Discussione:Proverbi toscani

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Non sono in grado di tradurli, ma in attesa che qualcuno lo faccia, pensate sia meglio il grassetto (in vista di una futura traduzione) o no? --Jodido 17:33, 3 apr 2007 (UTC)

Ciao! Per ora, no. Sarebbe un appesantimento inutile. --DD 17:36, 3 apr 2007 (UTC)

proverbio[modifica]

Una segnalazione... Alla lettera C, secondo me, il proverbio esatto è "Can che abbaia non morde", invece di "Can che abbaia non dorme". (http://www.google.it/search?hl=it&client=firefox-a&rls=org.mozilla:it:official&hs=RX&sa=X&oi=spell&resnum=0&ct=result&cd=1&q=%22can+che+abbaia+non+morde%22&spell=1)

Un proverbio dubbio: potrebbe essere uno scherzo toscano sul famosissimo proverbio (italiano), però è meglio toglierlo, perché può essere un'invenzione di chi l'ha messo. Grazie, Nemo 23:32, 10 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Aggiunte?[modifica]

Chi si fa pecora, il lupo lo mangia

Chi unn'è bòno per il Re, unn'è bòno nemmeno per la Regina (chi viene scartato per fare il militare, ha anche "problemi" con le donne)

"Sicuro" morì ai Ponticini''

Luigi Brogi, soprannominato "Sicuro", era un mercante che, nei primi del 1900, si recava da San Giovanni a Cerreto a Siena tutti i giorni per vendere le proprie merci. La mattina del 18 Aprile 1923 fu assalito, derubato e ucciso da due briganti nei pressi dei "Ponticini", un centinaio di metri distanti da San Giovanni. Nel luogo della morte si erge una lapide in suo onore.

Lapide di Luigi Brogi (San Giovanni a Cerreto)

''Chi unn'ha guatrini, unn'abbia voglie

A tavola, pigliò moglie un prete

Ad Arezzo, 'un c'è bono nemmeno 'l vento (tipico a Siena)

Bevi più d'una doga!''

...segueIl precedente commento non firmato è stato inserito da 81.75.222.132 (discussioni · contributi), in data 11:44, 4 mar 2009.

Aggiungi, aggiungi! --Nemo 12:12, 15 mar 2009 (CET)[rispondi]

Italiani più che "toscani"?[modifica]

Non è bello quel ch'è bello, ma è bello quel che piace.

Ogni lasciata è persa.

Gobba a ponente luna crescente, gobba a levante luna calante.

Donna nana tutta tana.

Dopo tre scrollate gliè sega.

Cielo a pecorelle, acqua a catinelle.Il precedente commento non firmato è stato inserito da 81.75.222.132 (discussioni · contributi), in data 11:44, 4 mar 2009.

In effetti non aggiungono molto, si possono togliere, credo. --Nemo 12:12, 15 mar 2009 (CET)[rispondi]

Grafia e accento[modifica]

La grafia dovrebbe essere uniforme: la gorgia toscana o si accenta sempre ("la 'oda") o mai.

Gli accenti sembrano essere quelli fiorentino e lucchese. In altre parti della Toscana non si salta la "v" ("tro'allo" per "trovallo", "poero" per "povero"), non si elide la "l" di "il" (i') ma semmai il contrario ('l), la "lz" nella parola non dieventa "rz" ecc. Le opzioni sono: 1. uniformare il tutto; 2. indicare la provenienza geografica; 3. permettere grafie (e accenti) diversi per ogni proverbio o per proverbi diversi.Il precedente commento non firmato è stato inserito da 81.75.222.132 (discussioni · contributi), in data 11:44, 4 mar 2009.

Se i diversi proverbi sono caratteristici di una zona o di un'altra, ha senso che siano elencati come tali e seguano la grafia usata in tale zona; in caso contrario è meglio seguire una grafia uniforme (da specificare da qualche parte). Temo che le differenze siano dovute piú che altro a imperizia degli autori della pagina. --Nemo 12:12, 15 mar 2009 (CET)[rispondi]

Senza fonte[modifica]

