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Camera Café (prima stagione)

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Voce principale: Camera Café.

Camerà Café, prima stagione.


Citazioni in ordine temporale.

A buon rendere

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  • [Paolo tossisce e Luca lo aiuta dandogli dei colpi alla schiena] Luca: Vedi, vedi, vedi? Io ti sto parlando dell'amicizia... dell'amicizia... del valore fondamentale della vita, l'Amicizia con la "A" maiuscola.
    Paolo: Vero, gli amici sono tutto nella vita... chi trova un amico... trova un amico...
    Luca: Vedi, mettiamo il caso ipotetico che io abbia prestato dei soldi a un amico, che so? Che io gli abbia prestato duecento euro per... per cromare il paraurti del suo camper, così, un caso... mettiamo il caso che lui si sia dimenticato di restituirmeli, a me non verrebbe mai in mente di andarglieli a chiedere, aspetterei che fosse lui da solo a ridarmeli, ecco.
    Paolo: Quindi, sempre per fare un esempio, se tu incontri questo tuo amico, mettiamo alla macchina del caffè, finché lui non ti dà i soldi, tu non glieli chiedi e aspetti.
    Luca: Eh già...
    Paolo: Bravo... aspetta... [se ne va]
  • Luca: Che succede?
    Patti: Paolo ha appena fatto risparmiare all'azienda più di quattrocentomila euro.
    Luca: E come ha fatto?
    Paolo: Ti ricordi quella busta che mi avevi dato da spedire alle sorelle...?
    Luca: Dominique.
    Paolo: Proprio quelle. Stavo incollando i francobolli, quando ho sentito una voce che mi diceva, da dentro: «Paolo, non lo fare». Allora non ho spedito la busta con dentro la conferma degli acquisti dell'azienda in quella zona. E proprio oggi è successo quello che durante tutto il weekend mi sentivo.
    Gaia: Infatti oggi i listini sono caduti per una crisi del caucciù: 80% in meno. E io che ho sempre pensato che lei fosse un cretino, invece lei è un vero genio, Paolo.
    Paolo: Lo so. A volte mi spavento anch'io di quello che esce da questo cervello.
    Gaia: Ora la direzione potrà rinegoziare tutti i nostri contratti nell'aria delle Dominique. Credo che le arriverà un bel premio... ho sentito parlare di diecimila euro. Complimenti.
    Paolo: So che vorresti ringraziarmi, ma siamo amici, non ce n'è bisogno. A buon rendere.
  • Patti: Luca, cosa c'è?
    Luca: Niente, solo una citazione in tribunale per guida pericolosa, danni aggravati con abbattimento di segnaletica municipale, omissione di soccorso e resistenza al pubblico ufficiale.
    Patti: Oddio, ma cosa hai combinato?
    Luca: Niente. Pare che io abbia preso il furgone dell'azienda, abbattuto un semaforo e investito un ciclista mentre ero in fuga...
    Paolo: E hai anche sfondato un posto di blocco della polizia...
    Luca: Ah...
    Patti: E tu come fai a saperlo?
    Paolo: Passavo di lì per caso, a piedi con i bambini e ho visto tutto.

A carte scoperte

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  • [Paolo fa con Luca il gioco delle tre carte] Paolo: Tu cosa dici, Patti? Venti euro ce li metti anche tu?
    Patti: Eh, già, ma per chi mi avete preso, per una deficiente? Ma dai, lo sanno tutti come funziona il gioco delle tre carte, no? È vecchio come il cucco: lui è il tuo compare, tu lo fai vincere... Me l'ha detto Peppino Ahmed.
    Paolo: E chi è?
    Patti: È il presidente dell'associazione Alluvionati del Sahara! Io e Peppino raccogliamo i fondi tutte le domeniche fuori dalle chiese con questo sistema.
    Luca: Ma, Patti, ti sei fatta fregare... Non ci sono alluvionati nel Sahara, eh...
    Patti: E allora non si sa mai, eh, oh, certe tragedie possono sempre capitare.
  • Paolo: Allora, rosso vince e nero perde. Ci sono due carte rosse e una rossa, questa è rossa, questa è rossa e anche questa è rossa. Dov'è la rossa?
    Andrea: Quanto mi piace questo gioco! Diciamo, allora, vediamo... forse è questa? [Andrea indica una delle tre carte]
    Paolo: Ma non puoi farla breve? Sono tutte rosse sul tavolo.
    Andrea: A me piace la suspense.

A cena con Jessica

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  • Luca: Jessica! Allora... è tutto pronto per stasera?
    Jessica: Luca, proprio lei che cercavo! Senta, ci ho pensato bene, ho deciso che per stasera... meglio lasciar perdere.
    Luca: Ma come? Scusi, è tre settimane che ho prenotato all'antica e costosa Locanda sul Lago, il locale più in della zona, è così costoso che bisogna mandargli anche un anticipo, scusi, eh.
  • Luca: Insomma, già che avevo prenotato ci sono andato da solo nel ristorantino sul lago. Ero lì che mangiavo da solo, tutto triste, quando mi giro e vedo una che comincia a fissarmi. Alexia, da Caracas.
    Paolo: Aveva voglia di emozioni forti la bimba, eh?
    Luca: Guarda, dopo cinque minuti eravamo già in barca, a razzo, a metà del lago.
    Paolo: E poi, e poi, com'è andata? Racconta.
    Luca: Niente, niente, avevamo iniziato a baciarci che il motore ci ha lasciato lì, fermi.
    Paolo: Che sfiga, e com'è andata poi?
    Luca: Ha remato lui. Prima di operarsi è stato olimpionico del quattro di coppia.

A.A.A. cercasi

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  • Anna: Ma che vita difficile, non ci voleva questo problema della casa.
    Patti: Hai ragione, Anna, con tutti quelli che hai già... tuo marito ti ha mollato coi bambini, prendi il minimo dello stipendio, lui non ti paga gli alimenti, hai la cellulite e ti stanno anche venendo le smagliature sul seno.
    Anna: Grazie, Patti, nient'altro?
    Patti: Sai cosa faccio? Adesso vado in ufficio e ci penso. Vedrai che qualcos'altro mi verrà in mente di sicuro.
    [Patti se ne va e Paolo esce dal bagno]
    Anna: Ah, vedi, questo non è male... ma è enorme per me...
    Paolo: Cosa fai, Anna? Ti butti sugli annunci?
    Anna: Eh sì, per forza. Ne ho spedito uno visto come sono messa.
    Paolo: Ah, sì? E funziona?
    Anna: Ma va... avevo specificato un posto tranquillo e mi hanno offerto una cosa sopra il sexy shop.
    Paolo: No...
    Anna: Sì... un altro invece sai cosa mi ha proposto? Una soluzione con altre persone... ma se io non le conosco non mi fido, non mi ci metto neanche.
    Paolo: Eh, be', sì, hai ragione...
  • Luca: Paolo mi ha parlato del tuo annuncio.
    Anna: Ah, è carino da parte sua... Perché? Tu conosci qualcuno? Ah, non deve essere troppo piccolo.
    Luca: No, no, ma credo di avere quello di cui hai bisogno.
    Anna: Ah, davvero? E da quanto? Da 70, 80? Minimo, eh...
    Luca: "Minimo"? Ma stai scherzando? Ho capito perché poi non lo trovi... 70-80 è impossibile.
    Anna: Mah... io ne ho visti un sacco su internet.
    Luca: Ma perché, 20 farebbe schifo?
    Anna: 20? Ma che vuoi che me ne faccia? Sto cercando una cosa molto più grande. Mi sembra normale, con i bambini...
    Luca: Mah... ma che schifo...
  • Luca: Ah, eccolo lì, quello che confonde le agenzie immobiliari con i club per scambisti.
    Paolo: Cosa?
    Luca: Anna... lei cercava un appartamento, non è stata lei a mettere quell'annuncio, imbecille.
    Paolo: Lo so, sono stato all'appuntamento all'Hotel Capricci...
    Luca: Sarai uscito schifato, spero.
    Paolo: Abbastanza, era mia moglie...
    Luca: Cercava un appartamento?

Adesso basta

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  • Alex: Oggi è un grande giorno, Luca. Stamattina mi sono svegliata, stavo così bene che ho deciso di smettere!
    Luca: Smettere cosa?
    Alex: Basta alcol, sigarette, droga, psicofarmaci, basta tutto! Non prendo più niente da ieri sera, ti rendi conto?
    Luca: Beh, stupefacente!
  • Alex: Ieri sera la mia amica Silvia è stata di nuovo male. Era così fuori che l'abbiamo dovuta portare all'ospedale.
    Luca: Silvia? Al pronto soccorso? Ormai quando arriva il dottore fa: «Oeilà, allora come va? Il solito? Allora una lavanda gastrica e una flebo al nove?»

Adozione a distanza

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  • Patti: Tu pensi che sia una buona idea un'adozione a distanza?
    Anna: A distanza? Eh, potevi dirlo subito, a distanza è un'altra cosa. Lo vedi una volta l'anno! Tu paghi, però le rotture di scatole se le accolla qualcun altro. E potrebbe anche essere conveniente.
    Patti: Come conveniente?
    Anna: Ti scegli un bel maschietto nigeriano, gli regali un sacco di palloni e le scarpette da calcio.
    Patti: Cosa me ne faccio? Mica sono capace di giocare a pallone.
    Anna: Sì, ma se diventa bravo lo fai venire in Italia e se diventa famoso sei assicurata per la pensione!

Afasico

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  • Luca: Incredibile, è talmente ignorante che quando firma fa la Y.
    Silvano: Ma chi? Lo scemo che fa le fotocopie?
    Luca: No, Paolo.
    Silvano: Vorrai dire la X.
    Olmo: Perché non le sa riconoscere Paolo.
    Paolo: Stavate parlando di me? Immagino si alludesse alla mia presunta ignoranza, presunta ma non desunta, ironizzate vilmente con lazzi e sberleffi, ignorando nella vostra ottusità che il mio linguaggio è frutto di una ricerca accurata e ricercata, nel tentativo di trovare un linguaggio che sia né col tempo post-moderno che fuori dal tempo. Stolti! Tornate al vostro remo, schiavi! E ricordate che come diceva Socrate, Platone riporta nei suoi testi che «Sapiente è colui che sa di non sapere» [Luca, Olmo e Silvano se ne vanno] Incredibile! L'ho detta tutta giusta! Non ci posso credere! Quando lo dico a mio figlio non ci crederà mai! Chissà cosa voleva farmi dire quel pirla lì... è forte mio figlio!

Affinità astrologica

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  • Olmo: Ciao Anna, tutto bene?
    Anna: Insomma, per i sagittari della prima decade oggi non è una gran giornata.
    Olmo: Mi spiace.
    Anna: Tu di che segno sei?
    Olmo: Emh, io... Dovresti saperlo... Io sono proprio del segno che va più d'accordo con i sagittari della prima decade.
    Anna: Capricorno, sei capricorno? Ma è fantastico! E come mai uno che lavora ai computer si interessa di astrologia?
    Olmo: Eh, sai, là dove la scienza si ferma comincia il mistero. E infatti i grandi scienziati sono stati spesso dei grandi mistici. E poi perché l'energia delle stelle non dovrebbe influenzare la nostra vita?
    Anna: Ma è quello che dico sempre anch'io, Olmo.
    Olmo: Sai, di fronte all'ignoto, spesso lo scienziato si aggrappa alle stelle.
    Anna: Questa è la frase tipica del capricorno.

