Il bell'Antonio

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Il bell'Antonio

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Claudia Cardinale in una scena del film

Titolo originale

Il bell'Antonio

Lingua originale italiano
Paese Italia, Francia
Anno 1960
Genere drammatico
Regia Mauro Bolognini
Soggetto Vitaliano Brancati (romanzo)
Sceneggiatura Pier Paolo Pasolini, Gino Visentini
Produttore Alfredo Bini, Cino Del Duca
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il bell'Antonio, film del 1960 con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale, regia di Mauro Bolognini.

Incipit[modifica]

[I due sono sdraiati uno accanto all'altra nel letto]
Donna [in lacrime]: Non ti piaccio! Perché hai voluto venire con me se non ti piaccio? Se non riesco a farmi amare? Io mi accontentavo anche solo di vederti, di starti vicino. L'altro giorno hai dimenticato sulla mia macchina una lettera di tuo padre. L'ho letta.
Antonio: Quale lettera?
Donna: Quella in cui ti dice che devi tornare a Catania e cominciare di pensare a sposarti.
Antonio: Non può essere vero, la calligrafia di mio padre non la capisco neanche io.
Donna: Io non voglio sposarti, voglio solo che stiamo vicini! Vicini! Sì, Antonio, non andartene via. Non ti chiederò niente, sta' sicuro, sta' tranquillo, da me non avrai nessun fastidio. Non sono come le altre.
Antonio [mettendosi a sedere]: Eppure anche tu sei come le altre.
Donna: Che cosa vuoi dire? Tu non sai quello che dici. Sono venuta da te disposta a tutto perché ti amo ma sono ragazza, capisci? Sono ragazza! Il più gretto e ridicolo dei tuoi compaesani se sposasse me, non avrebbe nulla da ridire. So che le donne della tua isola quando vanno a passare la prima notte di nozze negli alberghi di Taormina sono tutte un pianto. Io non piangerei nemmeno se tu mi ammazzassi. Amore mio, ma cos'hai? Stammi vicino. Stammi vicino.
Antonio: Ma perché vuoi umiliarti? Non posso. No.
Donna: Antonio, perché non puoi? Perché non puoi? Perché? [Antonio se ne va e la donna scoppia a piangere]

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Comunque ho il diabete. Mi hanno trovato più zucchero che un frutto candito. (Alfio)
  • Ha più corna lui che un paniere di lumache. (Alfio)
  • Che accade in quella zozza cloaca [Roma] che il Santo Padre farebbe bene a bruciare da cima a fondo? Noi siciliani siamo sempre malvisti naturalmente perché abbiamo ingegno da vendere, a loro e a quelli che si sentono meglio di loro. (Avvocato Ardizzone) [ad Antonio]
Antonio nella scena in cui legge il libro in camera sua.
  • "Un giorno ti lasciai per un interno folle miraggio e me ne andai lontano. E me ne andai per ogni suolo estraneo, cercando amore. E l'amore cercai l'estate e l'inverno. E sempre andai cercando amore. Corsi cercando amore, ma l'amor non scorsi ed a casa tornai malato in cuore." (Antonio) [leggendo un libro prima e poi recitando a memoria]
  • Le donne ti faranno diventare tisico. (Calderana) [ad Antonio]
  • Un nodo indissolubile che nessuna forza umana e terrena potrà mai scogliere. Ma ricordate, non esistono rapporti tra moglie e marito, tra madre e figlio, tra fratello e fratello, tra amico e amico che Cristo non vi sia con la Sua voce. Nel libro del Cielo vengono scritti in questo momento uno vicino all'altro i vostri due nomi. Nessuno potrà mai cancellarli. "La donna sarà soggetta al marito come al Signore, poiché l'uomo è capo della donna come Cristo è capo della Chiesa. L'uomo abbandonerà il padre e la madre e starà unito alla sua moglie e i due saranno una sola carne."[1] (Parroco) [celebrando il matrimonio tra Barbara e Antonio]
  • Se sua figlia piace a mio figlio lui non se ne immischi, si sono forse sposati con l'acqua dell'insalata? (Alfio)
  • È accaduto che mia figlia dopo dodici mesi di matrimonio è tale e quale a come è uscita dalla sua casa: "intatta"! (notaio Puglisi) [ad Alfio]
  • Tutto quello che è antico, almeno è nobile. (Edoardo)
  • Fino a diciotto anni l'amore l'ho fatto nei sogni. Poi una volta, ma solo a metà... in una casa di via Mattera... La sera vomitai. Da qual momento non mi è accaduto più. Né nei sogni, neanche solo a a metà. Ogni volta che imboccavo quel vicolo mi prendeva come un senso di vomito, come se avessi avuto il mal di mare. E nello stesso tempo ero innamorato, innamorato ma di tutte le donne, come un pazzo. (Antonio) [a Edoardo]
  • Voglio che tutti sappiano che Alfio Magnano, a sessant'anni andava ancora a donne! (Alfio)
  • Una volta quando io entravo in un locale, i mariti facevano segno alle loro mogli di andarsene. (Alfio) [a Mariuccia]
  • Magari mi prendesse un colpo. La gente direbbe: "Alfio Magnano è morto nell'adempimento del suo dovere." (Alfio) [a Mariuccia, prima di andare a letto con lei]

