Emily Brontë

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Emily Brontë

Emily Jane Brontë (1818 – 1848), scrittrice e poetessa britannica.

Citazioni di Emily Brontë[modifica]

  • Non c'è spazio per la Morte. (da No Coward Soul Is Mine)
  • Sono vane le migliaia di credi
    Che muovono i cuori degli uomini: completamente vane. (da No Coward Soul Is Mine)
  • Dentro di sé è convinto che nessun potere mortale lo farà cadere. Solo la mano della Morte può sottrarre la vittoria alle sue braccia e Harold è pronto a soccombere di fronte ad essa, perché il tocco di quella mano è, per un eroe, ciò che il colpo che gli ha dato la libertà è per uno schiavo. (da Le Roi Harold)
  • La notte si addensa attorno a me | selvaggio e gelido soffia il vento | ma una magia implacabile mi ha vinto | e non posso non posso fuggire || Alberi giganteschi piegano | i rami spogli gravi di neve | veloce la tempesta si fa vicina | pure non posso fuggire. || Nuvole e nuvole su di me | deserti e deserti ai miei piedi | nessun terrore potrà allontanarmi | non voglio non posso fuggire.[1]

Cime tempestose[modifica]

Incipit[modifica]

Originale[modifica]

1801—I have just returned from a visit to my landlord – the solitary neighbour that I shall be troubled with. This is certainly a beautiful country! In all England, I do not believe that I could have fixed on a situation so completely removed from the stir of society. A perfect misanthropist's heaven: and Mr. Heathcliff and I are such a suitable pair to divide the desolation between us. A capital fellow! He little imagined how my heart warmed towards him when I beheld his black eyes withdraw so suspiciously under their brows, as I rode up, and when his fingers sheltered themselves, with a jealous resolution, still further in his waistcoat, as I announced my name. "Mr. Heathcliff?" I said.

Rosina Binetti[modifica]

1801. — Sono appena ritornato da una visita al mio padrone di casa, il solo vicino col quale avrò a che fare. Questa è indubbiamente una bella contrada. Credo che in tutta l'Inghilterra non avrei potuto scegliermi un altro posto più lontano dal frastuono della società. È il paradiso del perfetto misantropo; e il signor Heathcliff ed io siamo fatti apposta per una simile desolazione. Un uomo veramente singolare! Non immaginava certo quale viva simpatia sentissi per lui quando vidi i suoi occhi neri ritrarsi così sospettosamente sotto le ciglia al mio avanzare a cavallo, e le sue mani rifugiarsi ancor più addentro nel panciotto, con gelosa risolutezza, all'annuncio del mio nome.
«Il signor Heathcliff» dissi.
[Emily Brontë, Cime tempestose, traduzione di Rosina Binetti, Garzanti, 2010. ISBN 9788811360933]

Antonio Meo[modifica]

1801.
Eccomi di ritorno da una visita al mio padrone di casa… il solo vicino che mi toccherà sopportare. Questa è certamente una bella contrada. In tutta l'Inghilterra non mi sarei potuto scegliere un posto più completamente distaccato dal turbinio della vita sociale. È il paradiso del perfetto misantropo e Mr Heathcliff e io siamo fatti apposta per spartirci questa desolazione. Un uomo straordinario! Egli era lontano dall'immaginare come il mio cuore s'accendesse di simpatia per lui quando i suoi occhi neri, vedendomi avanzare a cavallo, si mossero pieni di sospetto sotto le sopracciglia e le sue dita, mosse da diffidenza mentre io pronunciavo il mio nome, si rifugiarono, con gesto risoluto, più profondamente nel panciotto.
- Mr Heathcliff! – dissi.
[Emily Brontë, Cime tempestose, traduzione di Antonio Meo, Einaudi]

Lia Spaventa Filippi[modifica]

1801. – Sono appena ritornato da una visita al mio padrone di casa, il vicino solitario con cui avrò da trattare. Questo è certamente un bel paese. Credo che in tutta l'Inghilterra non potevo trovarne uno più completamente appartato dal frastuono del mondo. Un paradiso perfetto per un misantropo; ed io e il signor Heathcliff siamo la coppia adatta per dividere tra noi la solitudine. Un uomo interessante! Non immaginava certo che sentivo il cuore scaldarmisi di simpatia al vedere i suoi occhi ritirarsi sospettosi sotto le ciglia, mentre mi avvicinavo a cavallo, e, mentre annunciavo il mio nome, le sue dita ficcarsi, con deciso sospetto, ancor più dentro il panciotto. - Il signor Heathcliff? – dissi.
[Emily Brontë, Cime tempestose. traduzione di Lia Spaventa Filippi, Sansoni Editore, 1965]