Allucinazioni

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  • Alex: Scusa, Anna, hai per caso visto in giro una scatolina gialla?
    Anna: No, perché?
    Alex: Sono un po' preoccupata, non so dove sia finita... e dentro ci sono dei funghi allucinogeni, me li ha portati mio cugino dal Messico.
    Anna: Oddio, una volta un mio amico ne ha mangiati, ha passato una settimana credendo di essere un gabbiano. Ma come sono fatti?
    Alex: Sembrano liquirizie... non vorrei che qualcuno le scambiasse come caramelle
    [Entra Silvano imitando i gesti e i suoni del gabbiano]
    Alex: Oddio, Silvano, cosa ti succede? Hai mangiato delle liquirizie, per caso?
    Silvano: No, perché me lo chiedi?
    Anna: Ma allora perché fai finta di volare?
    Silvano: Stavo pensando al documentario che ho visto ieri sera. Era bellissimo, parlava delle migrazioni dell'albatros. Togo.
    Alex: Sei sicuro di non aver preso qualcosa da una scatolina gialla?
  • Paolo [guardando la macchinetta]: È storta? Cosa c'è lì sotto? Ma porca... [trova una scatola gialla sotto la macchinetta] liquirizie... saran buone? [ne mangia una] buona... [inizia a ridere come un demente]
  • De Marinis: Bitta, proprio lei cercavo [Paolo si mette a ridere] Bitta, che cos'ha da ridere? Bitta, la prego di mantenere un contegno. Per una volta che le porto buone notizie, non mi costringa a cambiare idea.
    Paolo: Ma non ha freddo così?
    De Marinis: Con il riscaldamento che c'è, preferisco stare leggero.
    Paolo: Ma almeno le mutande se le poteva mettere...
    De Marinis: Non dovrebbe bere prima di venire in ufficio, ma oggi sono buono con lei. Ho appena visto gli ottimi risultati dell'ultimo trimestre. Le vendite sono aumentate del 20%.
    Paolo: Quindi mi regalate la macchina nuova, l'Alfa 3000 Turbo, con i sedili in pelle e il navigatore...
    De Marinis: La solita fuga di notizie, vedo che l'hanno già informata. Comunque ero venuto a dirle proprio questo.
    Paolo: Incredibile, ho le allucinazioni, il direttore che mi fa un regalo. Lei è impazzito, veramente.
    De Marinis: Io sono felice che lei sia soddisfatto. Anche se non le nascondo che la sua ilarità mi sembra un po' fuori luogo. Non trova, Nervi?
    Luca: Be', sa... dopo che uno lavora una vita, raggiunge un po' di risultati, è normale che si lasci un po' andare.
    Paolo: Ma come "lascia un po' andare"? Lui va in giro con l'affare di fuori e io devo lasciarmi andare?
    De Marinis: Ma come si permette? Niente macchina nuova per lei. Anzi si metta una settimana in mutua. E vada a disintossicarsi. Alcolista. Così se non la vedo almeno mi passa la voglia di licenziarla.
    Luca: Paolo, ma sei impazzito?
    Paolo: Ma come impazzito? Lui gira nudo e sono impazzito io?
    Luca: De Marinis nudo? Ma guarda che tu hai le allucinazioni, devi curarti, Paolo...
  • Paolo: Le allucinazioni... ma quali allucinazioni... ma figuriamoci [arrivano Gaia e Anna]
    Gaia: Le sta bene questo vestito, dove lo ha preso.
    Anna: L'ho preso in un negozio in centro.
    Gaia: Mi deve dire dov'è che ci vado subito. Gradisce un caffè?
    Anna: Sì, grazie.
    Paolo: Però, niente male.
    Gaia: Paolo, cos'ha da guardare in quel modo? Qualcosa che non va?
    Paolo No, va tutto benissimo. Certo, bastava chiedere. [inizia a spogliarsi] Anche se così lo trovo ancora più eccitante.
    Gaia: Ho capito... è ancora ubriaco di prima mattina.
    Paolo: Certo, io sono ubriaco e voi due non siete qui davanti a me come mamma vi ha fatte.
    Anna: Nude? Ma sei scemo?
    Gaia: Paolo, le ricordo che sono una dirigente.
    Paolo:... e aggiungo anche un bel pezzo di dirigente. Insomma, immaginavo, ma non così belle. E anche tu. Anna, dicevano che ce l'avevi basso, ma invece... GRRRR...
  • Luca: Paolo, non essere stupido. Ma quali superpoteri? [Luca si protegge i calzoni con le mani per non farsi vedere da Paolo] La vista a raggi X non esiste, tu hai le allucinazioni, mettiti in malattia e vattene a casa.
    Paolo: Non posso andare a casa... c'è mia suocera.
    Luca: Non è mica la prima volta che tua suocera sta da te.
    Paolo: Sarebbe la prima volta che mi tocca vederla girare nuda per casa però...
    Luca: In effetti... non puoi stare in ufficio conciato in quel modo. Sei malato.
    Paolo: E anche fosse? Ti assicuro che è una malattia fantastica. [vede uscire Silvano dal bagno] Oh. povero Silvano.
    Luca: Credimi, sei malato.
    Paolo: Ah, però... [vede Ilaria entrare in bagno] tatuaggio sull'inguine la perversa.
    Luca: Smettila, sei malato, smettila.
    Paolo: E anche fosse? Sono malato, va bene, sono malato e voglio restare malato [entra Patti]
    Patti: Paolo, ti stavo cercando per la pratica Tolusso. Mi devi assolutamente dare una mano. OK?
    Paolo: Aiuto. Aiuto. Oddio. Sono malato, voglio guarire. Oddio. Oddio.
  • Luca: Sei sicuro che sta salendo?
    Olmo: Sì. L'ho visto dalla finestra del mio ufficio. Ma quanto è che è stato a casa?
    Luca: Due settimane. Le allucinazioni non volevano sapere di andarsene. Tutte le mattine si faceva giurare da sua moglie di essersi messo i pantaloni.
    Olmo: [ride] Però mi è mancato.
    Luca: A me no.
    Paolo: Eccomi, sono tornato.
    Luca: Ciao.
    Paolo: Non è possibile. Sono guarito solo a metà... [cerca di scappare dall'ascensore]
    Luca: Aspetta, Paolo. Aspetta ,Paolo.
    Olmo: Siamo noi. [gli vanno incontro senza pantaloni e scarpe]
    Luca: Non sono tanto convinto che abbiamo fatto bene a fargli 'sto scherzo...

Anonimo

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  • Paolo: Luca, senti, volevo chiederti una cosa. Una cosa molto importante.
    Luca: Dimmi.
    Paolo: È una cosa un po' strana. Non ci dormo da due giorni.
    Luca: E parla.
    Paolo: Sei pronto? Allora Wile E. Coyote spende un sacco di soldi per tentare di catture Beep Beep e mangiarselo. Allora, non farebbe prima ad andare direttamente in macelleria?
    Luca: Sei deficiente?
    Paolo: Non sto scherzando. Me lo ha chiesto mio figlio Brad e finché non gli rispondo non va più a scuola.
    Luca: Va be'... non può andare in macelleria. È un coyote.
    Paolo: Ah... Non è che bisogna essere dei geni per fare la spesa in macelleria...
  • Paolo: Senti, Giovanna, volevo scusarmi per l'altra sera. Forse nel parcheggio sono stato un po' pensante, ma ero ubriaco.
    Giovanna: Non è una scusante, Paolo. Anzi adesso che me lo fai ricordare vado a dirlo a De Marinis.
    Paolo: No, aspetta, aspetta, aspetta. Era la prima volta.
    Giovanna: Ma se stamattina hai fatto la stessa cosa anche con Alex...
    Paolo: Non me lo ricor... [Luca da dietro lo guarda male, e poi entra in bagno] è per questo che Luca è arrabbiato con me...
    Giovanna: Guarda che se non la smetti di bere di denuncio per molestie sessuali.
    Paolo: Lo so, hai ragione, forse sto esagerando. Ma ora ho deciso di fare qualcosa. Smetto di bere. Mi sono iscritto agli alcolisti anonimi.
    Giovanna: Tu ti sei iscritto agli alcolisti anonimi?
    Paolo: No, in verità mi ha iscritto Valeria.
    Giovanna: E per forza... per difendere se stessa e i bambini... sarà terrorizzata...
    Paolo: Terrorizzata no... ha solo paura di rimettersi le vacanze, visto che spendo più di grappa al mese che per le rate del camper...
    Giovanna: Comunque fai bene a smettere di bere.
    Paolo: Appunto. Stasera alle 19 ho il primo incontro con gli alcolisti anonimi. 19... di solito è l'orario in cui vado al bar... i ragazzi si fanno delle idee strane... ho una reputazione da difendere, io...
    Giovanna: Puoi sempre dire che vai a una riunione con il famoso dietologo, il dottor Savino, dove in tre giorni butti giù il pancino...
    Paolo: Sì, ma io devo smettere di bere, mica devo dimagrire...
    Giovanna: Tu dici a quelli del bar che vai ad un corso per dimagrire, ma non ci vai veramente, in realtà vai alla riunione degli alcolisti anonimi... hai capito?
    Paolo: Si... è bravo 'sto dottor Casino?
    Giovanna: Savino... bravissimo. Solo che anche lui ha dei problemi con l'alcol...
  • Paolo: [al cellulare] Come? Devo scrivere una lettera in cui racconto chi sono? Ma visto che vengo io di persona, non è che posso raccontarvelo a voce chi sono? Sa, per me il contatto con il cliente è molto importante... no, no, non mi dà nessun fastidio... la scrivo la lettera, la scrivo... allora stasera alle 19... grazie e arrivederci
    [entra Patti]
    Paolo: Senti, Patti, ti sai scrivere, vero?
    Patti: So anche leggere se è per questo...
    Paolo: Leggere non mi interessa... visto che tu sei fine, potresti farmi un favore? Allora, io stasera devo andare alla riunione con gli alcolisti anonimi... ma visto che non si deve sapere, io ufficialmente vado a una riunione per dimagrire, da un certo dottor Pisolini, una cosa del genere che mi ha detto Giovanna... allora, hai capito? Io non vado alla riunione degli alcolisti, ma vado a dimagrire, hai capito? Deve rimanere anonimo.
    Patti: Ho capito, non sono mica scema.
    Paolo: Allora, senti un po'... visto che la riunione è alle 19... io ho perso la mia quattro colori, tu dovresti questa lettera in cui racconti chi sono... dici un po' tutto... mi presenti... ecco... però, mi raccomando, io non vado agli alcolisti anonimi, ma vado a dimagrire, ok? Non sto andando agli alcolisti, capito?
    Patti: Puoi contare su di me, Paolo. Ti capisco, anche io quando la mia gatta Marilyn ha avuto l'indigestione, per la preoccupazione ho bevuto un bicchiere di limoncello.
    Paolo: Be', sì... poi l'hai mandata dal dottor Canarini... a dimagrire?
  • Paolo: Patti, non hai ancora finito? Sono le 6 e mezza, così arrivo in ritardo.
    Patti: No, non ho ancora finito... cosa credi? Che sia facile ritagliare lettera per lettera... mai che ci sia una parola che ti serve, scritta per intera.
    Paolo: Perché hai ritagliato lettera per lettera?
    Patti: Mi hai detto tu di fare una lettera anonima...
    Paolo: Ma sei completamente rimbambita! Non hai capito niente.
    Luca: [arriva da dietro] Permesso.
    Paolo: Va bene, grazie, va bene così [va via]
    Luca: Cosa sta combinando?
    Patti: Non dirlo a nessuno, ma Paolo ha problemi di peso... stasera alle 19 ha un appuntamento con il suo dietologo... però non vuole che si sappia... allora ufficialmente va dagli alcolisti anonimi... che resti tra noi... Senti, ma secondo te Paolo ha realmente problemi di peso?
    Luca: Per forza... hai visto quanto beve? L'alcol gonfia... aspetta, che devo andare un attimo da Giovanna al centralino a dirle una cosa...
    Patti: Comunque secondo me lui dovrebbe smettere di bere per davvero... ci dovrebbe andare per davvero dagli alcolisti anonimi... ormai quando parla non si capisce più cosa dice...
  • Paolo: Patti, cos'è questa scemenza che hai scritto... Sovr... sovr... "sovraccarico di peso"
    Patti: È il titolo della poesia.
    Paolo: Ma cosa c'entra? "Il dramma dei tessuti adiposi stanno diventando una psicosi..." ma che caz... che cosa vuol dire? Non è quello che ti ho chiesto di scrivere.
    Giovanna: [dall'altoparlante] Messaggio per Paolo Bitta... Paolo Bitta... Paolo... tra poco sono le 19... sbrigati... è ora che tu vada alla tua riunione degli alcolisti anonimi.
    Luca: [sempre dall'altoparlante] Se lo vedete, ricordateglielo tutti... con discrezione... alcolisti anonimi. Paolo deve andare alla riunione degli alcolisti anonimi.
    Patti: Perfetto, Paolo, così nessuno scoprirà che tu devi andare dal tuo dietologo...