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Alfio: Guarda che l'avvocato ti crede l'amante della cosa lì, della sottosegretaria, se ti chiede se è vero...
    Antonio: No!
    Alfio: Sì, sì, sì. Non gli dire di no... finirebbe col crederci.
  • [Alla notizia del matrimonio tra Antonio e Barbara]
    Elena: Così si agisce a Catania. Si va a sposare una ragazza che non si è mai vista e non ci si accorge della vicina di casa!
    Avvocato Ardizzone: Ma Elena!
    Elena: È la verità! È la verità! Quando abbiamo una ragazza che ci sta sotto il naso, dovremmo almeno guardarla, prima di fare un passo falso in un altro quartiere.
    Avvocato Ardizzone: Ma Elena!
    Elena: Ma che sono sfortunata! Sfortunata! Sfortunata! [disperandosi] Sono nata sfortunata! Mio padre invece di pensare al Senato...
    Avvocato Ardizzone: Elena! Tu non sai quello che dici! [poi rivolgendosi ad Alfio che dall'altro balcone aveva ascoltato lo sfogo di Elena] Scusatela, gentile amico. E accettate nuovamente le mie... i miei... Buonanotte, va.
  • [Il barone Francesco è costretto a letto perché molto malato, la figlia prova a destarlo]
    Signora Puglisi: Papà! Papà!
    Barone Francesco: Eh!
    Signora Puglisi: C'è qui il signor Alfio Magnano, lo ricordate? Alfio Magnano.
    Barone Francesco: Alfio Magnano?
    Signora Puglisi: Eh!
    Barone Francesco: Tu eri assessore quando il Municipio ebbe il coraggio civile di piantarmi gli alberi davanti alla casa.
    Signora Puglisi: Papà!
    Barone Francesco: Davanti alla mia casa per togliermi la vista. A me! Il barone Francesco! A me!
    Signora Puglisi: Papà!
    Barone Francesco [ultime parole]: E non li sapeste nemmeno piantare e quando morirono, mi gettaste la calunnia che li avevo avvelenati io. Voi, ladri svergognati! Io... [perde conoscenza]
    Signora Puglisi: Papà! Papà!
    Notaio Puglisi: Non è niente! Vieni, vieni. Non ti preoccupare. Andiamo bambina, è uno svenimento, niente di grave. Andiamo a giocare.
    [Il notaio, sua moglie e la figlia Barbara escono dalla stanza, rimangono solo Alfio e il padre Rosario]
    Padre Rosario [dopo aver controllato il barone]: È morto.
    Alfio: Ah. È meglio non dirlo a nessuno fino a domani. [uscendo dalla stanza] Non ha niente. Passerà.
  • Antonio: Barbara, amore mio. Buongiorno.
    Barbara: Buongiorno Ninuzzo.
    Antonio: Come sei bella. Sei ogni giorno più bella. Tu non sei di questo mondo, sei un angelo.
    Barbara: Me l'hai detto tante volte che quasi ci credo.
    Antonio: Mi ami, Barbara? Mi ami?
    Barbara: Sei mio marito, Antonio, come potrei non amarti?
    Antonio: Voglio dire, mi ami ancora? Mi ami ancora anche dopo quello che ti ha detto Francesca? Dopo che sai... Rispondimi.
    Barbara: Ti amo di più. Ancora di più.
    Antonio: Davvero non mi inganni, Barbara? Tu non sai quanto ti amo io. Davvero non mi inganni?
    Barbara: No, non ti inganno.
    Antonio: E mi amerai anche fra un anno? Sempre? Malgrado tutto mi amerai?
    Barbara: Ti amerò sempre Antonio, perché dovrei cambiare? Sarai sempre il mio sposo per me.
  • Notaio Puglisi: Non c'è altro rimedio che cercare di convincere Barbara.
    Antonio: Convincerla a che cosa?
    Notaio Puglisi: A considerarsi quello che veramente è: una signorina che non ha mai sposato nessuno.
    Antonio: Chi deve giudicare questo non siamo né io né lei, ma è Barbara!
    Notaio Puglisi: Barbara è una giovane di giudizio e saprà giudicare.
  • Rosaria: Certe volte mi picchio la testa perché penso che il Signore ha voluto prendermi in parola quando lo pregavo di calmare mio figlio perché era troppo galletto. "Lo vuoi calmo?" Ha risposto il Signore. "Ecco fatto che te lo raffreddo per bene." Può essere, padre, che il signore abbia voluto punirmi mandandomi questa vergogna?
    Padre Raffaele: Non è per niente una vergogna, signora Rosaria. Suo figlio non ha ammazzato, né rubato, né posseduto la donna d'altri.
