Connubio Rattazzi-Cavour

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Citazioni sul connubio Rattazzi-Cavour.

  • Il conte Cavour uscì fuori un giorno a dirmi: «Convenga con me, che il Connubio fu il più bell'atto della mia vita politica
    Io lo guardai negli occhi, e poi gli risposi: «A me lo dice? a me che ho durato quasi un anno a persuadere or lei, or Rattazzi[1] onde portarli a quel punto che Ella ben ricorda?» e Cavour scoppiando in una gran risata sclamò: «È vero, è vero (già cà l'è vera), mio caro Castelli,» e poi a furia una fregatina di mani. (Michelangelo Castelli)
  • Non voglio esagerare le conseguenze del Connubio, ma sta in fatti che dopo che fu compiuto, la politica nostra[2] prese un indirizzo più franco e sicuro; che Cavour coll'appoggio di Rattazzi, prima nella Camera, e dopo nel Ministero, poté inaugurare il sistema del libero scambio, molti provvedimenti e riforme finanziarie, poté sostenere le leggi ecclesiastiche, ottenere il voto per la spedizione di Crimea, sventare in Senato la crisi suscitata per la legge sugli Ordini religiosi, e giungere sino al Congresso di Parigi, al Convegno di Plombières coll'Imperatore[3] e finalmente all'anno 1859[4]. (Michelangelo Castelli)

Giorgio Candeloro[modifica]

  • Nella situazione interna e internazionale del 1852, il connubio fu un fatto progressivo importante, poiché non solo contribuì a rintuzzare le nuove minacce della destra estrema al regime costituzionale, ma permise al Piemonte di andare avanti sulla via della politica liberale e nazionale. Esso in sostanza sanzionò l'alleanza tra la parte più attiva della vecchia nobiltà e la borghesia agraria, mercantile e professionistica, i cui interessi erano in larga misura espressi dalla politica economica propugnata e in parte attuata dal Cavour.
  • Questa operazione politica [il nuovo schieramento politico guidato da Cavour e da Rattazzi], passata alla storia col nome di "connubio", datogli allora polemicamente dal Pinelli[5], condizionò lo sviluppo ulteriore della politica piemontese. Da essa derivò, se non proprio un partito, una formazione politica che bloccò le manovre reazionarie dell'estrema destra e rinvigorì le forze liberali.
  • Se si considera il connubio nell'ambito di uno svolgimento storico più ampio, si deve dire che esso ebbe anche un aspetto conservatore. Infatti non solo indebolì la cosiddetta estrema sinistra, ma pose le basi per l'assorbimento di una parte notevole di essa nel movimento cavouriano che si realizzò successivamente, In questo senso il connubio fu la prima manifestazione di quella tendenza al trasformismo, che poi caratterizzò la vita politica italiana dopo l'unità.

Note[modifica]

  1. Urbano Rattazzi (1808–1873), politico italiano.
  2. La politica del Regno di Sardegna.
  3. Napoleone III di Francia.
  4. Seconda guerra d'indipendenza italiana.
  5. Pier Dionigi Pinelli (1804–1852), politico italiano, presidente della Camera dei deputati del Regno di Sardegna.

Voci correlate[modifica]

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