Armonia

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  • Paolo: Lasciami stare, Olmo, non è il momento.
    Olmo: Ma se non ho detto niente.
    Paolo: Appunto, sparisci.
    Olmo: Ma che ti prende, Paolo?
    Paolo: Stai zitto.. non capisci che non ti invidio?... che non mi piacerebbe per niente essere al tuo posto? Scapolo, senza figli, senza debiti, senza mutuo, senza risparmi, senza problemi... che vita schifosa che fai...
  • Luca: Di nuovo?
    Paolo: Ha chiesto il divorzio... me lo ha sparato così stamattina, a colazione, di punto in punto...
    Luca: Di punto in bianco... guarda, quando mia moglie se n'è andata, ho avuto l'impressione che il mondo mi crollasse addosso, tutto quello che avevo costruito in anni anni e anni... Puf... sparito... d'improvviso, la mia via era vuota, la casa era vuota... il boxer era vuoto, anche perché era tutto suo avevo solo i muri che aveva comprato mia mamma... pensa te...
    Paolo: Hai cominciato a mangiare minestre in scatole direttamente dalla lattina...
    Luca: Oh... e pianto, quanto ho pianto... perché alla fine un uomo senza una donna è come un navigante senza la stella polare, come un wurstel senza crauti.
    Paolo: Come un cesso senza il suo scopino...
    Luca: Sì... comunque l'ho capito quando ormai era troppo tardi... ma non è mai troppo tardi per reagire.
    Paolo: È tardi o non è mai troppo tardi? Non ho capito...
    Luca: Paolo, non semplificare le cose è tutto molto più complicato di così...
  • Luca: Domanda: è il suo compleanno, cosa le regali?
    Paolo: Boh... qualcosa che le piaccia?
    Luca: Be', bravo... non è il suo compleanno, cosa le regali?
    Paolo: Aspetta, stai cercando di fregarmi... la so la risposta... aspetto Natale.
    Luca: Ma no, Paolo, le donne bisogna coccolarle, bisogna farle sentire importanti, bisogna saperle prendere...
    Paolo: Be', un attimo... per saperle prendere, le so prendere...
    Luca: No, da' retta a me... tu stasera vai a casa e le prepari una bella cenetta, una cosa semplice.
    Paolo: Fagioli e salsicce?
    Luca: Più semplice...
    Paolo: Solo fagioli?
    Luca: Quello che vuoi, basta che sia una cosa che le piaccia...Cosa le piace?
    Paolo: Aver fatto la lavatrice prima di cena...
    Luca: Ma sei deficiente... vabbè... fagli la lavatrice anche prima di cena, però dopo dovete fare una cosa voi due, insieme, romantica, una cenetta tête-à-tête, voi due da soli...
    Paolo: E i bambini?
    Luca: Mi ero dimenticato i bambini... e anche voi questa mania di fare dei figli... non puoi parcheggiarli da qualche parte?
    Paolo: Dici che devo lasciarli in macchina tutta la notte? No, poi iniziano a giocare tra di loro e rovinano i sedili...
  • Paolo: Una volta che abbiamo tutti finito di mangiare, lei sparecchia da sola e mette a letto i bambini. Intanto io sto lì in sala, solo come un gatto, a guardare la TV e aspetto che lei si sbrighi. Perché sai che quando c'è da farlo, io non sono mica l'ultimo arrivato. Soltanto che diventa una cosa lunghissima. Perché poi lei si mette a lavare i piatti, dici di lasciarli lì e farli il giorno dopo, no, lei vuole lavarli subito. E sai perché non li lavo io i piatti, mentre lei mette a letto i bambini?
    Luca: Come mai?
    Paolo: Perché lei mi ha detto una volta che se la cava da sola, non ha bisogno di essere aiutata, ecco perché...
    Luca: Lo sai, le donne sono in competizione con le nostri madri.
    Paolo: Il giorno che si fideranno di noi, ci lasceranno passare l'aspirapolvere, preparare da mangiare, fare tutta una serie di cose che adesso non mi vengono in mente... e finalmente potremmo vivere in armonia.
    Luca: Armonia... armonia, bravo... questa è la parola giusta, da te non me lo sarei mai aspettato... vivere in armonia.
    Paolo: Già, in armonia, come il Pooh e il loro pubblico...
  • Olmo: Paolo, mi dispiace con tua moglie, non lo sapevo. Peccato, le coppie che si separano...
    Paolo: Non se ne va più... ha deciso che resta... è bastato un week-end al lago, due dozzine di ostriche, dieci birre... pum... un colpo di fulmine, mi capisci... no, ma cosa puoi capire tu... Una cosa è certa, tu non avrai mai di questi problemi, e non succederà mai che tua moglie se ne svigni.
    Olmo: Aveva un amante?
    Paolo: Perché me lo chiedi?
    Olmo: Eh, capita, sai, il tran tran, i bambini, il marito commerciale, un venditore... tu a casa non ci sei mai e tua moglie dovrebbe annoiarsi tantissimo... una bella vita da schifo, ecco...
    Paolo: Una vita da schifo? Una vita da schifo... in fondo le ho regalato una tovaglia di tela cerata, con su le fragoline, delle tendine, fantasie per la camera da letto... sì, le ho prese in saldo, ma il colore lo ha scelto lei... c'era rimasto il nero, il grigio scuro... ma poi cosa cavolo vuole di più? Sto dando il massimo io... il massimo...

Arrivano i Pooh

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  • [Paolo crede che i Pooh non siano veramente i Pooh e inizia a fare loro delle domande]
    Paolo: Vieni qui, capellone! [afferra Red Canzian] Allora, in che anno i Pooh hanno cantato per la prima volta in Venezuela?
    Red Canzian: Lo chiedi proprio a me che non ero ancora entrato?
    Paolo: Fila via! Nel 1972. E tu non sei uno dei Pooh. [afferra Stefano D'Orazio] Allora, dimmi un po', capellone: al concerto di Torino del 1980 un vigile del fuoco ti ha scaricato un intero estintore addosso, spaventato dalla macchina in fuoco...
    Stefano D'Orazio: Sì, a Torino, mi ricordo.
    Paolo: Stai zitto, non è questa la domanda! Come si chiamava il vigile del fuoco?
    Stefano D'Orazio: Sì, buonanotte, "come si chiamava", son passati vent'anni...
    Paolo: Fila via! Si chiamava Gianni Pupazzetto ed è stampato a lettere d'oro nella storia dei Pooh. E quindi tu non sei un Pooh. E neanche un fan!
    Luca: Paolo, ma che domande gli fai?! Come fanno a ricordarsi di uno che hanno conosciuto vent'anni fa per dieci minuti?! Chiedigli quanti dischi hanno venduto, quante volte hanno vinto Sanremo...
    Paolo: [afferra Dodi Battaglia] Vieni tu, che prima dicevi "questa me la suono come mi pare". Chi ha copiato "A un minuto dall'amore"?
    Dodi Battaglia: Nessuno, che io sappia.
    Paolo: Via! Si chiamava Giacomo Puccini, che poi ha scritto una certa Turandot che non ha neanche venduto molto. [afferra Roby Facchinetti] Dove avete suonato nel concerto del 1981? Con quale canzone avete iniziato, con quale avete finito e chi di voi indossava una maglia azzurra?
    Roby Facchinetti: Dunque... Catanzaro... "Pensiero"... "Noi due nel mondo dell'anima", e... la maglia... Stefano?
    Paolo: Nooo! No! Roby Facchinetti aveva la maglia azzurra!
    Roby Facchinetti: Ah, ce l'avevo io?
    Paolo: Non tu! Tu non sei Roby Facchinettiii! [Scaglia Roby contro la macchina del caffè]
    Luca: [A Paolo] No! Paolo! Noo!
    Roby Facchinetti: [Cade all'indietro picchiando la testa] Ahia!

Best seller

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  • Patti: Buongiorno, Jessica.
    Jessica: Niente buongiorno... è un cattivissimo giorno. Beata lei, Patti, che non ha problemi con gli uomini.
    Patti: Be', scusi, ma questo lo dice lei, tra mio papà che mi costringe tutti i sabato sera a rimanere in casa a rivedere la contabilità del suo studio, mio zio Gaetano che la domenica pomeriggio mi sbatte fuori dal mio appartamento perché deve giocare a rubamazzo con la sua fidanzata... altroché se ho problemi con gli uomini.
    Jessica: Ma no, Patti, non sto parlando di quei problemi. Si figuri, io avevo un appuntamento con un ragazzo, lo avevo invitato a casa mia. Tutto preparato, eh: lume di candela e vino francese. Questo mi telefona e mi dà buca perché sta a casa a leggere un romanzo erotico...
    Patti: Oh, come la capisco. Gli uomini pensano sempre a quelle cose lì.
    Jessica: Ma magari!
  • Luca: Ciao Pippo.
    Pippo: Ciao caro.
    Luca: Come va? Lettura interessante?
    Pippo: Sì, credo. Sono appena all'inizio.
    Luca: Fa leggere: «La signora si tolse lentamente le calze di seta, sganciò la gonna e la lasciò cadere. Si sfilo la camicetta, sciolse il bustino, si liberò del reggiseno e infine...»
    Pippo: Se c'è una cosa che odio è quando mi leggono le cose da dietro.
    Luca: Lo sai che non si direbbe? Fa vedere cos'è... ahh... "Impatti sessuali", il best seller erotico dell'anno...
    Pippo: Lo hai letto?
    Luca: L'ho divorato, è un libro affascinante, avvolto dal mistero. Sai che l'autore è rimasto ancora anonimo?
    Pippo: E ha fatto bene... sono a pagina 53, ed è tutto uguale, è noiosissimo.
    Luca: Non è vero, succedono un sacco di cose.
    Pippo: Eh, ma sempre le stesse... uomini che vanno con donne, donne che vanno con uomini... non è che mi puoi fare un riassuntino? È troppo etero per me...
    Luca: Ma dai... è un libro perfettamente congeniato... se sapesse leggere piacerebbe anche a Paolo.
    Pippo: Magari glielo leggo io...
    Luca: Forse questo non gli piacerebbe tanto...
    Pippo: Che ne sai?
  • Luca: È un romanzo porno, ma non vuol dire che non sia un capolavoro. È la storia del marchese Bellafrusta che incontra una ragazza, la porta nel suo castello e lì... comincia... un percorso interiore...
    Pippo: Ho capito.
    Luca: Di ore...
    Pippo: Ho capito... ma la protagonista si innamora di qualcuno?
    Luca: No, no, Pippo, è molto più semplice. Lei si fa un uomo per capitolo e l'ultimo capitolo se li fa tutti...
    Pippo: Sento che mi identifico già in lei [arriva Paolo]
    Luca: Potresti un giorno svegliarti e capire che sono tutte storie, stai attento...
    Pippo: Hai ragione. Sono solo storie. Però... [indicando Paolo]... non assomiglia allo stalliere del primo capitolo? «I folti capelli neri e lo sguardo penetrante che lasciava sottintendere una virilità eccezionale».
    Luca: Per lui bisogna parlare di una virilità fatta a metà...
    Paolo: Stavate parlando di me?
    Luca: Sì, del fatto che ti manca un testicolo...
  • Luca: Ahh, questa è la parte che mi piace di più. È un piccolo capolavoro.
    Pippo: Quando i due maniscalchi rimangono chiusi nella stalla?
    Luca: No, no, quando lui e lei nella botte di Cognac...
    Paolo: Allora vediamo un po' questo capolavoro...
    Luca: "Impatti Sessuali", il best seller erotico dell'anno.
    Paolo: "Il gi... giard... giardini..." vabbè, ho dimenticato gli occhiali.
    Luca: Hai dimenticato che non sai leggere. "Il giardiniere dal naso lungo lasciò intravedere dalla manica della sua camicetta a maniche corte color pastello un ascella pelosa e madida di sudore che Eva trovò semplicemente irresistibile.
    Pippo: Sembra Luca.
    Paolo: Eh sì, potrebbe essere. Ah no, non può esistere una donna che trovi Luca irresistibile.
    Luca: Che vuol dire? È una storia, ognuno vede chi vuole... per esempio il marchese Bellafrusta per me è Andrea.
    Patti: No, il marchese è De Marinis.
    Luca: Che ne sai tu? Stiamo parlando di letteratura erotica. Lo hai letto tu 'sto libro?
    Patti: Certo che l'ho letto... l'ho scritto io...
    Luca: Hai scritto un libro? Di letteratura erotica ?
    Patti: Be', sì, non proprio da sola. L'ho scritto da sola con la mia inquilina. Sai, a forza di parlarne di voi maschi dell'ufficio... ci è venuta l'ispirazione.
    Paolo: Be', quando c'è Bitta in giro, non si può che parlare di sesso, eh?
    Pippo: Ho capito: il maggiordomo basso ed effeminato sono io?
    Patti: Sì. Il seminarista pulcioso è Silvano, il guardiacaccia taciturno e impotente è Andrea e il grasso grassone complessato perché ce l'ha piccolo è Olmo.
    Luca: Ma Patti, cosa ci fai in ufficio ? Hai scritto il best seller erotico dell'anno... ma come ti sei messa d'accordo con la coinquilina per i diritti? 50 e 50?
    Patti: No, no. Piera mi ha detto che non era necessario che firmassi anche io il contratto con l'editore perché nel titolo "Impatti sessuali" c'era già il mio nome. Capisci? "Im-Patti"... Patti sono io...
    Luca: Si è fatta fregare dalla coinquilina...
    Patti: Perché dici così? Ma sai che forse è vero? Da quando è uscito il libro, è partita per fare un viaggio e mi tocca pagare anche la sua parte di affitto...
  • Luca: È proprio incredibile questa storia del libro della Patti...
    Paolo: Eh, ma adesso mi metto a scrivere un libro anche io.
    Luca: Cosa? Chi?
    Paolo: Perché? Non posso? "Paolo Bitta al volante".
    Luca: Bella idea.
    Paolo: E poi sotto, scritto in piccolo, "Sulle strade del sesso".
    Luca: Ah.. dacci anche un tocco sadomaso: sulla copertina ci fai stampare la foto del cartello stradale "Obbligo di catene"... eh?
    Paolo: "Obbligo di catene" ? Io pensavo più a un libro da spiaggia, che da montagna...

