Il piccolo diavolo

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Il piccolo diavolo

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Titolo originale

Il piccolo diavolo

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1988
Genere commedia, fantastico
Regia Roberto Benigni
Soggetto Roberto Benigni, Vincenzo Cerami, Giuseppe Bertolucci
Sceneggiatura Roberto Benigni, Vincenzo Cerami
Produttore Mario Cecchi Gori, Vittorio Cecchi Gori, Mauro Berardi
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il piccolo diavolo, film del 1988, regia di Roberto Benigni.

Incipit[modifica]

[Confessionale del Collegio pontificio Nord Americano di Roma]
Padre Maurizio: Il modo in cui mi guarda, la dolcezza delle sue labbra... Sto vivendo un momento terribile e mi è successo proprio ora. proprio quando pensavo che niente avrebbe più potuto distogliermi. E invece è successo. E dire che non sono più un ragazzino... È come se fosse entrato in un labirinto e non sapessi più trovare l'uscita. È una sensazione terrificante. Certo, so che è solo un momento, ma... quanto può durare un momento, padre?
Anziano Monsignore: Quanto può durare? Ci sono momenti brevi e momenti lunghi. L'eternità è un momento.
Padre Maurizio: Sì, sì, lo so, padre, ma la prego, non rida di me.
Anziano Monsignore: Prova un po ad andartene da Roma. Anche perché, sarò sincero figliolo mio, io di tutto quello che fin'ora mi hai detto non ho capito niente. Ma che cosa ti è successo? Sappi che la vita è anche un gioco.
Padre Maurizio: Lo so padre e so anche che ognuno di noi ha bisogno di tempo. Mi scusi se sono stato confuso. Il fatto è che io non sto bene.
Anziano Monsignore: Eh, me ne sono accorto. Ma nessuno è mai stato in ginocchio dove stai tu per venirmi a dire "Sto bene". È normale.
Padre Maurizio: Grazie. Grazie. Ma che devo fare?
Anziano Monsignore: Va' in grazia di Dio. Ciao Maurizio.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Esci subito fuori dal corpo di questa donna, essere immondo, schifoso, lurida creatura! Esci fuori! Torna da dove sei venuto! Lascia il corpo di questa donna, essere immondo! (Padre Maurizio) [esorcizzando l'indemoniata]
  • Sono Gloria, ho lasciato la patente sul tavolo accanto alla frutta! (Giuditta) [frase ricorrente]
  • Scuola! Aritmetica! Due per uno: nove! Due per due: quattordici! Due per tre: quindici! Due per quattro: zero! Due per cinque: niente! Due per sei: niente! Due per sette: nulla! Storia: i babilonesi! I babilonesi sono tutti morti! Geografia: i giapponesi! I giapponesi sono 123! Ginnastica: fare questo esercizio! (Giuditta)
  • Per un momento mi è sembrato che tu fossi l'unica persona veramente normale seduta a quel tavolo. (Padre Maurizio) [a Giuditta]
  • Modello numero quattro: Giuditta! Eh, ora io non voglio influenzare nessuno. Guardatelo in silenzio e riflettete. Avete aspettato un'ora ma ora finalmente lo potete vedere: è un modello scintillante, intimo, malinconico e – com'era? – e sincero e... ma è un modello soprattutto adatto per saltare questa Giuditta! (Giuditta) [sfilando durante la messa nella navata centrale della chiesa indossando un vestito da sacerdote]
  • Sei la scarpa più testarda e nevrotica che abbia mai visto! Secondo me hai dei problemi seri! E adesso te lo posso dire: non mi sei mai piaciuta, mi stavi troppo stretta! (Nina) [alla sua scarpa col tacco, incastrata in un binario del treno]
  • Quello non è un giornalista, è un maialista! Quello non era un casinò, era un bordellò! (Nina) [parlando del professor Cusatelli]

