Johan Cruijff

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Johan Crujiff (1974)

Hendrik Johannes "Johan" Cruijff, spesso scritto Cruyff al di fuori dei Paesi Bassi (1947 – 2016), calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo olandese.

Citazioni di Johan Cruijff[modifica]

  • A me del calcio italiano colpiscono i vuoti negli stadi italiani. La gente non si diverte più col vostro calcio. Sono troppe 20 squadre, nate tutte per vincere qualcosa e alla fine una vince e le altre restano deluse. È tutto sbagliato. Il modello è il Barcellona che si diverte e pensa a divertirsi.[1]
  • Cerco di vedere la chemioterapia come un'amica. Un'amica che mi può aiutare a stare meglio.[2]
  • Durante ogni allenamento, qualunque sia il tuo sport, ti senti distrutto perché in ogni allenamento devi andare oltre quello che sul momento ti sembra il tuo limite: tu cominci a correre, a scattare a calciare e dopo un po' ti sembra di aver esaurito ogni energia, mentre hai solo esaurito quello che io chiamo "primo fiato". A quel punto bisogna sforzarsi per superare la piccola crisi che sembra bloccarti, per arrivare al "secondo fiato": che ovviamente arriva solo dopo qualche minuto di sofferenza. Quando l'allenatore dà lo stop senti il cuore che batte vertiginosamente, sembra che debba scoppiarti nel petto: devi riuscire a ricondurlo al suo ritmo normale in meno di due minuti; se non ci riesci è meglio che apri una tabaccheria o tenti di diventare Presidente del Consiglio: vuol dire che hai sbagliato mestiere...[3]
  • Io ho fortuna, ma Dio sta con me.[4]
  • Le 600 partite di Del Piero sono una cosa fantastica: è un grande professionista che ha dato grande amore al calcio, nell'epoca degli iper-professionisti. Lui è un vero esempio di calcio con l'anima, dopo quello che ha passato con la Juve. Ed è un esempio vero e importante.[1]
  • [Su Andrea Pirlo] Lui è fantastico. Ha una superiore visione di gioco e con un colpo mette la palla dove vuole. Il calcio si gioca con la testa. Se non hai la testa, le gambe da sole non bastano.[5]
  • Senza possesso palla, non si vince.[6]
  • Si parla sempre della persona, io preferisco parlare di educazione della persona. Balotelli non si comporta bene e dobbiamo chiederci perché. Per me, se uno non è educato, non gioca. Per me, non è colpa del giocatore, ma della squadra che lo fa giocare. Il problema non è Mario, ma l'educazione che gli è stata data. Se fosse stato educato in un certo modo, oggi non si comporterebbe così.[5]

Mi piace il calcio ma non quello di oggi[modifica]

Johan Cruijff (2009)
  • Il calcio consiste fondamentalmente in due cose. La prima: quando hai la palla, devi essere capace di passarla correttamente. La seconda: quando te la passano, devi saperla controllare. Se non la puoi controllare, tantomeno la puoi passare.
  • Una delle cose che ho capito da bambino è che quelli che più si divertivano a insegnarti qualcosa erano coloro che meglio dominavano il pallone, mentre quelli capaci solo di entrare sull'avversario, di piazzarsi in campo per fare ostruzione e di tirare pedate, non avevano nulla da insegnare, anche se, temo, avrebbero avuto molto da imparare.
  • Alla radice di tutto c'è che i ragazzini si devono divertire a giocare a calcio.
  • Quando allenavo il Barça, ricordo che con Koeman o con Stoichkov giocavamo a non mettere dentro la palla, troppo facile, ma a colpire la traversa o uno dei pali, proprio per aumentare la precisione del tiro.
  • Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget.
  • Sul campo è importante dare libertà ai giocatori, anche se all'interno di uno schema... La distanza massima che un giocatore deve percorrere dev'essere di dieci metri... La libertà è ammissibile, solo se si produce il massimo rendimento dei giocatori di talento... Quello che conviene insegnare ai ragazzi è il divertimento, il tocco di palla, la creatività, l'invenzione... La creatività non fa a pugni con la disciplina.
  • La pressione si deve esercitare sul pallone non sul giocatore.