Cacciatore di teste

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  • Patti: Ti leggo l'oroscopo, Paolo?
    Paolo: Lo sai, non credo negli oroscopi.
    Patti: Ah dai, ascolta... qui dice che Giove è entrato nel tuo segno, che avrai presto un periodo fortunato e felice... dice che era dal '90 che non eri così felice.
    Paolo: Nel '90 facevo ancora il porta a porta... vendevo filo interdentale...
    Patti: Bello, ma come facevi a spiegare come funziona?
    Paolo: Tutte le mattine fregavo la dentiera a mia nonna... il problema era quando stavo via due-tre giorni...
    Patti: Speriamo che le piacesse il brodo.
    Paolo: Ma il '90 non era l'anno del grande inquinamento? Si viaggiava a targhe alterne... infatti mi ricordo che Pino, il mio carrozziere, mi aveva venduto una targa falsa, era costata anche una cifra.. l'anno più brutto della mia vita...
    Patti: Ma sai che è strano? Di solito questo oroscopo dà ottimi consigli... pensa che a me la settimana scorsa ha detto che dovevo lasciarmi andare e premere sull'acceleratore dei miei sentimenti...
    Paolo: Tu cosa hai fatto?
    Patti: E niente... non ho la patente...
  • Franco [interpretato da Alberto Angrisano]: Scusi, l'ufficio di Paolo Bitta?
    Paolo: Paolo Bitta, mi lasci pensare... Paolo Bitta, Paolo Bitta... sono io, Paolo Bitta.
    Franco: Sono la persona che l'ha chiamata per fissare un appuntamento.
    Paolo: Ah, buongiorno... e lei che mi ha lasciato una decina di messaggi nella segreteria? A proposito, cosa ne pensa?
    Franco: Di cosa?
    Paolo: Del mio messaggio di risposta personalizzato... è "Tanta voglia di lei" dei Pooh... grandi Pooh, mitici... "mi dispiace devo andare, il mio posto è là..."
    Franco: Franco Marchetti, C.D.R, consulente di reclutamento.
    Paolo: Reclutamento? Ci deve essere un errore, io il militare non lo posso fare, c'ho un testicolo in meno.
    Franco: Anche simpatico... senta, facciamo attenzione, perché io sono in incognito... sono un cacciatore.
    Paolo: Cacciatore di cosa?
    Franco: Cacciatore di teste...
  • Paolo: Cos'è questa fregatura? Cacciatore di teste?
    Franco: È un modo di dire... per essere più chiari, sono stato incaricato di mettermi in contatto con lei... c'è della gente che la cerca...
    Paolo: Ahh... se è per le rate del camper, ha preso un granchio... le ho sempre pagate.
    Franco: Ma cosa c'entra il camper...? sono qui per offrirle un lavoro.
    Paolo: A me?
    Franco: Lei è Paolo Bitta?
    Paolo: Sì, sono io.
    Franco: Il super-venditore, l'uomo chiamato contratto, l'uomo che sa tutto del suo prodotto?
    Paolo: Come fa a sapere tutte queste cose?
    Franco: L'uomo che chiamano "la mano d'oro dei contratti" ?
    Paolo: Ce l'ha davanti... [bacia la mano e gliela porge]... vuole provare?
  • Paolo:... 50 dipendenti da gestire, non mi faccia ridere lei... 50 dipendenti li gestisco con la mano sinistra, io.
    Franco: Quanto guadagna in un anno qui lei?
    Paolo: Be', senza contare le commissioni, premi di produzione, la tredicesima, la note spese... be', dico a caso, bisognerebbe calcolare...
    Franco: Lei è ambizioso o cosa?
    Paolo: Ma certamente... per esempio io non so perdere... a parte a battaglia navale... lì bisogna riconoscere che mia moglie mi dà certe legnate... ma è normale... sa, ha fatto il classico...
    Franco: Battaglia navale, be', lei è l'uomo che sto cercando... senta, quanto vuole per passare dalla nostra parte, signor Bitta?
    Paolo: Lei conosce le regole? Sa che nel business il primo che parla di soldi ha perso...
    Franco: Senta, senta, facciamo in questo modo, ci rivediamo tra 5 giorni, ma non qui, da un'altra parte... io sto facendo qualcosa che è illegale... e se ci beccano tutti e due, sono guai...
  • [Gaia arriva a fare delle fotocopie nella fotocopiatrice vicino al bagno]
    Franco: Chi è la sua collega laggiù?
    Paolo: È una dirigente, una rompiscatole, non si fa mai i fatti suoi.
    Franco: Ecco, glielo avevo detto. Niente panico, facciamo finta di niente. Facciamo finta.
    Paolo: Finta di che cosa?
    Franco: Finta che lei sia andato a letto con mia moglie.
    Paolo: Ma stai scherzando?
    Franco: Adesso le do uno schiaffo.
    Paolo: Ma no.
    Franco: Sì, sì, le do uno schiaffo.
    Paolo: Ma no [Franco tira uno schiaffo a Paolo]
    Franco: Stia lontano da mia moglie o l'ammazzo. Sono stato chiaro? E si ricordi questo nome: Franco Marchetti. Tornerò. [va via con l'ascensore]
    Paolo: Porca vacca.
  • Gaia: Paolo, ma faccia attenzione. Andare a letto con una donna sposata, una di provincia è ovvio che lo avrebbero saputo tutti.
    Paolo: Ma no, le dico che quello era qui per me. Per fregarmi all'azienda. Mi ha proposto un posto importante. Un cacciatore di teste.
    Gaia: Un cacciatore di teste? Per uno del suo livello? Ma non mi faccia ridere... più che un cacciatore di teste sembrava un cacciatore di facce da schiaffi... e mi sembra che l'abbia trovata [se ne va]
    Paolo: Vai, vai... tanto io sono l'uomo chiamato contratto...

Calcio mercato

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  • Paolo: Sai per quanto sono assicurate le gambe di Totti? Spara un cifra.
    Luca: Non me ne frega niente.
    Paolo: Aspetta, lo dicevano giù al bar da Lello... 20 milioni di euro, 10 milioni per gamba.
    Luca: È una vergogna. Ormai gli danno troppi soldi ai calciatori.
    Paolo: Be', sì, hai ragione. Però, avere un piccolo Totti a casa, sarebbe mica male...
    Luca: Avere un marmocchio che ti porta a casa dei soldi in maniera quasi onesta, per te sarebbe una novità...
  • Luca: Hai visto che roccia che abbiamo qua? Il nostro atleta?
    Paolo: Rummenigge, il nostro fuori serie.
    Luca: Fuori classe...
    Paolo: Cosa ho detto io? Come ti trovi a fare l'assistente a Olmo.
    Rummenigge: [Interpretato da Paco Carlucci] È una prigione.
    Luca: Sempre meglio che passare tutto il giorno sugli autobus sperando che ti "cada" qualche portafoglio in mano... poi l'importante è che ci segni tanti gol nel campionato aziendale.
    Rummenigge: Ma voi, se accettavo di giocare nella squadra della vostra azienda, mi avevate promesso un lavoro tranquillo.
    Luca: Eh...
    Rummenigge: Strisciare per terra ad attaccare cavi e mandare post elettronica non è molto divertente.
    Luca: Be'... "non è molto divertente"... è un lavoro, mica un parco giochi.
    Paolo: A me sembra buono come primo lavoro. Tra l'altro hai un sacco di tempo libero per prepararti alla partita di sabato.
    Rummenigge: Sì, proprio... quel ciccione di Olmo non fa niente, tutto il lavoro tocca a me. Posso dirvi una cosa, ragazzi? Così non va...
    Luca: E se ti proponessimo... un piccolo... premio di produzione... capito cosa sto pensando?
    Paolo: No...
  • Olmo: Basta, sono stufo di questa vita. Ma vi rendete conto? Mi hanno tolto il mio premio di produzione per darlo a Rummenigge.
    Paolo: Nooo... be,' Olmo, io però te lo avevo già detto che lì lì per prendere un cartellino rosso.
    Luca: Sei troppo individualista, non sei attento al collettivo. Tutte le volte che ti abbiamo detto di venire a giocare nella squadra di calcio, non sei mai venuto.
    Olmo: Aspetta un momento, ma state scherzando o cosa? C'è un clima schifoso nella vostra squadra.
    Paolo: Questo non è vero... negli spogliatoi ci sono i termosifoni...
    Luca: Cosa stai insinuando?
    Olmo: Ma scusami, guarda, tra voi due per esempio: siete sempre lì a litigare per chi porta la fascia da capitano... gne gne... gne gne gnegne... dai...
    Luca: Non vedo perché litigare... sono io il capitano.
    Paolo: No, sono io il capitano.
    Olmo: Ecco, appunto.
    Paolo: Prendi Rummenigge, lui si che è uno che in campo si fa il mazzo, mica come te...
    Olmo: Quello li non sa neanche mandare una e-mail. Da quando me lo hanno affiancato, siamo in due che non facciamo niente tutto il giorno. Due impiegati che non fanno niente si notano molto di più.
    Luca: Il tuo problema è che hai come termine di paragone Rummenigge, e devi ammetterlo, lui è più veloce di te.
    Paolo: Bravo, bravo.
    Olmo: Quello lì è molle. Molle. Non ha spina dorsale.
    Luca: Non ha spina dorsale, ma è più veloce di te...
    Paolo: Se Rummenigge è molle, tu ti sei già sciolto da un pezzo...
    Olmo: Ho capito, ho capito, ciao.
    Paolo: Ciao. Guarda, i bermuda in ufficio. Mi fa venire il mal di fegato...
    Luca: Quelle sono le birrette... comunque sono io il capitano...
  • Luca: Allora, ce la fai a farla da solo o hai bisogno di una mano?
    Rummenigge: No, ce la faccio, tutto ok [esce dal bagno con le stampelle]
    Paolo: Però, sei veloce. Un po' debolino di ginocchio il nostro Rummenigge...
    Luca: E certo. 80 chili di carne flaccida sul ginocchio, deficiente.
    Rummenigge: Soprattutto 80 chili di rimbambito con i calzoncini corti che perde la testa appena qualcuno gli fa un fallo.
    Paolo: No, no, tre falli di fila. Mi dispiace, ma io ho una reputazione da difendere, avevo tutta la famiglia in gradinata.
    Luca: Ma era un allenamento, Paolo, un allenamento. Ti sembra il caso? Uno ti dribbla e tu gli entri a gamba tesa?
    Paolo: E perché? Già che siamo in allenamento perdiamo 20 a 0... eh? Per quanto ce ne hai te?
    Rummenigge: Almeno 3 settimane.
    Paolo: Come 3 settimane? Allora sabato non giochi.
    Luca: E no. Non può giocare sabato...
    Rummenigge: Neanche tu puoi giocare... [tira un pugno in faccia a Paolo]
  • Olmo: Come sono stati rapidi in direzione a ridarmi il mio premio di produzione.
    Luca: Hai visto? Ce n'è solo da guadagnarci ad entrare nella nostra squadra di calcio. Il collettivo è la cosa più importante. E poi puoi approfittare dei miei agganci...
    Paolo: Espulso Rummenigge, licenziato.
    Luca: È finito.
    Olmo: Rummenigge è fuori uso. A proposito, l'ho incontrato poco fa e mi ha detto che voi due avete cercato di fregarmi per fare in modo che lui potesse prendere il mio premio di produzione, e guarda caso il venirlo a sapere mi ha fatto venire una specie di... contrattura al ginocchio... un male...
    Luca: No, no, Olmo. Non vorrai mica credere a quel bastardo là? Dai, Olmo... per cortesia.
    Olmo: Io più che altro... penso che sarò fuori uso per tutta la stagione... bastardi...
    Luca: E se ti offrissimo la fascia di capitano?
    Olmo: Mettila dove vuoi la tua fascia.
    Luca: Ha insultato me e la mia fascia... Paolo, ti do carta bianca, fai un'entrata a piedi uniti, qua, sul collo...

Caramelle blu

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  • De Marinis: Buongiorno, signori.
    Luca e Paolo: 'giorno.
    De Marinis: E che sia una splendida giornata [lascia borsa e cappotto su tavolino e va in bagno]
    Luca: Che ore sono?
    Paolo: Ah, be'... le... [non riesce a leggere l'ora dal suo polso]
    Luca: Le 9 e 31, vero?
    Paolo: Ebbè, già, certo, le 9 e 31 spaccate. Tutte le mattine il nostro direttore ha l'appuntamento col cesso.
    Luca: Preciso come un orologio svizzero... [Paolo appoggia l'orecchio alla porta del cesso] Che fai?
    Paolo: Voglio sentire se fa cucù...
  • Paolo: Te la immagini la vita di De Marinis? 6.31 sveglia, 6.32 si toglie i tappi dalle orecchie, 6.33 toccatina ai gioielli di famiglia e 6.34 colazione.
    Luca: Sì, però alle 6.35 si mette un Rolex d'oro e dà 500 euro a sua moglie, così... tanto per le spese.
    Paolo: Sì, ma alle 6.36 la moglie gli dice: «O me ne dai 1000 di euro o dico a tutti che hai la dentiera»
    Luca: Sì, ma intanto lui 1000 euro li ha... dammi 25 centesimi ché mi prendo un caffè, dai...
    Paolo: No, non ho soldi. Ho dato 50000 euro a mia moglie per comprare i salatini... comunque se ti serve moneta, c'è la banca De Marinis.
    Luca: Eh già.
    Paolo: Tanto lui fino alle 9.38 non esce dal bagno. Prendimi un euro, già che fai un prelievo.
    Luca: Comoda la banca De Marinis.
    Paolo: Comodissima. Fa degli orari un po' strani, ma quando è aperta...
    Luca: E queste cosa sono? Sarà mica Viagra?
    Paolo: Le pillole dell'amore. E certo... con quella porcona della De Marinis...
    Luca: Perché? Come fai a sapere che è una porcona?
    Paolo: Perché stanotte ho sognato che me la facevo e nei sogni mi spremeva come un limone... eh?
    Luca: Me la vedo già la moglie del direttore...
  • Paolo: Lei è sul divano del camper.
    Luca: Sì.
    Paolo: Che poi era un TIR modificato a camper, un bestione di 12 metri, con vasca idromassaggio, plasma 52 pollici, 9 frigoriferi. Insomma, io le dico: «Signora, si sposti un po'»... dietro c'è un camino acceso.
    Luca: E poi?
    Paolo: E poi basta. Un camino su un camper, cosa vuoi di più?
    Luca: Ma no, dico cosa è successo dopo, con la moglie di De Marinis.
    Paolo: Ah... lei è nuda sul divano [esce De Marinis dal bagno] e le dico: «Adesso, bella grossona, proviamo le sospensioni rinforzate di questo camper» e sai lei cosa mi dice?
    Luca: De Marinis...
    Paolo: No, ci sono io lì con lei, e mi dice: «Adesso fai di me la tua direttrice»... [si accorge di De Marinis] Ahh, De Marinis, sono già la 9.38?
    De Marinis: Paolo, le sue storie sporche e lussuriose, se le tenga per sé. Non le voglio sentire qui in azienda.
    Luca: A dopo, direttore.
    De Marinis: Non siamo mica in un bordello qui [se ne va]
    Luca: Eggià.
    Paolo: Eggià, il bordello è a casa sua dove c'è quella porcona di sua moglie...
  • De Marinis: Scusate, signori, avete mica visto delle caramelle blu? Devo averle perse qui le mie caramelle...
    Paolo: Caramelle? Umh...
    Luca: Ah, prima un fattorino ne ha trovato un pacchetto proprio lì. Ha detto che le avrebbe portate ai suoi figli...
    Paolo: Ah, be'... i bambini vanno pazzi per le caramelle, chissà come saranno contenti.
    Luca: Le bambine un po' meno...
    De Marinis: Le caramelle ai bambini? Ma è una catastrofe...
    Luca: E via... per un pacchetto di caramelle... al massimo gliele ripaghiamo noi, se è così disperato...
    De Marinis: Certo che sono disperato... ma i bambini... quelle caramelle lì... gli fanno venire le carie!!
  • Paolo: Ehi, Luca, le hai provate le caramelle di De Marinis... incredibili? Le ho prese in ascensore, quando mia moglie ha aperto la porta, mi ha detto: «Ehi, ti sei dimenticato il crick in tasca...», allora ci ho dato con il crick su e giù... per tutta la notte... le ho cambiato le gomme 12 volte... e tu le hai provate?
    Luca: Sì, sì, sì, le ho provate anche io...
    Paolo: Poi mi faceva male, ho dovuto dire "basta"... non ce la facevo più
    Luca: Anche io [mette in mostra la mano destra ingessata]... lussazione del polso... sono stufo di essere solo, Paolo... sono stufo...

