Eddie Irvine

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Eddie Irvine festeggia la vittoria del Gran Premio d'Australia 1999

Edmund "Eddie" Irvine (1965 – vivente), ex pilota automobilistico britannico.

Citazioni di Eddie Irvine[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Sulla Ferrari F310] Stavo per iniziare la stagione del 1996 [...] con una macchina che era un mezzo rottame. Cadeva a pezzi. Di mattina si andava a Fiorano per le prove alle 8, la pista era fredda e le gomme erano nuove, così mi dicevo, la macchina non è tanto male. Poi si verificava un guasto e passavamo la giornata a ripararlo. La temperatura della pista intanto saliva, poi scendeva: quando alla fine della giornata si usciva per l'ultima corsa la macchina era di nuovo ok. Ma un giorno che l'avevamo sistemata entro l'ora di pranzo e io sono uscito in pista mentre faceva caldo ho capito che era impossibile guidarla. Era l'antenata spirituale della Jaguar R2, la peggiore F1 che io abbia mai guidato. Eppure Schumi con quella macchina ci vinse tre gare e partì in pole quattro volte. [...] Quella macchina andava bene per tre giri, poi le gomme posteriori erano distrutte. Michael fu sensazionale quell'anno. Eravamo pieni di ammirazione per quello che riusciva a fare con quella macchina. Aveva la capacità di risolvere i problemi.[1]
  • [Ironizzando sulla propria fama di seduttore] Mettiamola così, su questo fronte sono stato molto fortunato perché ci sono solo due piloti Ferrari di F1. E l'altro era Michael Schumacher (fedelissimo alla moglie Corinna e concentrato solo sulle corse). Ho fatto esperienza molto in fretta...[1]
  • Non ammiro nessuno sportivo. Ognuno lavora per sé. Non seguo molto lo sport perché ho troppo da fare, preferisco guardare Discovery Channel. Penso però che lo sport sia molto importante per i bambini perché mostra loro che bisogna lavorare duro per avere successo.[2]
  • Ora che sono impegnato in molti affari e viaggio un sacco, capisco quanto poco importante fosse la Formula 1, ma quando ci sei dentro, pensi che sia la cosa più importante del mondo. È così dappertutto, incontri gli attori e pensano che i film cambieranno loro la vita, vedi i calciatori e pensano che le loro partite siano tutto, ma quando esci da quel mondo realizzi cosa è davvero importante.[2]
  • Penso che Vettel sia forte se è in testa e non deve lottare con nessuno, se invece guardiamo a Hamilton, Lewis è molto concentrato sulla gara e sullo stare davanti agli altri piloti. Vettel invece quando è in battaglia si concentra troppo sul suo avversario che sulla sua guida e finisce contro il rivale. Seb è un buon pilota, ma non lo vedo come un quattro volte campione del mondo. Penso che sia enormemente sopravvalutato e sa fare bene una cosa sola. Il talento di Lewis è molto più ampio.[3]
  • [Su Lewis Hamilton] È di un'altra categoria rispetto a tutti [...] non è ancora allo stesso di Michael [Schumacher] che per me resta il migliore di sempre come passo e costanza nell'arco di un fine settimana di gara. Non credo che Lewis gli sia nemmeno vicino, anche se sta collezionando molte vittorie. Però ha la macchina migliore, ci sono più gare e il livello della competizione è discutibile.[3]

Eddie Irvine

Intervista di Raffaele Dalla Vite, La Gazzetta dello Sport Magazine nº 10, 6 marzo 1999.

  • Mi piace molto sentirmi libero, essere in bella compagnia ma senza l'incubo di esserlo a lungo o per sempre.
  • Non mi aspetto mai troppo in amore, perciò non sono mai rimasto deluso.
  • Siccome non ascolto le critiche, non sento nemmeno i complimenti, sono abituato a giudicarmi sempre da solo.

Irvine. Io, allegro irlandese tra la Rossa e Schumi

Intervista di Carlo Marincovich, la Repubblica, 29 aprile 1999; ripubblicata in Antonio Azzano, formulapassion.it, 7 agosto 2011.

  • [«Perché lei gode fama di donnaiolo?»] Chi lo sa? Forse perché non hanno lo stesso successo che ho io, vogliamo dirlo così?
  • [«Cosa vuol dire essere irlandese?»] Essere pazzo e allegro, avere voglia di stare in compagnia, di parlare, ridere, scherzare, litigare, bere. [...] Da noi per esempio conta moltissimo il pub. Il pub è tutto: si mangia, si beve, si ride, si litiga. Il pub è l'Irlanda.
  • La birra è come noi irlandesi e noi irlandesi siamo la birra, effervescenti, spumosi, allegri e alla fine magari piombiamo ubriachi.
  • [«Lei è nordirlandese e protestante: con i cattolici va d'accordo?»] Moltissimo, ho tanti amici cattolici e protestanti e andiamo d'accordo anche quando litighiamo. Andiamo d'accordo non perché evitiamo di parlare delle nostre lotte, anzi ne parliamo e siamo tutti d'accordo nel dire che è una grande coglionata. E molti giovani la pensano così. Io mi sono fatto un'idea: mio nonno era molto acceso e battagliero in queste cose anche se non metteva bombe. Mio padre è già molto annacquato, a me non frega nulla. Voglio dire che da una generazione all'altra tutto si sta spegnendo, forse perché cambiano l'educazione, le comunicazioni e le informazioni circolano di più e io sono convinto che tra cento anni sarà tutto finito. Io sono nato a pochi chilometri da Belfast e mio padre sempre da quelle parti ha la sua officina meccanica, ebbene: vanno tutti sempre più d'accordo. Restano delle frange estremiste ma si spegneranno anche quelle perché piano piano scopriranno di non avere più un seguito.
  • [«Alla Ferrari le hanno sempre dato lo stesso materiale di Schumacher?»] Mediamente sì. Del resto Michael è il boss, il n.1, lo sapevo già da prima, nulla da ridire e poi... Guardi: Michael è una cosa incredibile... Come guida, la facilità con cui fa certe cose, da lui c'è solo da imparare.
  • La Ferrari paga un prezzo alto per il fatto di essere a Maranello, in Italia anziché in Inghilterra. Vede, in Inghilterra c'è un triangolo magico intorno a Londra, è il triangolo d'oro della F.1, delle corse, della meccanica. Lì non ci sono soltanto scuderie, c'è tutto. Ci sono idee, invenzioni, intuizioni che circolano. Tutti coloro che lavorano in F.1 si incontrano al bar, al ristorante, e anche se non parlano, se non fanno le spie, e non lo fanno, però chiunque ne capisca è in grado di annusare qualcosa, di capire in che direzione si sta muovendo una squadra anziché un'altra. Insomma, si annusa sempre quello che c'è nell'aria. A Maranello no: non annusi niente, perché la Ferrari è sola. E se fosse a Milano sarebbe la stessa cosa. La vera isola è l'Italia non l'Inghilterra.

