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Georges Sadoul

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Georges Sadoul

Georges Sadoul (1904 – 1967), storico del cinema e critico cinematografico francese.

Citazioni di Georges Sadoul

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  • [Su Guerra e pace] Diretto con grandi mezzi in Italia e Jugoslavia dall'americano Vidor (assistito da Soldati per le battaglie), è un super-spettacolo ben architettato, che del libro conserva la traccia fondamentale, non molto lo spirito o l'ampiezza.[1]
  • [Su Sono innocente] Dopo Furia, è questo il secondo capolavoro americano di Lang. La sceneggiatura accumula i colpi di scena – seguendo però in questo il gusto di Lang per il "feuilleton" –, ma con pagine e con un tono altissimi, grazie anche alla simpatia umana d'una coppia d'attori particolarmente riuscita.[2]
  • [Su Il dottor Stranamore] Enorme, beffardo, anarchico, violento e lucidissimo, è il più bell'attacco che sia stato fatto alla follia atomica dei nostri tempi, e al militarismo americano. Senza messaggi e illusioni, senza risparmiare nessuno, Kubrick descrive ghignando il meccanismo atroce in cui siamo inseriti, la danza macabra di cui siamo partecipi.[3]
  • [Su Nosferatu il vampiro] Questo film appassionante, qualunque interpretazione se ne voglia dare, è comunque assai superiore al romanzo da cui è stato tratto e ai molti Dracula ad esso ispirati di recente. Se Nosferatu è espressionista, lo è essenzialmente per il soggetto. [...] Con la truccatura eccessiva, gli artigli, il cranio calvo, le lunghe orecchie appuntite, il modo di camminare a sbalzi, la lunga sagoma nera, Nosferatu crea intorno al suo personaggio una vera e propria "sinfonia dell'orrore".[4]
  • [...] se è stato Louis Lumière ad aver inventato un eccellente dispositivo per animare le fotografie chiamato Cinematografo, è Georges Méliès ad aver creato il cinema, termine con il quale non si intende solo l'abbreviazione per il brevetto, ma anche un nuovo tipo di spettacolo, del tutto basato sulla messa in scena.
[...] si Louis Lumière inventa un excellent type d'appareil pour photographies animés, et le baptisa cinématographe, Georges Méliès, lui, créa le cinéma, qui n'est pas l'abréviation familière d'une marque de fabrique, mais un nouveau genre de spectacle, fondé avant tout sur la mise en scène.[5]
  • [Su L'angelo azzurro] Un autoritario "Herr Professor" (Emil Jannings) s'innamora d'una cantante di tabarin, Lola-Lola (Marlene Dietrich), perde la sua posizione per sposarla, si riduce a vendere le foto della moglie negli intervalli e perfino a comparire come clown che lancia un atroce chicchirichì. Cerca di strangolare la moglie, infedele, e ha infine coscienza di tutta la sua decadenza, ritrovando la cittadina dove insegnava e l'aula, in cui muore. Pommer chiamò Sternberg a Berlino per dirigere un soggetto fatto su misura per Jannings, divo numero uno alla UFA: la decadenza di un borghese sui cinquanta.[6]

Note

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  1. 1968; citato in Guerra e pace - Rassegna stampa, mymovies.it.
  2. 1968; citato in Sono innocente - Rassegna stampa, mymovies.it.
  3. Citato in Bianco e nero, Vol. 30, Società Gestione Editoriali, 1969, p. 134 e in Dizionario dei film, Sansoni, Firenze. 1990.
  4. Da Il cinema: i film, Sansoni, Firenze, 1968; citato in Antologia critica, ilcinemaritrovato.it.
  5. (FR) Da Lumière et Méliès, Lherminier, 1985, p. 156.
  6. 1968; citato in L'angelo azzurro - Rassegna stampa, mymovies.it.

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