispiacere. Non c'è un problema di rapporti e men che meno un problema economico. Anche perché un'altra società come il Milan è impossibile da trovare.[1]
  • Fra Juve e Milan non sono mai partite spettacolari, non lo fu nemmeno la finale [Champions League, 2003], ma contano tanto anche quando magari contano poco. Voglio dire che c'è sempre la tensione giusta e anche la tensione fa spettacolo. Credo che mai come in questo tipo di partite un attaccante debba saper lottare per trovare il suo spazio, quei centimetri che fanno la differenza.[2]
  • Kaká: mai visto nella storia del Milan un giocatore così perfetto, entrato così pienamente dentro i meccanismi di squadra. Dopo un solo allenamento ho capito che questo era un ragazzo speciale, che con lui avremmo fatto un salto di qualità: ha cambiato la marcia del Milan.[3]
  • Fare l'allenatore è un'altra cosa [rispetto al calciatore]. Devi rapportarti a tante persone, pensare al gruppo, a come rivolgerti ai giocatori che fai andare in campo e a quelli che lasci in panchina. Hai più responsabilità e per diversi giorni devi pensare a come preparare la partita tatticamente. Poi quando comincia la tua parte è fatta.[4]
  • Lavorare con Sacchi sarebbe stato molto interessante. Sacchi come mentalità era simile a Lobanovski, il tecnico che mi ha formato nella Dinamo Kiev. Intensità, impegno, lavoro, pensiero collettivo, dedizione: i concetti erano quelli del calcio moderno. Sacchi ha rivoluzionato il calcio, un po' come aveva fatto Lobanovski nella ex Unione Sovietica.[5]
  • Quelle di quella sera a Manchester sono emozioni difficili da raccontare, quella partita [La Finale della UEFA Champions League 2002-2003] ha cambiato la mia vita ed è stata la storia del calcio europeo [...] Ancelotti mi aveva chiesto di tirare il primo rigore e io ho detto che avrei calciato l'ultimo [...] Due anni dopo a Istanbul [nella La Finale della UEFA Champions League 2004-2005] contro il Liverpool forse eravamo più nervosi e per quel rigore sbagliato non ho dormito bene per un paio di mesi.[6]
  • Michael Jordan penso sia stato l'atleta perfetto, il più adatto allo sport che praticava[6]
  • Giocare le partite difficili mi piaceva sempre, in campo mi trasformavo. Da quando ho iniziato a giocare a calcio ho sempre avuto questo tipo di atteggiamento, ho sempre avuto fame e voglia di vincere. Volevo fare qualcosa di diverso dagli altri[6]
  • Al Milan sono stato accolto subito benissimo. Costacurta per me è stato un fratello maggiore
  • Questa mattina, all'alba, una guerra su vasta scala è stata iniziata dalla Russia. La mia gente e la mia famiglia sono in pericolo. L'Ucraina e la sua popolazione vogliono pace e integrità territoriale. Vi prego, vi prego di sostenere il nostro Paese e chiedere al Governo russo di fermare la loro aggressione e violazione del diritto internazionale.[7]
  • [L'invasione russa dell'Ucraina] Non è un conflitto, non è un’operazione speciale, come la vogliono vendere. È un’aggressione. Un crimine contro i civili. Nessuno ci ha voluto credere, sino all’ultimo. Non potevamo immaginare che la Russia ci avrebbe fatto questo. Ci pareva impossibile.[8]
  • Milano e l'Italia sono la mia seconda patria.[8]
  • Roma è una città meravigliosa, grandiosa, ma è [nel 1989] ad Agropoli che ho scoperto la generosità e l’affetto degli italiani. Eravamo ospiti di una famiglia che mi ha regalato il mio primo paio di jeans. E anche se abbiamo battuto in finale la squadra di casa, con 5 gol miei, mi hanno dato qualche lira con cui presi un rasoio Gillette per mio padre Nikolay e un profumo per mia mamma e mia sorella...[8]
  • Noi vogliamo la pace. Ma arrenderci in questo momento significherebbe perdere la libertà. Noi ci stiamo battendo e ci batteremo per la nostra libertà e i nostri diritti. Vogliamo avvicinarci all’Europa. Non abbiamo attaccato nessuno, ci stiamo solo difendendo [dall'invasione russa.][8]

Intervista di Enrico Currò sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Repubblica.it, 3 marzo 2022

