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Fatti di gente perbene

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Fatti di gente perbene

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Titolo originale

Fatti di gente perbene

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1974
Genere Drammatico
Regia Mauro Bolognini
Soggetto Sergio Bazzini
Sceneggiatura Sergio Bazzini
Produttore Luigi Scattini, Mario Ferrari
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Fatti di gente perbene, film del 1974 con Giancarlo Giannini, Catherine Deneuve e Paolo Bonacelli. Regia di Mauro Bolognini.

Il processo Murri, che fu realmente celebrato agli inizi del secolo, riempì le cronache dell'epoca per la gravità del fatto, per la notorietà dei personaggi e per l'atmosfera di malsana curiosità che si determinò intorno ad esso. Gli autori nel rievocarlo liberamente, si sono ispirati imparzialmente agli atti processuali dai quali, oltre ai fatti, sono emersi i caratteri e la personalità dei protagonisti di questa tragedia familiare. (Testo a scorrimento)

Frasi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Bestiale vanità, rabbia impotente, livore... ma che diamine! Ma basta dare uno sguardo alle pagine dei giornali per avere un'idea di ciò che si può dare a bere oggi ad un povero diavolo che ritiene di essere un uomo civile! [leggendo da un giornale] Bisogna isolarli come si isolano i lebbrosi, gli appestati, i pazzi pericolosi. Questo è quello che dicono di noi socialisti, e questo è quello che è scritto sul giornale ufficiale dei monarchici bolognesi! Il dissenso è vecchio e forse non sarà risolto mai; ad ogni modo è certo che, se anche Cristo tornasse qui tra noi a predicare in incognito, le guardie di pubblica sicurezza gli metterebbero subito le manette. (Tullio Murri, nella sala del consiglio comunale di Bologna)
  • Ecco i frutti del governo del cavalier Giolitti! Carabinieri e tribunale: questo ci vorrebbe, a questi cialtroni! Altro che diritto di sciopero! (Francesco Bonmartini, osservando i manifestanti dalla sua carrozza)
  • Non vi ostinate ad imporre la legge: sospendete il giudizio. Cercate un'altra via. L'altra via. La scienza non ricerca che la verità, ma in Italia tutto ci allontana dalla ricerca della verità. La nostra educazione comincia prima con la balia, la mamma, le favole, poi la maestra con le novelle, il teatro con le commedie, i giornali con le fandonie, la scuola con l'ammirazione obbligatoria dei poeti e la lezione obbligatoria di religione, ma nessuno insegna ad educare la mente, usare il ragionamento. Il primo vostro dovere è pensare che tutto ciò che può apparire come vero può essere falso, e che prima di credere bisogna sempre domandarsi: "Perché devo credere a questo?" E voi un giorno sarete in grado di guarire, ma ricordate che la malattia più terribile è l'ignoranza sociale! Voi come scienziati avete il dovere di debellarla. (Augusto Murri, durante una lezione universitaria)

Dialoghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Tullio Murri: A pensarci bene, il mio unico desiderio sarebbe quello di poterti assimilare, e poi dividere tutto in due parti uguali: metà sofferenza per me e metà sarcasmo per te.
    Linda Murri: Mio marito soffocherebbe subito la mia metà. In questi giorni volevo far scavare a mie spese un pozzo artesiano per i contadini, ma lui ha detto che non vuole che si abituino a star bene. Hanno sangue di rana e sangue di rana deve rimanere.
    Tullio Murri: Così impedirà a questi poveretti di avere qualsiasi idea di ribellione. E certo, andranno più volentieri in chiesa.
    Linda Murri: Una donna che si ribella a un marito tiranno non è più civile di un'altra che ne rimane schiava? Ieri ha deciso di mettere in collegio i ragazzi: gesuiti per Ninetto e orsoline per Maria. E io li perderò, anche perché non sono certa che il tribunale me li affiderebbe. Non posso stare senza di loro! Ah, Tullio, vuole la mia morte! E l'avrà, lo so! Guarda, lui è l'odioso arbitro della mia vita.
    Tullio Murri: Non si può far vivere un pesce e un uccello assieme. Uno dei due muore.
  • [A cena a casa di Bonmartini]
    Francesco Bonmartini: Volete sapere perché stavo ridendo? Stavo pensando a un episodio, quando ero all'università, a Bologna. Il professore stava facendo lezione su un cadavere, una ragazza che aveva appena sedici anni. Quando il professore si allontanò dall'aula, tutti, fissando quelle carni bianche, si dimenticarono che era morta, e pensarono soltanto a una cosa: fare l'amore. Capite? Abominevole! Tutti tranne io, giuro che io non ci pensai.
    Linda Murri: È tutto inventato, ed è una storia di cattivo gusto. L'hai raccontata solo perché mi avrebbe dato fastidio.
    Tullio Murri: In questo modo tu hai distrutto l'amore che Linda aveva per te.
    Francesco Bonmartini: Linda non è capace di nessun pensiero amabile! Non c'è niente in lei che una donna, una vera donna dovrebbe possedere! Io ho fatto di tutto per strapparla via da questa strada che la porta alla rovina morale, e in cambio che cosa ho avuto? Disprezzo!
    Tullio Murri: Basta!
    Francesco Bonmartini: Vieni qui per farmi delle imposizioni. Il padrone sono io!
    Tullio Murri [alzando la voce]: Ma non della vita di Linda! [con tono implorante] Ti supplico: non la tormentare più! Abbi pietà per lo meno della sua malattia! E stai attento, Cesco, che se succede qualcosa a Linda, io sono capace di ucciderti. Ti supplico, lasciala in pace.
    Francesco Bonmartini: Chi supplichi? Chi? Non Dio, al quale non credi! Una famiglia di anticristi, ignobili atei, ecco quello che siete! Tutto questo per vostro padre, tronfio, egoista, avaro professor Murri! La verità è che mi disprezzate perché non sono come voi! Non sono un senza Dio. Non mangio con la servitù. Non tratto con quei vagabondi dei miei contadini. Voi che cosa avete fatto per me? Niente! [Linda si alza da tavola e si allontana]
    Tullio Murri: È una vera pazzia che vi siate rimessi assieme. Anche i tuoi figli sarebbero più felici se vivessero in maniera diversa, meno idealista, e non li esponeste ai rischi dei vostri litigi. [si alza in piedi] Ma ci sarà una soluzione, e finirà con quest'ergastolo benedetto da Santa Romana Chiesa! [esce dalla sala da pranzo]
    Francesco Bonmartini: È inutile continuare con una vita che mi dà tutti gli incomodi del matrimonio senza darmi nessun vantaggio. [a Linda] Non vuoi più nemmeno fare l'amore. I soldi che potrei spendere per l'educazione dei nostri figli li spendo per andare con le puttane! [butta il posacenere giù dalla tavola] Finora sono stato un imbecille, ma adesso basta. Se vuoi che i tuoi figli non vadano in collegio, devi convincere tuo padre a farmi suo assistente. O così, o peggio!
    Linda Murri: Non posso farci niente, lo sai bene.
    Francesco Bonmartini: Sappiamo benissimo che l'illustrissimo professor Murri sente molto i consigli della sua degnissima figlia!
    Linda Murri: Non accetto questo ricatto.
    Francesco Bonmartini: E allora via da Bologna, via dall'influenza nefasta della tua famiglia! A Padova, dai miei! [Linda protesta] Altrimenti farò uno scandalo e i bambini non li vedrai mai più!
    Linda Murri: A Padova non verrò mai! Non puoi ricattarmi, piuttosto mi uccido! [Francesco prende una sedia e fa per scagliarla contro la moglie, ma si trattiene]
