Carlo Carcano
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Carlo Carcano (1891 – 1965), calciatore e allenatore di calcio italiano.
Citazioni su Carlo Carcano
[modifica]- [Sul licenziamento dalla Juventus nel dicembre 1934] Carcano aveva tendenze omosessuali. Il fatto era risaputo e il barone Mazzonis, severissimo, ne era assai disturbato e faticava ad accettare certi atteggiamenti. (Pietro Rava)
- Carlo Carcano aveva forgiato il quinquennio d'oro juventino sugli oriundi Monti, Orsi e Cesarini. Si muoveva nel mercato porteño meglio che in quello italiano, aveva i suoi canali informativi, teneva i contatti con i consolati, scriveva ai mediatori argentini di seguire questo o quel calciatore che avesse un cognome italiano, si era abbonato a «El Gráfico» che giungeva a Torino odorando di stiva di transatlantico. Si era portato a casa gente come Luis Monti, Renato Cesarini e Raimundo Orsi, schierati a fianco di Felice Borel II, detto Farfallino per la sua leggerezza nella corsa, Combi, Rosetta e Calligaris. Quei tre oriundi gli avevano regalato la fortuna, ma anche determinato la sua sfortuna. Aveva messo in bacheca quattro scudetti consecutivi, dal 1931 al '34, e tante, troppe invidie. Era finito sotto il tiro dei burocrati fascisti. Lo chiamavano «frocio» e lo schernivano a ogni vittoria consumata ai danni delle altre compagini foraggiate dai gerarchi del potere. Lui mantenne l'eleganza e lo stile di un dandy inglese anche nel fango degli stadi finché il regime non impose alla Juventus di allontanarlo dalla panchina con l'ombra del sospetto aleggiante oltre la giustificazione ufficiale: «Motivi personali indipendenti dalla conduzione tecnica della squadra». Si capiva che dietro a quel provvedimento si celavano questioni private, la pederastia oggetto del pettegolezzo nel mondo sportivo e non solo. Gli altri finiti sotto accusa, Mario Varglien e Luisito Monti, che avrebbero attentato alle virtù del ventenne minorenne Felicino Borel, non furono puniti. Pagò per tutti l'allenatore. Pagò per la frase di Farfallino Borel: «Davanti a lui è proibito togliersi i pantaloncini». Carcano se ne andò all'ottava giornata senza voltarsi, col passo rapido, il vestito grigio, la testa tonda e stempiata, le labbra regolari, il mento prospiciente, le voci che lo rincorrevano in ogni dove. Lasciò il posto all'ingegner Benedetto Gola, dirigente accompagnatore ufficiale della squadra, e a Carlo Bigatto, soprannominato Il Dilettante, i quali riuscirono comunque a conquistare il quinto scudetto consecutivo battendo sul filo di lana l'Ambrosiana-Inter. La decisione riguardante Carcano non fu mai digerita dal presidente Edoardo Agnelli, sapendo benissimo che era l'uomo che aveva guidato la squadra verso la leggenda e che forse avrebbe consentito altri ambiziosi traguardi concludendo un decennio da favola. Ma non andò così. [...] La cacciata di Carcano rovinò la Juventus e aprì il ciclo del Bologna amato da Mussolini che vinse quattro scudetti. (Marco Ferrari)
- [Nel 1928] Che fiducia si possa riporre pienamente in elementi nostrani per la disciplina, l'insegnamento e l'organizzazione del gioco è dimostrato da un esempio per tutti: Carcano dell'Alessandria. (Vittorio Pozzo)
- Di esteti pedatori ne ricordo uno, Carcano, centromediano milanese dell'Alessandria. In pensione presso la famiglia Ferrari, allevò Gionnin e lo volle con sé in Juventus. Ebbe seri fastidi quando scoppiò lo scandalo intorno a Farfallino Borel, denunciato per gelosia da un consigliere 'nu poco ricchione. (Gianni Brera)
- [Parlandone da allenatore] Fine psicologo e allenatore tatticamente pragmatico. (Carlo Felice Chiesa)
- [Parlandone da calciatore] Fisicamente prestante, tecnicamente dotato, trovò la naturale collocazione al centro della mediana, abile a sradicare palloni come a rilanciare l'azione, grazie alla sua intelligenza tattica. (Carlo Felice Chiesa)
- [Sul licenziamento dalla Juventus nel dicembre 1934] L'omosessualità di Carcano era diventata un problema. Un suo calciatore raccontava sorridente nei ritrovi torinesi: mai abbassarsi i pantaloni davanti a lui. A far esplodere il caso la denuncia di alcuni dirigenti bianconeri: accuse di pederastia a Carcano, Mario Varglien, Monti e a un paio di consiglieri. Hanno sostenuto che attentavano alla virtù di Borel. Nella realtà pare che proprio gl'indignati difensori della morale ambissero alle grazie di Felicino. Agnelli jr. ha avuto la forza di evitare lo scandalo, il regime [fascista] ha però preteso che venisse cancellata l'onta. (Alfio Caruso)
- [Sul licenziamento dalla Juventus nel dicembre 1934] Una delle cause più frequenti di licenziamento d'un allenatore va ricercata nelle rivolte di spogliatoio, magari capeggiate da qualche nuova stella che rompe gli equilibri in essere. Neppure questa ipotesi, però, sembrava tenere: gli uomini agli ordini di Carcano erano i fedelissimi che aveva saputo portare alla vittoria per un quadriennio filato. Cosa, allora? I giornali non ne scrissero una riga, ma pian piano venne fuori che l'allontanamento del tecnico era legato ad aspetti della sua vita privata, giudicati incompatibili con la serena conduzione della squadra. Cosa mai poteva avere combinato, per minarsi all'improvviso la reputazione dalla mattina alla sera? E come mai questi misteriosi aspetti della vita privata, sino a quel giorno, non avevano dato fastidio a nessuno e anzi erano andati bene persino al quadrato Vittorio Pozzo? La verità restava appannaggio del diretto interessato, di Edoardo Agnelli, del barone Mazzonis e di pochi altri consiglieri, e presto qualcuno se la sarebbe portata nella tomba. Solo a parecchi anni di distanza chi indagava sul giallo dell'esonero avrebbe trovato qualche timido indizio, basato non su confessioni ma su spifferi di corridoio, ai quali le personalità coinvolte non avevano alcun interesse a dar credito. La direzione nella quale indagare, si suggerì, era quella delle preferenze sessuali del mister. Non l'avevano notato, come era attento alla forma e all'eleganza? Con quale vezzo, già arrivato alla mezz'età, indossava ancora il suo giacchetto di daino? (Enrico Brizzi)
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