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Unione Sovietica

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Bandiera dell'Unione Sovietica

Citazioni sull'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), in forma abbreviata Unione Sovietica.

Citazioni

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  • A chi, se non all'URSS, deve dirsi grazie per aver impedito che tutti gli ebrei europei finissero nelle camere a gas? (Kurt Gossweiler)
  • Almeno in qualcosa dovremmo essere grati alla felicemente defunta Unione Sovietica. La quale, subito dopo la fondazione, creò a San Pietroburgo, che aveva ribattezzato Leningrado, il grande Istituto per l'Ateismo Scientifico, con migliaia di dipendenti e centinaia di professori universitari a contatto. Per settant'anni lavorarono sodo per dimostrare l'incompatibilità tra scienza e religione (e proprio così, Scienza e religione, si chiamava la loro rivista, diffusa gratuitamente in molte lingue, in tutto il mondo), per decenni, dunque, si diedero da fare per trovare la prova oggettiva, inconfutabile, scientifica appunto, dell'inesistenza di Dio. Quando tutto crollò, e quando Leningrado tornò a chiamarsi San Pietroburgo, la famosa Prova non era stata trovata: avrebbero potuto cercare altri settanta o settecento anni, ma non sarebbe saltata fuori lo stesso. Dunque, anche grazie ai miliardi di rubli investiti dall'ateismo di Stato, abbiamo la conferma oggettiva che la fede non è confutabile per via scientifica. (Vittorio Messori)
  • È governata da una dittatura paziente, uomini decisi e lungimiranti che stanno rapidamente facendo del loro paese la prima potenza navale e militare del mondo. Non lo stanno facendo esclusivamente per motivi di autodifesa. Un enorme paese come la Russia, in gran parte privo di sbocchi sul mare, non ha bisogno di costruire la flotta più potente del mondo a guardia dei propri confini. No. I russi sono decisi a dominare il mondo, e stanno rapidamente acquisendo i mezzi per diventare la nazione imperiale più potente che il mondo abbia mai visto. Gli uomini del Politburo sovietico non devono preoccuparsi per il flusso e riflusso della pubblica opinione. Hanno messo le pistole prima del "burro", noi abbiamo invece messo quasi tutto davanti alle pistole. Sanno di essere una super potenza in un solo senso, il senso militare. Sono un fallimento in termini umani ed economici. (Margaret Thatcher)
  • In un certo senso il regime sovietico è senza precedenti, e basterebbe ciò a metterci in guardia contro tutti i tentativi di collegarlo, in maniera troppo semplicistica, alla storia passata. Ho nelle orecchie le affermazioni correnti secondo le quali il regime dittatoriale comunista è il successore legittimo della autocrazia zarista, le fattorie collettive una versione modernizzata del tradizionale comune rustico russo e l'attuale espansione sovietica una semplice continuazione del vecchio imperialismo russo. Per quanto queste analogie possano essere allettanti, sono tutte storicamente errate e – voglio aggiungere – politicamente ingannatrici. (Michael Karpovich)
  • L'unica cosa positiva in questo secolo è la rivoluzione russa e la creazione dell'Unione Sovietica. (Nikola Tesla)
  • L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è uno Stato socialista degli operai e dei contadini. (Costituzione sovietica del 1936)
  • L'Unione Sovietica è così debole politicamente all'interno del blocco dei paesi satelliti, che si isola e si irrigidisce. (Kurt Georg Kiesinger)
  • L'Unione Sovietica è l'unica grande potenza la cui posizione ha rispecchiato la volontà e i desideri del nostro popolo. Perciò l'Unione Sovietica dimostra di essere l'unica grande potenza che ha appoggiato sin dall'inizio il popolo congolese nella sua lotta. Mi preme esprimere al popolo sovietico, e personalmente al primo ministro Kruscev, la massima gratitudine di tutto il popolo congolese per l'opportuno appoggio morale che il vostro paese dona alla giovane repubblica del Congo nella sua lotta contro gli imperialisti e i colonialisti. (Patrice Lumumba)
  • L'Unione Sovietica è un gigantesco paese, e alberga nel suo cuore fermenti giganteschi: fra questi, una omerica capacità di gioia e di abbandono, una vitalità primordiale, un talento pagano, incontaminato, per le manifestazioni, le sagre, le baldorie corali. (Primo Levi)
  • L'Unione Sovietica, nonostante tutti gli errori dei suoi dirigenti, rappresentava allora fonte di speranza e di sostegno per molti stati e popoli. L'Unione Sovietica assicurava l'equilibrio del sistema globale. (Aleksandr Lukašenko)
  • L'URSS è il paese in cui siamo cresciuti, in cui vivevamo, in cui la maggior parte di noi era felice. [...] È ciò da cui noi tutti proveniamo. È l'amore verso la Patria, il rispetto per l'esercito, è l'educazione, è la premura per gli anziani, per i bambini. [...] È la sanità gratuita, l'istruzione gratuita – la migliore del mondo. L'America e l'Europa hanno formato i loro metodi di insegnamento partendo dalla nostra esperienza. (Aleksandr Zacharčenko)
  • L'Urss rappresentava una prigione per le Nazioni, è stato uno dei più terribili imperi della Storia e quando la cosiddetta Patria e il mitico "popolo" sovietico sono collassati, io ero felice. (Levan Berdzenišvili)
  • La caratteristica più notevole del regime sovietico, stabilitosi in Russia più di trent'anni fa, è la pretesa di essere strumento di uno sviluppo sociale storicamente necessario e di considerarsi, quindi, come l'acceleratore dell'evoluzione dell'umanità verso il socialismo ed il comunismo. I particolari di tale evoluzione non sono conosciuti ed il suo indirizzo generale è noto soltanto al partito, il partito bolscevico-comunista di Lenin e del suo successore Stalin. (Waldemar Gurian)
  • La difficoltà principale del Suo Paese non è costituita dal problema della proprietà, dell'economia e della libertà. Il vostro problema è l'assenza di una vera credenza in Dio, lo stesso problema che ha trascinato o trascinerà l'Occidente in un vicolo cieco, nel nulla. Il vostro problema principale è la lunga lotta contro Dio, contro la Fonte dell'esistenza e della creazione. (Ruhollah Khomeyni)
  • La storia della mia pre­dilezione infantile per l'Urss è una leggenda metropolitana. Sempli­c­emente vivevo a Berga­mo, dove tutti votavano per la Dc. A 13-14 anni il concetto teorico del­l'uguaglianza mi affasci­nava, così mi parve giusto schierarmi con gli indiani, anziché con i cowboy, come faceva­no i bambini al cinema parrocchiale. Poi co­minciai a leggere che in Russia non c'erano i partiti, imperava la dittatura del proletaria­to, vigeva la tetraggine. La simpatia per gli indiani svanì. (Vittorio Feltri)
  • Nell'Inghilterra capitalista la fabbrica apparve come uno strumento di profitto e di sfruttamento. Nell'Unione Sovietica, essa non fu solo uno strumento di ricchezza collettiva, ma un mezzo consapevolmente usato per spezzare vecchie catene. (Anna Louise Strong)
  • Nell'URSS il lavoro è un dovere e una questione d'onore per ogni cittadino, in conformità con il principio: "Chi non lavora, non mangia". Il principio applicato nell'URSS è quello del socialismo: "Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro". (Costituzione sovietica del 1936)
