Il'ja Ponomarëv
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Il'ja Vladimirovič Ponomarëv (1975 – vivente), politico russo.
Citazioni di Il'ja Ponomarëv
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
Intervista di Sabrina Pisu, lespresso.it, 30 maggio 2022.
- Putin mi ha fatto sapere che voleva neutralizzarmi. Io non ho mai accettato di lasciare la Russia, hanno aspettato che fossi in viaggio per lavoro e non mi hanno più permesso di rientrare.
- Non combatto contro la Russia, ma contro Putin, come fecero i tedeschi antifascisti contro Hitler.
- La Russia sta uccidendo solo civili. [...] L’offensiva è bloccata, la loro capacità di avanzare limitata al momento, prima c’erano un migliaio di morti al giorno ora ce ne sono un centinaio. Gli ucraini hanno completamente liberato il nord dell’Ucraina, ma ci sono ancora problemi nel sud.
- [Su Vladimir Putin] È un mafioso, un bullo, ha bisogno di prevalere, mostrare di essere il maschio dominante. E non è un pazzo come vuole far credere, ma manipola tanto i russi, con la presunta minaccia costituita dalla Nato, quanto i leader dell’Occidente, con quella nucleare. E credo sia più un cleptocrate che un imperialista, come molti sostengono. È pronto a distruggere vite e economie per assicurarsi la sottomissione alle sue regole.
- [Putin vuole] restaurare l’Unione Sovietica senza niente di sovietico né di socialista, perché Putin è, ovviamente, anticomunista, ciò che ha in mente è una sorta di “Unione di Repubbliche sovrane slave” facendo leva anche sul sentimento nostalgico russo.
- [...] Putin ha pensato che il presidente Zelensky fosse debole, che la sua popolarità fosse in calo, che fosse arrivato al potere come “presidente della pace” senza essere in grado di portarla, e che sarebbe bastata qualche spinta per fare crollare il sistema politico ucraino, portando al potere come presidente o leader ad interim dell’Ucraina personaggi come Viktor Medvedchuk. Un piano che è fallito miseramente.
- Putin ha perso questa guerra ed è già iniziato il conto alla rovescia anche per lui. [...] Lo scenario più probabile è quello di violenti disordini popolari nel corso della seconda metà dell’anno, causati dal malessere economico e acuiti dalle spese militari. E se le élite si troveranno ad affrontare anche un pericolo immediato, che viene dal loro stesso popolo, inizieranno a organizzarsi per rimuovere Putin dall’alto.
Intervista di Daniele Raineri, repubblica.it, 24 agosto 2022.
[Sull'omicidio di Dar'ja Dugina]
- [«Chi era il bersaglio dell'attacco, Aleksandr Dugin o la figlia Daria?»] Entrambi, dicono i partigiani. Quando hanno premuto il bottone che ha fatto esplodere la bomba vedevano due persone nella stessa automobile. Prima Dugin e sua figlia erano stati visti andare assieme verso l'auto nel parcheggio. Per questo gli operatori hanno pensato che i due fossero ancora assieme.
- [«Quanto è grande l'Esercito repubblicano nazionale?»] Non ci sono numeri ufficiali. Da quando sono in contatto con loro hanno rivendicato operazioni in trentacinque regioni russe. Considerato che la preparazione di questi attacchi necessità di più persone, direi fra le cinquecento e le mille persone.
- [Su Natalia Vovk] Per prima cosa, le persone che hanno fatto l'attentato dicono che lei non c'entra nulla. Poi nessun servizio segreto l'avrebbe mandata dietro le linee nemiche sapendo che il suo nome era su un database pubblico che la identifica come membro dell'esercito ucraino. Cosa doveva fare di più per farsi notare, andare in giro con una maglietta con uno slogan? Viveva nello stesso complesso di appartamenti di Daria Dugina, guidava dappertutto una Mini Cooper senza nascondersi.
- Le perdite fra gli invasori russi sono un grande dolore. Eppure per tutti i russi bisogna fare una distinzione tra senso di colpa e responsabilità. Non è colpa nostra per quello che sta succedendo in Ucraina, ma è nostra responsabilità perché non siamo riusciti a distruggere il regime di Putin in tempo. I russi non possono soltanto dire "no alla guerra", che è uno slogan meraviglioso e placido. Il nostro motto è differente. Dobbiamo chiedere la vittoria. Dobbiamo chiedere che da questa invasione predatoria cominci la guerra di liberazione.
Intervista di Pietro Guastamacchia, ilfoglio.it, 6 ottobre 2022.
