Da Storia nasce Storia

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Da Storia nasce Storia, programma televisivo trasmesso nel 1991.

Prima stagione[modifica]

Episodio 1, Giovanni, dalla terra ai libri[modifica]

  • Ottavio: Qual è la cosa più terribile che ti dice?
    Giovanni: Mi dice: un giorno morirai di fame!
    Ottavio: Una maledizione.
    Giovanni: Esatto.
    Ottavio: E tu osi rispondergli?
    Giovanni: No.
    Ottavio: Ma nello psicodramma puoi rispondergli!

Episodio 2, Federica, la rivelazione di un trauma[modifica]

  • Federica: Ma è una cosa sporca lo sperma?
    Ottavio [doppiandola]: Ma è una cosa sporca lo sperma?
    Federica: Non lo so io. Domando.
    Ottavio: Domanda un po' in giro. Informati e trai le conclusioni. Forse è sporca se lo sporcano. Se non lo sporcano...
    Federica: Può essere anche una cosa bella.
    Ottavio: Può essere anche una cosa bella. E tu: sei una cosa sporca o una cosa bella? Dipende: se ti sporcano o no.
    Federica: Io mi sono sempre sentita sporchissima. Il mio corpo io lo sento sporchissimo. Mi sento sempre che non mi posso guardare, che... Cioè come una sensazione di qualcosa di morboso.
    Ottavio: Di morboso. [La aiuta ad alzarsi in piedi]: Chiudiamo il gioco con una doccia psicodrammatica. Chi ti può pulire? E come?

Episodio 3, Luigi, dalla rivelazione alla fuga[modifica]

  • Ottavio: Come vuoi concludere questo psicodramma sulla tua rapina a mano armata?
    Luigi: Vorrei parlare col ragioniere che non ha ceduto. [Sprezzante] Mi piacerebbe sapere cosa è successo tra il ragioniere, la moglie e i suoi figli. Perché chiaramente ne hanno parlato di questa storia. Ecco quando io ti dicevo: non sono tanto io da psicanalizzare, [puntando il ragioniere col dito] è lui. Che cosa è successo in quella famiglia? Perché una storia di questo genere ha posto su di lui quello che è il lavoro di quest’uomo, la rettitudine di quest’uomo
    Un cameraman [col fiato sospeso] Posso dire qualcosa anche io?
    Ottavio: Sì. Tu sei il papà di Andrea.
    Il cameraman: Io sono il papa di Andrea il bambino che ha fatto il figlio del ragioniere. Quello che non sopporto è che la vittima sia doppiamente vittima. Che chi ha subito il torto debba subire anche un’accusa, del perché ha fatto una cosa, perché la donna violentata aveva la minigonna? Perché tu ti sei trovato in quel posto? Perché non mi hai lasciato fare? Perché io devo diventare un oggetto? Perché chi ha subito il torto non viene tenuto in considerazione né da chi glielo fa né dalla giustizia! Viene abbandonato a se stesso. Quindi subisce una doppia violenza. Perché in questo psicodramma si son visti i denari, la polizia, la giustizia ma non si è visto chi ha subito, che cosa aveva dentro, questo enorme dolore, questa enorme violenza che gli veniva fatta e questa impotenza, doppia, perché poi si ha la pretesa che lui dia spiegazione del perché si è comportato in un certo modo.

Episodio 4, Rossana, una battaglia di fiori[modifica]

  • Rossana: Mi volevano obbligare a dimenticarmi di te, del nostro passato! Mio e tuo. Non volevano che io lo sentissi, non volevano ma io l'ho sentito lo stesso
    Ottavio [come doppio]: E tutte le altre, mamma... tutte le altre le ho mandate indietro, sai? Eravamo solo tu e io.
    Rossana: Si, certo! Sempre io e te.
    Ottavio [come doppio]: Non quelle altre pazze...
    Rossana: Che volevano prendere il tuo posto ma io non l'ho fatto prendere a nessuno...

Episodio 5, Adriano, uno psicodramma dalla prigione[modifica]

  • Adriano: Io la mia rabbia la vorrei esprimere su di me.
    Ottavio: Ah! guarda che cosa terribile che hai detto.
    Adriano: Sì.
    Ottavio [staccando un pezzo di cartone da una sagoma]: Ma che succede se invece tu fai così?

Episodio 6, Un miracolo televisivo per Rosalia Maggio[modifica]

  • Bruna: Dove vai?
    Rosalia: Vado a fare la puttana! Vado all'angolo di Viale Marconi!
    Bruna: Sei uscita pazza?
    Rosalia: No, non so' uscita pazza. Non posso continuare così! Devo risolvere. Le mie figlie hanno a mangia'! Hai capito che hanno a mangia'? Devo pagare la scuola, l'affitto... Guardo il televisore e Papa Giovanni mi guarda negli occhi. E in quel momento squilla il telefono...

