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Death Parade

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Death Parade

Serie TV anime

Immagine Death Parade logo replica.png.
Titolo originale

デス・パレード
Desu Parēdo

Lingua originale giapponese
Paese Giappone
Anno

2015

Genere psicologico
Stagioni 1
Episodi 12
Regia Yuzuru Tachikawa
Doppiatori italiani


Death Parade, serie televisiva anime del 2015 composta da 12 episodi, derivata dal cortometraggio Death Billiards.

Citazioni tratte dalla serie

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Episodio 1, Death Seven Darts

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  • Accomodatevi. Benvenuti al Quindecim, signori. (Decim, all'arrivo degli avventori)
  • Chiarirò subito la situazione in cui vi trovate, quindi vi prego di dedicarmi la vostra attenzione. Punto primo, alla domanda su dove vi troviate purtroppo non mi è possibile rispondere. Punto secondo, fra non molto per i signori verrà organizzato un gioco. [...] Punto terzo, la modalità di gioco sarà decisa attraverso una roulette. Punto quarto, partecipando a questo gioco vi giocherete la vostra vita. [...] Punto quinto, non vi sarà possibile uscire fino a che non avrete terminato il gioco. [...] Al momento tutto quello che mi è concesso dire è che nel gioco che sta per avere luogo a breve, la posta in gioco è la vostra vita. (Decim, illustrando le regole del Qundecim)
  • Decim: Le mie congratulazioni, la signora Machiko ha vinto. La partita adesso può considerarsi conclusa, siete pregati di procedere da quella parte.
    Takashi: Aspetta!! Aspetta, ti prego!! Rifacciamo tutto!!
    Machiko: È inutile! [...] È completamente inutile [...] tanto tutti e due siamo già morti: non è vero? [...]
    Decim: Sì, i signori si trovano già nell'oltretomba. Dopo la morte gli esseri umani vengono mandati o in paradiso o all'inferno: per questo esiste il Quindecim, serve ad emettere questo verdetto. Secondo il regolamento, qua possono essere invitate solo due persone che siano morte insieme. Sono desolato di avervi taciuto la verità.
  • Takashi [a terra, mentre afferra una gamba di Decim]: Aiutami, tu sei... tu sei Dio, non è vero?
    Decim: Io sono soltanto un semplice giudice.

Episodio 2, Death Reverse

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  • Ragazza:[1] Scusate, dove siamo?
    Nona: Dove giungono i defunti.
    Ragazza: Defunti? Intendi dire i morti?
    Nona: Già, stanno per arrivarne due fra pochissimo; li faremo partecipare a un gioco in cui scommetteranno la vita. [...] In base al grado di umanità che dimostreranno durante il gioco e ai ricordi della loro vita che affioreranno, su di loro verrà emesso un verdetto. Questo signore [Decim] e io siamo i due giudici.
  • Nona: I protagonisti di oggi sono quei due: sono Takashi e Machiko. Sono morti solo qualche minuto fa.
    Ragazza: Davvero sono morti?
    Nona: A causa dello shock del decesso tutti si dimenticano della propria morte: per questo è importante non farglielo notare.
    Ragazza: Perché?
    Nona: Se realizzassero di essere morti, accetterebbero di giocarsi la vita?
    Ragazza: Ma scommettere la vita sarebbe già di per sé una follia.
    Nona: Già, non lo farebbe nessuno: per questo li manipoliamo. [...] Facciamo credere loro che se non giocassero potrebbero morire: è quello che sta succedendo ora.
  • Ragazza: Qual è lo scopo di tutto questo?
    Nona: È necessario per il verdetto, per poter creare una situazione estrema, e il miglior modo è costringere qualcuno a mettere in gioco la propria vita.
    Ragazza: Una situazione estrema?
    Nona: Noi creiamo una situazione di estrema tensione all'interno del nostro gioco, soprattutto in senso psicologico.
  • Tu sai qual è fra tutte le diverse emozioni umane quella più primitiva? [...] È la paura! (Nona)
  • Ragazza: In paradiso o all'inferno?
    Nona: Li chiamiamo così perché per gli esseri umani sono immagini semplici; più precisamente sono la reincarnazione e il vuoto. [...] Reincarnandosi, l'anima va a risiedere in un altro essere umano; cadendo nel vuoto, invece, al contrario del primo caso, viene persa nell'oscurità.
    Ragazza: Il verdetto decide la destinazione finale delle anime?
    Nona: Esatto, il ruolo del giudice è proprio quello; infatti questo è il luogo dove si giudicano le anime.
  • Decim: Nona, dimmi: tu pensi che io abbia sbagliato?
    Nona [ride sarcasticamente]: Tutti commettono qualche errore. [Visibilmente arrabbiata] Ascoltami, spesso le emozioni degli esseri umani si capiscono osservando le loro espressioni: un giudice non può lasciarsele sfuggire in questo modo!
    Decim: Io sono davvero desolato.
    Nona: Non dimenticarlo!

