Guarino Guarini
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Camillo Guarino Guarini (1624 – 1683), architetto, teorico dell'architettura e religioso italiano.
Citazioni di Guarino Guarini
[modifica]- L'Architettura, sebbene dipenda dalla Matematica, nulla meno ella è un'Arte adulatrice, che non vuole punto per la ragione disgustare il senso: onde sebbene molte regole sue sieguano i suoi dettami, quando però si tratta, che le sue dimostrazioni osservate siano per offendere la vista, le cangia, le lascia, ed infine contradice alle medesime; onde non sarà infruttuoso per sapere quello che debba osservare l'Architetto, vedere il fine dell'Architettura, ed il suo modo di procedere.[1]
GL'Elementi di Euclide sono si necessarij ad ogni scienza matematica, che no può profittare alcuno in esse, se in quella prima cognitione elementare non è diligentemente versato; e per tanto qualonque vuole avanzarsi nell'arte militare, deve credere, che quella sia la base, il principio, & il primo elemento, di cui si compone, e sopra a cui s'avanza, e cresce ogni sua speculatione.
Citazioni su Guarino Guarini
[modifica]- Barocco è il superlativo del bizzarro, l'eccesso del ridicolo. Il Borromini diede in deliri, ma il Guarino, il Pozzi, il Marchione nella sagrestia di s. Pietro ec. in barocco. (Francesco Milizia)
- Del suo maestro [Francesco Borromini], e più anche del suo maestro, fu il Guarini nemico capitale delle linee rette; e a forza di cavità e di convessità e di sguaiataggini d'ogni specie, condusse in Torino molte fabbriche, fra le quali danno noia a chi ami il buono e il bello, la deforme porta del Po, la bruttissima cappella del Sudario, la chiesa del suo Ordine[2], tutta centinata, e a zig zag, la chiesa di San Filippo Neri dello stesso gusto, e con facciata tutta imboscata di colonne e di pilastri, il palazzo del principe Filiberto di Savoia, goffissimo di ordini, di finestre e di ornati, e altri palazzi e fabbriche, che non importa rammentare. (Ferdinando Ranalli)
- È stato detto che Guarini «genio tormentato quasi paranoico si lamentava continuamente di essere maltrattato, incompreso e non apprezzato»[3]. Io non ho potuto trovare evidenza che egli soffrisse di una condizione patologica d'ipocondria simile a quella del Borromini, condizione che doveva infine condurre quest'ultimo al suicidio. Al contrario, la personalità del Guarini, quale emerge dallo studio dei suoi scritti e della sua vita, assomma equilibrio, moderazione, costanza e larghezza di vedute, qualità che sembrano esser state sue per dono di natura, ed alimentate poi dalla profondità degli studi e dalla vocazione sacerdotale. (Rudolf Wittkower)
- Ebbe Torino nel frate teatino Guarino Guarini il più gran borrominesco che mai si sia veduto. (Ferdinando Ranalli)
- Relativamente breve fu il periodo in cui il Guarini dominò generalmente incontrastato; lungo il periodo di oblio che seguì: lenta e difficile la riscoperta e la rivalutazione. L'arte e l'architettura, ricordiamolo, non furono la sua vocazione originaria. (Rudolf Wittkower)
- Avendo praticamente eliminato tutti i significati tradizionalmente inerenti alle forme architettoniche, e posto l'architettura come cosa invece che come rappresentazione, il Guarini non può non dedurne che un'architettura tutta fenomeno è un'architettura tutta ornato. Dà piacere alla vista, ma è difficile sapere «qual sia la radice di questo diletto, non meno che difficile ella è la notizia della radice della bellezza di un vago vestito».
- Dal punto di vista grafico [...] i disegni guariniani sono accuratissimi: tracciati a penna e acquerellati, debbono considerarsi veri e proprii progetti esecutivi, che non lasciano margine ad incertezze, interpretazioni, varianti. È calcolata anche la proiezione delle ombre dacché, se è forma ciò che viene percepito dall’occhio, anche le ombre sono forme architettoniche. Ugualmente lontano dal furor ispirato del disegno borrominiano e dalla larga spazialità, dalla orchestrazione di masse del berniniano, il progetto guariniano è puro calcolo: non è la rappresentazione grafica di un'immagine mentale, ma lo sviluppo matematico di un principio, di una generatrice formale.
- L'architettura, per il Guarini, è omaggio, cerimonia, tributo, adulazione. Lo è perché per il Guarini, teologo, l'architettura non è rivelazione del divino – con o senza la mediazione della natura – ma l'atto della devozione umana verso il divino.
Note
[modifica]- ↑ Da Architettura civile, appresso Gianfrancesco Mairesse, Torino, 1737, cap. III, p. 3.
- ↑ Guarini fu un chierico regolare dell'Ordine dei teatini.
- ↑ Henry Millon, Baroque and Rococo Architecture, New York, 1961, p. 20. [N.d.A.]
Bibliografia
[modifica]- Guarino Guarini, Trattato di forticatione che hora si usa in Fiandra, Francia, & Italia, appresso gl'heredi di Carlo Gianelli, Torino, 1676.
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