Francesco Hayez
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Francesco Hayez (1791 – 1882), pittore italiano.
Citazioni su Francesco Hayez[modifica]
- Leonardo da Vinci, per dipingere Medusa, si pose in casa tutta una nidiata di serpi vive; e Francesco Hayez per dipingere il Laocoonte, acquistò dei boa. Finito il quadro, che doveva farne dei serpenti?... Una sera, tra il chiaro e lo scuro, calò uno dei boa giù dai merli del palazzo di Venezia, e il rettile andò a scompigliare una processione che passava in quel punto: fu un fuggi fuggi generale, un urlo solo di spavento, un terrore. (Raffaello Barbiera)
- Tutti lo aiutano, tutti lo corteggiano, tutti gli vogliono bene. Egli non passò su quei triboli fra' quali tanti veri artisti sono costretti a camminare sanguinanti e a morire; egli passò sopra una strada di rose. E tale fortuna la doveva in buona parte alla sua giovialità nativa, all'amorevolezza con la quale accoglieva i consigli e le censure, di cui fa pro, senza guastarsi il sangue con rancori, senza provocar nemici con la baldanza. se ebbe a patir dolori, e persino qualche coltellata, in gioventù, fu solo in seguito a' suoi sbarchi troppo entusiastici all'isola di Citerea[1]. Benedetta isola! (Raffaello Barbiera)
Giuseppe Rovani[modifica]
- Hayez segna nientemeno che la linea di divisione che separa la scuola antica dalla moderna. Con Sabatelli[2] e con Palagi[3] finisce quella scuola che, per consuetudine, si chiamò classica; con Hayez invece comincia quell'altra scuola che, col più arbitrario dei vocaboli. si chiamò romantica.
- In Hayez le grazie della forma e della linea sono tali che rendono spesso la bellezza molle e voluttuosa; nell'Induno invece c'era come qualcosa di aspro e di chiuso che gli faceva velo alla bellezza e pareva quasi gli facesse temere di peccare rivelandola altrui; la tavolozza d'Hayez riluce d'una tinta serena che invita e ristora, quella dell'Induno severa invece e cupa, a tutta prima sembrava quasi voler respingere i profani.
- Tenendo conto di tutto quello che ha fatto e di tutti gli elementi onde risulta il carattere del suo ingegno e del suo stile, a noi pare di poter asserire che Francesco Hayez tenga un gran posto in Italia fra i pittori viventi, e incontrastabilmente sia il primo per la potenza dell'esecuzione, per il prestigio del colore, per la grazia squisita della linea. – È un pittore che ha virtù straordinarie, ma anche peccati gravi, e pur troppo in questi ultimi anni ha mostrato di trascurare il concetto e l'idea, tutto quanto preoccupato della forma e del pennello, motivo per cui ha provocato una critica fin troppo virulenta e severa in coloro che hanno rispetto del pensiero più che di tutto, e che ad un dipinto prodigiosamente eseguito antepongono un quadro in cui l'esecuzione sia appena sufficiente, ma sia grande l'idea e severa la composizione.
Note[modifica]
Altri progetti[modifica]
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Opere[modifica]
La congiura dei Lampugnani (1826)
Ritratto di Alessandro Manzoni (1841)
I vespri siciliani (1846)
Il bacio (1859)
Autoritratto a 71 anni (1862)