Citazioni su Johan Cruijff[modifica]

  • Cruijff per me era e forse resta il migliore calciatore di tutti i tempi: aveva tutto, era un leader, col suo scatto lasciava chiunque dieci metri dietro, tirava, passava, colpiva di testa, scartava, lanciava. (Mario Giubertoni)
  • [Nel 2010] Cruijff? Può andare al diavolo. Sta diventando vecchio e non ha avuto la forza di continuare la sua carriera da allenatore. Credo che lui e Guardiola possano andare in un ospedale psichiatrico, seduti a giocare a carte, farebbero un favore al Barcellona. (Mino Raiola)
  • Johan Cruijff [...] era un attaccante che costruiva gioco e che trovavi anche in difesa. Era tutto. Se proprio vogliamo definirlo: era un calciatore in viaggio perenne con la palla al piede. (Luigi Garlando)
  • L'unico che poteva dare lustro ad un semplice 14, capace di far germogliare calcio dove non ce n'era traccia. (Gianluigi Buffon)
  • Nella sua carriera, Cruyff è stato assistente del regista, scenografo e attore principale. Apparteneva alla generazione di giocatori che hanno reso grande il calcio oltre i confini europei, con gente come Uli Hoeness, Franz Beckenbauer ed Eusebio. Giocatori eccezionali con forti personalità, la cui competizione per la coppa europea ha prodotto tanti vincitori a fasi alterne, creando quella che oggi è la Champions League [...]. L'idea di Cruyff era, letteralmente, di giocare a calcio – niente di più, niente di meno. La sua idea di come il calcio dovrebbe essere giocato non era basata sul controllo dell'avversario, ma sulla palla ed il gioco [...]. Non si può sapere se ci sarà un secondo Cruyff, qualcuno con grande personalità capace di emergere ed entrare nella squadra del club che ama. (Philipp Lahm)
  • Non solo ammiro Johan: è il mio idolo; lo è stato fin da quando ero ragazzo. Per me è stato semplicemente il più forte giocatore che abbia mai visto in vita mia: era il più completo, organizzatore, realizzatore... il più carismatico di tutti. (Michel Platini)
  • Penso molto a quello che farebbe Johan [...]. Il suo punto di vista era sempre speciale, ti spingeva a farti guidare dal tuo istinto. Davanti alle situazioni complicate penso spesso: "che farebbe lui?" e questo mi conforta [...]. Il suo merito è stato, davanti a un gioco così indecifrabile come il calcio, darci gli strumenti per dominarlo, una cosa impossibile a meno di non chiamarti Messi. Io ero un giocatore di talento ma non capivo nulla di calcio. Lui ci ha aperto un mondo affascinante, un film che abbiamo interiorizzato [...]. L'ho paragonato al professore di una materia che ti piace, un maestro di cui non vedi l'ora che faccia lezione. Era un tipo che ti diceva tutto il contrario di quello che avevi sentito per tutta la vita: ti dicevano che perdevi perché non correvi ma un giorno arriva lui e ti spiega che perdi perché corri troppo. (Josep Guardiola)
  • Sono riuscito a vederlo solo al tramonto, ma mi è sembrato un giocatore fantastico. Era più veloce degli altri, sia fisicamente che mentalmente, e sfruttava bene le sue doti. Accelerava come Caniggia, da uno a cento e poi frenava. E aveva una visione del campo impressionante. Qualche volta ha detto delle fesserie su di me, senza conoscermi bene. (Diego Armando Maradona)
  • Un allenatore vincente, formidabile, che mi ha insegnato tutto, ma dopo due o tre anni gli avrei pagato il biglietto per il Giappone. Senza ritorno. (Michael Laudrup)
  • Verso la metà del secondo tempo, il gioco fu interrotto per un fallo senza importanza e Johan si mise a protestare. Siccome l'arbitro non smetteva di dargli spiegazioni, andai a dirgli che, se voleva, poteva lasciargli anche il fischietto. Ne approfittai per suggerire a Cruyff di tenere per sé quel pallone e di darcene un altro, visto che in quella partita avevamo qualche diritto anche noi. Mi guardò con una certa aria misericordevole e chiese come mi chiamavo. «Jorge Valdano» gli risposi. «E quanti anni hai?» continuò. E io, obbediente: «Ventuno». Fece una faccia che significava: chissà dove andremo a finire con questi giovani d'oggi, e dall'alto dei suoi gloriosi trent'anni mi mollò uno schiaffo dialettico: «Ragazzino, a ventun anni a Cruyff si dà del lei». (Jorge Valdano)