- Qualcosa scricchiola nell’élite russa ed è solo una questione di tempo prima che si aprano vere lacerazioni. [...] industriali e oligarchi che avevano pensato che se fossero rimasti fermi e immobili ad aspettare prima o poi la tempesta sarebbe passata, ora capiscono che se non fanno qualcosa loro, la furia del vento voluto da Putin li travolgerà.
- L’opposizione russa ha fallito il suo ruolo storico e noi dobbiamo prima di tutto ammetterlo. Se siamo arrivati fino a qui, se gli ucraini devono pagare con il loro sangue il prezzo della nostra guerra di liberazione è perché quando era il momento di farlo noi non abbiamo saputo attaccare il sistema di potere putiniano prima che divenisse inscalfibile.
- [...] io credo che non sia nell’interesse né dei russi né dell’occidente una Russia denuclearizzata perché lascerebbe il fianco scoperto alla Cina.
- [...] liberiamoci di Putin e fateci entrare nella Nato, così sarà tutto arsenale di una sola alleanza. Ci sarà una chiave a Mosca e una a Washington e così garantiremo la pace all’Europa e al mondo.
Intervista di Andrea Nicastro, corriere.it, 25 gennaio 2023.
- Io sono il De Gaulle russo. [...] Sono l’unico che crede nella lotta armata contro il regime di Vladimir Putin. L’unico sicuro che al momento del collasso putiniano, la Legione Russia Libera che adesso combatte sotto le insegne dell’esercito ucraino, svolgerà un’azione fondamentale per tenere insieme la Federazione russa.
- Dugin padre si autodefinisce il creatore dell’idea di “Novorossiya” alla base dell’invasione. Lei era il braccio operativo, una radicale bellicista, che ha ideato l’incendio del carcere dei prigionieri del battaglione Azov, bruciandone vivi 50. Padre e figlia avrebbero dovuto morire assieme e invece all’ultimo lei è andata in auto con un altro individuo che i russi non hanno voluto identificare. Una spia probabilmente.
- Quando Zelensky riconquisterà la Crimea, i patrioti russi rovesceranno Putin, il sistema collasserà e la mia Legione arriverà a Mosca per guidare la rivolta popolare.
- La Russia di oggi funziona sulla paura come quella staliniana. Putin si è inventato i mercenari della Wagner e i miliziani ceceni di Kadyrov per indebolire il ministero della Difesa e lo Stato maggiore. Si spiano tra loro pronti a riferire al Cremlino. Si odiano, ma nessuno è abbastanza forte da eliminare gli altri. Hanno tutti bisogno che Putin li difenda.
- Per far carriera in Russia devi aver rubato qualcosa, così Putin ha un dossier con cui ricattarti. È così a tutti i livelli, se sei pulito non possono fidarsi e non ti fanno entrare nel club, invece se sei incapace al massimo ti spostano.
Intervista di Giovanni Pigni, lastampa.it, 26 maggio 2023.
- [Sulle incursioni nell'oblast' di Belgorod] Il primo obiettivo era liberare una parte del territorio russo e alzare la bandiera bianca e blu della nuova Russia: questo obiettivo è stato raggiunto in pieno. L’obiettivo numero due era mostrare le capacità dell’opposizione armata dei russi e ispirare altre persone a unirsi alla nostra causa. Il terzo obiettivo era militare: costringere la Russia a spostare dal fronte una parte delle sue forze per difendere i confini, cosa che sta già avvenendo secondo le informazioni dell’intelligence ucraina.
- La gente di questi territori ha accolto positivamente i nostri soldati liberatori. Se fossero stati soldati ucraini o della Nato sarebbero stati percepiti negativamente, ma dato che si trattava di cittadini russi è andato tutto bene. Ed è solo l’inizio, alla fine libereremo tutta la Russia, arriveremo fino a Mosca.
- Quando durante la Seconda Guerra Mondiale Churchill si accordò con Stalin disse che era disposto ad allearsi con il diavolo pur di sconfiggere Hitler. Questo non fece di Churchill uno stalinista.
- Per l’Ucraina non ha senso spendere risorse per attaccare dei propagandisti. Con meno risorse è in grado di colpire obiettivi puramente militari, come continua a fare con successo nei territori sul confine.
- [«Qual è l’obiettivo di questi attentati?»] Creare un’atmosfera di paura e insicurezza tra i rappresentanti dell’élite. Ciò che li lega a Putin è il senso di protezione di cui godono. Nel momento in cui questo senso di sicurezza verrà a mancare, queste persone cercheranno una via d’uscita e passeranno dalla parte del bene.
Intervista di Riccardo Amati, fanpage.it, 5 aprile 2023.