Anna Luisa Zazo[modifica]

1801. Sono appena tornato da una visita al mio padrone di casa, il solitario vicino di cui dovrò subire la presenza. Splendida regione questa! Non credo che in tutta l'Inghilterra avrei potuto trovare una zona a tal punto lontana dal frastuono dell'umana società: un autentico paradiso per un misantropo; e il signor Heathcliff e io siamo le due persone ideali per condividere tale deserto. Un uomo davvero eccellente! Non poteva certo immaginare con quale simpatia io osservassi lo sguardo dei suoi occhi neri ritrarsi sospettosamente sotto le sopracciglia, mentre mi avvicinavo, e le sue dita nascondersi sempre più a fondo, con gelosa determinazione, nel panciotto, mentre io mi presentavo. "Il signor Heathcliff?"
[Emily Brontë, Cime tempestose, traduzione di Anna Luisa Zazo, San Paolo]

Citazioni[modifica]

  • La bontà d'animo ti aiuterà ad avere un bel volto, ragazzo mio. (Ellen Dean, cap. VII)
  • Qui riesco quasi a concepire come un amore possa durare tutta una vita: mentre finora ero assolutamente convinto che nessun amore potesse resistere un anno. (Mr. Lockwood, cap. VII)
  • E credi che la tua gentilezza mi ha indotto ad amarti più profondamente di quanto farei se meritassi il tuo amore: e sebbene non potrei e non posso fare a meno di mostrarti la mia natura, me ne rammarico e me ne pento; e me ne pentirò e rammaricherò fino alla morte. (Linton Heathcliff, cap. XXIV)

Catherine[modifica]

  • Ho sognato nella mia vita, sogni che son rimasti sempre con me, e che hanno cambiato le mie idee; son passati attraverso il tempo e attraverso di me, come il vino attraverso l'acqua, ed hanno alterato il colore della mia mente. (cap. IX)
  • Ora mi degraderebbe sposare Heathcliff, così non saprà mai quanto io lo ami: e non perché sia bello, Nelly, ma perché lui è più me stessa di quanto non lo sia io. Di qualsiasi cosa siano fatte le nostre anime, la mia e la sua sono la medesima cosa; e quella di Linton è diversa quanto un raggio di luna da un lampo, o il gelo dal fuoco. (cap. IX)
  • Le mie grandi sofferenze in questo mondo sono state quelle di Heathcliff, e le ho viste e vissute tutte fin dal principio; il mio pensiero principale nella vita è lui. Se tutto il resto morisse, e lui rimanesse, io continuerei ad esistere; e se tutto il resto continuasse ad esistere e lui fosse annientato, l'universo si trasformerebbe in un completo estraneo: non ne sembrei parte. – Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, ne sono consapevole, come l'inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne che stanno sotto quegli alberi: una fonte di piacere ben poco visibile, ma necessaria. Nelly, io SONO Heathcliff! Lui è sempre sempre, sempre nella mia mente: non come una gioia, non più di quanto io lo sia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Quindi non parlare più di separazione: non è possibile. (cap. IX)
  • ..tutto è rovinato dalla sciocca ansia di sentir dire male di sé che perseguita certa gente come un demone. (cap. XI)
  • Vorrei tornare a essere una ragazza, quasi una selvaggia, e aspra e libera, che ride delle offese e non ne impazzisce! Perché sono tanto mutata? perché il mio sangue si agita tumultuosamente per poche parole? (cap. XII)
  • Ma, Heathcliff, se io ora ti sfidassi a farlo, ne avresti il coraggio? Se lo avrai ti terrò con me. Non giacerò là da sola. Possono seppellirmi dodici piedi sotto terra, e gettarmi sopra la chiesa intera; ma non riposerò fino a quando tu non starai con me. Mai! (cap. XII)

Heathcliff[modifica]

