Boris Akunin
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Boris Akunin, pseudonimo di Grigorij Šalvovič Čhartišvili (1956 – vivente), scrittore russo di origine georgiana.
Citazione di Boris Akunin
[modifica]Da Un giallo storico chiamato Russia
Intervista di Jurij Dud', Il Foglio Quotidiano, 14 marzo 2022, p. I.
- Ci sono tre stati molto vicini; è come se un unico popolo fosse diviso in tre stati: Russia, Bielorussia, Ucraina. È un unico popolo, non solo per Putin, anche per me, che ho dei parenti a Kiev, siamo un unico popolo. Se nel paese comandato da lui, da Vladimir Vladimirovich Putin, si vivesse peggio che in un paese di questi tre, in cui non comanda lui, e se questo miglioramento fosse ottenuto attraverso la democrazia, sarebbe una tentazione anche per i sudditi di Putin.
- Io ho fatto una scuola sovietica, mi hanno insegnato di quella roba, per esempio amare il nonno Lenin. Io, quando facevo l’asilo, sono cresciuto sotto un ritratto di Lenin che mi piaceva moltissimo, un Lenin coi riccioli, che andava a scuola coi libri sottobraccio, e che c’erano due ritratti appesi, uno di un pioniere (i pionieri erano la versione sovietica dei boy scout), l’altro di un povero ragazzo americano, con dei grattacieli sullo sfondo, che frugava in un bidone della spazzatura, e a me dispiaceva tanto per quel ragazzo americano che aveva avuto la sfortuna di nascere negli Stati Uniti d’America, e pensavo che culo, se così si può dire, che ho avuto, a nascere nel paese migliore del mondo. Ecco, dopo una scuola, per così dire, di questo tipo, io non ho paura di nessuna educazione.
- In Unione Sovietica, pensare con la propria testa era necessario fin da piccoli. Io a 14 anni ho capito, d’un tratto, che nella mia testa nascevano delle idee mie. È stata una sensazione indimenticabile, strabiliante. Io andavo in giro e pensavo: questo è così, questo probabilmente non è così, questa è una verità, questa è una fregatura; siamo tutti cresciuti molto in fretta. Questa pratica di un pensiero doppio, l’abitudine di distinguere tra quello che si può dire e quello che non si può dire, tra quelli con cui si può parlare e quelli con cui parlare non si può, da un lato è una cosa cattiva dall’altro è una buona cosa. E quando poi ho avuto occasione di incontrare dei miei coetanei che vivevano nei paesi democratici, mi sono sentito molto più adulto. Per l’abitudine a distinguere tra quel che si può dire e quello che non si può dire, avevo sviluppato molto più di loro il pensiero critico.
- [Dopo l'Invasione russa dell'Ucraina del 2022] La vita in Russia probabilmente peggiorerà così tanto, sarà così dura che verranno usati altri strumenti, non la propaganda ma l’intimidazione, la repressione. Con questo, per così dire, errore, Vladimir Putin vede molto diminuire la possibilità di restare a lungo al potere, si è molto indebolito. Per restare al potere, senza i mezzi economici che ha avuto in passato, dovrà fare molta più paura e chiudere la bocca a Tizio e a Caio e a Sempronio, e più resterà al potere, più dovrà usare questi strumenti.
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