Episodio 3, Rolling Ballade

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  • Le regole sono pressoché identiche al bowling ordinario, ma è previsto che si effettui un solo lancio per ogni turno; dopo ogni lancio il turno passerà all'altro giocatore e chi di voi abbatterà il maggior numero di birilli vincerà la partita. Dovrete utilizzare una palla specifica, all'interno della quale è inserita l'esatta riproduzione del cuore del vostro avversario. (Ragazza[1])
  • Mai: Che cosa sta succedendo!?
    Shigeru: La palla, si è mossa!
    Mai: Eh?
    Decim: Sono molto desolato, ho dimenticato di avvisarvi: il cuore batte esattamente come quello del suo proprietario. La parte interna della palla riproduce la temperatura corporea. Di fatto, non avvertirete dolore: vi prego di non preoccuparvi.
    Mai: Siamo proprio costretti a utilizzare queste palle da bowling?
    Decim: Sì, è la regola.
  • Shigeru: Ascolta, so che non è il momento ma... faresti una scommessa?
    Mai: Una scommessa?
    Shigeru: Sì, se sarò io a vincere la partita allora dovrai uscire insieme a me.
    Ragazza: Oh, no.
    Decim: Questa cosa non è un problema.
    Ragazza: Non sospiravo per quello, sono entrambi già morti: a te non dispiace?
    Decim: Comprendo.
  • Mai: Miura Shigeru... adesso mi ricordo: sì, io sono Chisato! Chisato Miyazaki! Ti ricordi? Da piccoli giocavamo spesso al parco: eravamo io, te e Mai!
    Shigeru: Lo sapevo! E poi ti sei trasferita, vero Chisato? È incredibile!
    Mai: Quanto tempo, eh!?
  • Shigeru: Ci concedereste il tempo di un appuntamento?
    Mai: Vi prego, per favore!
    Decim: Certo, ve lo concedo. Sentiamo, possono andar bene cinque minuti? [Shigeru, Mai e la ragazza trasaliscono]
    Ragazza [afferrando Decim per il collo]: È pochissimo, mi sembra ovvio che non bastino, dagli almeno qualche minuto in più!!
    Decim: Scusate, era una battuta. Divertitevi pure fino all'ultimo secondo che avrete.
    Mai e Shigeru: Grazie mille signor Decim!!
    Ragazza: Era una battuta del cavolo.
  • Ragazza: Due amici d'infanzia ricongiunti nella morte, eh? Ehi, secondo te Mai assomigliava poi tanto a Chisato?
    Decim: Chi può dirlo, non saprei. Lo sa, la vita è una cosa veramente misteriosa: ogni vita ha una storia, che parte da sola e inesorabilmente si lega alle altre formando una matassa, e nessuno può sapere quale sarà il risultato.
    Ragazza: Lo scopri soltanto con la morte, e anche il seguito potrebbe essere incerto; ma è questo a renderla interessante.

Episodio 4, Death Arcade

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  • Misaki: Non vale! Lui è palesemente più bravo di me! Non pensate che sia ingiusto?
    Decim: La vita d'altronde è sempre piena di ingiustizie: lei dovrebbe saperlo abbastanza bene.
  • Non posso pronunciare un verdetto se non vedo l'oscurità del loro animo. (Decim)
  • Misaki: Io non voglio nessun verdetto! Basta prenderci in giro, dovete smetterla di prenderci in giro!! Perché dovete essere voi a decidere? Voi siete dei perfetti sconosciuti, che cosa credete di sapere di me e della mia vita!?
    Decim: Io sono un giudice, è il mio ruolo.
    Misaki: E ti sembra un giudizio questo? Voi non avete fatto altro che ingannarci!!
    Decim: Il mio compito è quello di estrarre l'oscurità dall'animo delle persone e soppesarla.