  • Non è affatto chiaro come l'idea del paradiso-via-inferno [cioè il comunismo] abbia potuto sopravvivere a un solo istante di riflessione. Proviamo a immaginare che il "paradiso" promesso da Trockij sorgesse improvvisamente dal mucchio di macerie del 1921. Sapendo che per crearlo erano state sacrificate milioni di vite, chi avrebbe voluto abitarlo? Un paradiso a quel prezzo non è un paradiso. I mezzi determinano i fini, è stato detto, ma in Urss i mezzi sono stati l'unica cosa che si sia stati in grado di raggiungere. Esiste una contraddizione dentro la contraddizione: l'utopista militante, il perfettibilizzatore, nutre già in partenza una risentita rabbia verso l'evidenza della imperfettibilità umana. Nadezda Mandel'stam parla della "satanica" arroganza dei bolscevichi. La loro è anche un'infernale insicurezza e ostilità, un'infernale disperazione. (Martin Amis)
  • Per me l'Urss non fu così multiculturale. Nonostante il vantaggio della comune lingua russa, non era facile trovare un equilibrio tra multiculturalismo e nazionalismo: in Georgia tutte le realtà locali si sentivano in pericolo. (Levan Berdzenišvili)
  • Quando vedo che mentre Hitler e Mussolini perseguitavano degli uomini per la loro razza, e inventavano quella spaventosa legislazione antiebraica che conosciamo, e vedo contemporaneamente i russi composti di 160 razze cercare la fusione di queste razze superando le diversità esistenti fra l’Asia e l’Europa, questo tentativo, questo sforzo verso l'unificazione del consorzio umano, lasciatemi dire: questo è cristiano, questo è eminentemente universalistico nel senso del cattolicesimo. (Alcide De Gasperi)
  • Quante innovazioni scientifiche o tecniche, fra quelle che modificano la vita materiale degli uomini, sono venute dall'URSS negli ultimi decenni? Non il transistor o il computer, l'energia elettrica nucleare o le fibre sintetiche, il radar o il laser, gli antibiotici o i vaccini antipolio, le scoperte genetiche o la «rivoluzione verde» delle sementi ibride. Nell'URSS furono a lungo proibiti campi di studio come la cibernetica e la genetica. Tuttora uno scienziato non può dedicarsi a ricerche autonome, ma è vincolato a quelle permesse dal piano. La ricerca può considerarsi avanzata solo nella tecnologia militare, mentre nel campo della geologia è favorita da una tradizione che risale al XVIII secolo e alla circostanza che l'URSS possiede tutti i tipi di minerali (gli Stati Uniti ne devono importare la metà). (Alberto Ronchey)
  • Se l'industrializzazione sovietica ha dovuto essere realizzata sia pure attraverso la repressione contro il cinque per cento di ricchi e reazionari, l'industrializzazione capitalista è nata dal terrore esercitato dal cinque per cento di benestanti contro l'insieme delle masse lavoratrici del loro stesso paese e dei paesi dominati. (Ludo Martens)
  • [Sull'antisemitismo in Unione Sovietica] Secoli di oscurantismo oppressivo in senso politico e religioso, in uno con le baldorie efferate delle "Sotnje" cosacche e poi dei "Cento Neri", hanno lasciato in molti popoli sovietici, specialmente in territorio europeo, una pigra sedimentazione antisemita. [...] Purtroppo la guerra dei sei giorni, o piuttosto la vittoria israeliana, lo ha risvegliato. Ha permesso di risvegliarlo. (Umberto Terracini)
  • Senza l'aiuto dell'Unione Sovietica i paesi arabi non avrebbero fatto la guerra a Israele nel 1948. Si scatenarono contro di noi perché alle spalle avevano l'Unione Sovietica, militarmente e politicamente. Quanto all'OLP, esso è sostenuto dall'Unione Sovietica perché l'Unione Sovietica ha capito benissimo che nell'era atomica il terrorismo è l'unico modo per fare la guerra senza rischiare il conflitto nucleare. Per sviluppare il suo espansionismo l'Unione Sovietica ha bisogno dell'OLP, di Arafat. E se lei replica che Arafat non è comunista, io le rispondo: ai sovietici che importa? A loro importa soltanto che egli sia uno strumento del gioco, che rimanga nelle loro mani. È forse comunista la Siria? No, eppure l'Unione Sovietica ha dato alla Siria milleduecento carri armati, centinaia di pezzi di artiglieria, numerosi e modernissimi jet. È forse comunista la Libia? No, eppure l'Unione Sovietica ha dato alla Libia millenovecento carri armati, artiglieria, jet. Tutti parlano degli americani, delle armi americane. Le assicuro che le armi distribuite dall'Unione Sovietica in questa parte del mondo superano mostruosamente quelle che Israele compra dagli americani. (Ariel Sharon)
  • Senza la Russia [l'Unione Sovietica], questi segugi tedeschi [la Germania nazista] avrebbero raggiunto i loro scopi o, in ogni caso, ci sarebbero andati vicini. [...] Noi e tutti i nostri figli abbiamo un enorme debito di gratitudine nei confronti del popolo russo che ha pagato la sua vittoria con perdite innumerevoli e sofferenze enormi. [...] Il modo in cui la Russia ha condotto la guerra ha reso evidenti i suoi grandi successi in tutti i campi industriali e tecnici. [...] Nel sacrificio e nell'esemplare abnegazione di tutti, vedo la prova di una determinazione generale a difendere ciò che hanno conquistato. [...] In Russia, l'uguaglianza di tutti i popoli e di tutte i gruppi culturali non è solo parole, ma è praticata realmente (Albert Einstein)
  • Si giocava per la gloria dell'URSS e per amore del calcio, non per i soldi. (Rinat Dasaev)
  • Sì, l'Unione Sovietica era arretrata e inefficiente, e sì, la nostra economia crollò dalle cima di montagne di armi. Ma quando la madrepatria ne ebbe bisogno, queste montagne salvarono i suoi figli. (Max Brooks)
  • Si può rimpiangere un regime che scriveva dio con la minuscola e Kgb maiuscolo? (Aleksandr Isaevič Solženicyn)
  • Sono nato in Unione Sovietica, mio padre è morto in URSS, mia madre è morta in URSS, erano devoti all'idea del PCUS(b). Ho assorbito con il sangue questa fede nella fratellanza umana, nell'assistenza reciproca. Sono stato rimesso in piedi dallo Stato, che nel 1945 aveva 19 milioni di bambini orfani. E ha dato loro da bere, li ha nutriti, ha dato loro un'istruzione, una professione, ha fatto di me un professionista di qualità. E cosa, vuoi che sputi sulla tomba di mio padre e mia madre? Questo non accadrà mai fino alla fine della mia vita! (Nikolaj Nikolaevič Gubenko)
  • Tutta la storiografia scientifica non accetterebbe mai un'interpretazione che tenta di equiparare il Terzo Reich all'URSS, come due potenze complici che hanno scatenato la guerra per spartirsi il mondo. Un'interpretazione infondata e falsa. L'hitlerismo aveva un progetto di dominio mondiale che Stalin non ha mai avuto. L'URSS è servita a spezzare e fermare questo progetto. (Angelo D'Orsi)
  • Tutto il potere nell'U.R.S.S. appartiene ai lavoratori della città e della campagna, rappresentati dai Soviet dei deputati dei lavoratori. (Costituzione sovietica del 1936)
Leonid Il'ič Brežnev
  • Con l'eroico lavoro di questi anni i sovietici, stretti attorno al partito di Lenin, hanno creato nel nostro paese un'economia moderna che per il volume della sua produzione si è piazzata già da tempo al secondo posto nel mondo, e per una serie di importanti settori anche al primo.
