Antonio Sicari

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Antonio Maria Sicari nel 2016

Antonio Maria Sicari (1943 – vivente), presbitero e teologo italiano dell'Ordine dei carmelitani scalzi.

Citazioni di Antonio Sicari[modifica]

  • Al di là di tutte le possibili precisazioni, dunque, Teresa doveva aver toccato, nel cuore dell'umanità, qualcosa di così profondo e segreto che soltanto ciò può spiegare come mai ella divenne così «universale»: assieme a S. Francesco è l'unica Santa occidentale che sia stata onorata anche dalle chiese d'oriente, e riscuote venerazione perfino nel mondo non cristiano.[1]
  • Sarebbe far torto alla storia oltre che alla straordinaria intelligenza del professore Von Balthasar pensare a questa relazione [fra lui e A. von Speyr] solo dal punto di vista della "spiritualità" o credere che la "dogmatica" ne sia uscita impoverita e divenuta arbitraria.[2]

Le sue "stimmate" raccontano come Gesù ci ama

intervista di Gianni Cardinale, da Avvenire, 24 aprile 2008

  • Normalmente le "stimmate", penso a San Francesco d'Assisi, sono un fenomeno di amore "mistico", "sponsale", nei confronti di Gesù crocifisso da parte di chi lo contempla. Un amore talmente intenso da arrivare a manifestarsi sulla pelle viva.
  • La sua Messa [di Padre Pio] era come vedere un uomo che soffriva sul "Calvario".
  • Tutti gli altri Santi mostrano come si ama Gesù: Padre Pio, in qualche maniera, riproduceva come Gesù continua ad amare.
  • Sono Santi [Francesco d'Assisi, Teresa di Lisieux, Antonio da Padova e Rita da Cascia] senza confini di nazione, di condizione sociale e, a volte, di religione.
  • I Santi sono tenerissimi quando sono all'interno della missione che Dio ha loro affidato, e diventano piuttosto "burberi" quando sono all'esterno di questa missione.

Il grande libro dei ritratti di santi[modifica]

  • Nel 1457 un notaio (allora Cascia era la città dei notai, che tutto documentavano, e ad ogni atto pubblico presiedevano) registrava undici miracoli compiuti dalla santa [Rita] solo in quell'anno. (p. 127)
  • Nel processo del 1626 il pievano di Cascia depose: «Quotidianamente quasi tutti gl'habitatori di questa terra vanno a raccomandarsi al corpo di questa beata Rita, dove ricevono grazie, ed ho inteso dire dalli Antichi che per il passato questo medesimo è stato fatto».
    Da allora un incredibile e costante flusso di pellegrini lega quel piccolo paese umbro al mondo intero. In Rita ricercano certo la «santa degli impossibili», ma nel senso che può tutto colei che tanto ha conosciuto e tanto ha amato: i devoti cercano la ragazza desiderosa di Dio, la donna dal matrimonio difficile, la sposa privata violentemente dello sposo, la madre che non sa più cosa fare per salvare i propri figli, la vedova capace di perdono e di bontà, la donna consacrata che sta accanto alla Croce per ricevere e distribuire quella grazia e quella salvezza.
    Nella storia del nostro popolo Rita è la sorella minore di due grandi santi dell'Umbria: il grande patriarca san Benedetto da Norcia (situata a pochi chilometri da Cascia) e san Francesco d'Assisi. Ella, però, è, forse, la più amata dal popolo [...]. (p. 139)
  • Francesco di Sales non era un moralista. Nella storia della Chiesa forse nessun altro santo è stato libero come lui nell'esprimere la propria impetuosa affettività. (p. 299)

La vita trinitaria e la preghiera[modifica]

  • Preghiera è dunque la storia intera dell'uomo chiamato a entrare nel mondo di Dio dove la creatura riceve man mano una missione salvifica nei riguardi dell'intera creazione: ne deriva che la preghiera stessa diviene come la storia, nella irripetibile esperienza di ognuno.
    Adrienne von Speyr si è attardata lungamente a descrivere questo divenire, raccontando e spiegando la preghiera di Maria come vicenda materna ed esemplare; raccontando e spiegando come un bambino impari a pregare passando progressivamente dalle braccia della madre a quelle della Chiesa [...]. (p. 73)
  • Dalle parole di Adrienne il mondo della preghiera è percorso in tutta la sua profondità e in tutta la sua estensione soprattutto là dove l'orazione di ognuno si versa nel tesoro ecclesiale e da questo stesso tesoro è sostenuta e assorbita. (p. 74)
  • Il mondo della preghiera è ora il titolo del volume curato da von Balthasar in cui egli ha raggruppato e organizzato i mille insegnamenti e le più diverse trattazioni di Adrienne von Speyr al riguardo, ed è appunto un mondo: ogni aspetto meriterebbe di essere guardato e approfondito e «abitato» con più agio contemplativo di quanto non sia stato possibile in questa troppo veloce sintesi. Essa può solo farne nascere il desiderio.
    Il messaggio che Adrienne ha lasciato, proprio mentre parla della preghiera, appartiene già al tesoro della contemplazione ecclesiale di cui è frutto evidente. In particolare, con questo dono, Adrienne ha richiamato la Chiesa intera, dal più semplice cristiano al più erudito teologo – forse soprattutto costui – su una fondamentale questione di metodo: [...] solo delle personalità oranti possono «ragionevolmente» accostarsi al dolce mistero dell'unità delle Tre persone divine (e quindi a tutti gli altri misteri cristiani). (pp. 74-75)

Pregare nel Mondo[modifica]

  • Dio si merita ogni nostro respiro perché ci dona ogni nostro respiro.
  • Noi uomini siamo tutti "esseri che pregano", consapevolmente o inconsapevolmente.
  • Per ogni uomo vivere significa accogliere e conservare in sé questo divino respiro [la preghiera], morire significa che Dio se lo è ripreso.

Note[modifica]

  1. Da Nuovi ritratti di santi, Jaca Book, Milano, 2009, p. 132. ISBN 978-88-16-30208-2
  2. Da Hans Urs von Balthasar: teologia e santità; citato in Elio Guerriero, Hans Urs von Balthasar, Edizioni paoline, Cinisello Balsamo, 1991, p. 146. ISBN 88-215-2301-2

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]