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Romanzo

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Carolina Invernizio, La fidanzata del bersagliere

Citazioni sul romanzo.

Citazioni

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  • C'è gente convinta che un romanzo debba spiegare tutto. Che il romanzo debba essere il riparatore della vita e delle sue incoerenze. Ma la vita è mai stata coerente? E perciò pensa che lo scrittore occupi questa posizione centrale nello spazio e nel tempo per dare un inizio e un finale alle storie (ma lei conosce qualche storia che abbia un finale, una cosa che si dovrebbe chiamare finale, finale-finale?), collegare riempire vuoti e dissipare zone d'ombra; spiegare i comportamenti dei personaggi.
    C'è chi crede che il romanzo abbia una funzione divulgativa e una vocazione pedagogica. Niente di più lontano dalla verità. Il romanzo non è fatto per mettere ordine nel caos. Il romanzo non è fatto per mettere ordine in un beneamato cazzo. Il romanzo non è nato per dare soddisfazione agli amanti dell'ordine. È fatto per divertirsi con le vertigini, per creare casino, per goderne, per rimestarlo.
    Non si tratta di rispondere a domande ma di farne altre, sempre nuove, sempre più inquietanti.
    Il romanzo, come la realtà reale, come le storie che conosciamo tutti e che ci capitano sempre, è pieno di parentesi, buchi, ellissi che ballano saltellando da una parte e dall'altra senza desiderare concretizzarsi, senza voglia di spiegarsi.
    Credo di essere ben lontano dall'illusione che quando la vita diventa profondamente incoerente arrivi il romanzo a metterci una pezza.
    D'altra parte non dobbiamo lamentarci troppo. Il romanzo è certamente il guercio in questo luminoso deserto messicano in cui abbondano i ciechi. (Paco Ignacio Taibo II)
  • Cercate, ricamate e, soprattutto, componete. Non arriverete a nulla se racconterete le cose tali quali sono. In un romanzo, un uomo sa sempre ciò che vuole. (Maxence Van der Meersch)
  • Che il romanzo sia una forma d'arte buona a tutti gli usi, anzi una larva di arte letteraria adoperata a coprire ogni sorta di trattazioni morali, politiche, filosofiche, si vede da un pezzo. (Dino Mantovani)
  • Ci sono anni in cui assorbi tutto, metti da parte, il vento, una nevicata, un fatterello. E poi viene il momento che è tutto lì e quando c'è la storia giusta va tutto a posto, tutto dentro. Bisogna che arrivi quel momento. [...] Un romanziere è una spugna. [...] Ci dev'essere un gusto quasi fisico a raccontare: scrivere è una cosa quasi carnale. [...] Ci vuole salute a scrivere un romanzo. È veramente come scavare in una miniera. Scavi, scavi, scavi. (Carlo Fruttero)
  • Due qualità formano il romanzo: l'una è insita nell'autore e nella sua libertà, l'altra nel mondo e nella sua necessità. Chiamo la prima «autarchia», mentre il nome per la seconda sarebbe «universalità». In questo senso il cosmo di Dio è romanzo.