Federico Buffa racconta Storie Mondiali[modifica]

  • E poi c'è lui: Pitagora in scarpe da calcio.
  • Ha una velocità di base spaventosa, ma una visione, tipo De Stijl, geometrica del mondo in cui è capace di entrare e uscire con dei cambi di direzione e delle velocità che non sono sostenibili calcisticamente. Ha letteralmente due piedi e vede, vede, vede quello che succede dappertutto.
  • Ma non è possibile giocare così, perché è sempre lucido. Ha questo esterno destro con cui pennella da qualsiasi distanza. Ti salta e non è mai banale. E non gioca per lo spettacolo, gioca per un'utilità: è veramente un olandese.

Gabriele Oriali[modifica]

Gabriele Oriali in marcatura su Cruijff nella finale di Coppa dei Campioni del 1972
  • Cruijff non era soltanto un centravanti pur essendo nominalmente un centravanti. Lui sapeva far tutto, davanti e dietro, e rendeva quell'Ajax, e anche la nazionale olandese, espressioni di calcio uniche. Rivoluzionarie, se vogliamo. Sia da un punto di vista tecnico che, soprattutto, tattico. [«La massima espressione dell'uomo-squadra, in sostanza».] Cruijff faceva la giocata, sempre con estrema naturalezza, ma mai per se stesso: tutto era fatto in funzione del gruppo. Un gruppo fantastico, all'interno del quale c'erano giocatori straordinari, di cui Cruijff era la stella.
  • Ha contribuito [...] a cambiare un modo consolidato di fare calcio. Prima di quel periodo parole come pressing, fuorigioco, squadra corta e come calcio totale non si erano mai sentite. Non esistevano. Cruijff ha portato novità sostanziali sul piano tattico sfruttando testa e gambe. [«Gambe?»] Prendeva la palla, ti faceva mezza finta e poi scattava. Poi, durante lo scatto, scattava di nuovo. Ditemi: come potevi marcarlo uno così?
  • Lascia in dote a tutto il movimento il suo senso del bello e utile; la sua capacità di produrre calcio in continua evoluzione. Lascia l'esempio di un campione infinito che giocava sempre per gli altri.

Note[modifica]

  1. a b Citato in Cruijff, tutte le sue frasi celebri: "In un certo senso, forse sono immortale", Gazzetta.it, 24 marzo 2016.
  2. Citato in Cruijff: "La chemio è un'amica: vincerò la malattia", It.eurosport.com, 19 novembre 2015.
  3. Dal documentario Il profeta del gol. (1976)
  4. Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2113. ISBN 8880898620
  5. a b Dall'intervista a Sky Sport 24; citato in Cruijff duro su Balotelli: "Colpa dell'educazione, per me chi non è educato non gioca", Goal.com, 11 novembre 2014.
  6. Citato in Stephen Foster, (a cura di) Luca Serafini, Il libro delle liste sul calcio. Per chi crede di sapere tutto, traduzione di F. Rizzo, Sperling & Kupfer Editori, 2006. ISBN 8820040816

Bibliografia[modifica]

  • Johan Cruyff, Mi piace il calcio ma non quello di oggi, traduzione di A. C. Cappi, Sonzogno Editore, 2002. ISBN 9788845423604

Voci correlate[modifica]

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