- Il mio è un aiuto materiale e tecnico alla galassia dei gruppi che combattono contro il regime in Russia. [...] Sono in tutto circa un migliaio di partigiani, e non sono organizzati in una struttura piramidale.
- Ho pochi dubbi che la Vovk fosse in realtà un agente dell’Fsb impegnata a confonder le acque sulle responsabilità dell’attentato. E ritengo che anche il caso di Daria Trapeva sia stato artificialmente creato dall’Fsb fin dall’inizio, per motivi simili. Penso proprio che la Trapeva non abbia niente a che fare con la morte di Tatarsky e con le persone che hanno eseguito l’attentato. Credo sia stata incastrata dai servizi russi per intorbidire le acque.
- Qualcuno può dire che ogni azione violenta è terrorismo. Ma secondo me solo quando vengono colpite persone estranee alle ragioni dell’attacco si può parlare di terrorismo. Questa almeno è la mia personale visione. È terrorismo quello di Bin Laden contro le torri gemelle di New York. Perché chi si trovava all’interno di quegli edifici non aveva nulla a che fare con le guerre in Medio Oriente e in generale con le cause che per Bin Laden giustificavano l’attacco. Ma il caso dell’attentato di San Pietroburgo è diverso. Non è una tragedia che ha ucciso innocenti. È un atto di guerra compiuto nel rispetto delle convenzioni internazionali che regolano la materia.
- [«In quel bar c’erano civili, mica soldati. A parte Tatarsky, forse».] Erano propagandisti. Combattenti nemici. Tatarsky in particolare era un noto criminale di guerra, scappato di galera e arruolatosi nelle milizie separatiste del Donbass.
- [Sull'opposizione liberale russa] Devono decidersi. Vogliono distruggere questo regime? Allora si uniscano alla lotta. Che in questo momento è sui campi di battaglia dell’Ucraina e nella resistenza armata russa. Se poi vogliono che qualcun altro faccia il lavoro per loro — e questa è la posizione della maggior parte dei cosiddetti liberali — allora che almeno stiano zitti, anziché parlare a sproposito criticando chi combatte e rischia la pelle anche per loro.
- Molte persone a me vicine sono state ammazzate. Non solo in battaglia. Parlo anche di gente come Boris Nemtsov, Sacha Litvinenko e di molti miei amici uccisi dagli assassini mandati dal regime di Putin. Usano spesso “armi di distrazione di massa”, come con Litivinenko. Perché vogliono che i loro omicidi siano esemplari e spaventino i loro nemici. Ma ora non c’è tempo per la paura. È in corso una guerra, scatenata da loro. La vinceremo. E i responsabili del regime saranno eliminati fisicamente o processati come criminali internazionali.
Intervista di Andrea Nicastro, corriere.it, 2 giugno 2023.
- Abbiamo sempre più volontari per combattere Putin e la sua cricca. Ora la Legione ha 4 battaglioni schierati, i Corpi Volontari Russi un battaglione. All’interno della Federazione agiscono due organizzazioni clandestine in coordinamento con noi e altre quattro autonome. Sono quelli che hanno eliminato Darya Dugina. Sì, decisamente, stiamo crescendo.
- Putin ha ancora potere, forse l’atteggiamento di Prigozhin è concordato con lui, resta il fatto che il Cremlino non è più saldo come prima dell’invasione. Non posso sapere quanto durerà questa agonia, è evidente però che lo Stato sta sfaldandosi
- [Su Evgenij Prigožin] Nessun altro ha il potere militare privato che ha lui. A parte le forze cecene di Kadirov non abbiamo mai visto l'"esercito di Gazprom" sul fronte. Se fai il metronotte e ti cambiano il nome in mercenario, non impari a fare la guerra. Quanto a Prigozhin, non mi potrei mai alleare con lui. Mira solo ai soldi. Fa la voce grossa perché ha capito che questa guerra non va da nessuna parte e vuole distanziarsi dall’apparato militare.
- La nuova Russia deve far sapere a tutti che non sarà più un pericolo imperiale. Vogliamo entrare nella società delle nazioni civili, nell’Unione europea, nella Nato.
Intervista di Sabato Angieri, ilmanifesto.it, 29 giugno 2023.