Episodio 7, Renato, la donna dietro la madre[modifica]

  • Ottavio: Che altro ti serve dirle a tua madre? Dille tutto quello che ti serve.
    Renato: Sei una madre snaturata, non devi essere madre te! Hai tradito la fiducia dei figli.
    Ottavio: Com'è invece la madre che vuoi avere, una madre naturata, non snaturata... da sostituire a questa?
    Renato: Una madre giusta, che non abbia amanti. Non dico che mi copra di tenerezze perché è esagerato, però che dimostri un certo affetto... Per me è importante.
    L'attrice nel ruolo della madre [sussurrando]: Ma io ti voglio bene, lo sai. Io sono stato donna in quel momento, non madre. Mettitelo in testa. Quando sono andato a letto con quello, non sono stata una madre, solo una donna. Avevo desiderio di un altro. Lo capisci questo? Ero una donna e avevo voglia di fare l'amore con un altro.
    [Renato piange]
    L'attrice nel ruolo della madre: Non ti tradivo a te e forse non tradivo neanche tuo padre perché era lontano. Avevo desiderio e stavo sola. Lo capisci? Non era tua madre in quel momento a letto, ero solo una donna. E io ti volevo bene.
    Renato: Sì.
    [Si abbracciano e iniziano a ballare lentamente]
    Voice Off di Wanda Osiris che canta Femmine (1946): Femmine, dalle chiome morbide. | Dalle spalle candide. | Come la bianca neve. | Femmine, dalle labbra umide. | Dalle bocche languide. | La giovinezza è breve. | Tremule, come le stelle tremule...

Seconda stagione[modifica]

Episodio 1, Trofimena, la donna che balla con Dio[modifica]

  • Trofimena: Ho scelto lui, anche il mio papa era un bell'uomo ed era buono, più che altro era buono... Un attimo che mi scelgo mia mamma... [cerca con lo sguardo nel gruppo] Non ce ne è come mia madre: vedo tutti visi dolcissimi...
    Ottavio come Padre: È figlia nostra!
    [Ottavio blocca le braccia della madre che vuole colpire la bambina]
    Trofimena: Meglio, meglio, meglio! Prendile pure te! Meglio!
    Ottavio [come Padre]: Ricordati che sei figlia nostra, non figlia sua!
    Trofimena: Lo so, solo adesso l'ho capito! Perché lei mi diceva: ‘Sei figlia mia e ne faccio quello che ne voglio!' Ma sono figlia anche tua, papa!

Episodio 2, Lucio, il ragazzo che ritrova la gioia di suonare e ballare[modifica]

  • Lucio [rivolto al violentatore della ragazza]: Fai schifo e sei viscido. Alla gente come te in carcere gli tagliano il c... Perché siete bastardi. Come si fa a pensare che uno va là e ruba? Che ruba? Non ruba niente! Perché che piacere ci sta? Io non capisco. Boh! Accattate due fettine di carne e fai prima. Io non lo so... Sei un pezzo di m... Sei un bastardo. Se fosse per me ti avrei sbattuto in galera per una vita e ti avrei fatto lavorare per la comunità [scoppia in singhiozzi] Oh, non piangevo da cinquant'anni. Oh, non riuscivo più a piangere!
    [Ottavio e Rosalia Maggio gli tengono il braccio]

Episodio 6, Aldo Carotenuto e Sabine Spielrein[modifica]

  • Ottavio: Ti proporrò di invertire i ruoli, ti proporrò questo gioco e di diventare per un attimo Sabine per rispondere ai nostri amici. Ora tu sei Sabine.
    Carotenuto nel ruolo di Sabine: Fu un attimo, un sorriso. In fondo l’amore si fa con gli occhi: solo due persone che si amano si possono guardare, le persone che non si amano non si guardano e noi facemmo subito l’amore con gli occhi! E lui fu preso da me, io sentivo che era un uomo che mi apparteneva. E allora non è che l’ho sedotto, era la mia malattia che lo seduceva!

Episodio 10, Ottavio e nonna Carmela[modifica]

  • Gianni: Che cosa ti sembra di vedere?
    Ottavio: Questo me lo ha raccontato mio padre: zia Carmela puliva l’altro seno della donna che aveva partorito e ci metteva mio padre.
    Gianni: Quindi in qualche modo zia Carmela si faceva pagare: prendeva una specie di tassa?
    Ottavio: Sì. Infatti mio padre è diventato ispettore delle tasse e dice sempre: "Io ho avuto tanti fratelli di latte!"

Episodio 11, Mariagrazia e il suo volo[modifica]

  • Maria Grazia: A lui non glielo voglio dire come voglio essere presa. Lo deve indovinare!
    [Paolo la guarda a lungo negli occhi con tenerezza, poi la stringe tra le braccia e la culla. Musica: La Contessa di Hong Kong di Chaplin. Il gruppo mette Maria Grazia su una grande sedia, la solleva e la fa girare sotto una pioggia di luci.]
    Ottavio: È arrivato un telegramma per te che dice: "Grazie tante da tutti noi! Firmato: Le persone che hai assistito in tutti questi anni come assistente sociale"!