  • Per questa stranezza di carattere mi sono guadagnato la fama di uomo assolutamente senza cuore; quanto immeritata, solo io so. (cap. I)
  • [...] e l'ho lasciata, felice quanto più non poteva essere, mentre divideva il suo cibo con il cagnolino e Skulker, a cui pizzicava il naso mentre mangiava, e accendeva una scintilla di vita nei vacui occhi blu dei Linton, pallido riflesso del suo incantevole viso. Ho visto che erano pieni di stupida ammirazione; lei è così incommensurabilmente superiore a loro... a tutti sulla terra, non è vero Nelly? (cap. VI)
  • Il tiranno stritola i suoi schiavi e questi non gli si rivoltano contro, ma stritolano quanti sono sotto di loro. Tu puoi torturarmi a morte soltanto per divertirti; ma devi lasciare che io mi diverta a mia volta allo stesso modo. E per quanto puoi, evita di insultarmi. Dopo aver raso al suolo il mio palazzo, non costruirmi un tuguri compiacendoti di aver avuto la carità di darmelo come casa. (XI)
  • Io vorrei che mi dicessi, in tutta sincerità, se Catherine soffrirebbe molto per la sua perdita: è ciò, che mi trattiene. E qui, vedi, sta la differenza tra i nostri sentimenti: se lui fosse stato al mio posto e io al suo, sebbene io lo odii di un odio che mi ha avvelenato tutta la vita, non avrei mai alzato una mano sopra di lui. Padronissima di non credermi, se vuoi. Io non lo avrei mai allontanato dalla sua compagna, finché a lei fosse piaciuto. Al momento stesso in cui Cathy non gli avesse più voluto bene, gli avrei strappato il cuore e bevuto il sangue: ma fin là, e se non mi credi non mi conosci, ma fin là sarei morto ad oncia ad oncia prima di torcergli un capello! (cap. XIV)
  • Ora dimmi come hai potuto essere così crudele con me, crudele e falsa. Perché mi disprezzasti? Perché ingannasti il tuo stesso cuore, Cathy? Non mi viene una sola parola di conforto. Tu meriti questo. Ti sei uccisa da sola. Sì, puoi baciarmi, e piangere; e strapparmi baci e lacrime; essi saranno la tua rovina... la tua dannazione. Tu mi amavi; che diritto avevi di lasciarmi? Che diritto? Rispondimi. Lasciarmi per quel misero capriccio che ti prese per Linton? Giacché né la miseria, né la degradazione, o la morte, né qualunque pena che Dio o Satana potessero infliggere, avrebbero potuto separarci, tu lo facesti di tua volontà. Non ho infranto il tuo cuore, tu l'hai infranto; e nell'infrangerlo, hai spezzato il mio. Tanto peggio per me che sono forte. Se voglio vivere? Che vita sarà quando tu... oh, Dio! Piacerebbe a te vivere con la tua anima nella tomba? (cap. XV)
  • È duro perdonare, e guardare codesti occhi, e toccare codeste mani consunte. Baciami ancora; e non farmi vedere i tuoi occhi! Ti perdono per quello che mi hai fatto. Io amo la mia assassina; ma il tuo assassino, come potrei perdonarlo? (cap. XV)
  • Ha mentito fino alla fine! Dov'è ora? Non è , non in paradiso, non fra i morti, dov'è? Oh dicesti che non ti importava delle mie sofferenze! E io elevo una sola preghiera, la ripeterò fino a che la lingua non si sia seccata – Catherine Earnshaw, possa tu non trovare pace finché io avrò vita; dicesti che io ti avevo uccisa; perseguitami allora! Gli assassinati PERSEGUITANO i loro assassini, credo. So che dei fantasmi hanno vagato sulla terra. Sii sempre con me, assumi qualsiasi forma, fammi impazzire! Solo non lasciarmi in questo abisso dove non riesco a trovarti! Oh Dio! Non ci sono parole per dirlo! NON POSSO vivere senza la mia vita! NON POSSO vivere senza la mia anima! (cap. XVI)
  • E quando ho dormito nella sua camera... ne sono stato cacciato. Non potevo dormire là perché nel momento in cui chiudevo gli occhi, lei era fuori dalla finestra, o apriva i pannelli, o entrava nella stanza, o, perfino, appoggiava la sua testa adorata sullo stesso cuscino su cui lo faceva da bambina; e io dovevo aprire gli occhi per vedere. E così li aprivo e li chiudevo cento volte ogni notte... per essere sempre deluso! (XXIX)
  • Non posso abbassare lo sguardo su questo pavimento che i suoi lineamenti sono delineati nella pietra. In ogni nuvola, in ogni albero, nell'aria della notte e nell'aspetto di ogni oggetto durante il giorno, io sono circondato dalla sua immagine! I più comuni visi di donna o uomo, i miei stessi lineamenti, si fanno gioco di me con il loro ricordarla. Il mondo intero è per me una terribile collezione di cimeli che mi ricordano che lei è esistita e che io l'ho persa! (cap. XXXIII)

