Ian Watt

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Ian Watt (1917 – 1999), critico e storico letterario statunitense.

Citazioni di Ian Watt[modifica]

  • Conrad è, come molti grandi scrittori, un filosofo solo nel senso che la sua consapevolezza retrospettiva delle continuità e discontinuità dell'esperienza umana può chiarire la nostra, e La linea d'ombra è forse la realizzazione più riuscita di Conrad in questa direzione. Molte persone, si può azzardare, hanno fatto degli sbagli, prima con mortificazione, poi, se sono stati fortunati, con rassicurazione, con la scoperta che molti dei loro pensieri e azioni non sono unici, ma uniti in vario modo a quelli dei nostri predecessori e di coloro che si trovano più vicini alla morte; che la reciprocità è reale, nonostante noi non diamo e non riceviamo mai la completa misura del riconoscimento; e che alcuni elementi di questa reciprocità, per quanto limitati, sono ancora - adattando la frase di Conrad sotto il titolo - degni del nostro effimero ma eterno rispetto. Nella Linea d'ombra, Conrad ci sommerge con queste idee; ma egli le accompagna anche con varie ironie malinconiche: tanto per iniziare, le dinastie dell'esperienza sono fragili, corruttibili e intermittenti; in secondo luogo, a dispetto della lettura esistenzialista della linea d'ombra, noi non scegliamo i nostri legami di solidarietà con il passato e il presente, ma ci arriviamo - come veniamo al mondo - involontariamente e inconsapevolmente: ex abrupto, urlando.[1]

Le origini del romanzo borghese[modifica]

Incipit[modifica]

Molte questioni generali cui si sono interessati gli studiosi della narrativa degli inizi del diciottesimo secolo non hanno avuto risposte del tutto soddisfacenti. Il romanzo è una forma letteraria nuova? E, se supponiamo, come generalmente avviene che lo sia, e che sia stato iniziato da Defoe, Richardson e Fielding, in cosa differisce dalle narrazioni in prosa del passato, da quelle Grecia, ad esempio, o del Medioevo o dalla Francia del diciassettesimo secolo? E quale può essere la ragione di queste differenze e la causa per cui apparirono in un certo tempo e luogo?

Citazioni[modifica]

  • La grandezza di Descartes consistette principalmente nel suo metodo, nella sua determinazione a non accettare nulla sulla fiducia. Il suo Discours de la méthode (1637) e le Méditations (1641) influenzarono molto il moderno assunto secondo il quale il perseguimento della verità è di natura esclusivamente individuale, indipendente logicamente dalla tradizione e invero più facile da raggiungere prescindendo da questa. (pp. 10-11)
  • L'interesse del romanzo per la vita quotidiana di persone ordinarie sembra dipendere da due importanti condizioni generali: la società deve valutare ogni singolo individuo abbastanza da considerarlo un soggetto degno di letteratura seria e deve esistere una varietà sufficiente di idee e di azioni tra le persone comuni perché un racconto dettagliato che li riguardi possa interessare persone altrettante ordinarie, cioè i lettori di romanzi. È probabile che nessuna di queste due condizioni per l'esistenza del romanzo si sia verificata se non abbastanza recentemente perché ambedue dipendono dal sorgere di una società caratterizzata da quel vasto complesso di fattori interdipendenti che chiamiamo "individualismo". (p. 56)
  • L'importanza di Richardson nella tradizione del romanzo dipese ampiamente dall'essere riuscito a risolvere molti dei più importanti problemi formali lasciati irrisolti da Daniel Defoe. Tra questi il più importante era probabilmente quello della trama che Richardson risolse in modo assai semplice, evitando un intreccio episodico e basando i suoi romanzi su una singola azione nel caso di Pamela: un corteggiamento. È certo strano che una rivoluzione letteraria così importante fosse realizzata con un'arma letteraria così antica; ma [...] nelle mani di Richardson rivelò nuovi poteri.
  • [...] non è necessario ritenere che il profondo interesse mostrato da Richardson nei suoi romanzi per i problemi delle donne sia solo un tentativo di piacere al gusto femminile; per quanto sappiamo della sua personalità e del suo stile di vita, egli condivideva questi gusti in misura notevole.
  • Un riflesso della stretta affinità di Richardson con la mentalità femminile si può trovare nella ricchezza di dettagli domestici descritti in Pamela. [...] Il gusto per i particolari domestici del pubblico femminile di Richardson contribuì probabilmente in misura rilevante a quell'aria di realtà quotidiana tipica delle sue narrazioni. Le eroine dei romance, ad esempio, viaggiavano spesso ma nessuna prima di Pamela fu rappresentata così realisticamente nell'affrontare i vari problemi di dover mettere insieme un guardaroba da viaggio. [...] Il matrimonio di Pamela con un uomo così al di sopra di lei socialmente ed economicamente è una vittoria senza precedenti per il suo sesso [...].
  • La narrativa di Sterne è molto attenta a tutti gli aspetti del realismo formale: alla divisione del tempo, dello spazio e alle differenziazioni personali, a una sequenza di azioni naturale e verosimigliante; e alla creazione di uno stile letterario che dia l'equivalente verbale e ritmico più esatto possibile dell'oggetto descritto. Il risultato è che molte scene di Tristram Shandy giungono a un livello di autenticità vivente che combina la brillante economia di suggerimenti di Defoe e la più minuziosa presentazione di Richardson di pensieri momentanei, sentimenti e gesti. Tanto sicuro è, invero, il modo con cui egli domina la presentazione realistica che, se l'avesse applicato ai fini del romanzo, Sterne sarebbe probabilmente diventato la figura più importante tra i romanzieri del diciottesimo secolo. Ma Tristram Shandy non è tanto un romanzo quanto una parodia di romanzo e, con una maturità tecnica precoce, Sterne volge la sua ironia contro molti dei metodi narrativi che il nuovo genere aveva di poco sviluppato.

Note[modifica]

  1. Da Racconto e idea nella Linea d'ombra di Conrad, in Critical Quarterly, vol. 2, 1960, pp. 133-148, inserito come introduzione a Joseph Conrad, La linea d'ombra, traduzione di Francesca Rossi, Mondadori, Milano, 1999, pp. XXXI-XXXII. ISBN 88-04-40923-1

Bibliografia[modifica]

  • Ian Watt, Le origini del romanzo borghese (The Rise Of The Novel), traduzione di Luigi Del Grosso Destreri, Bompiani, Milano, 1985.

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