Discussione:Antonio Gramsci
Aggiungi argomento
According to the English site on of the here mentioned quotes are misattributed to Gramsci. It says:
Misattributed
[modifica]- "To tell the truth is revolutionary."
- The first number of L'Ordine Nuovo, edited by Gramsci, appeared in 1921 with this motto of Ferdinand Lassalle on the first page. It is often misattributed to Gramsci. — Il precedente commento non firmato è stato inserito da 82.93.159.133 (discussioni · contributi), in data 11:22, 13 feb 2007.
Senza fonte
[modifica]- Dato che dobbiamo costruire il Paese, costruiamo repertori, enciclopedie, dizionari.
Odio il capodanno
[modifica]Riguardo la mia ultima modifica non sono molto sicuro se sia più giusto citare l'Internazionale.it (considerando che si tratta del web e non dell'edizione cartacea), piuttosto che questo sito, che a me pare più affidabile. Non sono inoltre certo su come debbo scrivere la nota, né se specificare oppure no che l'articolo Capodanno di Gramsci è inserito in una rubrica del giornale (e non un'opera) intitolata Sotto la Mole. --AlMicero (scrivimi) 02:38, 2 nov 2015 (CET)
Il vecchio mondo
[modifica]- Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.
- Citato in «Il vecchio mondo sta morendo. E in questo chiaroscuro nascono i mostri», Corriere.it.
I deleted this from the article, because it seems at best to be a retranslation or paraphrase by Slavoj Žižek of Gramsci's
- La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati.
- s:Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/318 § (34). Passato e presente.
Which I have already entered into #Quaderni del carcere. Cf. en:Antonio Gramsci#Misattributed and https://thecharnelhouse.org/2015/07/03/no-zizek-did-not-attribute-a-goebbels-quote-to-gramsci/ --Vsop.de (scrivimi) 15:00, 19 set 2018 (CEST)
Incipit di Lettere dal carcere
[modifica]L'incipit della sezione non dovrebbe essere la lettera non datata «alla gentilissima signora» Clara Passarge (p. 3 dell'edizione Einaudi 1965 a cura di Sergio Caproglio ed Elsa Furbina) e mai giunta a destinazione? L'attuale incipit, tratto dalla lettera a Julca del 20 novembre, è invece a p. 5. -- Syd Storm (scrivimi) 20:25, 15 gen 2022 (CET)
- [@ Syd Storm, Ibisco] Se il libro inizia con la lettera a Clara Passarge, è senz'altro quello l'incipit. --Sun-crops (scrivimi) 22:26, 15 gen 2022 (CET)
- [@ Syd Storm, Sun-crops] La lettera alla «Mia carissima Julca» dell'attuale incipit ha una corretta corrispondenza con l'edizione a cura di Riccardo Uccheddu, Davide Zadda Editore, Cagliari, 2008, p. 27. Purtroppo, l'utente si è "dimenticato" di fare anche l'inserimento dell'opera in bibliografia. La questione, a mio avviso, si potrebbe risolvere pubblicando un secondo incipit e corredando il tutto con le relative note. Aggiungo di trovare pleonastico, nella sottosezione delle "Citazioni", il template dell'ordine cronologico dacché è lo standard per le citazioni tratte dai libri. E dunque: non sarebbe il caso di rimuoverlo? --Ibisco (scrivimi) 09:38, 16 gen 2022 (CET)
- [@ Syd Storm, Ibisco] Grazie Ibisco. Uno dei testi citati è l'epistolario completo? Se sì, l'incipit sarà quello dell'edizione integrale, se nessuno dei due lo è, si potrebbe omettere del tutto l'incipit. Inserire più incipit sarebbe, credo, contraddittorio in sé perché di un'opera c'è un solo incipit, contraddittorio anche nella prospettiva di futuri inserimenti da altre edizioni non integrali: ciò che oggi figura come incipit potrebbe non esserlo più in futuro rispetto ad altre edizioni; si avrebbe inoltre una insolita proliferazione di incipit. Se nelle lettere è riportata la data ed essa viene riportata anche negli inserimenti, l'ordine cronologico è implicito, il template cronologico si può quindi omettere, imho. --Sun-crops (scrivimi) 10:16, 16 gen 2022 (CET)