Citazioni non datate[modifica]

  • [...] guidare per la Ferrari è come stare in un altro mondo, Non avete idea del livello che si raggiunge. Non sei più solo uno sportivo, ma diventi come una rockstar. È incredibile il potere che ti dà l'associazione con il nome Ferrari. Anche adesso, quando vengo in Italia, ancora mangio e bevo gratis in parecchi posti.[4]
  • [Sul campionato mondiale di Formula 1 1999] Il problema principale di quella stagione fu che quando Michael [Schumacher] ebbe l'incidente, la Ferrari smise di sviluppare la macchina in galleria del vento e si concentrò sulla vettura dell'anno successivo. Per loro era logico, perché le possibilità di vincere il campionato erano basse. La McLaren aveva un'auto migliore e più veloce della nostra, non sapevamo che le circostanze avrebbero occasionalmente lavorato in nostro favore nelle ultime gare. La squadra apportò alcuni sviluppi all'auto del '99, prendendoli direttamente da quella del 2000, e così facemmo un passo avanti nelle prestazioni. Dovevano prendere una decisione aziendale molto chiara e si chiesero: "Irvine può vincere al volante della Ferrari del 1999?" Tutti avrebbero detto di no, incluso me, perché quell'anno la McLaren era un secondo al giro più veloce della nostra macchina. Sapevano che Michael sarebbe tornato nella stagione successiva [rientrò in Malesia al penultimo gran premio, ndr], perciò la cosa aveva totalmente senso. Certo, sarebbe stato bello diventare campione del mondo, ma ci sono piloti che hanno vinto il titolo e dei quali sapevo di essere più bravo. Poi ce ne sono altri, che a loro volta non hanno mai conquistato il Mondiale, che erano anche migliori di me. Ma la mia vita va decisamente bene così e non posso assolutamente lamentarmi.[4]

Citazioni su Eddie Irvine[modifica]

  • Il mio primo casco? Aveva una tigre disegnata sulla livrea. Era il casco di Eddie Irvine. (Antonio Fuoco)
  • La prima volta gli ho detto "Eddie, che marcia usi in questa curva?". Lui mi ha risposto: "Non lo so...". Ho pensato: "Ca**o, amico! Come puoi non sapere la marcia". Alla fine ho imparato che era così naturalmente. Non gli importava, non sapeva, non contava. Realmente non conosceva l'attrezzatura che stava usando! Era tremendamente divertente. (Rubens Barrichello)
  • Un bel personaggio, Eddie Irvine. Allegro e scanzonato. Diceva sempre quello che pensava. Non diceva mai obbedisco. (Carlo Marincovich)
  • Una sera di aprile Irvine venne a cena a casa mia. Fortunatamente le mie figlie erano bambine e quindi non corsero rischi. Aveva guidato tutto il giorno a Fiorano, 100 giri di test gomme. Divorò due piatti di tortellini e poi mi raccontò aneddoti fantastici su Schumi. Umanamente lo trovava incomprensibile, maniacalmente devoto al mestiere. Ma come pilota Eddie venerava Michael. È il più grande, concluse bevendo il nocino di mia suocera. Ma subito aggiunse ghignando: comunque io ho fatto sesso con una sua compagna di scuola e lei mi ha giurato che in classe Schumi nessuna se lo filava. (Leo Turrini)

Note[modifica]

  1. a b Da un'intervista a V-Zine, magazine della Royal Dutch Shell; citato in Vincenzo Borgomeo, Irvine: "La Ferrari era un bidone, ma Schumi vinceva le gare", repubblica.it, 12 giugno 2009.
  2. a b Citato in Irvine: "Che Vettel continui a vincere non importa a nessuno", formulapassion.it, 19 dicembre 2013.
  3. a b Da un'intervista alla BBC; citato in Irvine-Vettel, scintille: "Enormemente sopravvalutato!", gazzetta.it, 24 gennaio 2019.
  4. a b Da un'intervista alla BBC; citato in Luca Ferrari, F1 | Irvine e quel 1999: "Non avrei scommesso su di me", formulapassion.it, 10 novembre 2020.

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