Hroðgar
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Hroðgar, re dei danesi nel poema epico Beowulf.
Citazioni di Hroðgar
[modifica]- E ora tu, Beowulf, il migliore tra gli uomini, al mio cuore sarai caro come un figlio; e d'ora innanzi abbi a cuore questo nuovo legame di parentela. Nulla ti sarà negato di ciò che desideri al mondo, di ciò che è in mio potere dare. Spesso, per azioni di meno conto, ho concesso ricompense e doni che davano onore a uomini più umili e meno arditi in battaglia. Tu, per te stesso, con le tue sole azioni, hai ottenuto che la tua gloria viva in eterno, di età in età.
- Meravigliosa cosa è dire come il possente Dio, secondo i suoi profondi disegni, distribuisca alla razza degli uomini saggezza, terre e la condizione della nobiltà; di tutte le cose Egli è il Signore. A volte Egli permette che il pensiero e il cuore di un uomo di una famosa casata si muovano nel pieno piacere, a lui concede la gioia terrena di un reame, il governo di uomini nella sua città cinta da mura, gli dà il dominio delle regioni della terra, di un regno tanto vasto che egli, nella sua poca saggezza, non sa neppure concepirne i possibili confini. Nell'abbondanza egli vive, non lo molestano né vecchiezza ne malattia, né la nera angoscia gli affligge l'anima, né, in alcun luogo, l'odio assassino è generato da lotte; il mondo si muove secondo quanto egli desidera! Di un fato infausto egli nulla conosce, sinché il seme dell'arroganza cresce e si fortifica. Allora dorme la sentinella, il guardiano dell'anima; troppo profondo è quel sonno, avvolto da affanni; vicinissimo è l'uccisore che, con malvagità, scocca la freccia dall'arco. Allora egli, che non tiene alta la guardia, è colpito al cuore da una freccia amara, gli ordini perversi e strani dello spirito maledetto: non se ne può difendere. Troppo limitato gli pare ora ciò di cui a lungo ha goduto, l'avidità gli riempie il buio cuore e non più distribuisce anelli laminati d'oro per acquistarsi fama; e l'oscuro destino che incombe egli lo scorda, non se ne dà cura, perché prima Dio, il Signore della gloria, gli aveva concesso una larga parte d'onore. Nel giorno estremo, però, ecco che la sua veste di carne, essendo mortale, cede e precipita nella morte che per essa era stata fissata. Gli succede un altro, il quale eredita tutto e, senza pensarci, disperde le sue cose preziose, i tesori di quell'uomo, a lungo accumulati: non ne teme l'ira! Difenditi da questa malvagità, caro Beowulf, il migliore tra i cavalieri, e per te scegli la parte migliore, gli avvisi di un valore che dura per sempre; non tollerare che l'orgoglio macchi, campione, la tua fama! Per un poco, adesso, è in fiore il tuo valore ma presto accadrà che della tua potenza ti depredino la malattia o la spada o l'abbraccio del fuoco o l'onda dell'acqua o il morso della spada o il volo della lancia, o la vecchiezza tremenda; e allora il lampo che ti arde negli occhi si offuscherà e si spegnerà, e presto accadrà, fiero cavaliere, che la morte ti abbatterà.
- Per il mio cuore è una pena rinarrare ad altri uomini quali umiliazioni, qui a Heorot, quali tremendi atti di malvagità, con l'odio nel cuore, Grendel mi abbia inflitto e abbia compiuto contro di me. Si è ridotta la compagnia nella mia sala, ridotti sono i ranghi dei miei guerrieri; il Fato li ha trascinati tra le grinfie atroci di Grendel. Dio (soltanto Lui) potrebbe facilmente trattenere quel nemico selvaggio dal compiere le sue azioni malvagie!
- Questo ho udito narrare, dagli abitanti della terra, dai miei vassalli nelle loro sale, sì, dire di come avessero visto due esseri possenti vagare per i luoghi aperti, abitatori delle brughiere, creature straniere. Di queste, per quanto poterono discernere, una aveva forma di donna; l'altra, essere creato per il male, in forma d'uomo percorreva le vie dell'esilio, ed era più grande di ogni essere umano.
- Non vedrò Asgard. [...] Non è fatta per gli occhi di uomini come me.
- [Sulla corona] Pensano che questa fascia d'oro sia tutto ciò che serve per essere un re. Ritengono che, poiché porto questa cosa, io sia più saggio di loro. Più coraggioso. Migliore. [...] Un giorno comprenderai il prezzo, il tremendo prezzo che si paga per i suoi favori e per il trono. Saprai come si sente un burattino, appeso penzolante ai suoi fili...
- Puoi desiderare in una mano [...] e cagare nell'altra, e poi guarda quale si riempie prima.
- C'è un punto debole sotto la gola, lì. Vede? Devi trafiggerlo con un coltello o una daga. Zak! È l'unico modo per uccidere un drago.
- Grendel è morto. È ciò che più conta per me. Non può più affliggermi. La madre, la "strega", non è la mia maledizione. Non più ormai. Non più.
- Il padre di Grendel non può nuocere all'uomo.
- Miei nobili, miei magnifici nobili, un anno fa, io, Hrothgar, vostro re, giurai che avremmo celebrato le vittorie in una nuova sala, possente e magnifica. Non ho mantenuto il giuramento? In questa sala, ci spartiremo il bottino delle nostre conquiste, l'oro e i tesori. E questo diverrà il luogo di baldoria, gioia e fornicazione. Da ora, fino alla fine dei tempi, chiamerò questa sala Herot!