Citazioni su Cime tempestose[modifica]

  • Cime tempestose è un libro più difficile da capire di Jane Eyre, perché Emily era più poeta di Charlotte. Scrivendo, Charlotte diceva con eloquenza e splendore e passione «io amo», «io odio», «io soffro». La sua esperienza, anche se più intensa, è allo stesso livello della nostra. Ma non c'è «io» in Cime tempestose. Non ci sono istitutrici. Non ci sono padroni. C'è l'amore, ma non è l'amore tra uomini e donne. Emily si ispirava a una concezione più generale. L'impulso che la spingeva a creare non erano le sue proprie sofferenze e offese. Rivolgeva lo sguardo a un mondo spaccato in due da un gigantesco disordine e sentiva in sé la facoltà di riunirlo in un libro. [...] Il suo è il più raro dei doni. Sapeva liberare la vita dalla sua dipendenza dai fatti; con pochi tocchi indicare lo spirito di una faccia che non aveva più bisogno di un corpo; parlando della brughiera far parlare il vento e ruggire il tuono. (Virginia Woolf)
  • Cime tempestose passa a ragione per uno dei più bei romanzi d'amore; ma frusta le commozioni sollecitate in genere dalle narrazioni sentimentali, tanto ambigui appaiono i sentimenti e tormentate le relazioni: opera di passioni scomode e violente, è leggibile come romanzo d'amore ma anche, se non di più, come romanzo di odio. (Clotilde Bertoni, Massimo Fusillo, Tematica romanzesca o topoi letterari di lunga durata?, in Aa. Vv., Il Romanzo, a cura di Franco Moretti, Einaudi, vol. IV)
  • È un grande libro perché il romanticismo vi emerge in spazi di una immensità serena e si manifesta in vaste forme primitive e grandiose, sdegnose di ogni ornamento frivolo. (John Cowper Powys)
  • La filosofia, se così vuol chiamarsi, che s'incarna in Wuthering Heights che tutto il creato, animato o inanimato, fisico e psichico, è espressione di certi vivi principi spirituali: da un lato quel che può definirsi il principio della tempesta – l'aspro, lo spietato, il selvaggio, il dinamico – dall'altro il principio della calma – il dolce, il demente, il passivo, il mansueto. I due principi sono in contrasto, e insieme compongono un'armonia. Così osserva David Cecil (Early Victorian Novelists, Londra 1934). [...] Ai personaggi della Brontë è applicabile l'ordinaria antitesi tra bene e male. Essi non cercano di por freno alle loro passioni devastatrici, non si pentono dei loro atti di distruzione; ma siccome quegli atti e quelle passioni non sgorgano da impulsi di natura distruttiva, bensì da impulsi che son distruttivi solo perché stornati dal loro corso naturale, essi non sono " cattivi ". [...] Sicché il conflitto a cui assistiamo nel suo libro non è quello consueto dei romanzi vittoriani, tra bene e male; è piuttosto un contrasto tra simile e dissimile. [..] In verità il sesso ha poco a che fare coi personaggi della Brontë: l'amore di Catherine è esente da sensualità come la forza che attrae la marea alla luna, il ferro alla calamita, e non ha più tenerezza che fosse odio. [...] Da un lato Wuthering Heights, la terra della tempesta, su nell'arida brughiera, nuda all'assalto degli elementi, naturale dimora della famiglia Earnshaw, indomiti figli della tempesta. Dall'altro, protetta dalla frondosa valle sottostante, Thrushcross Grange, l'appropriata dimora dei figli della calma, i gentili, passivi, timidi Linton. [...] È la distruzione (a opera di Heathcliff) e la restaurazione di quest'armonia che, secondo l'analisi del Cecil forma il tema del racconto. Che è molto complesso: c'è infatti una seconda generazione in cui la netta distinzione tra i figli della tempesta e i figli della calma s'è smussata; essi partecipano d'entrambe le nature. [...] Tale lo schema del romanzo, logico come il profilo d'una fuga musicale, per adoperare la felice similitudine del Cecil: schema da poema epico e da tragedia più che da romanzo. Forse Chesterton ha toccato la nota giusta quando ha detto (in The Victorian Age in Literature): «Wuthering Heights avrebbe potuto essere scritto da un'aquila». Sta sospeso così tra cielo e terra, più vicino al cielo che alla terra: romanzo meteorico. (Mario Praz)

