Indra

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Indra

Indra, divinità hindu.

Citazioni su Indra[modifica]

  • Lo chiamano Indra, Mitra, Varuna, | Agni o il celeste uccello solare Garutmat, | I veggenti chiamano in molti modi ciò che è Uno; | parlano di Agni, Yama. Matarisvan. (Ṛgveda Saṃhitā)

Carlo Formichi[modifica]

  • Il più popolare degli dei vedici, il dio, diremo cosi, nazionale, è certamente Indra. Dai numerosi inni che lo magnificano egli appare il largitore dei beni più ambiti: dell'acqua fecondatrice, della luce, della vittoria sui nemici. Armato di folgore, inebriato di Soma[1], egli ripetutamente sconfigge un maligno drago, Vritra, simbolo evidente della siccità. Luce, sole, aurora sono la conquista d'Indra, e così pure gli si attribuisce d'avere liberato dal nascondiglio certe vacche che i Pani, demoni personificanti l'avarizia, tenevano prigioniere. Della gente aria che lotta contro i Dasyu, o aborigeni dalla pelle nera, dal naso camuso, dalla favella incomprensibile e dall'empio culto, Indra è l'alleato più saldo e fedele.
  • Indra non è ammirabile per altezza morale: dona solo a chi gli dona ed è un incorreggibile bevitor di Soma[1] in quanto che ne bevve fin dal primo giorno della sua nascita e se ne empie a volte l'epa in modo da trasformarla in un lago e da dare a sé stesso le sensazioni dello studente tedesco della ben nota canzonetta: «Gerade aus dem Wirtshaus komm'ich heraus...[2]»
  • Per quanto antropomorfizzato e imbarbarito, Indra resta sempre per eccellenza il dio armato di folgore che costringe un malefico drago a lasciar libera l'acqua fecondatrice della terra assetata. Si alluda all'acqua piovana o a quella delle fiumane irrigatrici, poco importa.

Note[modifica]

  1. a b Succo ricavato da una pianta oggetto di offerta sacrificale nella cultura vedica.
  2. Sono appena uscito dalla locanda...

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