- [@ Syd Storm, Sun-crops] La lettera alla «Mia carissima Julca» dell'attuale incipit ha una corretta corrispondenza con l'edizione a cura di Riccardo Uccheddu, Davide Zadda Editore, Cagliari, 2008, p. 27. Purtroppo, l'utente si è "dimenticato" di fare anche l'inserimento dell'opera in bibliografia. La questione, a mio avviso, si potrebbe risolvere pubblicando un secondo incipit e corredando il tutto con le relative note. Aggiungo di trovare pleonastico, nella sottosezione delle "Citazioni", il template dell'ordine cronologico dacché è lo standard per le citazioni tratte dai libri. E dunque: non sarebbe il caso di rimuoverlo? --Ibisco (scrivimi) 09:38, 16 gen 2022 (CET)
[← Rientro] Qui è disponibile l'edizione Einaudi curata da Sergio Caprioglio ed Elsa Fubini (Furbina citata nel primo messaggio di questa discussione è un refuso, penso). Forse l'edizione non è integrale, ma è comunque molto cospicua. Solo, la prima lettera non reca né data né destinatario, se ho visto bene. L'edizione Einaudi è più o meno ampia dell'edizione Zadda? Quale delle due edizioni risale più indietro nel tempo rispetto alla data delle lettere?. --Sun-crops (scrivimi) 11:05, 16 gen 2022 (CET)
- [@ Sun-crops, Ibisco] Il biglietto senza né data né destinatario, con scuse di disturbo, richiesta di invio di alcuni effetti personali e saluti al «sig. Giorgio e alla signorina», mai giunto a destinazione perché sequestrata dalla polizia, è l'incipit (p. 3) dell'edizione Einaudi 1965 curata da Caprioglio e Fubini (Caproglio e Furbina sono miei refusi. I dettagli sul destinatario omesso dall'autore, sul sequestro del biglietto e sull'identità del sig. Giorgio, marito di Clara Passargee, sono specificati dai curatori a p. 4). Come segnalato dalle avvertenze dell'edizione Sellerio (Palermo, 1996), l'edizione einaudiana del 1965 curata da Caprioglio e Fubini fu quella di maggior pregio dalla sua data di pubblicazione fino al 1996; essa contiene 428 testi. Il biglietto a Clara Passarge di cui sopra fu pubblicato per la prima volta nel 1952: fu infatti omesso dall'edizione originale del 1947, curata da Togliatti e Felice Platone, vincitrice del Premio Viareggio, contenente solo 218 testi; come indicato dalla Tavola di confronto con le precedenti edizioni presente sulla pubblicazione einaudiana del 1965, è la lettera alla «Mia carissima Julca» dell'attuale incipit ad aprire l'edizione originale del 1947.
Essendo il biglietto alla «Gentilissima signora» Passarge senza data, è forse impossibile determinare se sia anteriore o posteriore all'attuale incipit. Non credo esista una vera e propria versione integrale, la ricerca di lettere inedite è sempre in corso e una versione definitiva forse non esisterà mai. L'edizione ad oggi più completa è presumibilmente la recente Einaudi, Torino, 2020, a cura di Francesco Giasi, contenente 489 testi; non so quale sia la lettera d'apertura di quest'ultima edizione.
Se la lettera dell'attuale incipit ha una corretta corrispondenza con l'edizione Zadda, e questa edizione contiene un numero uguale o maggiore di testi rispetto all'Einaudi 1965, si potrebbe lasciare questa come incipit, citando ovviamente in qualche modo l'edizione Zadda nella pagina, con buona pace della signora Passarge; oppure omettere del tutto l'incipit, se pare più opportuno. --Syd Storm (scrivimi) 16:49, 16 gen 2022 (CET)- [@ Syd Storm], [@ Sun-crops] Stante l'incertezza della data della lettera alla signora Passarge, lascerei come incipit la lettera a Julca, anche perché è di gran lunga più significativa dell'altra, essendo Julca Schucht nientemeno che la talentuosa violinista russa di origini tedesche sposata da Gramsci in Russia su cui pende la terribile accusa di aver accusato segretamente il marito, al contrario della sorella, Tania, trasferita in Italia e rimasta sempre devota a Gramsci, tant'è che fu lei a mettere in salvo i manoscritti dei Quaderni del carcere. Concludo: se può avere un senso, si potrebbe aggiungere all'incipit una nota per segnalarne la fonte. Quanto alle citazioni, cioè il resto delle lettere, essendo in tutte indicati sia il destinatario che la data, diventa irrilevante sapere da quale edizione siano state tratte. --Ibisco (scrivimi) 19:03, 16 gen 2022 (CET)