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Padre Maurizio: Tu sei quella cosa schifosa che stava dentro la signora?
    Giuditta: Sì, no... No... La signora è quella cosa schifosa che stava fuori di me.
  • Monsignore: Scusi, ma... intanto, come vi siete incontrati con questa...
    Giuditta: Così, per caso, una notte gli sono entrato dentro – pum! – all'improvviso, mentre dormiva... Zac!
    Monsignore: E lei come ha reagito?
    Giuditta: E lei niente, non se n'è neanche accorta, dormiva... Di notte – tac! – sono entrato dentro... Sono stato due giorni dentro ma lei non si è mica accorta di niente...
    Anziano Monsignore: Lei ha posseduto quella signora di 64 anni per due giorni, a letto?
    Giuditta: Non solo a letto, che discorsi, non solo a letto, no, anche... Anche... Anche in cucina, in bagno... insomma, fuori, per la strada, in autobus, in bicicletta, dove andava andava... Che faccio, esco e entro continuamente? Quando son dentro son dentro, se uscivo scappava: tutta la famiglia provava a tirarmi fuori, ma io niente, eh eh eh... Eh!
    [...]
    Monsignore: Scusi, ma perché si era scelto una donna di 64 anni?
    Giuditta: E che m'interessava quanti anni c'aveva? Che... Io... io son scappato, c'avevo voglia di entrare dentro a qualcuno, che m'interessa quanti anni c'ha: ho trovato la signora – zac! – ci sono entrato dentro, no? E che, mi metto a chieder l'età? Se trovavo lei, entravo dentro a lei; se trovavo la signora, entravo dentro alla signora, eh! Ahahah! Per me è uguale, che m'interessa quant'anni c'ha...
  • [All'hotel]
    Nina: Mi mandi su una cioccolata calda e un paio di scarpe 38... e mezzo.
    [...]
    Concierge: Lei? ...E lei?
    Giuditta: E io...?
    Concierge: Lei.
    Giuditta: Una zuppa inglese e un paio di calzini 21... e mezzo...
  • Prof. Cusatelli: Quando la ragazza scenderà, lei... Sì, lei le si avvicina e... E le dice "Facciamo due passi." Molto probabilmente la ragazza le dirà di no. E lei le chiederà "Perché no?".
    Giuditta: "Facciamo due passi."... Eh... "No."... "Perché no?"...
    Prof. Cusatelli: "Perché... Perché no?" Perché... ha ragione la ragazza! Ecco perché! Non ci si può fidare di voi giovani! Come potete pretendere di fare due passi con una ragazza e andare a letto a fare l'amore la notte stessa?! È una passione effimera! Che non può durare! State un po' insieme e poi subito decidete di sposarvi?" "Va bene" dice lei, "Sposiamoci." Allora lui dice: "Va bene, sposiamoci, ma voglio la mia libertà." "D'accordo: vuoi la tua libertà e io voglio la mia. Stiamo insieme, ma ognuno fa quello che vuole." "E non fumare in camera da letto!" Dopo si arriva al divorzio! E chi soffre di più? I bambini!
  • Nina: Facciamo due passi?
    Giuditta: No!
    Nina: E perché?
    Giuditta: Perché ha ragione lei! Ecco perché! Voi giovani generazioni siete capaci di fare due passi e fare l'amore la notte stessa! E fumare nella camera da letto! Voglio anch'io la mia libertà! Allora divorziamo! Questo è un... è una camera da letto effimera, che non può durare! Chi soffre per questo? Schiller!
  • Nina: Non mi piace il giallo, non mi piace l'una e un quarto del pomeriggio, non mi piacciono le melanzane, mi piace la cioccolata calda, mi piacciono tutti quelli che si chiamano Giorgio, mi piace il numero quattro... [prende fiato] ...mi piace il vento quando soffia forte, mi piacciono i confetti e mi piace il sedano. E a te cosa piace? Ah, e mi piace cantare a squarciagola! [canta] A te cosa piace?
    Giuditta [riferendosi alla vulva di Nina]: A me mi piace... Ora più di tutti la... Come si... Non so neanche come si chiama... Eh, non... poi mi vergogno... È la prima volta che mi succede.
    Nina: Su, dimmi cos'è.
    Giuditta: Te lo posso dire? Mi piace... Ma mi piace proprio parecchio. Non l'avevo mai vista prima. Eh... L'ho vista prima di sfuggita. Poi ce l'hai in un punto così difficile... Ma chi te l'ha data, Nina, quella cosa là? Come...? Dove si può trovare? Io vorrei vederla meglio. Ce l'hai in un punto... Perché non la metti in un posto più facile? Se ce l'avessi io una cosa così, Nina... [...] Io pensavo di essere il più bello che la natura poteva fare... E mi vedo quella cosa... Mi manca proprio tutto... Senza quella cosa là... Perché non me la presti? Vorrei morire di rabbia. Perché la gente non... non lo sa la gente che c'è quella cosa là? [...]
  • Professor Cusatelli: Forse le sembrerà un po' insolito, ma credo di aver capito che questo simpatico e molto fortunato giovanotto si giocherebbe tutto quello che ha vinto contro... u-una notte da passare con lei.
    [Indignazione del pubblico]
    Nina: Cosa?! Ma... ho capito bene? Ma lei è un maiale! Anzi, siete due maiali! E io dovrei giocare me stessa, il mio corpo per questi... [al croupier] Mi scusi, quanti sono?
    Croupier: Eh... Cent douze millions. Centododici milioni.
    Nina: E io per questi stupidissimi "cent douze millions" dovrei passare la notte con lui?! Oh, questa è la cosa più volgare che abbia mai...
    Croupier: Insomma, cosa decidete, madame?
    Nina: E me lo chiede anche? ...Accetto!
    [...]
    [Dopo che il piccolo diavolo ha vinto il professor Cusatelli sorride]
    Nina: Lei! Ha poco da ridere, lei! È da quando l'ho incontrata alla stazione che ho capito che mi avrebbe portato male! Corvaccio! [si alza e fa per andarsene, ma poi ritorna per rivolgersi al piccolo diavolo] E tu vieni. Perché io i miei debiti li pago sempre.

Explicit[modifica]

Padre Maurizio: Avete il più bel mezzo di trasporto che abbia mai visto. Ciao.
Giuditta: Ciao.
Giuditta: [con la voce di Nina] Ciao.

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