Il grande caldo
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Il grande caldo
Dorothy Green e Glenn Ford in una scena del film
Titolo originale |
The Big Heat |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1953 |
Genere | noir, poliziesco |
Regia | Fritz Lang |
Soggetto | William P. McGivern (romanzo) |
Sceneggiatura | Sydney Boehm |
Produttore | Robert Arthur |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il grande caldo, film statunitense del 1953 con Glenn Ford, regia di Fritz Lang.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Non si fa carriera pestando i piedi al prossimo, sa? (Wilks)
- Lei dovrebbe fare l'uomo politico: parla molto e non dice niente. (Dave)
- È duro passare i giorni a pensare quando non si è mai pensato prima. (Debbie)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Dave: A momenti l'ammazzavo. Dovevo farlo.
Debbie: Avresti fatto male. Perché allora non ci sarebbe molta differenza fra te e Stone. - Debbie: Ha una bella casa.
Bertha: Grazie. L'ha mandata Stone?
Debbie: No. Ma io volevo conoscerla, in fondo ci somigliamo: tutt'e due col visone.
Citazioni su Il grande caldo
[modifica]- Nonostante le apparenze, è un nero più che un poliziesco. Uno dei migliori risultati, comunque, del Lang americano, e uno dei suoi film più "politici" in forma di un'amara riflessione sulla corruzione, la vendetta, i limiti della legalità. Eccellente il reparto degli attori tra cui spicca G. Grahame: è lei la vera eroina della storia, e non soltanto per la famosa scena del caffè bollente. (il Morandini)
- The Big Heat è una storia amarissima sul caso e la necessità, sulla immedicabile ambiguità delle identità e dei comportamenti umani, e usa invece immagini sobrie, realistiche, di assoluta normalità. Come le scene di vita familiare di Bannion, brevi, affettuose, subito interrotte dallo stravolgimento della violenza. A quelle immagini fa eco la scena forse più celebre del film, anch'essa perversamente domestica, nella quale Stone, uno dei tanti luogotenenti di Mike Lagana, sadico specialista in piccole azioni sporche, getta caffè bollente sul viso della sua donna. Non si sente che il sibilo del liquido; poi davanti agli occhi abbiamo il dramma grafico d'un volto sfregiato a metà che arriva a rappresentare, anche morfologicamente, la dualità del "buono" e del "cattivo". (Peter von Bagh)
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