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Chimamanda Ngozi Adichie

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Chimamanda Ngozi Adichie nel 2013

Chimamanda Ngozi Adichie (1977 – vivente), scrittrice nigeriana.

Citazioni di Chimamanda Ngozi Adichie

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  • Dovremmo essere tutti femministi.[1]
We should all be feminists.
  • I romanzi migliori sono quelli che riescono a essere importanti senza essere come le medicine: hanno qualcosa da dire, sono ampi e intelligenti ma non dimenticano mai di essere divertenti e di avere al centro personaggi ed emozioni.[2]
  • Insegniamo alle ragazze a farsi piccole.[3]
We teach girls to shrink themselves.
  • La misura della nostra umanità dipende, in parte, da come consideriamo chi è diverso da noi. Non possiamo – non dovremmo – provare empatia solo per chi è come noi.[4]
  • La virilità è una gabbia piccola e rigida dentro cui rinchiudiamo i maschi.[5]
  • Provate a immaginare cosa potremmo fare, se tutti quanti avessimo le scarpe.[6]
  • Se non fossi africana, forse non mi renderei conto che l'Africa non ha bisogno di pesci in regalo, ma di solide canne da pesca e di un equo accesso allo stagno. Forse non capirei che sì, le nazioni africane hanno dei leader disastrosi, ma hanno anche persone dinamiche, capaci di agire e con tante cose da dire. Forse non saprei che quell'Africa ha le sue divisioni di classe e che ci sono africani ricchi che non hanno derubato i loro paesi. Forse non riuscirei a convincermi che i paesi africani corrotti sono anche pieni di persone furiosamente oneste e che i conflitti violenti riguardano il controllo di risorse (a volte per motivi del tutto artificiosi) molto scarse.[7]

Dall'intervista di Africa News

in Intervista a Chimamanda Ngozi Adichie, Africanews.it, 18 febbraio 2009

  • I continui riferimenti alla tradizione orale, quando si parla di autori africani, mi infastidiscono. Sono frutto di una visione romanticizzata della nostra letteratura.
  • Di continuo mi vengono rivolte domande sulla cultura africana «autentica» e incontaminata, trascurando il fatto che i rapporti commerciali con i portoghesi, per esempio, risalgono al quattordicesimo secolo, e che – come in ogni parte del mondo – ci sono stati scambi culturali che hanno portato a una costante evoluzione. Ma quando si parla di Africa, forse perché qui ha avuto inizio il genere umano, tutto questo viene dimenticato, e si idealizza una presunta «primitività», quanto vi è di «selvaggio» e di «puro» nella nostra cultura.
  • La guerra del Biafra mi ossessiona da quando ero bambina: i miei nonni sono morti durante il conflitto, e in particolare la figura di mio nonno paterno, che ho conosciuto attraverso le parole di mio padre, mi coinvolge e mi emoziona.
  • Fra le poche cose che il regime militare è riuscito a fare bene in Nigeria c'è stata la sistematica distruzione della vita intellettuale, del dissenso. Pur di sopravvivere, molti intellettuali si sono visti costretti a umilianti compromessi, hanno scelto di collaborare, accettando incarichi governativi, o comunque la loro dignità morale ne è stata danneggiata. Rispetto agli anni Sessanta, quando la vita culturale in Nigeria era molto vivace, il clima è oggi decisamente meno stimolante. Ma ci sono segnali che lasciano intravedere un cambiamento. La fine della dittatura ha allentato la tensione, e fuori dal paese gli editori sembrano pronti a scommettere sulla nostra letteratura.

Incipit di alcune opere

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Il pericolo di un'unica storia

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Io racconto storie. E vorrei narrarvi qualche storia personale su quello che mi piace chiamare «il pericolo di un'unica storia». Sono cresciuta in un campus universitario della Nigeria orientale. Mia madre dice che ho iniziato a leggere a due anni, anche se credo che quattro sia più vicino alla verità. Sono stata, quindi, una lettrice precoce, e ciò che leggevo erano libri inglesi e americani per bambini.

Metà di un sole giallo

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Padrone era un po' matto; aveva passato troppi anni all'estero a leggere libri, parlava da solo in ufficio, non sempre rispondeva al saluto e aveva troppi capelli.

Note

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  1. Dall'omonimo discorso per TEDxEuston, 2012.
  2. Da Il mio buio oltre la siepe, Internazionale, n. 1089, 13 febbraio 2015, p. 89.
  3. Dal discorso We should all be feminists, 2012.
  4. Da Perché non sono come noi?, Internazionale, n. 1049, 1 maggio 2014, p. 91.
  5. Da Femminismo necessario, Internazionale, n. 1079, 28 novembre 2014, p. 106.
  6. Da Lezioni di nazionalismo ottimista, Internazionale, n. 851, 18 giugno 2010, p. 18.
  7. Da Madonna degli africani, Internazionale (originale in: Washington Post), n. 670, 1° dicembre 2006, p. 59.

Bibliografia

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  • Chimamanda Ngozi Adichie, Il pericolo di un'unica storia, traduzione di Andrea Sirotti, Einaudi, Torino, 2020. ISBN 978-88-0624-340-1
  • Chimamanda Ngozi Adichie, Metà di un sole giallo. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi e Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

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