Cartellino rosso

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  • [Durante una partitella in area relax, Paolo, nel tentativo di saltare Silvano, gli è franato addosso, provocandogli una frattura alla rotula]
    De Marinis: Come va Silvano il suo infortunio?
    Silvano: Insomma, mi fa un male cane...
    De Marinis: Dai dai, coraggio...
    Silvano: Complimenti Paolo, tre settimane di stampella e poi ho la visita medica! Rischio di essere fuori dai giochi per tre mesi! Ma tanto a te cosa importa, non te ne frega niente della carriera di un collega, vero??
    Paolo: Cos'è, cos'è che dice il Van Basten dei contabili?!
    Luca: Paolo, lascia perdere, lascia... [Paolo, furioso, non gli dà retta e lancia la palla addosso a Silvano, che fugge via con le stampelle] Ohhh, non peggiorare la situazione!!
    Paolo: E sono io a peggiorare le cose?? È già il secondo provvedimento disciplinare in 1 mese, e lo sai che cosa vuol dire?? [gli viene il magone]
    Luca: Cartellino rosso??
    Paolo: [si mette a piangere] Sì!
  • Paolo: [Al telefono con la moglie] Eh, questa volta ci siamo tesoro: mi hanno licenziato.
    Luca: Che scandalo...
    Paolo: Il motivo? Eh, guarda, un intervento da dietro, tra l'altro era anche sulla palla... pronto? Valeria?
    Luca: Come l'ha presa?
    Paolo: Eh, male. La capisco anche, è dura rinunciare ai piccoli comfort: la casa, la corrente elettrica, il cibo...

Coraggio Paolo

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  • Luca: Che hai? Hai sudato come un cammello? Stai male?
    Paolo: Sì... no, no... ho smesso di bere... non tocco una goccia d'alcol da ieri pomeriggio.
    Luca: Finalmente sei andato del dottore a farti controllare il fegato.
    Paolo: No, Lello giù al bar ha detto che non mi fa più credito...
  • Paolo: Quella storia di Lello che non mi fa più credito mi ha fatto bene... mi ha fatto pensare...
    Luca: Vabbè, Paolo, non esagerare...
    Paolo: Eh, sì... ti dico che ho pensato e ripensato... non potevo continuare così, era ora di smettere, lo capisci anche tu, rischiavo la vita e non solo la mia... l'ho fatta per la mia famiglia, per i miei figli... piccoli, poveri, innocenti.
    Luca: Dai, non puoi dire che i tuoi figli siano innocenti... dai, con me non attacca... perché hai smesso di bere? Dimmi la verità.
    Paolo: A te lo posso dire... il mio coso... non ce la fa... a letto con mia moglie non funziona più... lei dice che dipende dall'alcol, io non lo so, ma ci devo provare...
    Luca: Lo diceva anche mio nonno sempre... "bastone s'ammoscia se lo bagni col vino"... lo sanno tutti...
    Paolo: È terribile... io pensavo di essere un toro e invece sono una mucca...
    Luca: Magari è solo un momento così... magari il fatto che hai una palla sola, a una certa età, provoca queste conseguenze...
    Paolo: Non lo so... da quando non bevo più mi succedono cose strane...
    Luca: Dai, comunque non ti buttare giù, non mollare, devi tenere duro...
    Paolo: Non capisci... quando sono in macchina, vedo spuntare pedoni da tutte le parti...
    Luca: È normale che i pedoni attraversino la strada... e che prima non li vedevi e li mettevi sotto...
  • Jessica: Good Paolo, Luca ci ha raccontato quello che sta facendo. Secondo noi è una scelta molto coraggiosa.
    Paolo: Be', lo faccio per i miei figli. Devono essere orgogliosi di loro padre.
    Anna: Dilla tutta, Paolo. Luca ci ha anche raccontato del problemuccio che hai con tua moglie...
    Paolo: Vi ha raccontato tutto?
    Jessica: Non si preoccupi, Paolo, l'importante è che lei abbia smesso di bere e se posso essere sincera, è un bel sollievo per tutti noi. Sa, dopo pranzo, lei diventava un po' troppo allegro, poi dopo le 17 era impossibile parlare con lei...
    Paolo: Ah sì?
    Anna: Anche prima delle 17.
    Jessica: Adesso abbiamo tra noi un nuovo Paolo, pieno di energia, carico, affascinante...
    Paolo: Non è che quello che conoscevo fosse da buttare, eh... [va in bagno]
    Jessica: Menomale che ha smesso. Avevo quasi convinto De Marinis a licenziarlo.
    Anna: Ma signorina Jessica, Paolo ha due bambini...
    Jessica: Allora? Cosa ci posso fare? Ha mai sentito il suo alito quando torna dalla mensa, con tutto quello che beve? E non lo deve sorbire lei nel meeting del pomeriggio. Per non parlare del fatto che appena beve, allunga le mani...
    Anna: Ma non dà poi così fastidio.
    Jessica: A lei sicuramente no, visto che a parte gli ubriachi, non la tocca nessuno...
    Luca: Ma che bell'ambientino.
    Jessica: Scusi, Anna, non dovevo.
    Anna: No, non si preoccupi, Jessica. Effettivamente, ora che mi ci fai pensare, il mio ex marito mi ha lasciato appena finito di disintossicarsi...
    Jessica: Guardi, l'alcol fa dei danni gravissimi, non solo a chi beve, ma anche a chi gli sta intorno.
    Anna: È vera 'sta cosa. La settimana scorsa Paolo ha vomitato addosso a dei clienti e De Marinis ha dovuto ripagargli i vestiti.
    Luca: Che ne pensate di queste? Sono due palline antistress. Le ho trovate in un cassetto. Pensavo di regalarle a Paolo...
    Anna: Guardi, Jessica... uno le schiaccia e poi non cambiano forma... viene voglia di schiacciarle...
    Luca: Hai capito il concetto, non me lo aspettavo, ma brava.
    Jessica: Non lo so, Luca, non sono convinto che sia una buona idea, magari due palline così potrebbero ricordare a Paolo di quell'altro problemino suo...
    Luca: Ah... gliene regalo una sola, risolto il problema... [riprende la pallina data a Anna]
  • Luca: [vedendo Paolo leggere il giornale] Non stai bene. Ti vado a prendere la tua rivista dei camper in bagno.
    Paolo: No, grazie, sto leggendo un articolo di Amartya Sen, uno esperto di economia. Sono qua da tre ore e sono già alla diciottesima riga, e ho sottolineato quello che non capivo.
    Luca: Infatti è tutto sottolineato.
    Paolo: Non è vero... "giorno" non lo è...
    Luca: Ebbè...
    Paolo: "macchina" non lo è... "azien..." "azi..."
    Luca: Dai che c'è la puoi fare...
    Paolo: "aziendale" non lo è. Comunque non ci capisco molto, ma è interessante.
    Luca: Come mai sei arrivato così in ritardo oggi?
    Paolo: No, ho visto un pirata della strada che parcheggiava con il muso della macchina sulle strisce pedonali, mi sono fermato, ho preso il numero della targa e l'ho denunciato ai vigili.
    Luca: Paolo, ma tu una volta hai parcheggiato nel giardino di un asilo nido.
    Paolo: Quello era il vecchio Paolo, personaggio con cui ho chiuso.
    Luca: Quant'è che non bevi?
    Paolo: 3 giorni, sono un uomo nuovo.
    Luca: Con tua moglie come va?
    Paolo: Queste sono cose private, Luca... comunque ti basti sapere che non ci picchiamo più, ma ci siamo messi a parlare, ecco tutto. Non chiedermi di più, da quando non tocco più questa, caro mio, ho capito tante cose. Tientela perché te la regalo.
    Luca: Ah be', grazie.
    Olmo: Paolo, ho scaricato un nuovo filmato porno da internet. È stupendo, poi te lo passo.
    Paolo: Ma tientelo. Trovati una donna, che è meglio. [va in bagno]
    Olmo: Ma che gli prende?
    Luca: Ah, niente, ha smesso di bere.
    Olmo: Oddio... e questo è il nuovo Paolo che dobbiamo sorbirci? C'è da divertirsi di più con Rosy Bindi.
    Luca: Sono preoccupato... sai con quel Paolo lì che ambiente in ufficio?
    Olmo: Mi sa che fa sul serio.
    Luca: Oddio, basterebbe fargli bere solo un goccetto e quello lì ci ricasca... [Paolo esce dal bagno] Paolo, caffè?
    Paolo: Sì, sì... anche perché ho deciso di smazzare la pratica Tolusso.
    Luca: Allora, io faccio una proposta. Per festeggiare la nuova vita di Paolo, ci facciamo un corretto, così finiamo la boccetta e di alcol non se ne parla più
    Olmo: Per me, io ci sto.
    Paolo: No, per me va bene così
    Luca: Dai, dai, solo un goccetto Paolo, essù, non fare l'asociale [inizia a versare la boccetta di Paolo nel suo caffè]
    Paolo: Bast...
    Luca: Ho appena iniziato a versare, scusa, eh...
    Paolo: Basta, basta...
    Luca: Ho appena cominciato.
    Paolo: Basta così...
  • Jessica: Luca, ha visto Paolo?
    Luca: Sì, sì, è sceso un attimo [arriva Paolo dall'ascensore]
    Paolo: Bisci, bisci, bisci...
    Jessica: Paolo, è ubriaco di nuovo.
    Paolo: Sono stato giù da Lello al bar, mi ha chiesto scusa, ha detto che non me lo dice più che non mi fa più credito...
    Luca: Vieni qua dal tuo amico Luca.
    Paolo: Cos'è successo? Dove sono? Mi è sembrato tutto un incubo...
    Luca: Adesso come la metti con tua moglie?
    Paolo: Ho capito che non c'entra niente quello che bevo, è colpa di Valeria se non mi funziona, è lei che non me lo fa funzionare...
    Luca: E come lo hai capito??
    Paolo: Ho fatto la prova. Mi sono scolato una bottiglia intera e poi sono andato da Giovannona, la mia amica salumiera, quella che ha le tette come la mortadella.
    Luca: Così [fa il segno di due tette]
    Paolo: No, no, sono piccolissime, ma c'ha avuto un fungo e ha tutte le macchie bianche... come la mortadella...
    Luca: È ritornato Paolo...
  • Jessica: Paolo ha ricominciato a bere. L'ho visto prima ed era ubriaco.
    Anna: "Il Bitta perde il pelo, ma non il vizio." Come farà adesso con sua moglie?
    Jessica: Meno male che due figli li ha già fatti, si vede che qualche anno fa non beveva...
    Anna: Questo non c'entra, anche mio marito beveva, eppure due figli gli ho fatti anche io. Anzi, devo dire che facevamo l'amore solo quando era ubriaco. E quando era ubriaco non era niente male.
    Jessica: Ma scusi, Anna. Visto quello che raccontano sul suo conto... dico sessualmente... forse doveva mettersi a bere anche lei, magari suo marito non l'avrebbe lasciata, no?