    Rosaria: Oh sì, è vergogna, padre, è vergogna. Tanto è vero che la Chiesa ci dà torto.
    Padre Raffaele: La Chiesa non dà torto a nessuno. Semplicemente annulla il matrimonio.
  • Barbara: Perdono mi deve chiedere Antonio per l'offesa.
    Rosaria: Ma che dici? Che stai dicendo? Ma perché ti ha offesa Antonio?
    Barbara: Io gli ho voluto bene come all'anima mia e credevo che anche lui me ne volesse.
    Rosaria: E perché? Non era la verità?
    Barbara: No, non sono più una bambina. Ora io ho saputo.
    Rosaria: Cosa hai saputo?
    Barbara: Quello che una donna maritata deve sapere.
    Rosaria: Spiegati.
    Barbara: Antonio non mi hai voluto bene, mi ha trattata come un pezzo di legno.
    Rosaria: Ma se ti portava in palma di mano... Se gli lucevano gli occhi quando ti guardava.
    Barbara: Mi disprezzava.
    Rosaria: Finché non mi avrai spiegato perché ti disprezzava, io dirò che questa è una scusa.
    Barbara: Una scusa? E allora perché mi ha trattata così?
    Rosaria: Insomma Barbara, qui siamo due donne maritate, tu non sei più una bambina. Io alla tua età avevo già un figlio di dodici anni.
    Barbara: Non è colpa mia se non ho un figlio, signora.
    Rosaria: Ehi ragazzina, a me non mi devi mancare di rispetto. Io sono buona e cara ma queste parole col veleno dei Puglisi dentro con me non attaccano.
    Barbara: Arrivederla!
    Rosaria: Aspetta! E non credere di impressionarmi. Tu puoi metterti in piedi, seduta, coricata, a testa sotto e a piedi all'aria, di qui non usciremo se non ci siamo dette la verità.
    Barbara: Lei la sa!
    Rosaria: Zitta! Parlo prima io. E comincio col dirti che a me quella storiella del disprezzo di Antonio non me la devi raccontare. Tu lo sai meglio di me che Antonio non ti disprezza e anzi ti vuole bene come gli occhi suoi.
    Barbara: Sì, però...
    Rosaria: Però niente! Gli è accaduta una disgrazia come può capitare a chiunque. E lo sai quando capita? Capita quando si vuole molto bene, quando il cuore batte troppo. Quando la persona che si ama si crede una cosa del cielo.
    Barbara: Ma io non sono una cosa del cielo.
    Rosaria: Aspetta che finisca di parlare! Tu non eri dentro il fuoco che non potevi aspettare ancora un po'. Non è l'aria che ti mancava!
    Barbara: Speravo che lei fosse venuta a consolarmi, sapendo quello che ho sofferto.
    Rosaria: Ma che cosa hai sofferto, Barbara? A me mi vieni a raccontare queste cose? Mio marito andò a fare il soldato venti giorni dopo che eravamo sposati e io sono rimasta ad aspettarlo quieta due anni, senza smanie. Ma chi ci pensava a quella cosa!
    Barbara: Insomma! Non sono qui per farmi offendere da lei. [se ne va]
  • Alfio: Allora mi spieghi: perché la Chiesa annulla un matrimonio per il solo fatto che i due coniugi non compiono... Cosa vuole la Chiesa? Che notte e giorno...
    Padre Rosario: Ah! Il matrimonio, signor Alfio, è un sacramento.
    Alfio: Eh, appunto per questo. Una cosa sacra non si può rompere dall'oggi al domani solo perché il marito non ha voluto...
    Padre Rosario: Oh ma la prego non dica...
    Alfio: Ah, allora il matrimonio è quello che è!
    Padre Rosario: No, il matrimonio non è quello che è. Il matrimonio, le ripeto, è un sacramento. E sa chi sono i due officianti? Gli sposi stessi. Il sacerdote consacra, non officia.
    Alfio: Ah, benissimo, ma dove sta scritto che se al marito non gli va di... Il sacramento viene annullato?
    Padre Rosario: Ma non parli così la prego. Il matrimonio consiste in due elementi: uno spirituale e uno materiale.
    Alfio: Ah bene! E se questo matrimonio una persona lo considera soltanto un'unione spirituale. Cosa ha da dire la Chiesa?
    Padre Rosario: Nel matrimonio, caro signor Alfio, l'atto materiale è sacro come quello spirituale. "Caro una sanguis unus."
    Alfio: Parli cristiano, reverendo.
    Padre Rosario: "Una sola carne, un sangue solo."

