Campionato mondiale di Formula 1 1999
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Citazioni sul campionato mondiale di Formula 1 1999.
Citazioni
[modifica]- Alla vigilia della trasferta al Nurburgring, avevo scoperto (e l'avevo scritto) che Irvine aveva disputato le gare di Spa e Monza con un telaio "logoro". Cioè la sua macchina non era strutturalmente in condizioni ottimali. La Ferrari ammise la cosa, pur ridimensionandone il significato. Comunque, Eddie ebbe un telaio nuovo. Debbo dire che l'atmosfera era pregna di cattivi pensieri. Io mi sforzavo di restare lucido. Secondo me, al netto delle speculazioni e anche degli errori, una cosa tagliava la testa al toro e al topo. Se i vertici Ferrari non avessero voluto vincere il mondiale piloti (dopo vent'anni!) con Irvine, futuro driver Jaguar, beh, ad Hockenheim avrebbero lasciato trionfare Salo, no? E la penso ancora così. Poi, che all'interno della Scuderia fortissimo fosse il rimpianto di Schumi, ecco, questo era un altro discorso. Ma venne l'episodio della ruota misteriosamente scomparsa e a quel punto il vortice dei sospetti ingoiò tutto e tutti. (Leo Turrini)
- Il problema principale di quella stagione fu che quando Michael [Schumacher] ebbe l'incidente, la Ferrari smise di sviluppare la macchina in galleria del vento e si concentrò sulla vettura dell'anno successivo. Per loro era logico, perché le possibilità di vincere il campionato erano basse. La McLaren aveva un'auto migliore e più veloce della nostra, non sapevamo che le circostanze avrebbero occasionalmente lavorato in nostro favore nelle ultime gare. La squadra apportò alcuni sviluppi all'auto del '99, prendendoli direttamente da quella del 2000, e così facemmo un passo avanti nelle prestazioni. Dovevano prendere una decisione aziendale molto chiara e si chiesero: "Irvine può vincere al volante della Ferrari del 1999?" Tutti avrebbero detto di no, incluso me, perché quell'anno la McLaren era un secondo al giro più veloce della nostra macchina. Sapevano che Michael sarebbe tornato nella stagione successiva [rientrò in Malesia al penultimo gran premio, ndr], perciò la cosa aveva totalmente senso. Certo, sarebbe stato bello diventare campione del mondo, ma ci sono piloti che hanno vinto il titolo e dei quali sapevo di essere più bravo. Poi ce ne sono altri, che a loro volta non hanno mai conquistato il Mondiale, che erano anche migliori di me. Ma la mia vita va decisamente bene così e non posso assolutamente lamentarmi. (Eddie Irvine)
- Schumi fuori a Silverstone con frattura doppia alla gamba [...], Eddie lanciato – contro ogni previsione – verso il titolo iridato, contro Mikka Hakkinen soprattutto. Una sfida con dentro molti capitoli contorti e il sospetto che la Ferrari mostrasse qualche titubanza nel puntare davvero su Irvine. Secondo di Schumi mentre Schumi non riusciva a riportare il trono a Maranello [...]. In Malesia, Schumacher era tornato dalla convalescenza, disposto a dare una mano al compagno di squadra. Doppietta, infatti, in vista della gara conclusiva a Suzuka [...]. Con immediata squalifica causa deflettori fuori misura (e titolo assegnato al finnico della McLaren) e successiva riabilitazione del Cavallino in sede di appello, a Parigi. Ciò che accadde in quelle settimane sta ancora oggi in una nube densa. La squalifica inutile (gli stessi deflettori misurati a Sepang e dati come irregolari, risultarono regolarissimi pochi giorni dopo), una corsa in Giappone piuttosto bizzarra, con Eddie del tutto disorientato, con Schumi in retroguardia capace soltanto di portare a casa i pochi punti necessari alla conquista del titolo costruttori, con Hakkinen campione per due lunghezze su Irvine che lasciava proprio lì la Ferrari per passare alla Jaguar. Cosa avvenne davvero non si sa e forse, chi sa, non lo può dire. (Giorgio Terruzzi)
- Finisce il mondiale di fine secolo e la Ferrari ritorna mondiale. In Giappone non è andata come si sperava e come si voleva, ma un titolo mondiale è arrivato: quello dei costruttori. La Coppa che premia il lavoro di squadra, di meccanici, tecnici, piloti, di gente che ha sudato tutto l'anno senza conoscere notti e vacanze, mogli e bambini. Un giusto riconoscimento che la Ferrari merita in pieno per il coraggio e l'abnegazione dimostrate in questa stagione in cui si è trovata, a metà luglio, quasi nel baratro con l'incidente di Schumacher [...]. I maghi della F.1, uomini come Enzo Ferrari, Colin Chapman, Frank Williams hanno sempre attribuito a questa coppa il valore di un Oscar, il premio dei premi. Ed è sicuramente così.
- Ma non era questo il mondiale che si voleva, il mondiale di cui si parlava, il mondiale che la gente aspettava. [...] Volevano il titolo mondiale piloti. Perché è di questo che si parla sempre [...]. E che oggi doveva essere in mano a un irlandese, Eddie Irvine. Un ragazzo bistrattato per tre dei suoi quattro anni alla Ferrari e che all'improvviso si trova alle prese con un titolo mondiale, una cosa più grande di lui, dinnanzi alla quale si è forse sentito perfino un po' spaventato. Non l'ha vinto. Purtroppo per lui. E purtroppo anche per tutti noi che, diciamoci la verità, a questo titolo rivolgevamo i nostri sogni. Meglio che niente, è il commento che si raccoglieva ieri nei box rossi, sussurrato perché non apparisse una bestemmia.
- Tutti volevamo il titolo mondiale piloti, non l'altro che a molti appare quasi una coppetta di serie B, un ripiego. Certo non è così, questo titolo non è un ripiego ma una certa amarezza la lascia. Perché sono tre anni che la Ferrari arriva all'ultimo Gran Premio e fallisce. Fallisce, quanto meno, l'obiettivo più ambito. [...] Perché nel grande immaginario mondiale del popolo ferrarista è sempre contato il titolo piloti. Un fiasco allora? [...] No, questo non si può dire. La Ferrari si è dimostrata più competitiva dell'anno scorso, la Ferrari progredisce, sia pure lentamente, la Ferrari inorgoglisce. Tutto vero, tutto giusto. Però, il vero obiettivo ancora una volta non è stato centrato. Non è stato un fiasco ma neppure una vera vittoria. Una via di mezzo che non riempie di gioia, che sembra lasciare l'opera ancora una volta incompiuta.
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