Curriculum

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  • Andrea: Ciao Luca, ti stavo cercando.
    Luca: No, aspetta, non mi picchiare, non ho fatto niente.
    Andrea: Tranquillo, non ti voglio picchiare. Anzi, in un certo senso ti voglio venire incontro.
    Luca: Con quale arma?
    Andrea: Vedi, Luca, con il tuo fisico, tu vivi nella paura, a te serve allenamento, a te serve un asse muscolare, a te serve forza...
    Luca: Cosa serve?
    Andrea: Serve, fidati che serve. Ho già fatto iscrivere in palestra 9 persone. Se ne faccio iscrivere 10 mi danno una tessera gratis. Quindi vedi che serve?
    Luca: Ah sì, serve, serve... serve a te dunque... serve...
  • Silvano: Luca, guarda cosa ho trovato.
    Luca: Be', bravo, un foglio.
    Silvano: Non è un foglio di carta qualsiasi... è il tuo foglio di carta.
    Luca: Ma è il curriculum che ho mandato 12 anni fa... ma guarda che figo che sono in questa foto, ci credo che mi hanno assunto...
    Silvano: Giacca rossa con le spalline, cravatta di cuoio... sembri capitan Harlock, ti manca solo la benda nera... che togo...
    Luca: Allora ero tutto molto togo, anche capitan Harlock... poi sai, io ero un ragazzo spensierato, pieno di figliole...
    Silvano: Eh, spensierato... guarda qua le esperienze che avevi già fatto a 18 anni... responsabile ufficio import presso la società computeristica IBM a New York...
    Luca: Sì, sì...
    Silvano: Poi capoufficio approvvigionamenti della camera di commercio portoghese a Lisbona, laurea alla Bocconi...
    Luca: Sì, sì.
    Silvano: Poi stage ovunque... CIA, NASA...
    Luca: Sì, sì, sì... ma non dirlo in giro... che fa troppo "lei non sa chi sono io". Preferirei essere discreto su queste cose.
    Silvano: Poi Luca, guarda gli hobby... è incredibile...
    Luca: Non me li ricordo gli hobby che ci ho messo... sai... ah, eccoli: paleontologia, fisica molecolare... be', niente di speciale, sono tutti hobby normalissimi... paleontologia l'ho anche abbandonata ultimamente...
    Silvano: Certo che con un curriculum del genere potevi essere ovunque... ma perché sei rimasto qui a lavorare, Luca?
    Luca: Perché sai, questo è un posto... il lavoro mi dà... la possibilità di avere un po' di tempo libero, un po' di privacy, anche perché sai... devo occuparmi dei poveri e abbandonati... li vado a trovare... mi raccomando, non dirlo a nessuno... non voglio che si sappia in giro.
    Silvano: Comunque tu, Luca, sei troppo modesto, anzi... dottor Luca...
    Luca: Eh sì... se leggi bene, sono professore emerito in astrofisica, me lo ero quasi dimenticato...
  • Luca: Sono sicuro che quel cretino parlerà... [arriva Gaia]... Salve Gaia, come va?
    Gaia: Benissimo, e lei?
    Luca: Bene, grazie, non posso lamentarmi.
    Gaia: Luca, basta con questo lei, diamoci del tu... tra ex bocconiani... Silvano me ne ha appena parlato... anche io ho frequentato la Bocconi...
    Luca: Ma va'? Ma che fortuna...
    Gaia: Io ho frequentato lo SNAI, il corso di deviazione aziendale del professore Poddi.
    Luca: Io invece ho preferito lo slep... anoc... il professor Arlock... lo chiamavamo capitan Harlock... un militare prestato all'economia.
    Gaia: Mah, mai sentito nominare... e in che anno si è... ti sei laureato?
    Luca: Nel ses... settant... nel novantadue.
    Gaia: Se non lo sai tu...
    Luca: '92, '93...
    Gaia: Il titolo della mia tesi era "Bilanci in rosa: il tocco femminile nella contabilità aziendale". Il tuo?
    Luca: "Aziendale" anche il mio.
    Gaia: Cioè?
    Luca: C'era "aziendale" anche nel mio. Adesso tutto il titolo non me lo ricordo, perché sai, '92...
    Gaia: Ma dai, Luca, non ti ricordi il titolo della tua tesi.
    Luca: Eh no.
    Gaia: Allora sai che faccio? Vado sul sito internet della Bocconi. Sicuramente lo trovo. Allora ciao, Luca. Ah, dottor Nervi.
    Luca: Ciao, dottoressa Gaia. Perfetto. Sono morto. Sono il dottor morto.
  • Gaia: Luca, ti stavo cercando. Non c'è nessun Luca Nervi nella lista degli ex alunni. Io non capisco come sia possibile.
    Luca: Ah no?
    Gaia: Eh no, guarda anche tu. Sono in ordine alfabetico.
    Luca: Ma c'è stato un fraintendimento. Tu intendevi "Bocconi" "Bocconi"...
    Gaia: Eh certo, l'Università Commerciale Luigi Bocconi.
    Luca: Perdonami, però "Bocconi" è generico. Il linguaggio scientifico pretende precisione. Io dicevo "Osvaldo Bocconi", che è un cugino... di parte di madre... del vecchio Luigi... che anni fa ha organizzato un corso per corrispondenza che godeva anche di un certo prestigio presso... i postini.
    Gaia: Sei penoso, Luca. Anzi, lei è penoso, signor Nervi.
    Luca: Be', penoso non direi. Era un'ottima scuola per corrispondenza, io ero il primo del mio corso. Non ho mai fatto un'assenza... a parte lo sciopero delle poste dell'89...
  • Silvano: Günaydın.
    Luca: Cosa? Cosa hai detto?
    Silvano: Non lo so. Ho letto sul tuo curriculum che hai studiato il turco, mi sembra che voglia dire buongiorno. Günaydın.
    Luca: [a bassa voce] Oh, stai zitto...
    Silvano: Cosa?
    Luca: Vuol dire che stai rischiando di finire contro la macchina del caffè.
    Silvano: Ah, in turco? Togo [Luca lo sbatte più volte contro la macchinetta]

Dramma coniugale

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  • Luca: Eddai, Paolo, non ti puoi certo lamentare se tua moglie ti tradisce!
    Paolo: Ma tu cosa ne sai? Tu non lo sai cosa significa la fedeltà!
    Luca: Ma neanche tu, l'unica cosa a cui sei stato fedele nella tua vita è il tuo camper!
    Paolo: Eh, appunto: io ho passato tutta la mia vita nei motel, nelle aree di parcheggio della statale, sui viali... io lo so benissimo cosa significa il tradimento. Si sta male quando si viene traditi, malissimo. Io amo mia moglie, la amo tantissimo, e poi, se dormo da solo... ho freddo ai piedi!
    Luca: E allora mettiti un paio di calzettoni, una coperta di lana, ma non fare così, sei ridicolo!
    Paolo: Ma Luca, Valeria non è soltanto mia moglie, è anche l'angelo del mio focolare, è la madre dei miei figli, e se mi lascia è finita! Anche perché è tutta colpa mia, perché non ci sono mai a casa! Passo più tempo con la mia Alfa che con mia moglie e i miei figli...
    Luca: Allora ho un'idea: mettiti con la tua macchina: due fiori, uno spoiler bianco e ti fai sposare dal tuo carrozziere.
    Paolo: Ma guarda che tu non ti rendi mica conto. Ieri mattina stavo facendo colazione con mia moglie e lei mi fa "scusa, vorrei il caffè, è già che ci sei vorrei anche il divorzio".
    Luca: Eh, una tragedia! Perdersi la compagnia di una scassamaroni con la cellulite e dei due unici serial killer sotto il metro e mezzo!
    Paolo: Cosa fai? Insulti la mia famiglia?!
    Luca: Guarda che sono parole tue!
    Paolo: Io amo moltissimo la mia famiglia!
    Luca: Chiaro, chi non l'adorerebbe? Sembra la famiglia di Al Capone.

Guasto

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  • Paolo: Tieni, il tuo caffè.
    Luca: [prende il bicchiere ma vede che non c'è caffè ma un liquido arancione] Che è sta roba?
    Paolo: È caffè ristretto con lo zucchero, come al solito! Guarda, c'è anche scritto qui... [gli indica il nome sulla macchinetta]
    Luca: È arancione, non è caffè...
    Paolo: Oh cacchio, hai ragione, è succo di carota... Io il numero l'ho fatto giusto...
    Luca: No, si è rotta la macchina di nuovo, adesso due settimane prima che la aggiustino, che palle!
    [Arriva Silvano]
    Silvano: Ragazzi se volete ci do un'occhiata io, sono un mago!
    Paolo: Sta' fermo con le mani tu, che appena provi ad aggiustare qualcosa spacchi tutto!
    Silvano: Vabbè, come vuoi. Posso almeno provare a farmi un caffè? [prepara la moneta]
    Luca: Shhh... Mi è venuta un'idea, dammi quella moneta... [prende la moneta di Silvano e la inserisce nella macchinetta] Se io gli dico succo di carota, D-19... [digita il numero e la macchinetta eroga una bevanda]... Guarda...
    Paolo: [prende il bicchiere e vede che c'è un'altra bevanda] Tè al limone...
    Luca: [rivolgendosi alla macchinetta] OK, vuoi fare la bastarda?? Allora vediamo chi è più furbo tra noi due! [a Paolo e Silvano] Ragazzi ci si organizza: Paolo prendi carta e penna, Silvano occupati della moneta, adesso è guerra!
    Paolo: [Fa un massaggio sulle spalle a Luca] Quando il gioco si fa duro... il gioco si fa duro!
  • Luca: F-16! [dà il bicchiere a Silvano, che assaggia la bevanda]
    Silvano: È camomilla...
    Paolo: Ma no, F-16 l'avevamo già scritto! State attenti, porca vacca, ci fotte tutta la moneta!
    Luca: Scusa ma tu che stai facendo, non guardi la lista?? Allora: io dico il numero, tu controlli che nella lista non ci sia e dici "Affermativo!", allora io digito, la bastarda [la macchinetta] produce e Silvano assaggia. È un piano perfetto! A che punto siamo?
    Paolo: Abbiamo quasi finito. Abbiamo tutte le A, tutte le D, ci mancano B-54 e C-11 da identificare: due colpi e la affondiamo, dai!
    Luca: Silvano soldi...
    Silvano: Ragazzi siamo messi malissimo, questo è l'ultimo...
    Luca: Com'è possibile, dove sono finite tutte le monete che abbiamo sequestrato negli uffici? Che c'avete fatto??
    Paolo: Ma come che c'abbiamo fatto, sei stato tu a sprecarle digitando tre volte D-41 e tre volte F-16!
    Luca: E su indicazione di chi, eh?? Ti ho già detto che l'addetto al controllo numeri sei TU!! Stiamo calmi... STIAMO CALMI!!! Silvano dammi la moneta, proviamo B-54!
    Paolo: No non gliela dare Silvano, non gliela dare sennò questo ci fotte anche l'ultima moneta, e poi a me non mi convince questo B-54... Io mi sento C-11...
    Luca: Ah te lo senti, come prima, quando ti sentivi il brodo vegetale...
    Paolo: Ahhh parla quello che ci voleva giocare la camicia sul cappuccino...
    Silvano: Dai ragazzi, basta litigare, scelgo io...
    Luca e Paolo: NO!!!
    Luca: [Prende la moneta] Testa: B-54; croce: C-11! [lancia la moneta, la riprende ed esce testa] Ah! B-54, era scritto! [inserisce la moneta e digita B-54]
  • Luca: [Prende il bicchiere nel quale la macchinetta ha appena erogato la bevanda e, senza vedere cosa c'è dentro, lo dà a Silvano] Tieni Silvano, assaggia...
    Silvano: [Prende il bicchiere, assaggia la bevanda e sente che è caffè] Caffè lungo senza zucchero! [tutti esultano] Evvai! Abbiamo vinto! Abbiamo vinto!
    Luca: [Rivolgendosi a Paolo] Hai visto?? B-54, altro che C-11! [a Silvano] Non bisogna farsi intimorire dalle macchine, è sempre l'uomo che vince! [gli dà un bacio sulla guancia] Alla fine l'hai avuto il tuo caffè, eh?
    Silvano: Sì, mi è costato quarantadue euro e cinquanta...
    Luca: Ma che importa?? Che importa, è una lezione di vita!!
    [Silvano se ne va euforico]
    Paolo: Ti posso dire una cosa? Quando hai fatto B-54... non ci credevo! [Luca lo abbraccia] Ce lo meritiamo un bel caffè adesso!
    Luca: Hai una moneta?
    Paolo: Io no, e tu?
    [Luca e Paolo guardano la macchinetta]

Il tesoro di Paolo

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  • Paolo: Ve l'avevo detto io di non frugare! Mi avevi giurato che avresti fatto la guardia e invece adesso... c'è un pezzo di me che si è perso!
    Luca: Eddai non ti scaldare, vedrai che lo troviamo, mica scappa! Non deve essere molto intelligente, è un coglione, sarà rotolato da qualche parte...
    Paolo: Non lo troveremo MAI!!!
    Luca: Silvano come vanno le tue ricerche?
    Silvano: Io non ce la faccio più, è da un quarto d'ora che cerchiamo, non serve a... [con un piede schiaccia il testicolo perduto di Paolo]
    Paolo: [estrae un coltello] Mi devi una palla Silvano!
    Luca: [cerca di calmarlo] Paolo, Paolo, Paolo...
    Paolo: [lo interrompe] Zitto, zitto, zitto, sta' zitto!! [a Silvano] Tirati giù i pantaloni! [Silvano si mette a piangere]

La casa al mare

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  • Paolo: Mi sembrava un affare! Tunisia, spiaggia, quattro camere con giardino, pagamento a rate, era anche deducibile dalle tasse, il 40%...
    Luca: E invece ti hanno venduto un buco e te lo hanno fatto pagare come una villa in Costa Azzurra. Ma almeno dov'è? La Tunisia è grande, Djerba, Hammamet, Monastir... dov'è?
    Paolo: Eh, non lo so, io ho visto la piantina...
    Luca: Paolo, tu hai comprato una casa senza averla mai vista, senza sapere dov'è e hai in mano solo una piantina?!
    Paolo: Però era fatta bene, c'erano disegnate le palme, le case, le auto parcheggiate... ce n'era una che sembrava la mia Alfa, delle a... lo so, mi sono fatto fregare.
    Luca: "Fregare"?! Probabilmente quella casa non è mai stata costruita, probabilmente non esiste nemmeno il posto dove doveva essere costruita! Ma come hai fatto?! Tu, "l'uomo chiamato contratto", "Il mago del commerciale"!

