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Jeremy Rifkin

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Jeremy Rifkin nel 2006

Jeremy Rifkin (1945 – vivente), economista, attivista e saggista statunitense.

Citazioni di Jeremy Rifkin

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  • I nostri pronipoti troveranno barbara l'usanza di nutrirsi di animali. Nei prossimi anni milioni di persone sceglieranno di mangiare a un gradino più basso della catena alimentare, così da permettere che milioni di altri possano ottenere quanto occorre per sopravvivere. Se ciò succederà, aumenterà il livello di salute globale – nostra, del Sud del mondo, del pianeta.[1]
  • Il viaggio capitalista che ebbe inizio con la mercificazione dello spazio e della materia, si sta ora concludendo con la mercificazione del tempo umano.[2]
  • L'Italia dovrebbe essere l'Arabia Saudita dell'energia rinnovabile. Nessun Paese europeo ha le vostre risorse: il sole, la forza del mare, il vento, le montagne per le centrali idroelettriche. Eppure molti altri Stati, dalla Germania ai paesi scandinavi, sono più avanti.[3]
  • La vendita della esperienze umane a pagamento ci sta conducendo velocemente verso un mondo in cui i rapporti umani pecuniari stanno sostituendo i rapporti sociali.[2]
  • La vita sta diventando sempre più mercificata e le barriere che separano comunicazione, condivisione e commercio sono sempre più labili.[4]
  • Le principali industrie di sfruttamento animale e i governi di tutto il mondo sostengono di trattare gli animali "umanamente". Gabbie vuote sfata questo mito. Le persone compassionevoli si indigneranno nel leggere la crudeltà insensata che infliggiamo ai nostri compagni animali. La sfida lanciata dai diritti animali è molto semplice: tratta gli animali con lo stesso rispetto con cui vorresti essere trattato tu.[5] Un'idea genuinamente rivoluzionaria.[6]
  • Non vi è modo di sapere quanti professori abbiano tenuto lezioni e quanti studenti abbiano dovuto ascoltarli nel corso della storia, ma soltanto poche di queste lezioni hanno costruito la storia. Jacques Turgot, insegnante di storia alla Sorbona, fa parte di coloro che si sono guadagnati un posto in questo elenco abbastanza ristretto. Nel 1750, entrò in un'aula di Parigi, prese i suoi appunti e iniziò una lezione, in latino, in due parti su un nuovo concetto di storia del mondo. Turgot contestò Platone, Aristotele, San Paolo, Sant'Agostino e tutti i grandi intellettuali del mondo antico e medioevale. Nel momento in cui concluse l'ultima frase e ripose i suoi appunti, aveva già cambiato l'intero ordinamento della storia del mondo. Queste lezioni [...] diedero origine a una nuova concezione della storia del mondo dall'antichità più remota ai tempi attuali e costituirono la prima importante traduzione nei tempi moderni dell'ideologia del progresso.[7]
  • Per anni, governi, aziende e ricercatori hanno sostenuto che gli esperimenti sugli animali per valutare il rischio delle sostanze chimiche per la salute umana sono fondamentali per garantire il benessere della nostra specie. Ora, invece, nuove scoperte nel campo della genomica, della bioinformatica, dell'epigenetica e della tossicologia computazionale stanno fornendo altri strumenti di ricerca per studiare le conseguenze delle sostanze chimiche tossiche sulla salute umana, che sono di gran lunga più precisi nella valutazione del rischio di queste sostanze per gli esseri umani. Le associazioni antivivisezioniste e le organizzazioni per i diritti degli animali hanno sostenuto questo concetto per molti, molti anni, solo per essere disprezzate da organismi scientifici, associazioni mediche e dalle lobby industriali che le accusano di essere «contro il progresso» e di tenere più agli animali che alle persone. Ora è il mondo della scienza – fatto alquanto interessante – ad essere giunto alle stesse conclusioni.[8]

Il secolo biotech

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  • Ogni volta che viene realizzato un mutamento genetico, lo Stato sta decidendo quali siano i geni giusti e i geni sbagliati.
  • Il nuovo concetto della natura è sempre l'argomento più importante della matrice che costituisce ogni nuovo ordine sociale. In tutti i casi, la nuova cosmologia serve a giustificare la giustezza e l'inevitabilità del nuovo modo in cui gli esseri umani stanno organizzando il proprio mondo, presupponendo che la natura stessa è organizzata secondo linee simili. Ogni società si può così sentire rassicurata dal fatto che il modo con cui conduce le proprie attività è compatibile con l'ordine naturale delle cose e, inoltre, è un giusto riflesso del grande disegno della natura. (p. 315)
  • Grazie al nuovo pensiero cosmologico, la bioingegneria non è qualcosa che viene imposto in modo artificiale sulla natura ma qualcosa che viene generato dal processo evolutivo stesso della natura. Anzi, la bioingegneria è il passo successivo del processo evolutivo. E quindi, ogni sforzo di resistere alla bioingegneria sarebbe alla fine inutile e autolesionista, perché cozzerebbe contro ciò che è "naturale". (pp. 348-349)