Episodio 12, Carlo, il ragazzo gay con le scarpe scompagnate[modifica]

  • Carlo: Mi dispiace parlare cosi perché lui non c’è più...
    Ottavio: Ah! Non ti puoi nemmeno permettere di esprimere i tuoi sentimenti e la tua ferita nemmeno adesso che lui non è presente? Tanto forte è la tua soggezione nei confronti del personaggio [che ti ha rifiutato]! Come se fosse vivo e come se fosse qua. Come se questa non potesse essere la tua storia dal tuo punto di vista.

Episodio 14, Laura, la madre perfetta[modifica]

  • Laura: Mi aspettavo questa domanda. Il padre [del bambino] in questa cosa che ho detto non ha ruolo perché questa è una cosa mia. Il padre c'è. È presente ed è una persona positiva, amata moltissimo. Però questa è una cosa mia e non vorrei nemmeno condividerla con lui.
    [Un cameraman, Giorgio si toglie le cuffie, lascia la telecamera ed entra nel gruppo per parlare. È emozionato]
    Giorgio: Presuntuosa ed egoista!
    Ottavio: Cioè? Che ne pensi, Giorgio?
    Giorgio Presuntuosa perché convinta di essere l'unica mamma del mondo. Io non mi reputo anormale se ho avuto una madre che magari era stanca in certi momenti. Perché il mondo continua anche con le mamme stanche e non mi sento infelice per il rapporto che ho avuto con mia madre. Egoista perché continua a dire che il figlio è una cosa sua. Se l'ha fatto con amore con suo marito, sarà ben anche di suo marito.

Citazioni su Da Storia nasce Storia[modifica]

  • Altro che tv verità. Facendo uscire dai laboratori la pratica dello psicodramma e presentandola su Raitre nel ciclo domenicale intitolato ”Da storia nasce storia”, Ottavio Rosati tenta addirittura di realizzare la tv segreta, la tv del profondo, la tv dell'inconfessabile. Chi non sa molto della funzione terapeutica dello psicodramma e si siede dinanzi al teleschermo, potrebbe pensare a una forzatura della fiction, a una furbesca esasperazione dei fatti di vita. E magari direbbe che i panni sporchi ognuno deve lavarseli in casa propria. Ma lo psicodramma non vuole la solitudine. Sia giusto o sbagliato, esige che il nero raggrumatosi in fondo al cuore venga non solo portato alla soglia della coscienza, ma sia esposto pubblicamente, "rappresentato", dibattuto con altri a scopo liberatorio e in tutte le possibili varianti. (Osvaldo Guerrieri)
  • C'era da aspettarselo: «Da storia nasce storia», il programma di Ottavio Rosati che ogni domenica sera mette in scena uno psicodramma, non poteva non incontrare robuste resistenze. [...] Lo psicodramma – lo dice il nome stesso e, ancor più del nome, il suo svolgersi – è, per sua essenza, rappresentazione. Nessuno ha portato in tv un paziente sul lettino. Lo psicodramma si basa naturalmente sull'apporto e sul riconoscimento di un gruppo che fa da pubblico. In questo ha una struttura perfettamente in linea col mezzo televisivo. (Dario Buzzolan)
  • Domenica sera su Raitre, in quella curiosa trasmissione-psicodramma che si intitola Da storia nasce storia l'attrice napoletana Rosalia Maggio ha raccontato di quando le venne la tentazione di prostituirsi, vent'anni fa. Non guadagnava una lira. Aveva due figlie da mantenere. Non è una storia che avrebbe interessato Balzac? Non è una storia che avrebbe ispirato de Sica? (Beniamino Placido)
  • Il programma di Ottavio Rosati mi sembra una faccenda complicata però lo psicodramma funziona in TV perché parla della vita della gente. (Angelo Guglielmi)
  • Ma che dire, da un punto di vista strettamente televisivo, del programma di Rosati? Certo gli argomenti, e il modo stesso di rappresentarli, possono turbare, spaventare, persino urtare lo spettatore, insomma indurlo a cambiare immediatamente canale. Ma, superato il primo momento di imbarazzo, la trasmissione emana tutto il suo irresistibile fascino. «Da storia nasce storia» rappresenta indubbiamente una grande sfida alla televisione dominante. (Dario Buzzolan)
  • Ottavio Rosati con la sua faccia da Actors Studio esercita per la prima volta psicoterapia di gruppo (globale), dove il gruppo è da intendersi come Audience... fa con queste storie esemplari edite e inedite un piccolo miracolo di fiducia nei media che oggi sarebbe impossibile nella nuova tv sempre più vecchia; stravolge le regole del "Villaggio globale" e ci chiama protagonisti uno per uno, sicuro che l'esperienza darà i suoi frutti. (Maurizio Porro)
  • Recitare i propri drammi in palcoscenico giova alla salute. Lo ha scoperto negli anni venti un allievo di Freud. E oggi lo ripropone Ottavio Rosati il giovane terapeuta junghiano, che insieme a Raitre cerca tanti personaggi da mandare in onda. L'invito sembra uscire dalla copertina ingiallita di Narrate uomini, la vostra storia. (Paolo Brogi)
  • Un miracolo possibile solo all'anima italiana. (Harold Brodkey)

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