La matrice

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  • Paolo: Che palle, De Marinis è in ferie e invece di divertirsi, passa una giornata a romperci. Ieri ero tanto irato che ad un certo punto mi sono messo a lavorare.
    Luca: Io no. Ma anche io mi sto stufando. Stamattina ho visto Matrix per la duecentesima volta.
    Paolo: Bellissimo, l'ho visto anche io. Però ci sono delle parti che non ho capito. Per esempio... di che cosa parla?
    Luca: Be'... è la storia di uno scuro impiegato che viene convinto da uno strano tizio di avere dei poteri sovrannaturali, di essere l'eletto. Solo che lui per tutto il film ha sempre il sospetto di essere un po' lo sfigato...
    Paolo: Sfigato? Come Silvano?
    Luca: Già, come Silvano... sai che forse ho trovato il modo per passare il tempo? Stai pensando a quello che sto pensando io?
    Paolo: Certo che lo sto pensando... [Paolo ride, ma poi con con uno sguardo pensieroso si rivolge a Luca]... Cos'è che stai pensando?
  • Postino: Ma allora è lei Silvano Rogi?
    Silvano: Sì.
    Postino: Tenga questa. Arrivederci e grazie [Se ne va dando una busta a Silvano. Inizia a squillare un telefono dentro la busta. Silvano la apre e risponde]
    Cellulare [La voce di Paolo non è riconosciuta da Silvano]: Ciao Silvano, sai con chi parli?
    Silvano: La mamma?
    Cellulare: Ti stavo cercando, sono Morpheus.
    Silvano: Togo, il calciatore... mi fai un autografo?
    Cellulare: Morpheus, non Morfeo, idiota.
    Silvano: Morpheus? E chi sei? Cosa vuoi da me?
    Cellulare: Sono un amico, ti stavo cercando, Silvano. Non so se sei pronto a vedere quello che voglio mostrarti. Stanno venendo da te e non so che intenzioni hanno.
    Silvano: E chi è che sta venendo?
    Cellulare: Sta per arrivare la tua collega, Patti. Ha i conti trimestrali e i preventivi di spesa per i clienti internazionali.
    Silvano: Ma scusi, lei come fa a saperlo?
    Cellulare: Lo so e basta...
  • Patti: De Marinis ha detto di farti controllare i conti trimestrali... ah, dimenticavo, ci sono anche i preventivi di spesa.
    Silvano: Per i clienti internazionali?
    Patti: Bravo, come hai fatto ad indovinare?
    Silvano: [rivolgendosi al cellulare] È vero, è arrivata Patti con i conti. Ma scusi, lei come faceva a saperlo?
    Cellulare: Non stupirti, Silvano. Tutto questo è Matrix...
  • [Arriva Luca dall'ascensore vestito come Neo] Silvano: Ma Luca, come ti sei conciato?
    Luca: Io non sono Luca, mi manda Morpheus. Il mio nome è Trinity.
    Silvano: Dai, Luca...
    Luca: Non abbiamo troppo tempo per le spiegazioni. Devi capire che tutto questo è struttura. In realtà non esiste. È un programma in cui noi possiamo caricare di tutto: vestiti, automobili, elicotteri, carri armati. Io ho caricato la faccia di Luca Nervi.
    Silvano: Togo... si possono caricare anche le ragazze??
    Luca: Ci arriveremo, Silvano. Cerca di ascoltarmi e di capire. Prendi il tuo aspetto per esempio. Noi lo chiamiamo immagine residua di sé. La proiezione mentale del tuo io digitale.
    Silvano: Ma aspetta... vuoi dir che tutto questo non è reale?
    Luca: Che vuol dire "reale"? Dammi una definizione di "reale". Tutto quello che vedi è un semplice segnale elettrico interpretato dal cervello. Non sono altro che stringhe di numeri che compongono quella che voi chiamate realtà. E questa realtà tu puoi dominarla.
    Silvano: Io... dominare? Ma sei sicuro?
    Luca: Basta crederci. Essere sicuri di sé. Ricordarsi che quello che stai vedendo è solo apparenza [squilla il cellulare, risponde Luca] OK. Tra poco arriverà Alex. Se vuoi tu puoi possederla.
    Silvano: Davvero? E come faccio?
    Luca: Basta essere convinti di farcela. Vai. Ora [entra Alex]
    Silvano: Ciao Alex.
    Alex: Ciao Silvano, come va?
    Silvano: Bene, sto per dominare la realtà [Silvano da una pacca sul sedere a Alex, lei lo schianta contro la macchinetta]
  • [Silvano ha del cotone per non far sanguinare il naso] Silvano: Luca, avevi detto che potevo possederla...
    Luca: Ti ho detto che non sono Luca. Il mio nome è Trinity.
    Silvano: Comunque non funziona. Non ci riesco.
    Luca: Non ti devi preoccupare, Silvano, nessuno ci riesce alla prima volta. Matrix è un sistema e quel sistema è nostro nemico. Ma quando sei dentro e ti guardi intorno, cosa vedi? Persone qualsiasi [indicando delle persone vicino all'ascensore], persone di grande fascino e cultura [indicando se stesso], completi imbecilli [indicando Silvano]. Ma ricordati una cosa importante: se non sei uno di noi, sei uno di loro.
    Silvano: Ma chi sono loro?
    Luca: I nostri nemici. Programmi senzienti. Si muovono, entrano ed escono da qualunque software restando integrati nel sistema. Il che significa che chiunque non sia stato liberato da noi è potenzialmente un agente del nemico. All'interno di Matrix, lo sono tutti.
    Silvano: Anche mia mamma?
    Luca: Soprattutto tua mamma. Non ti mentirò, Silvano. Ogni uomo o donna che se li sia trovati davanti, chiunque abbia affrontato un agente è morto. Ma dove loro hanno fallito, tu avrai successo. Hai visto quell'uomo entrato in bagno?
    Silvano: Chi? Andrea?
    Luca: Noi lo chiamiamo agente Smith. Se ci credi puoi batterlo.
    Silvano: E come faccio?
    Luca: Con lo jiu jitsu.
    Silvano: Io non conosco lo jiu jitsu. Non ho amici cinesi, mia mamma non vuole che parlo con gli stranieri.
    Luca: È un'arte marziale. Puoi impararla in pochi secondi. Memorizzalo [passa un libro tirato fuori dalla giacca sulla faccia di Silvano, come fosse uno scanner, poi lo getta a terra] Perfetto. Ora puoi batterlo. Basta essere convinti di farcela. Vai. Ora. [Silvano tira un pugno sul petto di Andrea, che lo sbatte contro la macchinetta]
  • Luca: Non ti devi preoccupare, Silvano. Nessuno ci riesce la prima volta. [entra Paolo dall'ascensore] Ma è venuto il momento che qualcuno ti spieghi perché sei qui.
    Paolo: Stavate parlando di me?
    Silvano: Paolo, come sei vestito?
    Luca: Allora non hai capito niente... non è Paolo. Ti presento Morpheus.
    Silvano: Morpheus...
    Paolo: Sì, sono io. Silvano, tu sei qui perché intuisci qualcosa che non sai spiegarti. È tutta la vita che hai una sensazione che c'è qualcosa che non quadra nel mondo. Non sai bene di cosa si tratta, ma l'avverti. È questo che ti ha portato da me. Ti interessa sapere la verità?
    Silvano: Ma quale verità?
    Luca: Non vuoi sapere perché sei ancora vergine? Non ti interessa sapere chi sei veramente? Quello che ti stiamo offrendo è solo la verità, ricordati...
    Paolo: è la tua ultima occasione. Se rinunci non ne avrai altre. Suppostone all'ortica balsamica: fine della storia. Domani torni a essere il solito sfigato di sempre e non ricorderai nulla. Bon Bon rosso: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profondo la tana del bian...
    Luca: Bianconiglio.
    Paolo: Ecco, quella cosa lì...
    Silvano: Mi sa che prendo il bon bon...
    Paolo: Eh... bravo, Silvano. Sapevo che non mi avresti deluso. Perché tu sei... l'eletto.
    Silvano: Ma l'eletto da chi? Chi è che mi ha eletto?
    Luca: Nessuno ti ha eletto, cretino. Tu sei l'eletto, il prescelto, il predestinato, l'uomo che sconfiggerà Matrix e ci libererà dalla schiavitù. Tu sarai un eroe.
    Silvano: Togo... sarò un eroe...
  • Luca: Ascolta, Silvano. Devi lasciarti alle spalle tutto quello che conosci e convincerti che tu sei invincibile. Solo se fai questo salto nella fede riuscirai a sconfiggere Matrix.
    Paolo: Sì... e una volta fatto il grande salto, potrai riempire di botte il capo di tutti gli agenti, il terribile mister De Marinis. Questo è il tuo grande salto.
    Silvano: Ma il salto?... ahh, ho capito... come quel film... Matrix... dove c'era quel tipo vestito di pelle nera che salta da un palazzo ad un altro e salva tutto il mondo. Devo saltare dalla finestra.
    Luca: No, no, Silvano, cosa stai dicendo? [togliendosi gli occhiali] Non esagerare... è un salto mentale, non un salto in lungo...
    Silvano: [apre la porta del bagno e prende la rincorsa] Ho capito. Devo buttarmi tutto alle spalle: paure, dubbi... devo liberare la mia mente... io salterò dalla finestra del bagno e sconfiggerò l'agente De Marinis. Perché io so volare... [si lancia, Luca e Paolo cercano di fermarlo, ma senza successo. Si sente un rumore preoccupante]
    Luca: Silvano? Silvano?
    Paolo: È morto?
    Luca: Silvano? Silvano? [entrano nel bagno per vedere come sta]
  • Luca: Lo sai che stavolta mi sono preoccupato sul serio? Ho pensato: questa volta si è accoppato.
    Paolo: Io stavo per scoppiare a piangere.
    Luca: Non ti facevo così amico di Silvano... ti credevo insensibile.
    Paolo: Io quando me lo sono immaginato lì, spiaccicato sulla mia Alfa, col tettuccio piegato, il parabrezza rotto... che immagine... la mia povera Alfa...
    Luca: Vabbè... per fortuna De Marinis aveva fatto mettere le sbarre alle finestre. A proposito, quando le hanno messe? Io non mi sono mai accorto...
    Paolo: E io che ne so? L'altro giorno non c'erano quando mi sono calato da lì per andare al raduno dei camperisti anonimi.
    Luca: Ahh... ecco perché le hanno messe... ti sei fatto beccare? [entra Silvano, vestito con la giacca ma con la testa fasciata] Eccolo qua il nostro Icaro... Come mai sei vestito così? Hai passato la notte facendo lotte sadomaso con Patti?
    Paolo: Trauma cranico. Non deve essersi ripreso del tutto.
    Silvano: No, no, no... mi si sono aperti gli occhi. Ora ho capito tutto. Ora vi vedo per quello che siete. Voi siete soltanto due agenti incaricati di impedirmi di salvare il mondo. Ma non ci riuscirete. Perché siete soltanto due programmi senzienti integrati nel sistema. Ma io vi distruggerò.
    Paolo: È completamente andato. Vai a distruggere i tuoi rimborsi spese...
    Luca: Silvano, era uno scherzo, hai capito? Uno scherzo, capito? Tu non sei Keanu Reeves, sei il solito cretino di sempre.
    Silvano [tira due pugni in faccia ai due e li stende]: Io non sono più un cretino... sono l'eletto. Luca, Paolo, venite a vedere... ho sconfitto due agenti e sono pronto per un nuovo salto. Sgombra la mente, sgombra la mente, sgombra la mente [salta di nuovo dalla finestra del bagno]

Le analisi

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  • Purtroppo è una roba cronica che ti accompagna fino alla tomba! [Paolo lo abbraccia piangendo] (Luca a Paolo)

Lezioni di bacio

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  • Paolo: Ah, sai cosa ho sentito stamattina alla radio, mentre venivo qua in ufficio? Che il 61% delle donne quando fanno l'amore, fanno finta... capisci? Non ci si può fidare di nessuno... loro fanno "ah ah ah ah"... è tutto finto... con te Alex fa finta?
    Luca: Con me? Ma stai scherzando? Non finge per niente.
    Paolo: E come fai ad esserne così sicuro?
    Luca: Perché quando capita sono lì, sono in prima fila e ti posso assicurare che non finge, ok? È tutto vero, non finge affatto, va bene? Ti va bene così?
    Paolo: Sì.
    Luca: Arrivederci... [Paolo se ne va] Magari provasse a fingere... sbadiglia e basta...