Il sogno europeo

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Negli anni Sessanta ero un giovane attivista politico e, come molti miei contemporanei, mi trovai coinvolto nella «grande sollevazione sociale». A Montgomery, Alabama, gli afroamericani reclamavano il proprio diritto di sedersi nelle prime file degli autobus e a Chicago marciavano per le strade con il braccio teso e il pugno chiuso, gridando «Black Power». I ragazzi americani tornavano dal Vietnam nelle bare, dapprima pochi alla volta, poi a grandi ondate. Gli studenti chiedevano la fine di una guerra ingiusta che gli Stati Uniti stavano combattendo nel Sudest asiatico e si barricavano negli uffici amministrativi degli atenei per protestare contro un sistema antidemocratico che negava loro il diritto di parola e di voto nelle decisioni accademiche che li riguardavano direttamente.

Citazioni

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  • L'idrogeno è l'elemento più semplice dell'universo, il più leggero e, quando viene utilizzato, emette due soli sottoprodotti: acqua e calore.
  • L'agricoltore biologico tratta il terreno come una «comunità vivente» e usa tecnologie avanzate per arricchire la flora microbica che rilascia, trasforma e trasferisce gli elementi nutritivi, sempre con l'idea di lavorare insieme alla natura e non di tenerla a bada.
  • L'agricoltura biologica ha un approccio sistemico, utilizzando le conoscenze di botanici patologi e genetisti, entomologi, microbiologi, allevatori e altri, per riorganizzare la terra in miniecosistemi, costituiti da reti di relazioni simbiotiche che interagiscono creando una comunità totale.
    La scienza dell'agricoltura biologica mette in discussione tutto ciò che l'Illuminismo ha definito come modo di funzionamento della scienza: abbiamo sempre pensato alla scienza come a uno strumento per sfruttare le ricchezze della natura; oggi, una nuova generazione di scienziati ha in mente qualcosa di completamente diverso, cioè usare la scienza per ristabilire rapporti ambientali e costruire comunità naturali.
  • Per quanto sia difficile da immaginare, i nostri scienziati ci dicono che dopo milioni di anni di vita sulla terra ci stiamo avvicinando alla fine della «natura selvaggia»: in meno di un secolo non sarà rimasto più niente di selvaggio, al di fuori dei parchi.
  • Ma se gli animali selvatici e i loro habitat naturali si stanno riducendo a una velocità impressionante, gli animali destinati alla ricerca e quelli di allevamento si confrontano probabilmente con la peggiore esistenza possibile sulla terra: soggetti a barbari esperimenti nei laboratori, allevati in condizioni terribili nelle fattorie industriali, questi animali patiscono un destino crudele.
  • Da lungo tempo i paesi industriali avanzati hanno statuti legislativi che proteggono il benessere degli animali e garantiscono loro un trattamento degno, ma sfortunatamente tali dispositivi sono sempre stati, nel migliore dei casi, mal congegnati e poco applicati nella pratica. Questo sta cominciando a cambiare, nell'ue. La grande innovazione nel pensiero è venuta con l'inclusione di due parole in un protocollo sul benessere degli animali allegato al Trattato di Amsterdam: gli Stati membri dell'ue hanno dichiarato che «per garantire più protezione e rispetto per il benessere degli animali, in quanto esseri senzienti» si accordavano per «dare la massima attenzione alle condizioni che favoriscono il benessere degli animali». Le due parole chiave sono «esseri senzienti»: mai in passato un governo aveva riconosciuto agli animali un simile status di esseri dotati di sentimenti e coscienza.
  • La sola idea di estendere i diritti fondamentali dall'uomo agli animali sarebbe salutata con sconcerto nei circoli politici americani. Gli europei hanno perso la testa? Questa è la domanda che si sente formulare in America, soprattutto fra i ricercatori e i rappresentanti del settore agroalimentare. Eppure, per quanto possa sembrare strano, i nuovi studi sul comportamento, condotti da scienziati, tendono ad avvalorare l'ipotesi che le creature terrestri siano realmente esseri senzienti e meritevoli del rispetto e della protezione dei propri diritti fondamentali nella legislazione.
  • [...] proteggere la biosfera significa anche prendersi cura di tutte le creature che condividono il pianeta con noi, e se tutte le reti di comunità viventi che costituiscono la nostra biosfera comune sono effettivamente connesse e integrate in una miriade di relazioni simbiotiche, il danno a una qualunque specie probabilmente ha ripercussioni negative su tutte le altre, inclusa quella umana.
  • [...] il miglior esempio corrente del concetto che ciò che fa male agli animali fa male anche a noi è legato all'uso eccessivo di antibiotici. Dato che bovini, suini, pollame e altri animali sono allevati negli spazi ristretti e affollati delle fattorie industriali, lo stress a cui sono sottoposti indebolisce le loro difese immunitarie e li rende più esposti alle malattie. In ambienti simili, ogni malattia si diffonde rapidamente, e per questa ragione si somministrano agli animali dosi massicce di antibiotici. L'aumento dell'uso di antibiotici ha portato all'evoluzione di specie di batteri più resistenti, rendendo gli antibiotici meno efficaci nei trattamenti. Oggi la nostra specie, secondo gli ufficiali sanitari, si trova a fronteggiare un grave pericolo per la salute, poiché gli antibiotici comunemente usati sono meno efficaci nello sconfiggere i batteri mortali. Così, esistono nuove famiglie di batteri praticamente immuni a qualunque antibiotico conosciuto sul mercato, con il rischio dell'esplosione di pandemie a livello globale.