    Da questa interpretazione consegue che il romanzo può divenire, nel migliore dei casi, analogia, poiché all'autore non è concessa né autarchia, cioè completa libertà, né visione universale. Ma tutti i grandi romanzi sono pervasi da un soffio di ambedue, e in questo consiste la gioia della lettura. Il lettore si trova dentro il mondo e fuori di esso. (Ernst Jünger)
  • È uno scrittore in stato interessante. Aspetta un romanzo. (Marcello Marchesi)
  • Ecco che cosa ho pensato: affinché l'avvenimento più comune divenga un'avventura è necessario e sufficiente che ci si metta a raccontarlo. È questo che trae in inganno la gente: un uomo è sempre un narratore di storie, vive circondato delle sue storie e delle storie altrui, tutto quello che gli capita lo vede attraverso di esse, e cerca di vivere la sua vita come se la raccontasse. [...] Avrei voluto che i momenti della mia vita si susseguissero e s'ordinassero come quelli d'una vita che si rievoca. Sarebbe come tentar d'acchiappare il tempo per la coda. (Jean-Paul Sartre)
  • I romanzi migliori sono quelli che riescono a essere importanti senza essere come le medicine: hanno qualcosa da dire, sono ampi e intelligenti ma non dimenticano mai di essere divertenti e di avere al centro personaggi ed emozioni. (Chimamanda Ngozi Adichie)
  • I romanzi stanno nella realtà come in letargo. Aspettano solo di essere riconosciuti. (Cesare Garboli)
  • Il bel romanzo non deve essere la storia di un'eccezione. Deve essere un brano della vita di tutti i giorni, in cui ognuno si riconosca, e che tuttavia insegni agli uomini qualche cosa che non tutti vedevano. (Maxence Van der Meersch)
  • Il romanziere, che viene dopo l'epico, il tragico ed il comico, riunisce tutti questi generi in uno, accoppiando la descrittiva dell'epopea alla rappresentativa del dramma, il serio al ridicolo, e studiandosi di dare un ritratto più compiuto della vita umana. S'ingannano perciò coloro che intendono per romanzo la semplice narrazione di una favola ben concertata; la quale è bensì lo scheletro, e l'ossatura prosaica di tal componimento, ma non la poesia di esso, come quella che consiste nello svelare le intime qualità degli uomini, mettendoli in azione e in conversazione, presso a poco secondo l'uso del Shakspeare in que' suoi drammi di soggetto patrio o romano, che sono quasi la storia posta in sulla scena. A questa pittura drammatica degli uomini il romanziere congiunge la descrizione della natura; la quale essendo impersonale, non può esprimer sé stessa, ma vuol essere raccontata dal favolatore, parlante in persona propria, come il poeta epico. (Vincenzo Gioberti)
  • Il romanzo, la più anarchica delle forme letterarie. (George Orwell)
  • Il romanzo è in pratica una forma d'arte protestante; è un prodotto della mente libera, dell'individuo autonomo. (George Orwell)
  • Il romanzo poliziesco ha prodotto peggiore letteratura che ogni altro genere di narrativa, salvo il romanzo d'amore, e probabilmente migliore letteratura che qualsiasi altra forma letteraria largamente accettata e apprezzata. (Raymond Chandler)
  • Il romanzo può fare quello che alla storia è vietato. (Alessandro Barbero)
  • L'unico requisito a mio avviso intrinseco alla stesura di un romanzo è, come ho già detto, la sincerità. Questa libertà è un privilegio splendido, e la prima lezione per il giovane romanziere è imparare a esserne degno. 'Apprezzala come merita', gli direi; 'prendine possesso, esplorala fino al limite ultimo, divulgala, gioiscine. La vita intera ti appartiene, e non prestare ascolto a chi vorrebbe stringerti nei suoi angoli dicendoti che soltanto qua o là dimora l'arte, o a chi vorrebbe persuaderti che questo messaggero divino si libra al di fuori della vita, respirando un'aria rarefatta e torcendo il capo dalla verità delle cose. Non v'è impressione di vita, né modo di vederla e sentirla, cui il disegno del romanziere non sappia offrire uno spazio; considera soltanto che talenti dissimili come Alexandre Dumas e Jane Austen, Charles Dickens e Gustave Flaubert, hanno operato entro questo territorio con pari dignità. Non dare troppo peso all'ottimismo e al pessimismo; sforzati di cogliere il colore della vita stessa. [...] Ricorda che il tuo primo dovere è di essere il più completo possibile – e di rendere l'opera perfetta. Sii prodigo, sii riguardoso, e ambisci al premio'. (Henry James)