  • È ben noto che l'Unione sovietica ha fatto non poco per l'effettivo rafforzamento della sovranità e dell'indipendenza dei paesi socialisti.
  • Il Partito comunista dell'Unione Sovietica ritiene che oggi uno dei nostri compiti più importanti sia quello di accelerare il progresso tecnico-scientifico, di armare i lavoratori delle cognizioni tecnico-scientifiche moderne, di applicare il più rapidamente possibile nella vita i risultati delle scoperte scientifiche. Ciò permetterà di utilizzare in modo più completo l'immenso potenziale creativo della nostra società socialista, accelererà sensibilmente la creazione della base materiale e tecnica del comunismo.
  • L'Unione Sovietica è uno Stato amante della pace. Ciò deriva dalla natura stessa del nostro ordinamento socialista. Gli scopi della politica estera sovietica, così come sono stati formulati dal XXIII congresso del PCUS, consistono nell'assicurate insieme agli altri paesi socialisti condizioni internazionali favorevoli alla costruzione del socialismo e del comunismo; nel rafforzare l'unità e la compattezza dei paesi socialisti, la loro amicizia e fratellanza; nell'appoggiare il movimento di liberazione nazionale e nel realizzare una collaborazione multiforme con i giovani Stati in via di sviluppo, nel difendere con coerenza il principio della coesistenza pacifica degli Stati a diverso regime sociale, nell'opporsi decisamente alle forze aggressive dell'imperialismo, nel liberare l'umanità dal pericolo di una nuova guerra mondiale.
  • La nostra linea di principio nei riguardi dei paesi capitalistici, compresi gli USA, consiste nel mettere coerentemente e pienamente in pratica i princìpi della coesistenza pacifica, nello sviluppare le relazioni reciprocamente vantaggiose e nel collaborare con quegli Stati che lo vogliono sul terreno del rafforzamento della pace, conferendo un carattere il più stabile possibile alle relazioni con essi. Ma noi dobbiamo sempre discernere se ci troviamo di fronte ad un'aspirazione effettiva a risolvere le questioni mediante trattative o di fronte a tentativi di fare una politica da « posizioni di forza ».
  • Nel nostro paese gli operai, i contadini, gli intellettuali lavorano con grande entusiasmo, il che permette un continuo rafforzamento dell'unità morale e politica della società sovietica, la sua coesione intorno al partito.
  • Noi dichiariamo con la massima responsabilità: non abbiamo pretese territoriali verso chicchessia, non minacciamo nessuno e non intendiamo aggredire nessuno; noi siamo favorevoli a uno sviluppo libero e indipendente di tutti i popoli. Ma nessuno si provi a usare nei nostri confronti il linguaggio degli ultimatum e a trattarci da posizioni di forza.
  • Come fu creata l'URSS? Certo, con la forza militare, ma anche costringendo le repubbliche a unirsi con la minaccia finanziaria, facendo loro paura economicamente.
  • Il terrorismo politico è stato tutto inventato dall'Unione Sovietica. Non esisteva prima: nasce tutto da una stessa strategia e da piani e addestramenti sovietici.
  • La nostra società è malata. È malata di paura, una sopravvivenza dell'era staliniana. Ma il processo di guarnigione spirituale della società si è già iniziato e non può essere interrotto.
  • Settantatre anni di regime sovietico nel mio paese sono riusciti a distruggere l’economia, sono riusciti a distruggere la natura, sono riusciti a ridurre il paese in povertà ma soprattutto sono riusciti a operare la cosa peggiore, ovvero, sono intervenuti in modo distruttivo nella coscienza dell’uomo.
  • Dobbiamo fare i conti con i lati positivi e negativi della defunta Unione Sovietica. Molti tra noi non ci sono ancora riusciti. In Russia, ad esempio, vengono perseguiti penalmente tutti coloro che tendono a equiparare il regime di Stalin con quello di Hitler. Ma il terrore comunista non è forse comparabile con quello del fascismo e del nazismo? Occorre approfondire, vedere in che misura una simile comparazione possa essere giustificata.
  • In Occidente, così mi pare, non esiste una visione nitida circa le conseguenze del progetto sovietico. È ancora in voga una certa idealizzazione dell'Unione Sovietica, intellettuali europei affascinati dal mondo bolscevico, benché non abbiano mai sperimentato sulla propria pelle gli effetti dell'egualitarismo sovietico. Credo che un occidentale non capirà mai cosa è accaduto in Urss e nello spazio post-sovietico leggendo soltanto narrativa russa. L'esperienza sovietica non è una prerogativa degli scrittori e degli intellettuali russi.
  • La corruzione è il nostro problema più grande e difficile da debellare. Ha radici sovietiche.
  • Le nuove generazioni [in Moldavia] non hanno vissuto l'esperienza dell'Urss. Eppure, molte persone ricordano ancora come ai tempi dell'Unione Sovietica lo stato si prendesse cura di loro, a differenza dei giorni nostri. Nella mentalità di molti moldavi – anche tra i più giovani – è saldamente radicata l'idea che ogni minimo problema quotidiano debba essere risolto grazie all'intervento statale. Allo stesso tempo, però, non esiste una coscienza civica attiva, il sentimento di appartenere a una comunità e la volontà di dare un contributo al proprio paese.
  • Gli atenei sovietici rientravano generalmente in due categorie: quelli che non ammettevano assolutamente alcun ebreo e quelli che ne ammettevano in numero strettamente limitato. Le regole della non ammissione, ovviamente, non erano rese pubbliche; il rigetto della domanda era comunicato con modalità particolarmente sadiche. I candidati ebrei sostenevano gli esami d'ammissione insieme a tutti gli altri aspiranti studenti. Ritiravano i fogli con le domande d'esame dalla stessa pila degli altri. Ma se riuscivano a rispondere correttamente alle due o tre domande del foglio, a quel punto, soli nell'aula con gli esaminatori, erano sottoposti con nonchalance a un'ulteriore domanda, come se fosse una continuazione delle risposte già date. Era questa la «bara». In matematica, si trattava generalmente di un problema non soltanto complesso ma irrisolvibile. Il candidato avrebbe esitato e sarebbe andato a picco. Gli esaminatori, poi, sigillavano il coperchio della bara: il candidato ebreo aveva fallito l'esame.