  • A Lucca la prima a carte la "gioano" a perderla.
  • A Montemurlo chi va sano torna grullo; ma io vengo dal Pantano, vado grullo e torno sano.
  • Al piccione ingordo gli scoppiò il gozzo.
  • Alla moda pianigiana chi un'inceppa un'imbefana.
  • Amare e non essere amato è come pulissi ir culo e non aver caato.
  • Arrosto che non tocca, lascia che bruci.
  • Avè la fortuna di don Bastiano, che da priore lo fecion cappellano.
  • Chi campò sperando, morì caando.
  • Chi di Re ha fatto data c'è qualcuno che l'ha sbagliata.
  • Chi non piscia in compagnia gliè un ladro o una spia.
  • Chi sta, stia.. Pratovecchio e Poppi.
  • Chi 'un piange 'un puppa.
Chi non piange non puppa.
Se vuoi ottenere qualcosa, datti da fare.
  • Chi va a Lucca e non riporta il buccellato e come se un ci fosse mai andato.
  • Chi va con lo zoppo arriva prima.
  • Chi vende unn'è più suo.
  • Chi vuole un bell'agliaio lo semini di gennaio, chi proprio se ne intende lo semini di dicembre.
  • Contadino scarpe grosse e cervello fino.
  • Contro il culo e la corrente non c'è forza competente.
  • Contro vento si va, ma contro culo no.
  • Costi più te del Serchio ai lucchesi.
  • Dateceli morti bene, sennò si rizzano.
Attribuito al becchino, esorta a fare attenzione nelle cose.
  • Di giovani ne more tanti ma di vecchi 'un se ne salva uno.
  • Dicchè ci s'ha un manca nulla.
Di quel che c'è, 'un manca nulla.
  • Dio ci scampi dalla fame, dalla tigna e da quelli di l'Orsigna.
  • Dopo tre scrollate gliè sega.
  • Dove vai? Son cipolle! Quanto al chilo? Vado a Lucca!
  • Duro che duri!
  • È inutile far del bene all'asini, tanto poi ti tirano i calci.
  • E quant'è più che la miseria abbonda, e più l'amici a ritrovà ti vengono.
  • E un ce n'è pane secco.
  • E un friggo mia con l'acqua, io.
  • Essere all'uscio coi sassi.
Siamo alle porte co' sassi
Manca poco tempo ad un evento o a una scadenza
  • Finché la bocca prende e il culo rende... in tasca alle medicine e a chi le vende.
  • Giucco matto chiappò l'uscio. (Ispirato a una novella popolare toscana)
  • Gobba a ponente luna crescente, gobba a levante luna calante.
  • Ha' voglia a be' l'ova.
  • In Maremma un ci fa' bono neanche ivvento.
  • Indo'e c'è passao ciccia e ossa un c'è bischero che n'è possa.
Dov'è passato ciccia e ossa, non c'è billo che la possa.
  • La bodda, per un chiede, un ebbe 'oda.
  • La fin del cavallo bono è la caretta e la fine del tegame è la piletta.
  • La gente è come le persone.
  • La gente son cattivi.
  • La legge del bisenzio: pigliallo 'n culo e fa silenzio.
  • La legge del buo a gallina: se tu lo vò salvà tienci la manina.
  • La legge del menga: chi l'ha 'n culo se lo tenga.
  • La legge del Volga: chi l'ha 'n culo se lo tolga.
  • La mamma degli storti è sempre incinta.
  • La prima è de' cetonesi.
  • Le parole le porta via il vento... e le biciclette i livornesi.
  • Lo sai a Lucca che fanno quando piove? Lasciano piovere.
  • Meglio aver paura che buscarne.
  • Meglio essere vecchi che bonanime.
  • Meglio padron d'una castagna che garzon d'una montagna.
  • Meglio perdillo che tro'allo.
Detto di persona poco raccomandabile
  • Meglio puzza' di merda che di poero.
  • Meglio puzzar di prete che di bischero.
  • Meglio un morto in casa che un pisano all'uscio. (I pisani di risposta:) Che Dio t'accontenti.
  • Meglio un ovo oggi che 'na gallina domani.
  • Mi costa una cea.
  • Non ti mettere in cammino se la bocca un sà di vino!
  • Paganico, città dall'alte mura, di fori è brutto e dentro fa paura.
  • Per i' malato c'è la china ma pè i' bischero un c'è medicina.
  • Pipi ritto, un vor consigli.
  • Piuttosto che niente... é meglio piuttosto.
  • Poggio e bua fan pari.
Un'azione buona (poggio) e una cattiva (buca) si compensano.
  • Povero e coglione...'un ti fa(re) mai.
  • Preti, porci e polli 'un so' mai satolli.
  • Quando il culo è avvezzo al peto un c'è verso avello cheto.
  • Quando il Monte Argentario mette il cappello, scappate gente da Orbetello.
  • Quando la roba avanza vor dì che l'è bastata.
  • Quando 'un ci sarà più bischeri e sparirà anch'e'furbi.
  • Quando parte la disgrazia c'è sempre un bischero pronto.
  • Se bisogna dar ragione a un bischero si da ragione a i' pproprio.
  • Se tu fossi alto quanto tu sei bischero, tu berresti alle grondaie.
  • Se vien da Lucca piglia il fieno e fanne una mucchia, se vien da Boveglio piglia il fieno e stendilo meglio.
  • Sei stato riportato dall'Arno.
  • Senza lilleri non si lallera.
  • Sole di marzo, fuggi o t'ammazzo!
  • Son di Prao e vogl'essè rispettao, posa i sasso e mang'i bao.
  • Sto coi frati e zappo l'orto.
  • Te tu hai "studio" da prete.
  • Ti sento perché c'ho l'orecchi.
  • Tira più un pelo di fia che un carro di buoi.
  • Tra avelli e un l'avelli fann'i doppio.
  • Tromba di culo sanità di corpo.
  • Tutte le mattine s'alzano un furbo e un bischero: se s'incontrano l'affare è fatto.
  • Un farabutto tu lo trovi dappertutto.
  • Un sarà nulla, disse i' rospo, ma i' contadino aguzza i' palo!
  • Vai a Lucca a prendere il garbo.
  • Valla 'a giudicà una vacca a diacè.
Non è facile giudicare una vacca quando è sdraiata (dicesi di situazione imprevedibile)

Versioni alternative[modifica]

I proverbi indicati come "versioni alternative" li teniamo così o li inserisco come proverbi a sé stanti?--AssassinsCreed (scrivimi) 01:00, 8 lug 2013 (CEST)[rispondi]