- [@ Syd Storm, Ibisco] Per l'incipit si delineano, imho, due soluzioni: nessun incipit o incipit dall'edizione che riporta la lettera con la data più lontana nel passato; incipit che in seguito potrebbe essere riassorbito nella sezione citazioni nel caso che un utente inserisca citazioni da un epistolario o da una fonte secondaria che riporti una lettera che risale più indietro nel tempo, utente che inoltre potrebbe riproporre questa stessa discussione negli stessi termini. È vero che le lettere sono uguali in ogni edizione, ma se si indica il numero di pagina, questo dovrà essere necessariamente preceduto dall'anno dell'edizione di riferimento, altrimenti il numero di pagina non sarebbe di alcuna utilità al lettore che volesse ritrovare la lettera. Il template cronologico si potrebbe togliere, visto che le lettere sono datate, ma potrebbe forse anche essere mantenuto per facilitare il compito a utenti non esperti o segnalare loro che la data va aggiunta. Forse [@ Spinoziano] può darci ulteriori idee per definire tutti i problemi emersi dalla discussione. --Sun-crops (scrivimi) 19:19, 16 gen 2022 (CET) P. S. Mi complimento con Ibisco per la sua approfondita conoscenza di Gramsci. Naturalmente anche Syd Storm non è da meno. Avevo colto nel segno pensando che su questioni gramsciane (e non solo) Ibisco era l'interlocutore perfetto. --Sun-crops (scrivimi) 19:36, 16 gen 2022 (CET)
- Concordo in tutto con quanto suggerito da Sun, propendendo a evitare il {{cronologico}} che normalmente non usiamo nelle voci degli scrittori. Ah, questa discussione mi fa venire in mente la canzone di Gaber che dice: Per ora rimando il suicidio | e faccio un gruppo di studio: | le masse, la lotta di classe, i testi gramsciani. | Far finta di essere sani... :D -- Spinoziano (msg) 08:51, 17 gen 2022 (CET)
- [@ Syd Storm, Ibisco] Per l'incipit si delineano, imho, due soluzioni: nessun incipit o incipit dall'edizione che riporta la lettera con la data più lontana nel passato; incipit che in seguito potrebbe essere riassorbito nella sezione citazioni nel caso che un utente inserisca citazioni da un epistolario o da una fonte secondaria che riporti una lettera che risale più indietro nel tempo, utente che inoltre potrebbe riproporre questa stessa discussione negli stessi termini. È vero che le lettere sono uguali in ogni edizione, ma se si indica il numero di pagina, questo dovrà essere necessariamente preceduto dall'anno dell'edizione di riferimento, altrimenti il numero di pagina non sarebbe di alcuna utilità al lettore che volesse ritrovare la lettera. Il template cronologico si potrebbe togliere, visto che le lettere sono datate, ma potrebbe forse anche essere mantenuto per facilitare il compito a utenti non esperti o segnalare loro che la data va aggiunta. Forse [@ Spinoziano] può darci ulteriori idee per definire tutti i problemi emersi dalla discussione. --Sun-crops (scrivimi) 19:19, 16 gen 2022 (CET) P. S. Mi complimento con Ibisco per la sua approfondita conoscenza di Gramsci. Naturalmente anche Syd Storm non è da meno. Avevo colto nel segno pensando che su questioni gramsciane (e non solo) Ibisco era l'interlocutore perfetto. --Sun-crops (scrivimi) 19:36, 16 gen 2022 (CET)
- [@ Syd Storm], [@ Sun-crops] Stante l'incertezza della data della lettera alla signora Passarge, lascerei come incipit la lettera a Julca, anche perché è di gran lunga più significativa dell'altra, essendo Julca Schucht nientemeno che la talentuosa violinista russa di origini tedesche sposata da Gramsci in Russia su cui pende la terribile accusa di aver accusato segretamente il marito, al contrario della sorella, Tania, trasferita in Italia e rimasta sempre devota a Gramsci, tant'è che fu lei a mettere in salvo i manoscritti dei Quaderni del carcere. Concludo: se può avere un senso, si potrebbe aggiungere all'incipit una nota per segnalarne la fonte. Quanto alle citazioni, cioè il resto delle lettere, essendo in tutte indicati sia il destinatario che la data, diventa irrilevante sapere da quale edizione siano state tratte. --Ibisco (scrivimi) 19:03, 16 gen 2022 (CET)