La civiltà dell'empatia

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  • Arrivando alla fine delle Confessioni di Rousseau, si ha la netta impressione di aver conosciuto un uomo alla ricerca di un abbraccio empatico oceanico, nonostante molti aspetti della sua vita fossero di tutt'altra natura. (p. 283)
  • Se si dovesse scegliere un unico individuo come esemplare incarnazione della visione del mondo cosmopolita e della sensibilità empatica universale, Goethe sarebbe una scelta quasi obbligata. [...] Goethe guardava al mondo, alla natura e alla traiettoria della coscienza umana in maniera molto simile all'attuale generazione del nuovo millennio, che vive nel mondo cosmopolita del ventunesimo secolo. A lui si potrebbe attribuire l'appellativo di «uomo di tutte le epoche». (p. 283)
  • La coscienza empatica si fonda sulla consapevolezza che gli altri, come noi, sono esseri unici e mortali. Se empatizziamo con un altro è perché riconosciamo la sua natura fragile e finita, la sua vulnerabilità e la sua sola e unica vita; proviamo la sua solitudine esistenziale, la sua sofferenza personale e la sua lotta per esistere e svilupparsi come se fossero le nostre. Il nostro abbraccio empatico è il nostro modo di solidarizzare con l'altro e celebrare la sua vita. (p. 532)
  • Negli anni Cinquanta solo il 12% degli adolescenti fra i 14 e i 16 anni si dichiarava d'accordo con l'affermazione: «Sono una persona importante», ma negli anni Ottanta la percentuale dei ragazzi convinti della propria importanza è salita all'80%.[9]
    Il problema è che, quando così tanti giovani si sentono speciali e più importanti degli altri, diventano meno tolleranti e meno disposti ad accettare critiche. Sono anche meno capaci di gestire i fallimenti, che sono una parte inevitabile della vita, e di esprimere empatia verso gli altri. (pp. 541-542)

La civiltà dell'empatia è alle porte. Stiamo rapidamente estendendo il nostro abbraccio empatico all'intera umanità e a tutte le forme di vita che abitano il pianeta. Ma la nostra corsa verso una connessione empatica universale è anche una corsa contro un rullo compressore entropico in progressiva accelerazione, sotto forma di cambiamento climatico e proliferazione delle armi di distruzione di massa. Riusciremo ad acquisire una coscienza biosferica e un'empatia globale in tempo utile per evitare il collasso planetario?

Note

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  1. Da Ecocidio: ascesa e caduta della cultura della carne, traduzione di Paolo Canton, Mondadori, Milano, 2001. ISBN 8804495219
  2. a b Da L'età dell'accesso: la rivoluzione della new economy, traduzione di Paolo Canton, Mondadori, Milano, 2001.
  3. Dal discorso alla cerimonia d'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Torino, 3 dicembre 2007; citato in Giovanna Favro, Rifkin: "Avete un tesoro verde. Approfittatene", La Stampa, 4 dicembre 2007.
  4. Da Ecco l'era dell'accesso, Internazionale, n. 329, 7 aprile 2000, p. 10.
  5. Cfr. Etica della reciprocità, in particolare Thomas Tryon («Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te vale anche per gli animali») e George Nicholson («Tratta l'animale che è in tuo potere come tu vorresti essere trattato se fossi quell'animale»).
  6. Citato in Tom Regan, Gabbie vuote: La sfida dei diritti animali, traduzione di Massimo Filippi e Alessandra Galbiati, Edizioni Sonda, Casale Monferrato, 2005, quarta di copertina. ISBN 88-7106-425-9
  7. Da Entropia. La fondamentale legge della natura da cui dipende la qualità della vita, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1982, p.25.
  8. Da Le inutili sofferenze degli animali, Corriere.it, 21 ottobre 2013.
  9. Secondo i dati riportati da Jean Twenge sui giovani americani.

Bibliografia

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  • Jeremy Rifkin, Il secolo biotech: il commercio genetico e l'inizio di una nuova era, traduzione di Loredana Lupica, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2003. ISBN 88-8490-443-9
  • Jeremy Rifkin, Il sogno europeo: come l'Europa ha creato una nuova visione del futuro che sta lentamente eclissando il sogno americano, traduzione di Paolo Canton, Mondadori, Milano, 2005. ISBN 9788852052392
  • Jeremy Rifkin, La civiltà dell'empatia: la corsa verso la coscienza globale nel mondo in crisi, traduzione di Paolo Canton, Mondadori, Milano, 2010. ISBN 978-88-04-59548-9

Altri progetti

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Opere

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