  • La cosiddetta morte del romanzo non è dovuta a ragioni storiche, ma è stata voluta dai giornalisti che si sono cimentati in questo nuovo tipo di reportage sperimentale. (Tom Wolfe)
  • La formula nuova del romanzo è di non fare del romanzo. (Jules Renard)
  • La persona, uomo o donna che sia, che non si diverte a leggere un buon romanzo, dev'essere intollerabilmente stupida. (Jane Austen)
  • Nel romanzo lo scrittore spiega tutte le sue facoltà, fra le quali la poesia tiene il primo posto: non vi aleggia come un angelo custode, ma ne è l'intima sostanza, proprio come facevano i nostri avi col poema. (Aldo Palazzeschi)
  • Niente è cambiato, e tuttavia tutto esiste in un'altra maniera. Non posso descriverlo, è come la Nausea e tuttavia è esattamente l'opposto: finalmente mi capita un'avventura e se m'interrogo vedo che mi capita e che sono io che sono qui; sono io che fendo la notte, sono felice come un eroe di romanzo. (Jean-Paul Sartre)
  • Ogni romanzo è, o dovrebbe esser scritto affinché lo leggano uomini e donne, e non riesco proprio a immaginare come potrebbe un uomo permettersi di scrivere qualcosa di davvero vergognoso per una donna, o perché una donna dovrebbe essere censurata per aver scritto qualcosa di decoroso e appropriato per un uomo. (Anne Brontë)
  • Per lei. [Therese] non si poteva prendere in considerazione che un romanzo. Non che dai romanzi la mente tragga molto nutrimento. Il piacere che forse essi offrono lo si paga a carissimo prezzo: essi finiscono per guastare anche il carattere più solido. Ci s'abitua ad immedesimarsi in chicchessia. Si prende gusto al continuo mutare delle situazioni. Ci si identifica con i personaggi che piacciono di più. Si arriva a capire qualunque atteggiamento. Ci si lascia guidare docilmente verso le mete altrui e si perdono di vista le proprie. I romanzi sono dei cunei che un autore con la penna in mano insinua nella chiusa personalità dei suoi lettori. Quanto più egli saprà calcolare la forza di penetrazione del cuneo e la resistenza che gli verrà opposta, tanto più ampia sarà la spaccatura che rimarrà nella personalità del lettore. I romanzi dovrebbero essere proibiti dalla legge. (Elias Canetti)
  • Per me il romanzo rimane uno straordinario strumento per portare parole, voce, testimonianze là dove non vuole entrare nessuno, per far scattare solidarietà e amicizia al posto di indifferenza e senso di resa, o peggio ancora di giudizi e pregiudizi. Raccontare i problemi è l'unico modo che conosco per cominciare ad affrontarli. Leggere un romanzo che ne parla, uno strumento indispensabile per abbracciare gli altri. (Silvia Avallone)
  • Pensarono pensarono di arruffìanare il romanzo sotto il pretesto di realismo. Eppure, se l'arte ha una ragione di essere allato alla realtà, è per toccare un'altra corda, credo che non la sola realtà. A che scrivere, a che leggere, soprattutto, se basta prendere la propria mazza e fare un giretto nella strada Mouffetard. (Eugène Pelletan)
  • Se scrivere un buon articolo è, come si dice, cavarsi un dente, scrivere un romanzo è cavarsi un dente infilato nel pene. (Jonathan Safran Foer)
  • Soltanto i personaggi dei romanzi mediocri risolvono i loro problemi. (Nicolás Gómez Dávila)
  • Trovo da idioti scrivere sette o otto mesi su un romanzo quando in ogni libreria, per due dollari, si può comprarne uno. (Mark Twain)
  • Un buon romanzo ci svela la verità sull'eroe, ma un cattivo romanzo ci svela la verità sull'autore. (Gilbert Keith Chesterton)
  • Un romanzo che non scopra un segmento di esistenza finora sconosciuto è immorale. La conoscenza è l'unica moralità del romanzo. (Milan Kundera)
  • Un romanzo è un'impressione, non un'argomentazione. (Thomas Hardy)
  • Un romanzo, signori, è uno specchio trasportato lungo una strada maestra. A volte esso riflette ai vostri occhi l'azzurro del cielo, a volte il fango delle pozzanghere sulla via. E l'uomo che porta lo specchio sulla schiena è accusato da voi di immoralità! Il suo specchio mostra il fango e voi maledite lo specchio! (Stendhal)
  • Il romanzo "psicologico" vuole essere "realista": preferisce che il lettore dimentichi il suo carattere di artificio verbale e fa di ogni vana precisione (o di ogni languida imprecisione) un nuovo tocco di verosmiglianza.