  • Il marxismo in Unione Sovietica si era ridotto a una semplice convinzione di vita materiali. Se l'individuo era plasmato in maniera appropriata – e non poteva essere altrimenti, dato che il sistema sovietico affermava ormai di aver sostanzialmente realizzato il progetto marxista, costruendo quello che veniva definito «socialismo reale» – doveva per forza esprimere un insieme di obiettivi perfettamente coincidenti con i bisogni della società che lo aveva prodotto. Le anomalie erano senz'altro possibili, ma rientravano in due categorie: criminalità o malattia mentale. La società sovietica disponeva di istituzione in grado di affrontarle entrambe. Nessun altro genere di discordanza era concepibile. I conflitti interiori non erano previsti. Non c'era davvero alcun motivo per affrontare il tema della psiche.
  • Il regime sovietico privò la popolazione non solo della possibilità di vivere liberamente, ma anche della capacità di comprendere appieno quel che le era stato sottratto, e in che modo. Il regime si prefiggeva l'obiettivo di annientare la memoria storica e individuale, nonché gli studi teorici sulla società. L'offensiva concertata contro le scienze sociali fece sì che, per decenni, gli studiosi occidentali si trovassero in posizione migliore rispetto ai loro omologhi russi per interpretare le vicende della Russia, ma, in quanto osservatori esterni, con accesso limitato alle informazioni, essi non erano di certo in condizione di colmare quella lacuna. Ben più che una questione puramente accademica, si trattò di un attacco all'umanità stessa della società russa, che smarrì gli strumenti e persino il linguaggio necessari per comprendersi. Le uniche storie su se stessa, che la Russia raccontava a se stessa, erano quelle create dagli ideologi sovietici. Se un paese, nell'epoca contemporanea, è privo di sociologi, psicologi o filosofi, che cosa può sapere di sé? E i suoi cittadini, che cosa possono sapere di loro stessi?
  • In Unione Sovietica l'ideologia si rivelò mutevole. La linea ufficiale si modificò radicalmente, dall'internazionalismo alla «amicizia tra i popoli», dal ritenere la famiglia un anacronismo borghese fino a considerarla il nucleo fondamentale della società sovietica. A rimanere immutata fu l'importanza assegnata alla mobilitazione ideologica (qualunque fosse l'ideologia), e l'idea di eccezionalità del paese.
  • La sociologia non era propriamente bandita in Unione Sovietica, ma il nome della disciplina era stato ridotto a una sorta di parolaccia. Era stato lo stesso Lenin a inaugurarne l'uso offensivo. Il problema con la sociologia era praticamente identico a quello con la psicoanalisi: la materia non si prestava a essere una «scienza» utilizzabile per costruire una nuova società di uomini nuovi.
  • Nell'Urss del dopoguerra, ogni generazione aveva vissuto discretamente meglio di quella che l'aveva preceduta. Le aspirazioni dei genitori si trasmettevano pressoché identiche ai figli, salvo qualche modifica marginale. Moltissimi cittadini sovietici avevano sperato che, se non loro, quantomeno i figli, da adulti, sarebbero riusciti a passare da una stanza in un appartamento in condivisione a un monolocale di proprietà con tanto di cucina, e magari a un appartamento ancora più grande, con due stanze. Con un po' di fortuna, sarebbero arrivati a possedere addirittura una dacia e una Fiat di fabbricazione sovietica. Nessuno, a parte le élite, si spingeva a fantasticare una residenza signorile o una Volga – e le élite erano prudentemente sottratte alla vista dalle loro sette cancellate e dalle loro sette serrature. Ora, gran parte di ciò che si vedeva in televisione – pubblicità, annunci del governo e perfino le varie soap opera latino-americane che a quanto pareva tutti guardavano – sembrava dire ai russi che dovevano aspirare a qualcosa di più. Solo i vecchi film sovietici, che la televisione trasmetteva ancora, permettevano agli occhi affaticati e alle menti esauste di riposare sulle modeste e rassicuranti certezze di un'epoca ormai tramontata.
  • Paradossalmente, furono proprio le peculiarità del sistema economico sovietico a rendere le divisioni tra gruppi di cittadini valutati differentemente più rigide e più impenetrabili. La tassazione era ridotta al minimo e la redistribuzione della ricchezza non figurava tra gli obiettivi. Poiché gran parte delle gratifiche riservate ai privilegiati erano di natura non monetaria ed erano gestite tutte in modo centralizzato, gli appartenenti a una data casta si trovavano a essere raggruppati socialmente e geograficamente. I membri del Politburo vivevano tutti negli stessi edifici, si rifornivano di beni di consumo negli stessi centri di distribuzione, mandavano i loro figli nelle stesse scuole, si facevano curare negli stessi ospedali, ricevevano in concessione appezzamenti di terreno su cui costruire una dacia di legno – la casa per i weekend o per le vacanze estive – nella stessa zona e consumavano le acque degli stessi sanatori. Discorso analogo per i membri dell'Academia delle Scienze, che avevano le loro strutture riservate, e per i membri di ciascuna delle varie «leghe creative», quali quelle degli scrittori, degli artisti o dei cineasti.
  • Per ottenere parità di condizioni, o qualcosa che vi somigliasse anche solo lontanamente, occorreva non essere ebrei. La propria «nazionalità» – quella che gli americani definiscono «appartenenza etnica» – era annotata su tutti i documenti d'identità importanti, dal certificato di nascita al passaporto interno, dall'atto di matrimonio alla scheda personale sul posto di lavoro o a scuola. Una volta assegnata, la «nazionalità» era di fatto immutabile e si trasmetteva di generazione in generazione.
Michail Gorbačëv
  • È naturale che il produttore miri ad «accontentare» il consumatore, se posso esprimermi così. Ma da noi il consumatore si trovava completamente alla mercé del produttore, e doveva accettare ciò che quest'ultimo decideva di dargli.
  • In Urss [...] ci sono cristiani, musulmani, ebrei, buddisti e altri gruppi religiosi, e tutti hanno il diritto di soddisfare le loro esigenze spirituali.
  • L'Unione Sovietica [...] è uno stato giovane che non ha analogie nella storia o nel mondo moderno. Negli ultimi sette decenni, un tempo molto breve nella storia della civiltà umana, il nostro paese ha compiuto progressi pari a molti secoli. Una delle massime potenze mondiali ha preso il posto dell'Impero russo, arretrato, semicoloniale e semifeudale. Enormi forze produttive, un grandioso potenziale intellettuale, una cultura avanzata, una comunità di più di cento nazioni e nazionalità, e una solida protezione sociale per 280 milioni di persone in un territorio che corrisponde a un sesto della Terra... questi sono i nostri grandi e incontestabili successi e il popolo sovietico ne è giustamente orgoglioso.