- [Sulla madre di Grendel] Affideresti a una vipera il compito di uccidere un serpente? Anche ora, lei trama. E con il tuo potere, cresce anche il figlio dei tuoi fallimenti, solo e nutrito dall'odio.
- Ero avido e debole, figliolo, e lei era così perfetta. Ma non potevo vivere con la vergogna. Non più di quanto potessi uccidere Grendel con le mie mani. Sì, era mio figlio. Grendel era mio! Oh, che mostruosità sono i figli della debolezza.
- Il sangue non sarà lavato dal trono di Herot! Come se Grendel fosse il suo vero erede, e il Re un semplice vassallo della Regina Madre.
- Il tuo regno è il tuo terreno di caccia, Beowulf. Come il lupo, segni il territorio con l’odore del sangue delle tue vittime, e ci può essere un solo capobranco.
- Io, Hrothgar, Signore delle battaglie, Re dei Danesi, ho una storia per te! I bardi un tempo cantavano di come uccisi il grande drago del nord, con le mie sole forze, di come io, Re Hrothgar, feci costruire la casa di Herot per celebrare la nostra potenza! Per le feste e la lussuria! Ma ancora bramavo il potere e la ricchezza, e lei me li diede. Io, Hrothgar l’Impavido, Hrothgar l’Uccisore dei mostri... Hrothgar il Maledetto.
- La furia, come il desiderio, può farci commettere crimini mostruosi.
- La strada per la gloria è difficile, ti avverto. Ma è anche irresistibile. Non puoi opporti.
- Nessuno può sconfiggere la morte. Solo l’onore si interpone tra Hel e la giusta mano di Odino.
- Niente è meglio di una gara per affinare le doti di un eroe.
- Non puoi cambiare il tuo destino, ma puoi scegliere la tua eredità.
- Una reliquia di Cristo? Vediamo; chi vorrei avere al mio fianco se mi trovo davanti a un pugnale? Odino o quel falegname?
Citazioni su Hroðgar
[modifica]- A Hrothgar, nel corso del tempo, fu concessa fortuna in guerra, e gloria in battaglia, sì che i vassalli della sua stirpe con pieno volere lo ascoltavano e il numero dei giovani guerrieri crebbe sino a divenire una possente compagnia di uomini. Poi, nel cuore, gli sorse un desiderio e comandò agli uomini di edificargli una grande sala e una magione, una casa dove poter bere l'idromele, un edificio più grandioso di quanti mai i figli degli uomini avessero conosciuto; e là egli avrebbe distribuito ai giovani e ai vecchi tutte le cose che Dio gli aveva accordato, a parte il territorio del popolo e la vita degli uomini. (Beowulf)
- È vecchio, i tempi delle battaglie sono ormai alle sue spalle, la lunga barba e le trecce nei capelli sono bianche come la neve. (Caitlín R. Kiernan)
- Da giovane aveva la forza di sette uomini. Ora non più. Non gli resta che il potere della mente - e non ne prova alcun piacere: un astuccio di coltelli. La civiltà che intendeva costruire si è trasformata d'incanto in una foresta densa di trappole. [...] Un uomo saccheggia per metter insieme una fortuna che gli consenta di pagare i sudditi e portare pace nel regno, ma il tesoro che ammassa per la sua sicurezza diventa l'esca per ogni predone che ne sente parlare. Hrōðgār, lesto di mente, è a corto di piani. Non è colpa sua. Non ce ne sono altri. E così attende come un uomo incatenato in una grotta, fissando l'ingresso e guardando talvolta distrattamente Wealhþēow, incatenata al suo fianco. Che è un'ulteriore trappola, la peggiore. È giovane, avrebbe potuto servire un uomo più vigoroso. E bella: non dovrebbe veder sfiorire le proprie notti e il proprio corpo vicino a un vecchio ossuto e tremante. E lei lo sa, e ciò accresce il dolore e la colpa di Hrōðgār. Comprende il timore per il suo popolo che fa di lui un codardo, sicché la notte in cui l'aggredii non mosse un dito per salvarla. E quel timore non è neppure garanzia di generosità; forse è solo desiderio che il suo nome e la fama vivano in eterno. Wealhþēow comprende anche l'amarezza della vecchiaia. Capisce perfino - e ciò e più terribile d'ogni altra cosa - la consapevolezza del vecchio Hrōðgār che la pace deve essere ricercata prova dopo prova, senza altra prospettiva fuorché la sconfitta finale. Hanno sofferto lezione su lezione riconoscendo ogni volta più profondamente la loro umiliazione, la vergogna, la futilità. E continuerà così. (John Gardner)
- Non ebbe mai rivali quel re, nessun difetto mai, sinché l'età non lo privò dalla sua forza gioiosa - ciò che spesso colpisce un uomo. (Beowulf)
- Per quanto riguardava Hrōðgār, se credeva davvero nella sua idea di gloria - i figli e i figli dei figli che avrebbero diviso con gli altri ogni cosa - avevo brutte notizie per lui. Avrebbero pesato mentalmente il suo oro e l'argento. Avevo osservato le generazioni. Avevo visto i loro occhi di donnola. (John Gardner)