Episodio 5, Death March

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  • Io sono una che le cose le deve fare per bene, altrimenti le faccio controvoglia. (Nona)
  • Oculus: Lasciar perdere dopo una sola leggerezza è proprio da te. [...] Strano che sia riuscita a fare il giudice così a lungo.
    Nona: Sei fastidioso, lo sai?
    Oculus: Sei così seria, esattamente come il nostro caro Decim, Nona. Dopo tutte le enormi sofferenze concedersi una distrazione è ciò che ci vuole ogni tanto: mai e poi mai un giudice potrà smettere di pronunciare i propri verdetti.
  • Lei conosce la storia chiamata Il filo del ragno?[2] [...] Il buddha Śākyamuni porse il filo di un ragno a Kandada finito all'inferno perché egli una volta aveva evitato di uccidere un ragno. Deciso a raggiungere la terra pura, Kandada cominciò ad arrampicarsi; a quel punto anche gli altri peccatori lo seguirono, e colto dal timore che il filo potesse spezzarsi Kandada li fece cadere tutti. [...] Sarebbe stato meglio rendere invisibile quel filo fin dal principio. (Decim)
  • Ginti: Lei [la Ragazza] è l'ospite che non sei riuscito a giudicare, non è vero?
    Decim: Sì.
    Ginti: Perché?
    Decim: Al suo arrivo al Quindecim lei ricordava già perfettamente di essere morta.
    Ginti: Cosa stai dicendo? Non si è mai sentito.
    Decim: È per questo che non sono riuscito a farla partecipare al gioco. Le hanno cancellato ogni ricordo e mi è stata concessa una proroga per il verdetto.
  • Non esiste un essere umano senza ricordi, anche se sono confusi dallo shock della morte i ricordi latenti non scompaiono. (Nona)
  • Che rabbia mi fa: tanto rilassato che gli crescono i fiori in testa. (Nona, parlando di Oculus)

Episodio 6, Cross Heart Attack

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Giocatori di Twister
  • [Il pavimento si è ritirato lasciano il posto a un baratro; Mayu e Harada sono sugli appoggi che usavano durante il gioco]
    Mayu: Non ci credo!
    Ginti: Splendida vista.
    Mayu: Stupido, aiutaci subito!
    Ginti: Non ci penso neanche, che voi moriate o meno a me non cambia nulla. Sapete, questo momento è il mio preferito: d'ora in poi c'è il sudden death, il gioco si concluderà solo quando uno di voi due sarà caduto. [Pensando] Forza, fatemi divertire miseri umani.
  • Sai Harada, non avrei mai immaginato che un giorno ti avrei conosciuto e che avremmo giocato insieme; sono stata davvero tanto felice. Quando ti ho visto la prima volta sono diventata subito una vostra fan; ti ho sempre seguito Harada, ho anche mandato tante lettere di supporto. Nei momenti dolorosi, nei momenti tristi, sentire le vostre canzoni mi ha ridato il buonumore. Mi hai sempre fatto tornare il sorriso: grazie dal profondo, Harada. Grazie a te sono riuscita ad andare avanti. (Mayu)
  • Basta con queste sciocchezze, qui sei tu la migliore. Hai ragione, anche io sono come te: senza tutto il sostegno dei miei fan non riuscirei ad essere un idol, è stato solo grazie a voi che ce l'ho fatta. Grazie a te, Mayu!! È una cosa talmente bella e ovvia, io l'ho dimenticata. (Harada)