  • L'Unione Sovietica, la più grande produttrice di acciaio, materie prime, combustibili ed energia nel mondo, presenta scarsità dovute agli sprechi e all'inefficienza. È uno dei maggiori produttori di cereali, ma è costretta ad acquistarne ogni anno milioni di tonnellate per nutrire la popolazione. Abbiamo il maggior numero di medici e di letti d'ospedale in rapporto al numero di abitanti, e tuttavia abbiamo stridenti carenze nei servizi sanitari. I nostri razzi possono raggiungere con straordinaria precisione la cometa di Halley e volare fino a Venere, ma accanto a questi trionfi scientifici e tecnologici coesiste una chiara mancanza di efficienza nell'uso dei risultati scientifici per i fini economici, e molti degli elettrodomestici sovietici sono di qualità mediocre.
  • Noi viviamo in un paese multinazionale, e questo è un fattore di forza anziché di debolezza e di disintegrazione. La Russia zarista veniva chiamata «una prigione di nazioni». La Rivoluzione e il socialismo hanno cancellato l'oppressione e la diseguaglianza nazionali e hanno assicurato il progresso economico, intellettuale e culturale per tutte le nazioni e nazionalità. Le nazioni un tempo arretrate hanno acquisito un'industria avanzata e una struttura sociale moderna. Sono salite al livello della cultura moderna anche se alcune, in precedenza, non avevano neppure un alfabeto. Ogni persona libera da pregiudizi riconoscerà il fatto che il nostro Partito ha svolto un lavoro immane e ha trasformato la situazione. I risultati hanno arricchito la società sovietica e la civiltà mondiale.
  • Non rivelo un segreto se dico che l'Unione Sovietica fa quanto è in suo potere per mantenere le proprie difese moderne e affidabili. È un dovere verso il nostro popolo e i nostri alleati. Nel contempo desidero ricordare che ciò non avviene per nostra scelta. Ci è stato imposto.
  • Virtualmente la disoccupazione non esiste. Lo stato si è assunto l'onere di assicurare il posto di lavoro. Persino una persona licenziata per pigrizia o per infrazione alla disciplina del lavoro deve avere un altro impiego. Anche il livellamento delle retribuzioni è diventato una caratteristica abituale della nostra vita quotidiana; persino un pessimo lavoratore riceve quanto basta per vivere decentemente. I figli di un parassita non vengono abbandonati al loro destino. Noi abbiamo concentrato somme enormi nei fondi provvedono ai finanziamenti degli asili nido, degli orfanotrofi, delle case dei Giovani Pionieri e di altre istituzioni che si occupano della creatività e dell'attività sportiva dei giovanissimi. L'assistenza sanitaria è gratuita, e così pure l'educazione. La gente è protetta dalle vicissitudini della vita e noi ne siamo molto fieri.
  • Amare la Corea significa amare l'Unione Sovietica e il campo socialista; così, amare l'Unione Sovietica e il campo socialista significa amare la Corea. È una totale unità, perché la causa della classe operaia non ha frontiere e la nostra opera rivoluzionaria è una parte dell'opera rivoluzionaria internazionale di tutta la classe operaia.
  • Dall'epoca di Lenin, il popolo sovietico, levando alta la bandiera della lotta antimperialista di liberazione nazionale, ha dato un grande contributo all'opera di liberazione dei popoli oppressi del mondo. Il popolo sovietico ha dato il suo aiuto al nostro popolo nella sua opera di liberazione dal giogo della dominazione coloniale dell'imperialismo giapponese ed ha accordato un grande aiuto sia materiale che morale alla lotta del nostro popolo per difendere la libertà e l'indipendenza della patria ed edificare una società nuova. Il nostro popolo non dimentica il sostegno e l'aiuto internazionalista che il popolo sovietico gli ha concesso. Il popolo coreano tiene in gran conto l'amicizia e la solidarietà con il popolo sovietico sul fronte della lotta antimperialista e anti USA.
  • L'importante è di non copiare meccanicamente lo stile e i modi usati in URSS, ma studiare la loro esperienza di lotta e la verità del marxismo-leninismo. Così, pur continuando ad imparare instancabilmente dall'Unione Sovietica, non dobbiamo dare troppa importanza alla forma, ma piuttosto mettere l'accento sullo studio dell'essenza della sua esperienza. C'è invece una tendenza troppo diffusa ad imitare solo uno stile e un metodo.
  • L'Unione Sovietica era un grande paese, il popolo lavorava, produceva e creava. Si diceva che l'industria si sviluppasse ai ritmi richiesti, che l'agricoltura progredisse, ma questo sviluppo non era del livello auspicato.
  • L'Unione Sovietica, sotto la direzione dei kruscioviani brezneviani, si è trasformata in una potenza imperialista mondiale e, al pari degli Stati Uniti d'America, mira a dominare il mondo.
  • Le armi e l'esercito in Unione Sovietica non sono più in mano dei popoli sovietici, non servono più alla liberazione del proletariato mondiale, ma sono invece destinate ad opprimere i popoli sovietici e gli altri popoli.
  • Molti comunisti sovietici furono ingannati dalla demagogia del gruppo revisionista kruscioviano e credettero che dopo la morte di Stalin, l'Unione Sovietica sarebbe divenuta un paradiso, come strombazzavano allora i traditori revisionisti. Questi dichiararono pomposamente che il comunismo sarebbe stato instaurato in Unione Sovietica nel 1980! Ma in realtà che cosa accadde? Accadde precisamente il contrario, e non poteva essere diversamente. I revisionisti presero il potere non per far fiorire l'Unione Sovietica ma, come fecero effettivamente, per restaurarvi il capitalismo, per sottometterla economicamente al capitale mondiale, per concludere degli accordi segreti o palesi con l'imperialismo americano, per assoggettare, sotto il manto dei trattati militari ed economici, i popoli dei paesi a democrazia popolare, per mantenere questi Stati sotto il loro giogo e per crearsi degli sbocchi e delle zone d'influenza nel mondo.
  • Se l'Unione sovietica non possedesse la bomba atomica, l'imperialismo userebbe nei suoi confronti un altro linguaggio.
  • Alla nostra immaginazione l'Urss appariva un organismo uniforme, monolitico, dove tutto era ugualmente grigio e cupo e, per giunta, monotono, fatto in serie. Lì nulla poteva esulare dalla norma stabilita, nulla poteva distinguersi o assumere caratteristiche individuali.
    Quindi mi recai nelle repubbliche non russe dell'Impero. Che cosa mi colpì soprattutto? Ebbene, malgrado la rigida corazza militaresca dell'autorità sovietica, a queste piccole ma antichissime nazioni era riuscito di conservare qualcosa delle loro tradizioni, della loro storia, del loro orgoglio, tenuto nascosto per necessità, della loro dignità personale. Vi scoprii un tappeto orientale steso al sole, che in molti punti conservava ancora gli antichi colori e attirava l'attenzione per la varietà dei suoi disegni originali.
  • I fondamenti dell'Impero sovietico sono sempre stati il regime di terrore e la paura, sua inseparabile e tremebonda propaggine. Poiché con la morte di Stalin e di Beria il Cremlino sospende la politica del terrore di massa, si può dire che la loro dipartita segni l'inizio della fine dell'Impero.
