Francesco d'Aquino

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Francesco D'Aquino principe di Caramanico

Francesco Maria Venanzio d'Aquino, principe di Caramanico (1738 – 1795), aristocratico, diplomatico e politico italiano del Regno di Napoli.

Citazioni su Francesco d'Aquino[modifica]

Rosario La Duca[modifica]

  • Prima che il Settecento volga al suo termine, un'altra morte misteriosa con sospetto di veleno, costituirà il giallo del secolo. Si tratta dell'improvviso decesso di Don Francesco d'Aquino principe di Caramanico, viceré di Sicilia, avvenuto proprio negli anni in cui ebbe il processo Giovanna Bonanno. [...] Giungeva nell'isola nell'aprile del 1786, preceduto dalla fama di essere stato protagonista di un grande romanzo d'amore come favorito ed amante della regina Maria Carolina.
  • Il Caramanico, già ambasciatore del Regno di Napoli a Londra e a Parigi, appena giunto a Palermo si dà subito da fare per continuare, anche se con maggiore diplomazia, l'opera iniziata dal suo predecessore Caracciolo, uomo di Stato tagliato alla Voltaire e alla Diderot, mangiapreti, nemico dell'Inquisizione e del potere baronale, ma zelante restauratore dell'autorità regia. Francesco d'Aquino abroga dapprima il mero e misto imperio dei baroni, sostenuto in ciò senza riserve dalla Corte, colpendo così a morte il baronaggio anche all'interno del feudo.
  • Nel febbraio del 1794 il Caramanico viene «sopreso da gravissima malattia» che lo tiene inchiodato a letto per molti giorni. Convalescente, si reca a Napoli, ma, al suo ritorno, «mostra seempre soffrire incommodi in salute», e il giorno 8 gennaio del 1795, mentre si trova «a mutar aria alla Casina della Principessa del Cassaro nella contrada delle Terre Rosse, è assalito repentinamente da violenta convulsione, che all'ore 11 del giorno 9 seguente gli toglie la vita senzache abbia potuto ricevere il Santissimo Viatico, né munirsi dell'estrema unzione». Sulla morte del viceré circolano subito le notizie più fantasiose. Chi lo vuole ucciso dall'Acton suo rivale in amore con veleno direttamente propinatogli, chi dal Carelli suo segretario; altri ritiene, invece, che il Caramanico si sia suicidato con veleno essendo implicato in una congiura politica.

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