Jean-François Marmontel
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Jean-François Marmontel (1723 – 1799), scrittore e storico francese, membro del movimento Enciclopedista.
Citazioni di Jean-François Marmontel
[modifica]- C'è, per le scoperte un tempo di maturazione, prima del quale le ricerche sembrano infruttuose. Una verità aspetta per sbocciare la riunione dei suoi elementi. (dall'Encyclopédie)
- Dove si può star meglio che in seno alla famiglia? (da Lucile, IV)
- Où peut-on être mieux | Qu'au sein de sa famille?
- La credulità è propria degli ignoranti, l'incredulità ostinata dei mezzi-dotti, il dubbio metodico dei saggi.[1]
- La musica è il solo talento che diletti se stesso; tutti gli altri hanno bisogno di testimoni.[2]
- [A proposito di madame de Tencin] Non posso esprimere l'illusione in cui mi metteva la sua aria di semplicità e d'abbandono. Ah! quanta finezza di spirito, quale ingegno elastico e proteiforme si nascondeva nella sua apparente ingenuità Rido ancora della dabbenaggine colla quale esclamavo lasciandola: Che buona donna![3]
Citazioni su Jean-François Marmontel
[modifica]- Niun libro mi avrebbe potuto insegnare quel che mi fecero conoscere, in poche conversazioni Marmontel, e La Harpe sopra le forme dello stile e sui mezzi secreti dell'eloquenza, Boufflers sopra l'arte di far cadere naturalmente un tratto piccante e felice, il duca di Nivernais sopra la finezza del tatto, sopra le gradazioni della grazia, sopra la delicatezza del gusto, e l'abate Delille sopra il modo di agitare colla nostra immaginazione quella bacchetta magica che sa dar l'anima ad ogni cosa. (Louis Philippe de Ségur)
Note
[modifica]- ↑ Dalla voce Critica dell'Encyclopédie; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
- ↑ Da Contes moraux; citato in Edgar Allan Poe, L'isola della fata, in Tutti i racconti del mistero, dell'incubo e del terrore, traduzione di D. Palladini, I. Donfrancesco, N. Rosati Bizzotto, P. Collesi, E. Giachino, T. Pisanti, R. Reim, Newton Compton, Roma, 2011. ISBN 978-88-541-2560-5
- ↑ Dalle sue memorie; citato in Neera, Il secolo galante, Arnaldo De Mohr editore, Milano, 1906, p. 160.
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