  • Il cosiddetto uomo sovietico è soprattutto un essere mortalmente stanco per cui non c'è da stupirsi che non abbia la forza di rallegrarsi per la libertà appena riconquistata. È un fondista giunto al traguardo e stramazzato a terra, incapace perfino di sollevare il braccio in segno di vittoria.
  • L'occidentale gettato allo sbaraglio nel mondo sovietico sente continuamente il terreno sfuggirgli sotto ai piedi, fino a quando non gli viene spiegato che la realtà che vede non solo non è l'unica, ma probabilmente neanche la principale. Qui esiste tutta una serie delle più svariate realtà, intrecciate in un groviglio mostruoso e inestricabile, caratterizzato alla molteplicità logica: una stramba confusione di sistemi logici in contrasto tra loro, talvolta erroneamente definita illogicità, o alogicità, da quanti sono fermamente convinti che di sistemi logici ne esista uno solo.
  • Io sono nato in Unione Sovietica e ho il ricordo di un Paese bellissimo, con 183 etnie che vivevano in pace e armonia, senza mai aver avuto sospetti di questo tipo. In modo particolare non sentivamo questa inevitabile divisione tra mondo islamico e mondo cristiano che oggi viviamo, di cui mi dispiace molto. Il mio fratello minore, Dimitri, si è convertito all’Islam e si è sposato con una bellissima ragazza di Daghestan, paese russo con una maggioranza di etnie di religione musulmana. La mia famiglia vive con molta serenità questa situazione ma spesso dall’esterno, anche da alcuni miei amici, questa differenza è stata vista male: tantissimi vedono la scelta di mio fratello come una cosa molto estrema. Il mio romanzo si basa sul valore della diversità nella religione: i protagonisti sono due ragazzi, uno cristiano e uno musulmano che, nonostante la differenza culturale e religiosa, riescono a sviluppare un rapporto fraterno, come viene suggerito dalla loro stessa comunità, quella caucasica. E il Caucaso è storicamente luogo di una convivenza tra comunità non solo pacifica, ma anche fraterna.
  • Mentre circa il settanta per cento delle abitazioni era carente di acqua potabile, i sovietici si concentravano sulla conquista dello spazio e inviavano la più grande nave rompighiaccio al mondo a propulsione nucleare a esplorare l'Artico. Nella zona degli Urali e in quella dell'immensa Siberia non esistevano strade decenti, ma enormi quantità di denaro pubblico venivano spese in ricerche e tecnologiche finalizzate allo sbarco sulla Luna. Il novantacinque per cento del budget del paese era destinato all'industria bellica, tecnologie nucleari comprese. Tutte le grandi opere, a cominciare dalle grandi autostrade che tra enormi difficoltà verso la metà degli anni Settanta collegarono decentemente le regioni di quell'enorme territorio, per finire con le centrali idroelettriche, termoelettriche e nucleari, furono realizzate in larga misura grazie all'impiego di forza lavoro gratuita: quella dei militari, degli studenti volontari e dei detenuti nelle strutture di rieducazione.
  • Ovviamente, nell'URSS non esistevano ufficialmente i ceti sociali, perché il comunismo non ne riconosceva soltanto uno: il proletariato. Ma nella realtà quotidiana le cose andavano diversamente: qualcuno stava meglio degli altri, i più ricchi cercavano la compagnia dei propri simili, frequentavano i locali più cari e raffinati, si potevano permettere anche una certa apertura culturale, mentre i lavoratori semplici, quelli che sgobbavano nelle fabbriche per uno stipendio medio, vivevano nel loro mondo. Nonostante l'ideologia, insomma, anche durante il periodo sovietico il reddito era uno dei criteri che definivano la posizione dell'individuo nella società. Tuttavia, se non altro, lo stato cercava di organizzare la vita dei cittadini in modo da evitare la formazione di ghetti, perciò era normale che nello stesso stabile abitassero il direttore della fabbrica e i suoi lavoratori.
  • Certamente, l'Unione Sovietica ha fatto per la pace più di tutti gli altri paesi. È stata l'Unione Sovietica a proporre il disarmo generale e completo sotto il controllo internazionale, per liquidare per sempre le minacce di guerra.
  • Gli ambasciatori dell'URSS sono stati uccisi a sangue freddo e suoi agenti diplomatici sono stati imprigionati e umiliati. Ma la Russia è riuscita ad evitare la guerra anche a costo di ingoiare la propria rabbia e il proprio risentimento. Per qualunque studioso della storia recente è chiaro che la Russia non vuole la guerra.
  • Guardate l'Unione Sovietica: oggi produce molto acciaio e molta elettricità: ma i russi hanno dovuto fare 40 anni di sacrifici.
  • Quale sia l'opinione giusta, nessuno può negare il fascino di questo strano paese eurasiatico della falce e martello, dove gli operai e i contadini siedono sul trono del potente e capovolgono il più consolidato schema di uomini e topi.
  • Allora con modesto | vestito e berretto operaio, | entrò il vento, | entrò il vento del popolo. | Era Lenin. | Cambiò la terra, l'uomo, la vita. | L'aria libera rivoluzionaria | scompigliò le carte | disonorate. Nacque una patria | che non ha smesso di crescere. | È grande come il mondo, ma entra | fin nel cuore del più | piccolo | lavoratore di fabbrica o di ufficio, | di agricoltura o imbarcazione. | Era l'Unione Sovietica.
  • Unione Sovietica, fiorisci | con altri fiori che nella terra | non hanno ancora nome. | La tua fermezza è il fiore dell'alba dell'acciaio.
  • Unione Sovietica, se insieme raccogliessimo | tutto il sangue che hai versato nella lotta, | tutto quello che hai dato, come una madre, al mondo | perché la libertà agonizzante riavesse vita, | un nuovo oceano noi avremmo, | di tutti il più grande, | di tutti il più profondo, | come tutti i fiumi alpitante, | attivo come il fuoco dei vulcani araucani. | Affonda in questo mare la tua mano, | uomo di tutte le terre, | e sollevala poi per annegarvi | chi dimenticò, chi offese, | chi mentì e calunniò, | chi si unì ai cento botoli | del letamaio d'Occidente | per insultare il tuo sangue, Madre dei liberi!
  • Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un PTUšnik, ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita.
  • In URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i peot che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.»
  • La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.
    La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità.
  • Come l'acqua scorre giù dal monte, così i sovietici premono per estendere il loro potere dovunque sia possibile, con qualsiasi mezzo ritenuto efficace. Sono opportunisti completamente amorali.
  • Come l'imbroglione sa approfittare dell'avidità e della presunzione della sua vittima, così il Cremlino sa abilmente sfruttare l'idealismo romantico di chi ha preso di mira e i suoi sogni grandiosi di ricreare intere società secondo la propria immagine.