  • Quello che accade è inumano, non bisogna smettere di parlarne. Abbiamo bisogno di sentire il sostegno della comunità internazionale in ogni momento.
  • [«È stato giusto cancellare la Russia dalle competizioni sportive?»] Decisione condivisibile, c'è stata un'aggressione. Finché non si ferma la guerra, gli atleti russi devono stare fuori.
  • [«Che cosa pensa di Putin?»] Che è un assassino. Ora il bersaglio siamo noi, che confiniamo con la Russia. Ma poi a chi toccherà?
  • Il calcio non esiste più per me, ora. Ogni mattina penso solo a cosa fare per il mio Paese.
  • [«Quanto è importante per l'Ucraina entrare nell'Ue?»] Per noi è tutto: è stato grande il gesto di solidarietà dell'Europa di accettare la nostra richiesta attraverso la procedura più rapida.

Intervista di Monica Colombo, Corriere.it, 6 settembre 2025.

  • [Su Giorgio Armani.] Non voglio soffermarmi sulle sue doti artistiche che tutti conoscono: quel suo lato è, giustamente, già noto a tutto il mondo. Io preferisco pensare a lui come a una persona affettuosa, attenta al prossimo, di grandi valori, che stimo tanto.
  • Sono stato suo testimonial per diverse campagne. Erano gli anni d’oro in cui giocavo nel Milan. Giorgio [Armani] mi ha insegnato lo stile e la classe. È stato per me un grande amico.
  • Giorgio [Armani] era sempre indaffarato, stava preparando la sfilata ed era circondato da modelle. Ma quando mi ha visto è stato tenero, come al solito. Vederlo è stato emozionante.

Citazioni su Andrij Ševčenko

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  • [Nel 2008] Credo che in futuro tornerà a essere un giocatore di grande qualità, ma ha bisogno di un cambiamento, di una sfida diversa e di un ambiente diverso per essere felice. Non era la mia prima opzione, avevo chiesto un altro giocatore e sapevo che in quel momento il club stava facendo di tutto per darmi i giocatori che volevo, o almeno uno di loro, ma non è stato possibile per varie ragioni. E quando ho dovuto confrontarmi con l'ipotesi Shevchenko ho detto sì, perché è senza dubbio un giocatore di grande qualità. Era come un principe, ma al Chelsea la nostra filosofia era diversa. Non avevamo prìncipi, tutti sono uguali, tutti hanno bisogno di lavorare allo stesso modo, e tutti devono meritare di giocare. Per questo penso che abbia perso fiducia in se stesso. E poi ci sono altri fattori, come una vita diversa, un club diverso, una lingua diversa, un campionato diverso e un ambiente diverso. Passo dopo passo, un giocatore va nella direzione sbagliata. [...] È un ottimo giocatore e gli auguro di tornare lo Sheva che tutti, me incluso, ammirano. La verità è che non ho mai avuto problemi personali con lui e gli auguro il meglio per il futuro. (José Mourinho)

Note

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  1. Citato in Gian Piero Scevola, Sheva lascia il Milan «per studiare inglese», Ilgiornale.it, 27 maggio 2006.
  2. Dall'intervista di Alessandra Bocci, Lo sguardo all'arbitro, l'ultimo tiro, l'apoteosi: Sheva ha fatto la storia, Gazzetta.it, 9 aprile 2016.
  3. Da un'intervista a DAZN; citato in Antonio Vitiello, Sheva a Dazn: “Kakà, mai visto nella storia del Milan un giocatore così perfetto. Maldini, un grande capitano”, Milannews.it, 13 marzo 2019.
  4. Dall'intervista di Alessandra Bocci, «Piatek, fidati dell'istinto», SportWeek nº 38 (955), 21 settembre 2019, pp. 28-33.
  5. Dall'intervista di Alessandra Bocci, «Sacchi rivoluzionario, un altro Lobanovski», La Gazzetta dello Sport, 14 dicembre 2019, p. 6.
  6. a b c Da un intervento su Sky Sport 24; ripreso in Shevchenko a Sky: "Il rigore di Manchester mi ha cambiato la vita. Belotti mi somiglia", sport.sky.it, 7 maggio 2021.
  7. Da un post su Facebook; citato in Shevchenko: 'La mia gente e la mia famiglia sono in pericolo', Ansa.it, 24 febbraio 2022.
  8. a b c d Dall'intervista di Aldo Cazzullo, «Siete la mia seconda patria Aiutateci», Corriere della Sera, 13 marzo 2022.

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