  • Augusto Murri: Quando si è vissuto tanto come me, e si è visto considerare le menzogne più insulse come fossero la verità, mi creda, niente può più stupirmi. Lei, signor giudice istruttore, sta accumulando delle ipotesi assurde cercando di tramutarle in prove evidenti, ma non ci riuscirà. Lei confonde una semplice indagine con una guerra santa. I metodi che sta adottando sono a dir poco ignobili, indegni d'un magistrato! Naturalmente non si rende conto che l'essere padre aumenta la sensibilità di un cittadino! È stata una bassa azione da parte sua avermi fatto assistere ai deliri di quegli squallidi personaggi che io conosco da prima di lei! [fa per andarsene]
    Stanzani: Lei mi aveva invitato a casa sua per pregarmi di non divulgare certe notizie. In altri termini, voleva corrompermi, con queste storie di sensibilità paterna e civica. Io l'ho invitata qui per dimostrarle che quelle notizie sono vere. Lei è un uomo di scienza, un socialista, e diffonde idee nemiche della religione e dell'ordine costituito; io invece ne sono il difensore. Quand'ero studente mi ricordo che un giorno disse, in una delle sue famose lezioni: "L'insegnamento religioso è inutile per formare dei buoni cittadini. È sufficiente l'insegnamento morale, e la morale non ha nulla a che fare con la religione." Vedremo quali buoni cittadini ha saputo formare nella sua famiglia. Quanto a me, in nome di un'ideologia che non è la sua e che si chiama legge, farò di tutto per scoprire il colpevole. O i colpevoli. O il complotto che forse si nasconde dietro a questa faccenda. Domani lei è convocato assieme a sua figlia, per essere sottoposti a un interrogatorio che spero porti un po' di luce sul caso in questione.
    Augusto Murri: Perché mia figlia?! Cosa vuole, farle pagare la morte dell'uomo che l'ha tormentata e che l'avrebbe condotta certamente alla tomba?! Perché vuole diffamarla agli occhi delle sue due creature? Oppure, signor giudice Stanzani, è la mia testa che vuole?
    Stanzani: Le ostriche non bastavano per i festini di sua figlia! C'era anche la pornografia! [getta verso Murri delle fotografie erotiche]
    Augusto Murri: La citerò per diffamazione!
    Stanzani: Saranno soldi sprecati, professore! Nel frattempo le farò una domanda sulla quale le consiglio di riflettere fino a domani: chi ha ucciso il conte Bonmartini? Le lettere anonime che ricevo fanno un nome solo, e sempre lo stesso, ma lei non vuole sentirlo! [Murri se ne va]
  • Presidente della corte: Io cedo per l'ultima volta la parola agli imputati. Tullio Murri!
    Tullio Murri [sommessamente]: Io chiedo ai signori giurati di compatirmi.
    Presidente della corte: La prego, bisogna parlare parlare più forte!
    Tullio Murri: Or che il processo è finito e sono stato esposto a ogni sorta d'ingiuria, senza avere mai la possibilità di difendermi o di aiutare mia sorella, per la quale avrei dato la vita, prego i signori giurati di compatirmi. Comprenderanno la mia emozione. [Linda singhiozza] Non è, o signori, per il ricordo dell'omicidio che ho commesso, perché ne ho una memoria confusa, e poi... e poi, io lo so come si svolsero i fatti. So che quando un uomo si trova nelle circostanze in cui mi sono trovato io, è preso da un istinto bestiale come quello che ha preso me. Quando credetti che la vita di Linda era in pericolo, io non vidi altra soluzione per salvare lei che sopprimere quell'altro. È un errore che mi viene dalla mia natura e... e che mi ha dato questa testa. E se ho una testa così, bisogna che me la tenga. Voi forse potreste farmela tagliare, e la società ci perderebbe ben poco, ma io oggi tengo alla fede. Non credevo di far male. Ho creduto di vedere il male dove forse non c'era. L'amore distrugge la volontà: io credo che non c'è colpa dove non c'è volontà. Io non so se i miei accusatori avrebbero avuto il coraggio di... di fare gettito della vita, dell'amore e dell'avvenire come ho fatto io, per salvare un'altra vita umana, fosse pure quella della sorella. Io sono giovane, ho trent'anni: ho ancora molto tempo per soffrire, e soffrirò se... se sarà necessario. Ma almeno restituite a Linda la libertà! Naldi non c'era, ridategli la libertà. E anche agli altri, che sono innocenti. Io: solo io sono colpevole. Chiedo scusa a tutti quelli a cui ho fatto male, e soprattutto [rivolgendosi a Linda] a te, per il male che ti ho fatto, perché ti volevo troppo bene.

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