  • Gli apologisti obiettano spesso che i sovietici cercano in realtà di garantirsi la sicurezza contro minacce esterne che essi ritengono vere o potenziali, e che una volta raggiunta la forza sufficiente a garantirsi tale sicurezza i loro appetiti saranno sazi. Vi è forse qualche verità nella prima metà del ragionamento, ma per la seconda il guaio è che l'appetito russo per la "sicurezza" è insaziabile. Più essi ottengono, più hanno da proteggere; e "sicurezza" per essi significa dominio, in patria o fuori.
  • Il sistema capitalistico funziona in base al movente del profitto economico. Il sistema sovietico funziona in base al movente del profitto militare e territoriale.
  • In nessuno Stato dominato dai russi governa una qualsiasi maggioranza, di un qualsiasi colore; è il governo della minoranza l'essenza del sistema sovietico.
  • L'Unione Sovietica è oggi la nazione espansionistica più potentemente armata che il mondo abbia mai conosciuto e il suo potenziale bellico continua ad aumentare a un ritmo quasi doppio di quello degli Stati Uniti. Le intenzioni sovietiche non sono un mistero. I dirigenti del Cremlino non vogliono la guerra, ma vogliono il mondo.
  • L'Unione Sovietica ha costruito la più potente macchina bellica mai posseduta da una potenza aggressiva, non a beneficio - o per scelta - del popolo russo, ma per estendere il dominio della leadership del Cremlino.
  • L'URSS agisce di rado senza uno scopo, e i suoi scopi sono sempre strategici, mai morali. Quindi i suoi insistenti tentativi di agitare ulteriormente le acque già torbide dell'Africa australe vanno considerati nello stesso scenario delle risorse in quella parte del mondo e dell'importanza di tali risorse per l'Occidente.
  • La leadership sovietica non ha un concetto di "pace" come noi lo intendiamo, né di coesistenza come noi la concepiamo. Non credono nell'idea di parità. Uno uguale è per definizione, un rivale da eliminare prima che esso elimini loro.
  • La risposta a molti enigmi del comportamento sovietico ce la danno non le stelle, ma gli zar. I loro corpi sono sepolti nelle cripte del Cremlino, ma i loro spiriti vivono ancora nelle sale del palazzo.
  • La spinta espansionistica sovietica, quantunque inesorabile, raramente è stata incauta. I capi russi sono aggressori, ma prudenti. In buona parte le loro mosse sono lente, astute e attentamente camuffate, in modo da non destare dal suo sonno il "gigante addormentato" occidentale.
    Cercano di colpire dove meno ci si aspetta, quando meno si si aspetta, e nel modo meno prevedibile. Il loro metodo preferito è quello di provocare disordine e caos in un paese preso di mira, per raccoglierne i cocci.
  • Mi sono scontrato con la volontà d'acciaio dei dirigenti del Cremlino e ho dovuto uniformarmi alla loro risolutezza. Ho osservato che sanno ciò che vogliono e che per ottenerlo ricorrono a qualsiasi mezzo.
  • Ora che il colonialismo europeo è scomparso, l'imperialismo sovietico si muove a sostituirlo. Le nuove nazioni africane sono particolarmente allettanti, perché detengono le materie prime vitali per una moderna società industriale, e sono particolarmente vulnerabili a causa della loro instabilità e delle priorità sostenute da tanti loro capi.
  • Quella che oggi si chiama "Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche" è il prodotto di sette secoli di conquiste, prima dei duchi di Moscovia, che soggiogarono il territorio divenuto Russia, e poi degli zar e dei loro successori del secolo ventesimo, che estesero l'impero. Quindici "Repubbliche socialiste sovietiche" formano l'URSS; di esse quattordici sono nazioni essenzialmente separate, conquistate dalla quindicesima, la Russia.
  • A dispetto di tutte le contrarietà, della palese ostilità e delle macchinazioni che minavano il suo successo, e malgrado la spaventosa devastazione e le perdite materiali e umane provocate della Seconda guerra mondiale, l'Unione Sovietica è riuscita in poco più di trenta anni a costruire una macchina industriale così potente e avanzata da consentire il lancio dello Sputnik e, a distanza di breve tempo, il primo volo dell'uomo nello spazio. Non si può ignorare il fatto che imprese di questa portata siano state rese possibili da un sistema di pianificazione continentale, sostenuto da programmi d'ispirazione socialista chiaramente definiti, ed è un dato che porto a esempio di ciò che un programma economico integrato potrebbe rappresentare per l'Africa.
  • L'Unione Sovietica, partendo pressoché dal nulla, ma occupando un vasto territorio ricco di risorse, ha spazzato via la burocrazia di un tempo e ha fatto ricorso a una dittatura autoritaria per raggiungere il proprio scopo.
  • La forza dell'Unione Sovietica è stata messa alla prova con la guerra. Anche sotto l'impatto della barbarie fascista, è riuscita a non crollare.
  • Pochi avrebbero creduto che popoli così distanti tra loro, che presentavano diversi livelli di sviluppo sociale, politico ed economico, avrebbero potuto convivere sotto l'egida della grande potenza che l'Unione Sovietica è diventata in un arco di tempo relativamente breve.
  • I leader sovietici possono essere rimproverati di molte cose, ma non della mancanza di comprensione della natura delle minacce esterne.
  • Il comunismo e il potere dei Soviet non hanno fatto della Russia un paese prospero con una società in dinamico sviluppo e con dei cittadini liberi. Il comunismo ha dimostrato chiaramente la sua incapacità ad incoraggiare un solido sviluppo condannando il nostro paese a procedere lentamente, sempre in ritardo rispetto ai paesi economicamente avanzati. Era una strada senza uscita, lontana dalla corrente della civiltà umana.
  • Paghiamo il prezzo per l'orientamento eccessivo dell'economia sovietica nella produzione di materia prime e nello sviluppo dell'industria che hanno pesato negativamente sul progresso dei beni di consumo e dei servizi. Stiamo pagando per la negligenza sovietica in settori fondamentali come la scienza dell'informazione, l'elettronica e le comunicazioni. Stiamo pagando per la mancanza di competizione tra produttori e tra le industrie, la quale ha rallentato il progresso scientifico e tecnologico impedendo all'economia privata russa di essere competitiva sui mercati mondiali. Questo è il costo per i freni e le limitazioni posti all'iniziativa russa, alle imprese e al personale. Ora raccogliamo i frutti amari, sia da un punto di vista materiale che da un punto di vista psicologico, dei decenni passati.
  • Per gran parte del ventesimo secolo la Russia ha vissuto all'ombra della dottrina comunista. Sarebbe un errore non riconoscere i risultati innegabili ottenuti in quel periodo. Ma sarebbe un errore ancora più grave non rendersi conto del prezzo pesantissimo che il nostro paese e il nostro popolo hanno dovuto pagare per quell'esperimento sociale.
Eduard Shevardnadze
  • Di cosa possiamo andar fieri noi, quando, e l'ho già detto, abbiamo un tasso di mortalità infantile tra i più alti al mondo?
  • L'ideologia impone un pesante fardello per i sovietici.
  • Non c'è dubbio, negli scorsi decenni l'Urss ha accumulato un enorme potenziale tecnico-scientifico, intellettuale ed economico. Ma come lo si è sfruttato? Ma come funzionano - se funzionano - fattori della «potenza nazionale» quali le dimensioni territoriali, le risorse naturali, le capacità intellettuali, gli enti di Stato?