Episodio 7, Alcohol Poison

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  • Primo, i giudici non possono mai smettere di pronunciare i loro verdetti: è lo scopo della loro esistenza. Secondo, i giudici non sanno cosa sia la morte perché li avvicinerebbe troppo agli esseri umani. Terzo, non hanno la capacità di provare emozioni perché sono solamente delle bambole. (Oculus, enuncia le regole dei giudici.)
  • Ginti: Ma cosa diavolo stai dicendo? Gli esseri umani sono soltanto degli idioti, per quanto mi riguarda non ha nessuna rilevanza quello che pensano. Dobbiamo solo creare la situazione estrema e divertirci mentre si rendono ridicoli.
    Decim: Personalmente non li trovo affatto ridicoli. [...] Per quanto mi riguarda, io rispetto le persone che vivono appieno la propria vita.
  • Una volta pronunciato il giudizio i corpi degli ospiti tornano ad essere dei manichini; solitamente vengono gettati tutti via ma io invece li recupero. [...] Persone che hanno vissuto appieno la propria vita, non sopporto che ogni loro cosa veda persa senza lasciare traccia. (Decim)
  • Mayu: Se giocate a scommettere sulla vita è chiaro che diventa tutto difficile.
    Ginti: Questo perché gli umani sono degli idioti.
    Mayu: Non è questo il punto, è solo che è normale mettere sé stessi davanti a tutti.
    Ginti: Ti ritieni una ragazza anormale?
    Mayu: Io anormale? Be', ecco, sinceramente non saprei...
    Ginti: È sempre la solita storia, voi umani non sapete mai nulla di voi stessi.
  • Quin: Dì un po', Nona: come mai ti preoccupi così tanto per Decim?
    Nona: Non saprei. Sai, ritengo che possa esistere più di un modo per giudicare; ogni giorno muoiono tanti esseri umani e tocca a noi emettere un verdetto. Il nostro è un lavoro meccanico, non ci poniamo nessuna domanda. Ognuno di noi si dimenticherà delle persone che ha giudicato, altrimenti nessuno potrebbe continuare a fare il giudice; siamo solo delle bambole: non conosciamo la vita né conosciamo la morte eppure siamo state create a loro immagine e somiglianza. Noi che non conosciamo cosa sia la morte abbiamo il compito di giudicare i defunti: non pensi che sia un po' strano?

Episodio 8, Death Rally

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  • Decim: Che cos'ha?, Non si sente bene, per caso?
    Ragazza:[1] Sto bene. Solo, non usare quel telecomando.[3]
    Decim: Non intendevo farlo, e comunque sia non posso: è rotto. È forse per quella storia dell'assassino?
    Ragazza: Se nella situazione estrema le persone comuni si trasformano, immagina un assassino.
    Decim: Sì, ma sono anche loro esseri umani.
    Ragazza: Non potrai giudicarli come fai con gli altri.
    Decim: Non esistono casi che non sia possibile giudicare.

Episodio 9, Death Counter

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  • Tatsumi: Tu cosa farai una volta trovato il colpevole?
    Shimada: Gli farò provare le stesse cose che... no, penso che finirò per ucciderlo!
    Tatsumi: Risposta onesta. In effetti ci sono persone la cui morte sarebbe una liberazione per tutti.
  • Ragazza:[1] Fermo!! Che vuoi fare?! Smettila!
    Decim: Le parole non sono sufficienti, è necessario un accertamento completo delle intenzioni del signor Shimada.
    Tatsumi: Gli stai dicendo di uccidermi ancora?
    Decim: Vede, una persona già morta non può essere uccisa nuovamente; tuttavia è possibile provocarle atroci sofferenze.
    Tatsumi: Va bene, d'accordo.
  • Ragazza: Tutti vivono con il peso delle proprie colpe e tutti provano odio per qualcosa: istigare questi sentimenti ti pare un giudizio? Che cosa ottieni facendo una cosa simile?
    Decim: Il mio ruolo è estrarre l'oscurità dall'animo delle persone.
    Ragazza: Ma che cosa stai dicendo!! Tu non hai mai vissuto, tu non capisci proprio nulla della tristezza delle persone.
    Decim: È mia intenzione comprendere.
    Ragazza: Non è mai soltanto tristezza, si possono provare tante emozioni: la fragilità di chi perde la ragione per rabbia, la forza di chi riesce a superare le proprie paure per amore. Tu non comprendi nessuna di queste cose, quindi come puoi pensare di essere in grado di giudicare? [...] Tu non fai altro che estrarre l'oscurità con la forza e poi te ne stai lì a guardare con indifferenza. [...] Ciò che hai fatto finora non si chiama giudizio!!
  • Se non riesci a proteggere una persona non resta che uccidere l'altra, no? La crudeltà è da sempre una legge immutabile di questo mondo, e se non puoi cambiare il mondo devi essere tu a cambiare!! (Tatsumi)