- Innanzitutto, la Legione è stata fondata da diverse persone che hanno cambiato schieramento nel febbraio 2022. Io avevo fondato un’altra unità che poi, insieme ad altre, si è fusa con la Legione per creare un unico gruppo. Ora sono il loro coordinatore politico. Per me non è stato un cambiamento molto difficile, perché per tutta la mia vita politica sono stato coinvolto in diversi movimenti radicali. Nel 2003 ho fondato il «Movimento del Fronte di Sinistra», che all’epoca era l’organizzazione di sinistra più radicale in Russia, ho partecipato alle proteste contro la globalizzazione e sono stato tra gli organizzatori delle proteste contro il vertice del G8 a San Pietroburgo nel 2006. Svolgere attività politiche radicali per me è abbastanza naturale. Ma allo stesso tempo sono un imprenditore e una persona che si occupa di affari e conosco anche questo lato della vita. E sì, prima del febbraio 2022, in Ucraina, mi sono concentrato soprattutto sulle attività commerciali. Sono stato il fondatore della prima società quotata al Nasdaq nata in Ucraina. Gli affari andavano bene, ma quando è iniziata l’invasione, non c’era altra alternativa se non agire. Così sono tornato alla politica. E in politica, in questo frangente, vuol dire anche resistenza armata.
- Non credo che la gente sosterrebbe l’estremismo di destra in Russia se ci fossero libere elezioni, ma abbiamo concordato con l’Rdk che condividiamo lo stesso approccio, che il potere dovrebbe andare alle comunità locali e che le elezioni dovranno essere libere ed eque. Vogliono organizzare il loro partito politico e candidarsi alle elezioni una volta caduto Putin. Io sono d’accordo su questa pluralità, bisogna lasciare che sia il popolo russo a decidere.
- Penso che l’Unione Sovietica sia stato un gigantesco esperimento fallito e che sia fallito per un motivo: era prematuro e molti dei suoi leader sono stati pessimi marxisti, hanno cercato di forzare la storia nel momento sbagliato. Un giorno credo che l’umanità vivrà in una società diversa, giusta per tutti e mi sembra che ci stiamo muovendo in quella direzione.
Intervista di Sabato Angieri sulla ribellione del Gruppo Wagner, lespresso.it, 12 luglio 2023.
- Il nostro obiettivo è rovesciare il potere di Vladimir Putin, combattiamo per questo. Ma anche se siamo tutti russi, siamo inquadrati nell’esercito ucraino e quindi non possiamo agire alla cieca.
- Putin era consapevole di quanto stava organizzando la Wagner e ha lasciato che agissero. Ovviamente non so fino a che punto comunicassero i due, se Putin fosse informato nei dettagli, ma credo che Prigozhin tenesse informato lui o qualcuno a lui vicino e credo che questo sia il motivo per cui alla fine si è sentito tanto fiducioso da agire in questo modo. Inoltre, è per questo che Putin non ha lasciato Mosca, perché sapeva che Prigozhin non avrebbe effettivamente attaccato la capitale, che ci sarebbe andato vicino, ma poi si sarebbe fermato. Ne era certo.
- Dovete capire che, come molti rappresentanti delle élite russe post-sovietiche, Putin non è né di destra né di sinistra, né liberale né conservatore. È ideofobico. È una persona molto opportunista e scaltra, pronta ad adattarsi a qualsiasi idea gli si presenti intorno e a utilizzarla a proprio vantaggio. Questa è una caratteristica molto comune all’interno dell’attuale classe dirigente russa, che però la sfrutta principalmente per arricchirsi. Per Putin, invece, è diverso: tale assenza di legami ideologici è all’origine del suo successo. Bisogna, inoltre, riconoscere che è un individuo molto capace, brillante, direi anche molto talentuoso dal punto di vista tattico. Come tattico, prende sempre decisioni poco ortodosse e molto azzardate. Ma quando si tratta di strategia, non ne ha. Ed è per questo che strategicamente fallisce. Un esempio perfetto è l’annessione della Crimea nel 2014 che tatticamente gli ha dato un grande vantaggio, ma strategicamente ha portato a un grande disastro. E la stessa cosa è accaduta nel febbraio 2022, con l’invasione dell’Ucraina.
- Ovviamente Prigozhin non è un Lenin, Prigozhin semmai è un emulo di Kornilov.
- Noi facciamo parte dell’esercito ucraino e le decisioni le prende lo Stato maggiore. Ma credo che la cosa migliore, che personalmente proporrei e sosterrei, è che la Legione continui a occuparsi di “liberare” il territorio russo.
- Penso che la Russia dovrà essere trattata con dignità, quando tornerà a far parte della famiglia delle nazioni civili, e che tratterà tutti gli altri con la stessa dignità. Immagino un Paese che si riavvicina all’Europa e all’Occidente, nel quale si terranno elezioni libere e giuste. Il potere dovrebbe andare alle comunità locali e non credo che, una volta caduto Putin, ci sarà spazio per idee radicali e intolleranti.
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