    Territori immensi subirono tali violenze da una centralizzazione assurda che si trasformarono in terre ecologicamente desolate. Le risorse naturali? Lo sfruttamento selvaggio - «il piano a qualsiasi costo!» - esaurì le risorse naturali, senza compensarle con una crescita qualitativa dell'economia. Avendo guadagnato sul petrolio, «facile e veloce da estrarre», circa 180 miliardi di dollari, il Paese non ne trasse alcun vantaggio per la condizione materiale dei propri cittadini. Il morale della società e la stabilità delle istituzioni nazionalstatuali? Ma si reggevano solo sulla menzognera «propaganda del successo», sulla prassi della repressione del dissenso, sull'imposizione della paura del nemico «interno» ed «esterno», sulla minaccia della pena per ogni comportamento «non accettabile».
  • Se si cerca di risalire al come e al quando l'Unione Sovietica si vide costretta ad accumulare un armamentario nucleare, si giunge alla conclusione che abbiamo sempre inseguito gli americani. Certo, la costruzione da parte dell'Urss di un potenziale atomico proprio, tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta, rispose a un'esigenza obiettiva. Ma è altrettanto vero che, una volta coinvolti nella corsa agli armamenti, sia nucleari, sia convenzionali, ci siamo fatti incantare dal «volume», dall'aspetto quantitativo, e abbiamo reagito con eccessivo accanimento ai nostri potenziali avversari per simmetricità e quantità, là dove sarebbe stato possibile dare «risposte» asimmetriche, quantitativamente meno ingenti, ma di più elevato livello qualitativo.
  • Siamo diventati una superpotenza grazie soprattutto al potenziale bellico. Ma proprio l'ipertrofia di questo potenziale e la sua incontrollata espansione hanno ridotto il Paese a una condizione di potenza di terzo rango e hanno generato processi che l'hanno sospinto sull'orlo della catastrofe. Mentre superiamo gli Usa per aliquota delle spese militari sul reddito nazionale lordo di qualcosa come il 150-200 per cento, per investimenti nella sanità restiamo sotto del 250 per cento. Orgogliosi di aver raggiunto la parità bellica con gli Usa, non osiamo neppure pensare al raggiungimento della parità nella produzione di siringhe «usa e getta», di generi alimentari, di articoli di primissima necessità, la cui catastrofica carenza non rafforza di sicuro la nostra sicurezza, né garantisce gli interessi nazionali. Conquistato il primo posto sul mercato degli armamenti - 28 per cento sul totale delle vendite - e collocato il Kalašnikov all'avanguardia della nostra tecnologia, ci siamo trovati oltre il sessantesimo posto al mondo per tenore di vita della popolazione, al trentaduesimo per durata media della vita e al cinquantesimo per mortalità infantile.
  • Un'Unione Sovietica instabile è la più grave minaccia alla pace dell'intero pianeta.
  • Che cosa avverrebbe se il capitale riuscisse ad annientare la Repubblica dei Soviet? Subentrerebbe l'epoca della più nera reazione in tutti i paesi capitalistici e coloniali, verrebbero soffocati la classe operaia e i popoli oppressi, sarebbero perdute le posizioni del comunismo internazionale.
  • È incontestabile che la guerra contro l'Unione Sovietica significherebbe la guerra dell'imperialismo contro i propri operai e le proprie colonie. Non mi occorre dimostrare che, se il nostro paese sarà attaccato, noi non resteremo con le mani in mano, prenderemo tutte le misure per scatenare il leone rivoluzionario in tutti i paesi del mondo. I governanti dei paesi capitalistici non possono non sapere che noi abbiamo in questo campo una certa esperienza.
  • Il nostro paese è come una roccia gigantesca, circondata dall'oceano degli stati borghesi. Le onde si infrangono l'una dopo l'altra contro di essa, minacciando di sommergerla e di sgretolarla. Ma la roccia è incrollabile. In che cosa consiste la sua forza? Non solo nel fatto che il nostro paese poggia sull'alleanza degli operai e dei contadini, che esso incarna l'unione delle libere nazionalità, che esso è difeso dalla mano potente dell'Esercito rosso e della Flotta rossa.
  • La dittatura del proletariato è stata creata nel nostro paese sulla base dell'alleanza degli operai e dei contadini. Questa è la base prima ed essenziale della Repubblica dei Soviet. Senza questa alleanza, gli operai e i contadini non avrebbero potuto vincere i capitalisti e i proprietari fondiari. [...] La seconda base della Repubblica dei Soviet è l'unione dei lavoratori delle varie nazionalità del nostro paese. I russi e gli ucraini, i basckiri e i bielorussi, i georgiani e gli azerbaigiani, gli armeni e i daghestani, i tartari e i kirghizi, gli usbechi e i turkmeni, tutti sono ugualmente interessati al rafforzamento della dittatura del proletariato.
  • Per dirigere questo paese è necessario che il potere sovietico abbia dalla sua parte la incrollabile fiducia della classe operaia, giacché soltanto per mezzo della classe operaia e con le forze della classe operaia è possibile dirigere questo paese.
  • Ho sempre pensato che le utopie sbiadiscono nell'alcol. L'Unione Sovietica ne è stato un esempio sommo. E pensare che lì per decenni si era creduto che fosse nata una figura nuova: l'"homo sovieticus".
  • L'Urss non era un paese confederale, nato e cresciuto in base a costumi, tradizioni, valori, interessi comuni, da cui scaturissero leggi accettabili per tutti. Lo credevano tale fino all'88 i dirigenti della perestrojka. È stato invece un impero tenuto insieme dalla coercizione, ai tempi dello zar e più ancora nel periodo sovietico. La debolezza del nuovo assetto dipende pure dall'esperienza degli ultimi anni: se un capo locale, dotato di un fascino anche mediocre, decide di sfidare Mosca, sarà costretto ad impegnarsi in qualche scontro. Ma il suo potere non sarà messo in pericolo. Avviato il bunt, non esistono forze in grado di bloccarlo. I tentativi di tenere insieme nelle nuove forme l'impero avvengono in una fase di fame, freddo, assenza dei beni.
  • La tecnologia civile dell'Urss era maledettamente arretrata rispetto all'Occidente, ma questo non vale per certe tecnologie militari. In alcuni settori specializzati, essa sopravanza quella americana ed europea. Per esempio, i russi sono riusciti a produrre una lega metallica resistente alle altissime temperature, indispensabile per certi tipi di missili. Si può acquistare? Certo.
    Sono in vendita reattori nucleari, stazioni spaziali e tutta la documentazione sui test scientifici realizzati dalle stazioni sperimentali in orbita, targate Urss.
    Un emissario americano voleva controllare la resistenza dei segreti: ha chiesto se era in vendita il missile RD-170. Mai le spie avevano messo mano su questo modello. «Venite, prendete, è vostro». È pronto sul mercato, a disposizione di chi offre di più.

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