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Bernardino Corio

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Bernardino Corio ritratto da Antonio Maria Crespi

Bernardino Corio (1459 – 1519), storico italiano.

Citazioni di Bernardino Corio

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  • [Riferendosi a Isabella d'Aragona, giovane vedova del duca di Milano Gian Galeazzo Maria Sforza] [...] a Pavia, co' poveri figliuoletti vestiti di bruno, come prigioniera si rinchiuse in una camera et gran tempo stette giacendo sopra la dura terra che non vide aria. Dovrebbe pensare ogniuno l'acerbo caso della sconsolata duchessa, et se più duro havesse il cuore che diamante piangerebbe a considerare qual doglia doveva essere quella della sconsolata e infelice moglie, in un punto vedere la morte del giovanetto et bellissimo consorte, la perdita di tutto il suo Imperio, e i figliuoletti a canto orbati di ogni bene; il padre e 'l fratello con la casa sua cacciati dal Reame di Napoli, et Ludovico Sforza con Beatrice sua moglie[1] haverle occupato la signoria.[2]
  • Quivi fra Isabella d'Aragona moglie del Duca, et Beatrice, per voler ciascuna di loro prevalere all'altra, tanto del luogo, et ornamento, quanto in altra cosa, nacque sì gran concorrenza e sdegno, che finalmente sono state cagioni della total ruina del loro Imperio.[3]

Note

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  1. Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, zio di Gian Galeazzo, reggente (sino alla morte del nipote) del Ducato di Milano e sua moglie Beatrice d'Este.
  2. Citato in Francesco Malaguzzi Valeri, La corte di Lodovico il Moro, vol 1, La vita privata e l'arte a Milano nella seconda metà del Quattrocento, Ulrico Hoepli, Milano, 1913, cap. I, pp. 60-61.
  3. Bernardino Corio, L'Historia di Milano, Giorgio de' Cavalli, 1565, p. 1029

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