Agni (divinità)
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Agni, divinità vedica del fuoco, figlio del cielo e della terra.
Citazioni su Agni
[modifica]- Agni, fra gli dèi, ha il posto più basso, Vishṇu quello più alto; fra loro si trovano tutti gli altri dèi. (Aitareya Brāhmaṇa)
- Il fuoco, Agni (che ritorna nel russo Agonj, nel latino ignis), quantunque, dopo Indra, sia il Nume vedico più invocato, è uno degli Dei meno personali dell'Olimpo vedico, la cui sede è più instabile, la cui forma è meno determinata. Per lo più s'invoca Agni come elemento fuoco, senza dargli persona; ma, anche quand'esso non assume una persona distinta, ha sempre un carattere sacro. Sia che s'accenda nel cielo, come sole, come luna, come stella, come aurora, come fulmine, sia che dalla terra, come vulcano ch'erompe, dal legno, come foco domestico e sacrificale, Agni o il fuoco presenta sempre alla nostra immaginazione un carattere misterioso, che, se può ancora far qualche impressione sopra di noi avvezzi dal lungo uso della vita a trascurare i fenomeni più frequenti della natura, dovette riempir di una profonda maraviglia mista col terrore l'animo innocente de' padri nostri. (Angelo De Gubernatis)
- Lo chiamano Indra, Mitra, Varuna, | Agni o il celeste uccello solare Garutmat, | I veggenti chiamano in molti modi ciò che è Uno; | parlano di Agni, Yama. Matarisvan. (Ṛgveda Saṃhitā)
- Questa è la tua origine designata. | Da qui, una volta nato, tu risplendi. | Conoscendo questo, O Agni, sorgi | e accresci la nostra ricchezza! || Sii presente, o Agni. Parla! | Volgiti verso di noi, benevolo. | Arricchiscici, Signore delle genti. | Tu sei la fonte dei nostri tesori. (Atharvaveda Saṃhitā)
- Agni, il dio che gli uomini hanno a portata di mano, che suscitano, sempre che vogliono, dalla selce e più frequentemente dall'attrito di due pezzi di legno, fa da messaggiero fra la terra ed il cielo, e, consumando con le sue fiamme l'offerta, la trasporta in su nel suo fumo che si inalza a raggiungere la sede dei celesti. Ecco perché Agni è chiamato il messaggiero, il portatore delle oblazioni, il sacerdote; ecco perché di lui si dice che appena nato divora i suoi genitori ossia i due pezzi di legno dall'attrito dei quali si è sprigionato; ecco perché lo si chiama giovane e vecchio ad un tempo, il rinascente ogni mattina per la pratica sacrificale.
- Dove non è Agni? Egli s'annida dappertutto, sotto forma di calore animale, nell'uomo e nelle bestie; sotto forma di folgore, nella nuvola; sotto forma di luce, nel sole. Agni è bensì un dio terrestre, ma anche atmosferico e celeste, e questa sua qualità di prendere le più diverse forme rimanendo sostanzialmente lo stesso, sarà, come vedremo, una spinta al pensiero vedico per passare dalla concezione politeistica a quella panteistica.
- Un'ara vedica senza fuoco è inconcepibile; anzi, una religione vedica senza Agni è inconcepibile.