Finale della UEFA Champions League 1993-1994
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Citazioni sulla finale della UEFA Champions League 1993-1994.
Citazioni
[modifica]- [«La gioia più grande da mister?»] Il 4-0 rifilato con il mio Milan al Barcellona nella finale di Champions ad Atene nel 1994. Cruyff, il mitico olandese, allenava i catalani. Per un mese aveva dichiarato che per loro era una formalità, erano troppo superiori. Io mostrai una sua foto ai miei giocatori, spiegando che avevamo occasione di fargli cambiare idea. (Fabio Capello)
- [Ultime parole famose alla vigilia della finale] Le finali sono sempre state la mia specialità, la paura non so cosa sia [...]. Il Milan dice che siamo favoriti? Li capisco: giocando come sa, il Barcellona può vincere qualsiasi partita [...]. I tifosi del Milan si godano questo Barcellona: agli italiani non capita tutte le settimane di vedere una squadra che gioca bene come la nostra [...]. Il calcio siamo solo noi, l'Europa deve incoronarci: il mondo ha bisogno di veder trionfare il gioco offensivo e spettacolare di cui siamo il simbolo [...]. Dio, nella carriera e nella vita, mi ha aiutato tante volte e mi sono ormai convinto che Lassù qualcuno mi ama. Sì, Dio è mio amico [...]. Non vedo proprio come possiamo perdere la Coppa dei Campioni. (Johan Cruijff)
- [Il Milan] Non era favorito. Eppure ce l'ha fatta segnando 4 reti (potevano essere di più); lasciando Rossi quasi inoperoso; facendo dimenticare gli assenti; umiliando il Barcellona; giocando un calcio così intelligente, aggressivo, fluido, autorevole da raggiungere la perfezione. Pur avendo dei dubbi sul reale valore del Barcellona (7 sconfitte in campionato, una difesa scadente, lo scudetto vinto fortunosamente all'ultima giornata, quel 3-1 subito a Kiev nel primo turno) temevo che senza i suoi pilastri la difesa avrebbe ceduto. Invece Capello è stato napoleonico nell'inaridire le sorgenti dei catalani (Guardiola, Koeman), bloccarne i killers (Romario, Stoichkov), sconvolgerne le retrovie con la propria cavalleria. Un'organizzazione di gioco così scientifica e funzionale da consentire anche alle riserve di essere adeguatamente protette e fare bella figura. Il trionfo della squadra su alcuni eccellenti solisti; dell'intelligenza e dello studio sulla superficialità. (Giorgio Tosatti)
Citazioni in ordine temporale.
- Quattro a zero al Barcellona di Cruyff, Romario e Stoichkov, al Barcellona dei 91 gol in campionato, ai nuovi interpreti del calcio totale. Il più straordinario Milan di tutti i tempi rovescia il pronostico, schianta un monumento e alza, nel delirio dei tifosi, la quinta Coppa dei Campioni della sua storia, la terza di Berlusconi, la prima di Capello, osannato come e più dell'Arrigo ai tempi d'oro.
- Capello si beve Cruyff. Il Milan schiaccia i catalani in ogni settore. Nessuno si accorge che Baresi, Costacurta e Van Basten sono in tribuna e non in campo. La ripresa si apre nel segno di Savicevic. Un gol straordinario. Dejan ruba palla a Nadal (gamba tesa?), e dal limite dell'area, tutto spostato sulla destra, scavalca l'amletico Zubizarreta con un drop di sinistro da orgasmo puro. La gente del Milan non sta più nella pelle. Nadal, suonato, sfiora l'espulsione sulle caviglie di Savicevic. Cruyff è in barca (bi minuscola).
- Savicevic, scatenato, centra il palo al 13' e nel giro di un minuto, ecco Desailly schizzare al di là di difensori ormai allo sbando e calare il poker. Di Romario, Stoichkov e Koeman, patetici naufraghi, non si hanno notizie da un pezzo.
- La doppietta scudetto-Coppa Campioni porta il Milan al livello dell'Inter etichetta 1965, quella targata Helenio. Le lacrime di Fabio Capello introducono l'apoteosi. Tre scudetti su tre e una Coppa su due: e gli davano del passista...
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