  • Il tipico romanzo "psicologico" tende a essere informe. I russi e i discepoli dei russi hanno dimostrato fino alla noia che nessun uomo è impossibile: suicidi per felicità, assassini per benevolenza, persone che si adorano fino al punto di separarsi per sempre, delatori per fervore e per umiltà... Questa totale libertà diventa alla fine equivalente al totale disordine.
  • Se non vado errato, i romanzi sono buoni in modo direttamente proporzionale all'interesse che l'unicità dei caratteri suscita nell'autore e inversamente proporzionale ai propositi intellettuali o sentimentali che lo guidano.
  • Credo che quasi tutti i romanzi siano romanzi di formazione, dal momento che di solito il protagonista parte in una situazione e arriva in un'altra. Il bello del romanzo è vedere come cambia la vita, cosa succede e deve succedere qualche cosa, altrimenti non avrebbe senso nemmeno il libro. Spesso l'errore è nel credere che si possa parlare di formazione solo quando siamo bambini, invece siamo sempre in formazione (o deformazione), anche a 80 anni.
  • Ho fatto il giardiniere per tanti anni e ho scoperto che negli alberi ci sono rami che danno fiori, altri che danno frutti e altri che non danno nulla ma servono per mantenere in equilibrio la pianta. Così sono i romanzi: se c'è troppa ansia di mandare avanti la storia, o manca un'armonia tra la vicenda principale e le trame secondarie, i libri non funzionano.
  • Il romanzo per me è una casa dove scrittore e lettore convivono, ed entrambi devono arredare la storia. Se il lettore si ritrova immerso nella storia fin dal principio credo che dipenda, appunto, dalle centinaia di pagine che ho scritto prima, che conosco solo io ma che, in qualche modo, mi sono servite a costruire un mondo. A volte, quando leggo i manoscritti di qualche esordiente [...] mi viene da dirgli «tu non conosci il gusto di gelato preferito del tuo personaggio!», anche se questo dettaglio, poi, alla fine nel romanzo non compare. Del tuo personaggio devi sapere tutto: cosa pensa, cosa mangia, che auto possiede o vorrebbe avere. Il lettore lo capisce se non sai tutto dei tuoi personaggi. Mi sembra più onesto: solo quando ti appassioni veramente riesci a trasmettere delle emozioni.
  • Secondo me la morte del romanzo è la scaletta, lo schema, è una gabbia che ammazza la scrittura. I personaggi che appassionano sono quelli di cui conosci moltissimo ma senza avere la presunzione di sapere cosa faranno. Se hai una scaletta tendi a far fare ai personaggi quello che vuoi tu, invece devi lasciarti sorprendere quando scrivi. Non c'è cosa peggiore di sforzarsi di scrivere cose che vogliono stupire a tutti i costi.
  • Chiunque abbia diligenza, carta e tempo sufficienti è in grado di scrivere un racconto breve – un racconto scadente, voglio dire; ma non tutti possono aspirare a scrivere un romanzo, sia pure scadente. È la lunghezza che ammazza.
  • Il drammatico è la poesia del comportamento, il romanzesco la poesia della circostanza.
  • Il romanzo ben scritto echeggia e riecheggia attraverso tutti i suoi capitoli, attraverso tutte le sue frasi, il solo pensiero che domina il suo spirito creativo.
  • Il romanzo, che è opera d'arte, esiste non per le sue rassomiglianze con la vita, che sono forzate e materiali, come una scarpa deve pur sempre essere di pelle, ma per la sua incommensurabile diversità dalla vita, diversità che è intenzionale ed espressiva, ed è insieme metodo e il senso dell'opera.

Voci correlate

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