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Uto Ughi

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Uto Ughi nel 2006

Uto Ughi, pseudonimo di Diodato Emilio Ughi (1944 – vivente), violinista italiano.

Citazioni di Uto Ughi

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  • I Maneskin sono un'offesa alla cultura e all'arte. Non ce l'ho particolarmente con loro. Penso che ogni genere abbia diritto di esistere, però quando si fa musica e non quando si urla e basta.[1] 
  • La musica è un linguaggio di fratellanza e l'orchestra è l'embrione della società perché tutti devono ascoltare anche le voci degli altri.[2]
  • Matera è una città del Mezzogiorno che può davvero rappresentare la cultura italiana in Europa e mi auguro veramente che questa città straordinaria, unica al mondo, possa davvero raggiungere questo ambizioso traguardo importante per tutto il Paese.[3]
Intervista di Giuseppina Manin, Uto Ughi: troppi danni alla musica, Corriere della sera, 10 ottobre 2004
  • Ai tempi di Fuscagni o di Zavoli, la tv non temeva di trasmettere classica e prosa in prima serata.
  • Stanno sistematicamente diseducando il pubblico. Se i giovani frequentano poco la classica non è certo colpa loro, nessuno gliel'ha mai fatta neanche sentire.
  • Ho sentito interpreti straordinari anche con violini meno famosi. Il suono viene da dentro di noi, non da fuori.
  • Metà dei teatri italiani sono stati restaurati da incompetenti con materiali antiacustici e antifonici. Per la musica un danno enorme. Al Conservatorio di Milano hanno messo la moquette e la splendida acustica è stata rovinata.
  • In Austria, in Germania, far musica tra amici alla domenica è usanza molto diffusa. Da noi si va alla partita. Del resto in Germania ci sono 125 orchestre da noi 25.
  • Spostare in là l'accesso ai conservatori significa tagliar fuori dalla musica tanti giovani. Solo chi potrà permettersi le scuole private andrà avanti. È la prova che le riforme vengono fatte da gente incompetente.
  • Non si possono mescolare generi troppo diversi. Vien fuori solo il caos.
Intervista di Laura Ruzza, Uto Ughi chiama, i giovani rispondono, UniversityTV, 28 settembre 2005
  • Ho iniziato a studiare violino tra i 4 ed i 5 anni e sono stato aiutato dai miei genitori, ma non spinto: credo che nessuno debba spingere nessuno a studiare la musica.
  • Ritengo che lo studio del violino debba iniziare quando si è molto giovani. In Giappone mettono i violini in mano ai bambini di 3 anni proprio per abituarli [...] Però ci sono molte persone che hanno cominciato tardi e sono diventate bravissime.
  • Lo studio giornaliero è la conditio sine qua non per fare il concertista.
  • Le corde di budello vanno benissimo in un ambiente piccolo, ristretto, però in un ambiente grande come le nostre sale da concerto non si sentirebbe assolutamente nulla.
  • Le corde di budello si usavano una volta perché gli ambienti erano più piccoli per circa 200-300 persone, non accoglievano le 2000-3000 persone odierne.
  • Il mio maestro era pianista, violinista, direttore d'orchestra e insegnante; chi riesce a ricoprire più ruoli ha una visione della musica più completa e più approfondita.
  • Quando ero ragazzo, io studiavo all'Accademia Chigiana di Siena dove era possibile studiare gratis grazie alla generosità del Conte Chigi di Siena [...]. Ho conosciuto i più grandi maestri e interpreti del mondo che insegnavano lì solo per la grande amicizia che avevano con il Conte Chigi.
  • Bisognerebbe iniziare a parlare di educazione musicale a scuola perché non è stato fatto e non si fa quasi niente. Prima di tutto istituirei l'educazione musicale in tutte le scuole, dalla primaria ai licei, ma non come disciplina opzionale ma obbligatoria.
  • Roma è la capitale della storia, della cultura, della religione; Roma è l'Italia.
Intervista di Sandro Cappelletto, Il successo di Allevi? Mi offende, La Stampa, 24 dicembre 2008
  • [Su Giovanni Allevi] Che spettacolo desolante! Vedere le massime autorità dello Stato osannare questo modestissimo musicista. Il più ridicolo era l'onorevole Fini, mancava poco si buttasse in ginocchio davanti al divo.
  • [Su Giovanni Allevi] Pianista? Ma lui si crede anche compositore, filosofo, poeta, scrittore. La cosa che più mi dà fastidio è l'investimento mediatico che è stato fatto su un interprete mai originale e privo del tutto di umiltà.
  • [Su Giovanni Allevi] Le composizioni sono musicalmente risibili e questa modestia di risultati viene accompagnata da dichiarazioni che esaltano la presunta originalità dell'interprete.
  • [Su Giovanni Allevi] Un collage furbescamente messo insieme. Nulla di nuovo. Il suo successo è una conseguenza del trionfo del relativismo: la scienza del nulla, come ha scritto Claudio Magris. Ma non bisogna stancarsi di ricordare che Beethoven non è Zucchero e Zucchero non è Beethoven. Ma Zucchero ha una personalità molto più riconoscibile di quella di Allevi.
  • [Su Giovanni Allevi] Mi fa molto male questo inquinamento della verità e del gusto. Trovo colpevole che le istituzioni dello Stato avvalorino un simile equivoco. Evidentemente i consulenti musicali del Senato della Repubblica sono persone di poco spessore.
  • [Su Giovanni Allevi] Non ha alcun grado di parentela con la musica che chiamiamo classica, né con la vecchia né con la nuova.
  • [Su Giovanni Allevi] Mi sorprende che giornali autorevoli gli concedano spazio, spesso in modo acritico. Anche Andrea Bocelli ha un grande successo, ma non è mai presuntuoso quando parla di sé. Da musicista, conosce i propri limiti.
  • [Su Giovanni Allevi] Lui si ritiene un profeta della nuova musica, parla come davvero lo fosse. Nuova? Ma per piacere!
Intervista di Simone Mercurio, S. Cecilia Gran finale col Beethoven di Ughi, Il Giornale, 29 maggio 2009
  • Una volta qui c'era una rete concertistica capillare tenuta su con sacrificio, ora c'è il deserto.
  • Il problema è che i teatri lirici in Italia sono oggi gestiti da gente senza discernimento e con un sistema clientelare. Gli enti lirici fanno la parte del leone togliendo spazio alla capillare diffusione della musica.
  • I responsabili sono sempre di nomina politica e la mediocrità viene premiata. Per questo bisogna avere il coraggio di dire che le persone che ora amministrano la vita musicale sono inadeguate.

Intervista di Pierachille Dolfini, Avvenire, 4 aprile 2010

  • Oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di risorgere.
  • La musica ha una fondamentale componente spirituale. Rende meno arida, meno egoista, meno violenta la società.
  • La Pasqua per me, come per tutti i credenti, è il cuore della fede, la certezza che Cristo ci dà di una vita nuova.
  • La musica può sicuramente aiutare un risveglio delle coscienze, perché un paese che scade moralmente inevitabilmente scade anche culturalmente.

Note

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  1. Citato in Uto Ughi attacca i Maneskin: «Sono un'offesa alla cultura e all'arte», lanazione.it, 19 gennaio 2023.
  2. Citato in Musica, torna il violino di Uto Ughi "per Roma", Fondazione Italiani, 16 settembre 2009.
  3. Citato in Uto Ughi: Matera può davvero rappresentare la cultura italiana in Europa, TRM: Radiotelevisione del Mezzogiorno, 28 agosto 2014.

Altri progetti

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