Poesie[modifica]

  • Era già duro che la natura umana | sapessi vuota, serva e menzognera; | ma più duro fidare nel mio spirito | e trovarvi la stessa corruzione. (1; 1971)
  • Ascolta, è proprio l'ora, | l'ora tremenda per te: | non senti rullarti nell'anima | uno scroscio di strane emozioni, | messaggere di un comando più austero, | araldi me? (4; 1971)
  • Sono felice quanto più lontana | sospingo la mia anima dalla casa di argilla | nella notte spazzata dal vento e dalla luna, | e per i mondi di luce l'occhio vagabonda – || Quand'io non sono e nessuno accanto – | né terra né mare né cieli puliti – | ma solo spirito che erra all'aperto | e percorre l'immenso, l'infinito. (5; 1971)
  • L'uccello muto che siede sulla pietra, | l'umido muschio che gocciola dal muro, | gli sparsi viottoli invasi dalle erbacce, | sono il mio amore – oh, quanto li amo! (12; 1971)
  • Quando il giorno si mischia alla sera | e digrada dal cielo d'estate | io ti ho vista inchinare il tuo spirito | con l'amore di un idolatra. || Per averti spiata ogni ora | io conosco la mia signorìa, | e so che il mio magico influsso | può portare le tue pene lontano. || Pochi cuori mortali qui in terra | li consuma una simile febbre; | ma chi altri desidera un Cielo | più uguale alla Terra, di te? (20; 1971)
  • E addirittura, non oso lasciarlo languire, | non oso indulgere nel dolore ammaliante del ricordo; | una volta bevuta a fondo questa angoscia fra le più divine, | come potrei ancora cercare il vuoto mondo?
And, even yet, I dare not let it languish, | Dare not indulge in memory's rapturous pain; | Once drinking deep of that divinest anguish, | How could I seek the empty world again? (Remembrance)

Citazioni su Emily Brontë[modifica]

  • Emily Bronte, l'ardente, la geniale, l'indimenticabile, l'immortale Emily. Non scrisse che pochi versi, brevi liriche, aspre ferite alla cui malia non si sfugge. E un romanzo, Wuthering Heights, un romanzo come non se non sono mai scritti prima, come non saranno mai scritti dopo. Lo si è voluto paragonare al King Lear. Ma veramente, non a Shakespeare fa pensare Emily, ma a Freud; un Freud che alla propria spregiudicatezza e al proprio tragico disinganno unisse le più alte, le più pure doti artistiche. Si tratta di una fosca vicenda di odi, di sadismo e di represse passioni, narrate con un stile teso e corrusco spirante, fra i tragici fatti, una selvaggia purezza. Il romanzo romantico se mi consente il bisticcio, ha qui raggiunto il proprio zenith. (Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

Note[modifica]

  1. Citato in Ettore A. G. Pasculli, La depressione. Il Guerriero Perduto e lo Sciamano Scomparso: frammenti non-razionalisti di Melancholia e Femminino Sacro, Gangemi, Roma, p. 186.. ISBN 978-88-492-7581-0

Bibliografia[modifica]

  • Emily Brontë, Cime tempestose, traduzione di Rosina Binetti, Garzanti, 2010. ISBN 9788811360933
  • Emily Brontë, Cime tempestose, traduzione di Antonio Meo, Einaudi.
  • Emily Brontë, Cime tempestose, traduzione di Lia Spaventa Filippi, Sansoni Editore, 1965.
  • Emily Brontë, Cime tempestose, traduzione di Anna Luisa Zazo, San Paolo.
  • Emily Brontë, Poesie, a cura di Ginevra Bompiani, Giulio Einaudi editore, 1971.

Filmografia[modifica]

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]

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