Episodio 10, Story teller

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  • Nona: Se non te la senti [di emettere un giudizio sulla Ragazza] vuoi che lo faccia io al posto tuo?
    Decim: No, ci penso io.
    Nona: Allora giudicala tu stesso e decidi se farla reincarnare oppure lasciarla cadere nel vuoto.
Una serie di manichini, simili a quelli conservati da Decim
  • Decim: Si è resa conto che una volta era un essere umano? Le anime degli esseri umani non possono fermarsi a lungo qui; terminato il periodo del giudizio diventerà anche lei un manichino. Per lei ora è giunto il momento del verdetto. (Decim, rivolto alla Ragazza[1])
  • Tu sei esattamente come tutti gli esseri umani: si dimenticano che moriranno e solo alla fine cercano di dare un senso alla vita; ma la vita non ha alcun senso, la vita è solo un preludio alla morte. Non c'è alcun senso su cui riflettere, lo stesso è per il verdetto. (Ginti, a Decim)
  • Sachiko: Vorrei che rispondessi sinceramente a una domanda: per caso questo è l'aldilà?
    Decim: Sì.
    Sachiko: Sì, lo sapevo. [...]
    Decim: Dopo la morte le anime delle persone giungono in questo luogo; io sono incaricato di pronunciare un verdetto in qualità di giudice. Quando si è resa conto di dove si trova?
    Sachiko: Giusto un momento fa. [prende una carta dal tavolo] Il ragazzo in questa carta si chiama Myu, ma è un disegno che non è mai esistito. Sarebbe stato un personaggio della mia prossima opera, era il protagonista ma viveva ancora solo nella mia testa eppure è disegnato esattamente come l'avevo immaginato. Ecco perché ho pensato che questo qui non fosse il mondo reale.
  • Sachiko: Se tu dovessi comunicare ciò che provi a qualcuno, dimmi, come lo faresti?
    Decim: Non lo so.
    Ragazza: Con le parole?
    Sachiko: È naturale, no? Penso che sia per questo motivo che nella storia Chavvot non può sentire nulla. Oltre alle sole parole esistono tantissimi altri modi per comunicare i propri sentimenti, ad esempio questo. [prende una carta dove è ritratta Chavvot sorridente]
    Decim: Un sorriso?
    Sachiko: Esatto, tutte le persone al mondo sorridono nei momenti felici e nei momenti tristi fanno espressioni tristi. È davvero un mistero, eh? Anche se le lingue sono tutte diverse...
    [La ragazza si rivede quando, da bambina, chiedeva alla madre di leggerle la storia di Chavvot; la donna chiama la figlia "Chi"]
    Ragazza: Io mi chiamo Chiyuki.
    Sachiko Oh! Te lo sei ricordato!
    Chiyuki: Sì: significa "conoscenza" e "felicità".[4]
    Sachiko: Hai proprio un bellisimo nome.
  • Io non credo che la vita degli esseri umani sia solo un preludio alla morte; è la morte ad essere una conseguenza dell'aver vissuto. [...] Secondo me la vita un senso ce l'ha, e lo stesso vale per il giudizio. Il giudizio deve essere svolto avvicinandosi tanto alla vita quanto alla morte; può essere svolto soltanto avvicinandosi agli esseri umani e di conseguenza alle emozioni umane. (Decim)

Episodio 11, Memento Mori

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  • Ginti: Non so quale anima far cadere nel vuoto.
    Mayu: Perché, io non vado bene? [...] Basta che lo rimpiazzi io, non è così?
    Ginti: Tu hai la più pallida idea di che posto sia il vuoto?
    Mayu: Certo che no.
    Ginti [...] In parole povere è il cimitero delle anime, dove non esiste nulla tranne la coscienza di sé. Terrore, rimpianto, disperazione: si avrà in eterno la sensazione di cadere con tutte le emozioni negative. È esattamente questo il vuoto.
  • Gli amici importanti, i compagni, anche la famiglia sono soltanto altre persone: persone diverse da sé. (Chiyuki)
  • [Decim ha servito a Chiyuki il cocktail che beve di solito]
    Chiyuki: E così questo è l'ultimo... Come si chiama?
    Decim: Memento Mori. Significa "ricordati che devi morire". [...] Non ci si deve dimenticare che un giorno si morirà, ed è per questo motivo che bisogna vivere nel presente: è questo il messaggio racchiuso in quelle parole.
    Chiyuki: Vivere nel presente...
  • Ginti: Rispondi: che senso ha avuto la tua vita?
    Mayu: Io non lo so, perché deve esserci per forza un senso?
    Ginti: Eccone un'altra che non sa nulla...
    Mayu: Già. E tu allora? Per quale motivo stai facendo tutto questo, si può sapere?
    Ginti: Non ne esiste uno, lo faccio perché sono un giudice.
    Mayu: Voi giudici mi fate tanta pena. [...] Io almeno ho deciso per conto mio, non avrò fatto una vita di cui andare proprio orgogliosa, ma almeno ho deciso io di dedicarla ad Harada, e a me basta questo per darle un senso.

