David Levi

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David Levi

David Levi (1816 – 1898), poeta, patriota e politico italiano.

Giordano Bruno. La religione del pensiero. L'uomo, l'apostolo e il martire[modifica]

  • [Su Giordano Bruno] Era una forza che si ribellava contro tutte le podestà imperanti ed avverse, un sistema completo, che si affermava contro un sistema al pari del suo filosofico, politico, religioso. Il trionfo di uno avrebbe segnato, non solo la riforma, ma la fine dell'altro, e nulla si lasciò d'intentato per sopprimere questo e annichilirlo. Dopo aver ucciso l'uomo ei conveniva spegnerne il pensiero; conveniva disperderne le ceneri al vento, e dopo le ceneri sbandirne la parola, trafugare, occultare, ardere i suoi libri, e dopo i libri inumarne la memoria, cancellarne il nome. (p. 3)
  • [Sul De l'infinito, universo e mondi] Quest'opera, dice a ragione Berti, è il massimo dei libri di Bruno; è il più importante che abbia dettato. Noi diremo di più; esso è il Vangelo, la buona novella dell'età moderna, dischiude nuovi cieli, apre orizzonti più vasti e luminosi allo spirito umano, e determina i destini segnati all'individuo sulla terra e all'umanità nello spazio e nel tempo. (p. 199)
  • [Sullo Spaccio de la bestia trionfante] Così questo libro, il quale, per trecento anni, molti letterati italiani sentenziarono scellerato e infame, è uno dei pochissimi della nostra letteratura che s'inspiri ad un alto sentimento di religione, di verità e di giustizia. (p. 218)

Incipit di alcune opere[modifica]

Ahasvero nell'Isola del Diavolo[modifica]

E tu, mio maestro ed amico, morivi a Parigi colla parola Umanità sulle labbra, e tu, mio fratello di pensiero e di fede, Carlo Fauvety, grande per intelletto, più grande per nobiltà di cuore, ti spegnevi nella tua casa ospitale di Asnières, detta il ritiro del filosofo, colla parola di Solidarietà sulle labbra, parola in cui si riassumeva la tua filosofia sociale, l'anelito della tua anima pura e generosa[1].

Questione romana. Democrazia e papismo[modifica]

La questione romana è simile a quei fiumi vasti e profondi, che contemplati dalle sponde, sembrano immoti e stagnanti, ma che sospinti da una forza arcana, irresistibile, sotto una calma apparente, volgono le acque senza posa alla meta che le attende inesorabile, e dove dovranno andare per sempre perdute. E invano l'industria umana tenta deviarne le correnti, arrestarne il corso, opporre argini artificiali al suo cammino, simili alle soluzioni fantasticate oltremonte della questione. L'ampiezza delle onde travalica senza rumore questi ripari e procede regolare, inflessibile, senza pure arrestarsi un momento, a quella meta che al fiume è imposta dalla mano della natura.

Citazioni su David Levi[modifica]

  • È stato eletto da un collegio di Lombardia, ignoriamo, a vero dire, per quali titoli, certo è che egli si è adoperato moltissimo onde conseguire tale elezione, ad ottenere la quale è riuscito.
    Questa ambizione, assai comune del resto, non sembra sia stata giustificata dalla parte che il Levi, ha rappresentato in Parlamento. Egli non ha mai preso la parola, ed è tutt'al più se ha letto un discorso. Egli non lavora quasi mai negli uffici, ed è ben di rado scelto a membro d'una commissione.
    È ben vero, che i discorsi i quali non fa alla Camera, ei li tiene ai suoi elettori in certe riunioni da esso provocate, e che hanno, non sappiamo come né perché, un'eco immediata su certi giornali. Se noi avessimo un voto da fare, e' sarebbe quello che l'avvocato Levi agisse più nella Camera, e disturbasse meno i suoi mandatari. (Aristide Calani)

Note[modifica]

  1. Il nome di Pierre Leroux è abbastanza noto per le opere da lui pubblicate. Lo è meno quello di Charles Fauvety, morto a Asnières, l'11 febbraio 1894 all'età di 80 anni, circondato dall'affetto di tutti i cittadini. Scrittore elegante e profondo, era modestissimo. Non scriveva per vaghezza di rinomanza e di popolarità, ma per propagare le sue idee. Era l'apostolo del pensiero; faceva il bene pel bene. Filosofo spiritualista d'alto valore intellettuale e morale, apparteneva alla scuola socialista, che prevalse in Francia dal 1832 al 1851, la quale non mirava solo alle questioni materiali, al ventre, come il Socialismo attuale, ma si preoccupava sopratutto a formare l'uomo morale: Scuola, che fu via via rappresentata dal Phalanstere, la Phalange, la Democratie pacifique, fondò Le rappresentant du Peuple poi la Voix du Peuple e altri giornali. Collaborò coi suoi amici Michelet, Renouvier, l'Abbé Constant, Erdan in varie riviste, fondò il giornale La Solidarité, in cui espose più chiaramente le sue idee religiose, sociali, che interrotto dalle guerre del 1870 fu ripreso e continuato nel 1876 dalla Religion Laique, che divenne nel 1890 e sotto la direzione del suo discepolo, P. Verdad (Lessard) La Religion Universelle. Mandava nello stesso tempo importanti articoli al Giornale Italiano, La Ragione, in cui io collaborava con Ausonio Franchi. Degne di nota sono le sue opere intitolate Nouvelle Rivelation, La Vie, e l'altra Théonomie, Démonstration de l'Existence de Dieu. La sua dottrina egli riassunse nel suo Testamento morale con queste parole: Credo alla solidarietà Universale. Voglio la Giustizia e fratellanza umana. Aspiro alla Perfezione. Dio unità suprema, legge universale, Ragione cosciente dell'Universo. Fu la sua vita, come quella di Benedetto Spinoza, la vita di un santo; ed io sono lieto di poterlo ricordare ancora alla Francia e all'Italia, e rendere un supremo omaggio all'amico, all'uomo integerrimo e al pensatore.

Bibliografia[modifica]

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