Esopo

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Esopo

Esopo (VII – VI secolo a.C.), scrittore e favolista greco.

Citazioni di Esopo[modifica]

  • Eccoci a Rodi, salta ora.[1]
Hic Rhodus, hic salta.

Favole[modifica]

Incipit[modifica]

La scriptura dello presente libro fu ordinata da questo auctore zoe Exopo solo per dare delectatione et utilitade alli auditori, li quali magior piacere prehendino quando li piaceuoleze et li giochi sono coniuncti cum la utilititate.
[Esopo, Fabulae, traduzione di Fazio Caffarelli, Ottaviano Salomoni, Cosenza, 1478.]

Citazioni[modifica]

  • Nessuno consegue i beni rapidamente, mentre ognuno è colpito dai mali giorno dopo giorno. (I Beni e i Mali, 1)
  • Quelli che tradiscono l'amicizia, anche se riescono a sfuggire alla vendetta delle vittime, per l'impotenza di queste, non possono in ogni caso sfuggire alla punizione del cielo. (L'aquila e la volpe, 3)
  • Bisogna, sì, ricompensare generosamente i benefattori, ma anche tenere prudentemente a bada i malvagi. (L'aquila dalle ali tarpate e la volpe, 6)
  • Il pungolo del dolore è più lancinante quando si debba soccombere per le proprie stesse armi. (L'aquila colpita da una freccia, 7)
  • Stoltissimi sono quegli uomini che, per la speranza di beni più grandi, si lasciano sfuggire quelli che hanno già tra le mani. (L'usignuolo e lo sparviero, 8)
  • Non dobbiamo accogliere con piacere i segni d'amicizia di coloro che antepongono noi, amici di recente data, ai vecchi amici, considerando che, se capiterà anche a noi di essere loro amici da tanto tempo ed essi faranno amicizia con altri, preferiranno costoro. (Il capraio e le capre selvatiche, 17)
  • Bisogna che anche noi, considerando la mutevolezza della vita, non c'illudiamo di godere vicende sempre favorevoli, riflettendo che dopo una lunga bonaccia è necessario che venga una tempesta. (I pescatori che tirano la rete, 23)
  • I bugiardi si vantano specialmente quando non c'è nessuno che possa smentirli. (La volpe e la scimmia che disputavano sulla loro nobiltà, 39)[2]
  • L'assuefazione mitiga anche le cose spaventevoli. (La volpe che non aveva mai visto il leone, 42)
  • Prega gli dèi solo quando anche tu fai qualcosa, altrimenti li invocherai invano.[3] (Il bifolco ed Eracle, 72)
  • Tanto è più forte la concordia, quanto facile a battersi è la discordia.[4] (L'agricoltore e i figli discordi, 86)
  • Se nel tempo estivo cantavi, d'inverno balla. (La cicala e le formiche, 336)
  • De columbis et ancipitre. Conta Exopo in questa fabula chi accade che un tempo le columbe piglaro per loro signore lo falcone, adzoche da loro leuasse da nante lo loro inimico zoe lo nibio. Lo quale falcone facto loro re piu loro nocea che lo inimico loro nibbio. Et per questo le columbe comenzarono lamentarse multo de loro re falocne dicendo che ad loro seria multo meglore sostenere la guerra de lo nibio ca morire senza battaliare zoe per le mano de lo falcone loro signore. (1478, carta b5r)
  • De uulpe et ciconia. Conta Exopo in questa fabula chi una cicogna fo conuitata ad mangiare da una maliciosa uolpe doue la cicogna hauea grande speranza in quello conuito empierese lo copro. Et la astuta uolpe haueua apparichiato una farinata la quale haueua facta multo liquida et poi la minestra sopra una bella petra de marmore et la volpe comenza ad dire manza commari per san zuanni che e multo bona la uiuanda. Et la cicogna per uergogna dicea io manzo bene et allo suo cori dicea basta tu m'ai trattata quista uolta alla contantina, ma si io pozo te de faro un'altra de bona mesura. (1478, carta c3r)
  • De Viro et Mustella. Conta Exopo in questa fabula che fu uno tempo che una donnola predatrice zoe che solea pigliare molti sorici in cappa o essere pigliata da uno homo la quali essendo prisonera prego quello dicendo: perdoname et adiutame por che e debito a te che mi adiuti et perdoni. Attento che la tua casa è purgata de li inimici sorrici per la mia opera et adimanda la tua casa ca impera confessara essere nectata de ogni imuniditia de sorici per mi. Et pero lo fauore mio prestato a ti in questo te prega per me che mi debii liberare et restituire a questo tuo seruicio de purgarte la casa come ho facto sempre [...]. (1478, carta d1r)
  • Era un Trombetta, che in guerra suonava la tromba, fu pigliato da un nemico, et ei gridando diceva a quelli che l'avevano preso: Non mi vogliate ammazzare, perché io sono innocente, et mai in tempo di mia vita non ammazzai alcuno, et non ho altro, che questa Tromba. Et essi risposero: Et per questo tu meriti di esser ammazzato, perché non essendo tu atto a combattere, sei atto ad incitarvi gli altri.
    Sentenza della favola.
    Questa favola significa, che quelli piu che gli altri peccano, che persuadono a i Prencipi di far male.[5]

Citazioni su Esopo[modifica]

  • Nelle favole di Esopo l'asino travestito da leone, la gallina che ritrova una perla, il lupo che fa strage dell'agnello innocente, gli animali convenuti alla caverna del leone, ed altre ancora hanno rispondenza nella simpatia per le bestie, nel desiderio del fantastico e dell'ignoto, propri all'infanzia. (Olga Visentini)

Note[modifica]

  1. Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, U. Hoepli, Milano, 1921, p. 397.
  2. Da Favole, traduzione di Elena Ceva Valla, Rizzoli, Milano, 2020. ISBN 9788831800662
  3. Una simile morale è espressa ne Il naufrago, 53; il tema è attualmente presente in molte culture sotto forma di proverbio: «Aiutati che Dio t'aiuta» o «Aiutati che il ciel t'aiuta» (Christian Stocchi, Dizionario della favola antica, BUR, 2012).
  4. In The Fables of Æsop, a cura di Joseph Jacobs (1922) parafrasato in «Union gives strength», corrispondente al proverbio italiano «L'unione fa la forza». Cfr. Plutarco, De garrulitate, 511c.
  5. Di un Trombetta, in Le Quattrocento favole di Esopo frigio, traduzione di Giulio Landi, Appresso Alessandro de' Vecchi, Venezia, 1607, p. 9.

Bibliografia[modifica]

  • Esopo, Fabulae, traduzione di Fazio Caffarelli, Ottaviano Salomoni, Cosenza, 1478.
  • Esopo, Fedro, Jean de La Fontaine, Le favole degli animali, traduzione di Mario Giammarco, Sebastiano Saglimbeni, Emilio De Marchi, Newton Compton Editori, 2013.

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