Malumore

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  • Luca: Se c'è una cosa che non sopporto sono quelli di buonumore il mattino presto!
    Paolo: Eh, a chi lo dici...
    Luca: E poi dicono tutti la stessa cosa, hai notato? «È bello... c'è il sole... però fa freddo...», ma cosa me ne frega a me?! Ho cose più importanti a cui pensare!
    Paolo: Comunque... hai visto nonostante il freddo che bel sole che c'è? È bellissimo! Viene da dire in fondo in fondo che la vita non fa così schifo!
    Luca: Allora dimmi tre cose per cui la tua vita non fa schifo, dai.
    Paolo: Il sole non...
    Luca: Dai, dai, dai!
    Paolo: Ok, va bene... Ah, ci sono! Il camper!
    Luca: Sì, un container a quattro ruote che costa un sacco di soldi per vivere da terremotati due settimane l'anno!
    Paolo: Ci sono, le donne!
    Luca: Ma se l'unica donna che hai visto quest'anno è tua moglie sul sito porno delle casalinghe insoddisfatte!
    Paolo: I figli! Una cosa che tu non puoi capire!
    Luca: I figli, i tuoi ti danno una gran soddisfazione, eh! Anche se non prendono il diploma trovano lavoro lo stesso perché la malavita ha sempre bisogno di ragazzi volenterosi!

Missione impossibile

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  • Silvano: Chi è?
    Paolo: Sono io, Paolo.
    Silvano: Parola d'ordine.
    Paolo: "Tua madre si è rifatta le tette."

Posizione scomoda

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  • Anna: [Inserisce la moneta nella macchinetta, che non gliela conta] Ooh! Macchinetta del cavolo!!!
    Paolo: Che succede?
    Anna: Guarda, è una persecuzione: tutte le mattine arrivo, infilo la moneta, la macchinetta la frega e non mi fa il caffè!
    Paolo: Eh, be', capita... Pensa che io tutte le mattine arrivo qui... [si china e nota che il cavo è collegato male] attacco la spina alla corrente... [si rialza e la macchinetta fa il caffè] ...e un caffè gratis! [se ne va]
    Anna: Ma quello è il mio caffè...
  • Silvano: [Mentre canticchia inserisce la moneta ma il bicchiere non scende] E il bicchiere? Come mai non scende? [prova a tirarlo fuori con la mano, ma gli si incastra] Non ci posso credere...
    [Arriva Patti]
    Patti: Ciao Silvano. Dici che ho qualche possibilità di riuscire a prendermi un caffè prima di sera?
    Silvano: Non credo sia il momento giusto, mi è successa una cosa incredibile: mi si è incastrata la mano nella macchinetta del caffè e non riesco più a toglierla...
    Patti: Ma come cavolo hai fatto?
    Silvano: Eh, niente, volevo prendere un bicchiere...
    Patti: Ma i bicchieri scendono da soli!
    Silvano: Sì, lo so, ma... Senti, lascia perdere. Mi vuoi dare una mano, piuttosto??
    Patti: Hai provato a tirare? [tira il braccio di Silvano, che sente dolore]
    Silvano: AHIAAA!!! Ma sei impazzita?? Mi fai spappolare la mano!!!
    Patti: Ma scusa, prima mi chiedi aiuto e poi mi urli contro?? Ma per chi mi hai presa??? Arrangiati, va'!!! [se ne va infuriata]
    Silvano: No... Patti... Dai, scusa, stavo scherzando...
  • Silvano [vede che sta arrivando Luca e si sta prendendo un caffè]: No! Fermo! Cosa fai?
    Luca: Prendo un caffè...
    Silvano: No, Luca, non puoi...
    Luca: Perché? È rotta? [scende il caffè bollente che brucia la mano di Silvano, che si mette a gridare] Aaaaahhhh!!! Che c'è? Che c'è da gridare???
    Silvano: Mi hai appena bruciato la mano, bastardo! Mi si è incastrata nella macchinetta del caffè...
    Luca: Ma sei un imbecille, come hai fatto?
    Silvano: Poi magari ti spiego, adesso magari aiutami, no?
    Luca: 300 euro in più sulla mia busta paga. Ho un certo feeling con la macchina.
    Silvano: Ma... questo è ricatto, non puoi essere così meschino!
    Luca: Meschino? Prendo un altro caffè!
    Silvano: No, no, no, no... 50 euro, non di più!
    Luca: 200 euro. Prendere o lasciare? Ti spiego com'è la situazione: se accetti sei libero; se rifiuti rimani qui da solo e questa notte passa Terminator, un pastore tedesco della guardia, che è da una settimana che mangia yogurt e non vede l'ora di cambiare menù...
    Silvano: 100 euro... Ma guarda che è rischioso, magari mi licenziano!
    Luca: 100 euro ce la posso fare, però solo col coltello... Vabbè, al massimo ci lasci un dito [apre il coltello]
    Silvano: Va bene, va bene, va bene... 150...
    Luca: 150... Ci devo pensare... Vado in bagno [se ne va in bagno]
    Silvano: [sottovoce] Che bastardo...
    Luca: Scusa, cos'hai detto??
    Silvano: Niente... Niente...
    Luca: Te la becchi lo stesso! [gli molla uno scappellotto]
  • Anna [nota che c'è Silvano davanti alla macchinetta]: Che ti succede, Silvano, la macchina del caffè ti ha fregato il resto?
    Silvano: No, mi si è incastrata la mano e non riesco più a sbloccarla...
    Anna: Oh, povero Silvano. Aspetta che ti do una mano io... [riesce a sfilargli la mano] Ecco, fatto...
    Silvano: Grazie, Anna, non sai che sollievo...
    Anna: Ma figurati... [le si incastrano i capelli] Oddio, mi sono rimasti i capelli impigliati nella macchinetta del caffè...
    Silvano: Aspetta che ti aiuto io... [le tira un braccio]
    Anna: Aahhh! Ma non tirare i capelli così, ahia!
    Silvano: Senti, vado a prendere le forbici, è l'unica soluzione.
    Anna: No, no, no, no, no, le forbici no. Piuttosto chiama un tecnico, qualcuno, ma sbrigati!
    Silvano: Faccio subito, tu non ti muovere di lì... [va a cercare qualcuno]
    Anna [con ironia]: Ma guarda, pensavo di andare a fare un giro con la macchina del caffè sulle spalle, adesso vedo... Ma perché sono così deficiente, mi devo fare i fatti miei...
    [Luca esce dal bagno]
    Luca: Silvano... Allor... [nota che Silvano non c'è più e al suo posto c'è Anna] Che c'è? Mi sono perso un episodio?
    Anna: Ciao Luca, tutto bene... Potresti aiutarmi a staccare i miei capelli da questa macchina infernale?
    Luca: Non so... Con Silvano avevamo trovato un accordo... Anche con te, forse possiamo venirci incontro...
  • Silvano: Scusa, Paolo, non è che me lo prenderesti tu il caffè, per favore?
    Anna: Scusa, puoi prenderlo anche a me, per favore?
    Paolo: E che c'è? La psicosi della macchina del caffè? [fa uno scherzo a Silvano e ad Anna] Oddio... Oddio... Oddio mi di è incastrata la mano... Oddio... [i due cadono nello scherzo] Ma siete cretini? E secondo voi io mi faccio rovinare la mia mano migliore? [si dà dei baci sulla mano] È quella che firma i contratti [a Silvano] Vuoi baciarla?
    Silvano: No.
    Paolo: [ad Anna] Un bacino?
    Anna: Non ci penso nemmeno! [Paolo prende il suo caffè e se ne va] Che idiota!
    Silvano: Non pensi neanche quanto sia stupido...
    Anna: Perché? Che intendi?
    Silvano: Stavo giusto andando a preparare la sua busta paga!

Problemi di udito

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  • Paolo: Non ci credo.
    Luca: Ti giuro. Pare che durante le feste gli sia scoppiato un petardo vicino alla faccia, e adesso deve andare in giro con gli apparecchi per le orecchie perché è diventato completamente sordo, ma completamente [entra De Marinis]
    De Marinis: Buongiorno, signori.
    Luca e Paolo: Buongiorno.
    De Marinis: Cosa avete detto?
    Luca: HO DETTO "BUONGIORNO".
    [De Marinis prende un caffe]
    Luca: Certo, deve essere fastidioso andare in giro con gli apparecchi nelle orecchie.
    De Marinis: Neanche tanto, però non funzionano molto bene. Li ho presi in prestito dalla vecchia zia di mia moglie. Però voi per qualche giorno dovrete avere pazienza con me. Magari dovrete ripetermi le parole.
    Paolo: Non si preoccupi, direttore. Vuol dire che saremo pazienti, tanto rimani un pezzo di cretino.
    De Marinis: Giusto, Bitta, il buongiorno si vede dal mattino.
    Luca: Non si preoccupi, la perdoneremo, lei pensi a curarsi.
    Paolo: Ma tanto siamo abituati a sopportala... ma levati di torno.
    De Marinis: Sono solo le 10 del mattino e lei già pensa al contorno?
  • Paolo: Certo che in giorni come questi è un piacere lavorare per questa azienda. Ma scordati che oggi faccio qualcosa, imbecille.
    De Marinis: Faville? È la parola giusta. Bravo, Bitta, quest'anno faremo faville. Però non vorrei rovinarmi la pausa, ma sento che è ora di rimettersi al lavoro.
    Luca: E allora senti proprio male. Io penso che adesso mi farò una pennichella.
    De Marinis: La mortadella se la mangi seduto alla scrivania, così tra un morso e l'altro forse riesce anche un po' a lavorare.
    Paolo: Ma va' a quel paese, bastardo di un padrone.
    De Marinis: Ma cosa le frega a lei se a me piace il capone? E poi perché mi parlate solo di mangiare. Forsa, a lavorare.
    Luca: Ci conti...
  • Luca: Mi sa che vado a dormire veramente [si stira]
    De Marinis [uscendo dal bagno]: Miracolo, miracolo. Nervi, è successo un miracolo.
    Luca: Cos'è? Ha trovato il bagno pulito?
    De Marinis: Non c'è più bisogno di urlare. Ora ci sento benissimo. Ero li in bagno a farmi gli affari miei quando ho sentito una specie di "plop". Poi sa com'è, quando si è su un aereo e ti si stappano le orecchie? Adesso ci sento. Se ben ricordo dal suo urlo di poco fa...
    Luca: Oh... vede... dice che non servo mai a niente... le offro un caffè
    De Marinis: Bene, volentieri [Arriva Paolo]
    Paolo: Ahh... è ancora qui il bastardo? Sempre sorridente con quella faccia da culo.
    De Marinis: Bitta, provi a ripetere. Parli direttamente qui [mostrandogli l'apparecchio]
    Paolo: Stavo dicendo che magari ho bisogno di una pausa, perché lavoro come un mul...
    De Marinis: Ma lasci stare... ho sentito benissimo la metafora da lei utilizzata per descrivere i lineamenti del mio viso.
    Paolo: Be', io non gli ho mai dato della metafora.
    Luca: A me pare di aver sentito mulo.
    De Marinis: Non credo proprio.
    Paolo: Allora c'è qualcuno che imita la mia voce. Chi è? Chi è che ha parlato?
  • Luca: Certo che ora sei proprio nei casini con De Marinis.
    Paolo: Io? E certo... se tu mi avessi aiutato... potevi almeno avvisarmi che non era più sordo.
    Luca: E come potevo fare? Ce lo avevo di fianco... come facevo?
    Paolo: Ti inventavi qualcosa, facevi un gesto... Ti toccavi il naso... facevi così [si tocca il naso] quando arriva fai così
    Luca: Così?
    Paolo: Non mi sembra difficile.
    [Luca si tocca il naso, arriva De Marinis]
    Paolo: Sì, ho capito che tu hai capito, ma rifallo solo quando arriva quel maiale di De Marinis.
    Luca: Ci deve essere un problema all'aria condizionata.
    Paolo: Ti sarai ammalato. Vuoi un fazzoletto?
    De Marinis: Maiale?
    Paolo: Ha sentito anche lei? Oddio, oddio, ma chi è che ha parlato? Oddio, sento le voci... andate via da me, andate via da me... oddio, oddio...

Ganasce

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  • Luca: Weilá, ti hanno lasciato andare! Credevo fossi già ai lavori forzati.
    Paolo: Beh, in effetti. Il giudice mi ha condannato a 600 ore come ausiliario del traffico.
    Luca: Eheh, non ci posso credere! Tu, il nemico numero uno dell'educazione stradale condannato a fare il vigile! Se ti davano cinque anni di galera era meglio.
    Paolo: Eh, è quello che gli ho detto anch'io! Mi dia cinque anni di galera, perlomeno mi tolgo i figli dai maroni. Niente da fare!
    Luca: Sarai depresso, eh?
    Paolo: All'inizio sì, poi sono arrivato qui...ho fatto la multa a De Marinis, 400€!
    Luca: Beh, mica male eh!
    Paolo: E poi ho capito. Questo è il potere. Ho fatto trecentododici multe nel giro di un quarto d'ora. Ho multato tutte le auto dei dipendenti della Digitex. Ho multato chiunque, Luca! È una droga! Questo...questo libretto qui è una droga!
    Luca: Paolo mi fai paura, sei sicuro di star bene?
    Paolo: No, sto malissimo, non riesco più a controllarmi! A un certo punto sono arrivato qui sotto, c'era una macchina con un alettone fuori norma, la marmitta bucata e gli stop che non funzionavano. Gli ho fatto una multa da 700€, non sai che goduria, hahaha!
    Luca: Paolo, tu sei l'unico ad avere una macchina così. Ti sei fatto la multa da solo, ma guarda che sei veramente deficiente...
    Paolo: [Apre il libretto e scrive un multa per Luca] Oltraggio a pubblico ufficiale: 500€! EHEHEH!

Altri progetti

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