Episodio 12, Suicide Tour

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  • Chiyuki: Ma perché mi hai portato qui?
    Decim: Prenda questo, la prego. [Porge a Chiyuki il telecomando per il controllo degli eventi]
    Chiyuki: Che significa?
    Decim: Ecco, io non ho deciso di portarla qui per farle incontrare sua madre. [...] Forse non sa che nel mondo muoiono circa settemila esseri umani ogni ora, Chiyuki. La vita è sempre piena di ingiustizie, alcuni riescono a viverla appieno mentre altri la perdono subito. In cambio della vita di un solo essere umano è possibile riportarla indietro dalla morte. Prema questo pulsante e ogni ricordo del Quindecim sparirà dalla sua mente, così potrà tornare in vita.
  • Chiyuki: Non posso premerlo...
    Decim: E perché, Chiyuki?
    Chiyuki: Perché ognuno ha delle persone care a cui è legato.
    Decim: Rifletta bene, perché per lei si tratterebbe solamente di un estraneo.
    Chiyuki: Sì, questo lo so anch'io! Lo so, però anche un estraneo avrà qualcuno da qualche parte che gli vuole bene: qualcuno proprio come mia madre, no?
  • Fa davvero male. Questa qui è la tristezza, non è vero? [...] Ecco, io volevo solo conoscerla meglio, cercare di comprenderla. Le domando perdono. (Decim, rivolto a Chiyuki)
  • Oculus: Più un giudice si avvicina a un essere umano e più diventa difficile e doloroso esprimere un giudizio.
    Nona: Però un umano non può esprimere giudizi. [...] Il grado di difficoltà non è una buona scusa per giudicare gli uomini in modo così inappropriato, e il nostro mondo non può andare avanti in questa maniera.
    Oculus: Vorrei tanto che mi spiegassi per quale ragione, secondo te, i giudici dovrebbero soffrire.
    Nona: Penso che i giudizi senza sofferenza non abbiano senso. [...] Soffrire e lottare: questo è il significato di vivere, dico bene Oculus?
    Oculus: Vivere, eh? Be', vivere è una parola che viene utilizzata solamente da chi è in grado di morire, Nona: noi siamo esseri senza vita, pertanto non ne siamo capaci. Possiamo cercare di avvicinarci agli esseri umani ma rimaniamo sempre delle bambole.
    Nona: Ti sbagli! Anche noi viviamo, viviamo nel presente.
  • Nona: Primo, i giudici non possono mai smettere di pronunciare verdetti: è questo lo scopo della loro esistenza. Secondo, i giudici non sanno cosa sia la morte perché li avvicinerebbe troppo agli esseri umani. Terzo, i giudici non potranno mai capire cosa sono le emozioni, sono solo delle bambole.
    Oculus: E quarto: a tutti i giudici è severamente vietato avvicinarsi alla vita; quella vicinanza li renderebbe difettosi.

Note

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  1. a b c d e f All'inizio della serie Chiyuki non ricorda il suo nome; nell'edizione giapponese viene chiamata kurokami no onna (la donna dai capelli neri), qui sarà definita semplicemente come "Ragazza".
  2. Decim si riferisce al racconto Il filo del ragno di Ryūnosuke Akutagawa.
  3. I giudici hanno a disposizione un telecomando, che possono usare durante la sfida dei due giocatori, per alterare le sorti della gara
  4. Il nome di Chiyuki è scritto con i caratteri 知幸 che si possono effettivamente tradurre come "conoscenza" per 知 e "felicità" per 幸.

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