Explicit[modifica]

[Al telefono]
Edoardo: Antonio, sei tu?
Antonio: Sì.
Edoardo: Sono Edoardo, ho saputo la novità. Sono contento per te.
Antonio: Contento, perché? Ma perché dovrei essere contento?
Edoardo: Ma Antonio, tutta Catania lo sa!
Antonio: E Barbara? Ma non ti viene in mente che io stia pensando a Barbara? Che io stia piangendo per lei?
Edoardo: Barbara, Barbara, Barbara! Ma proprio non sai pensare ad altro? Ci sono tante altre cose importanti. Per un amore andato in fumo, adesso hai davanti a te una vita intera. Piena, ricca. Una famiglia, come tutti. La casa, l'aranceto... e il figlio, Antonio. Tuo figlio... Guarda che il padrino di Alfio voglio essere io, non te ne scordare. E quando andiamo in chiesa a battezzarlo voglio tenerlo alto, sulla testa, che tutte le malelingue della città lo vedano e crepino di rabbia. [Antonio abbassa la cornetta, Edoardo continua a parlare] Antonio, mi ascolti? E finalmente potrai essere quello che realmente sei: un uomo. Antonio, senza quella maledetta ossessione che ti tormenta notte e giorno, puoi essere come tutti. Antonio! [Antonio piange]

Note[modifica]

  1. Cfr. Lettera agli Efesini, 5, 22-31: «Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo [cioè di quello della Chiesa] corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. [...] Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola.»

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