La scuola
Aspetto
La scuola
Titolo originale |
La scuola |
---|---|
Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1995 |
Genere | commedia |
Regia | Daniele Luchetti |
Soggetto | Domenico Starnone |
Sceneggiatura | Daniele Luchetti, Sandro Petraglia, Stefano Rulli e Domenico Starnone |
Produttore | Vittorio Cecchi Gori |
Interpreti e personaggi | |
|
|
Note | |
David di Donatello per il miglior film |
La scuola, film italiano del 1995 con Silvio Orlando e Anna Galiena, regia di Daniele Luchetti.
Gana: Senti Majello, io quest'anno il mercoledì non posso assolutamente entrare alla seconda ora.
Majello: E allora entri alla terza e vai in terza B. Però poi Giovannelli dove lo metto?
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Tutti prima o poi hanno voglia di ammazzare la propria madre. (Preside)
- [A Vivaldi] L'altro giorno ho trovato scritto alla lavagna, in classe tua, «forma attiva: il cane mangia l'osso, forma passiva: l'osso mangia il cane». (Mattozzi)
- Secondo una inchiesta che io ho svolto fra gli studenti delle scuole medie inferiori, ecco, alcuni di loro credevano che Cavour fosse vissuto tra la pagina 89 e la pagina 94 del capitolo ottavo del manuale di storia. (Majello)
- [...] i più nella mia classe sono nati per zappare. Per cui, se io li mandassi a vangare in cortile, sarebbero più contenti loro e sarei più contento io. (Mortillaro)
- Preside, Astariti non è bravo, Astariti è un «primo della classe». Astariti non ci ha i capelli tagliati alla mohicana, non si veste come il figlio di uno spacciatore, non si mette le scarpe del fratello che puzzano. Astariti è pulito, perfetto. Interrogato, si dispone al lato della cattedra, senza libri, senza appunti, senza imbrogli. Ripete la lezione senza pause: tutto quello che mi è uscito di bocca, tutto il fedele rispecchiamento di un anno di lavoro! Alla fine gli metto 8, ma vorrei tagliarmi la gola! [...] Perché Astariti è la dimostrazione evidente che la scuola italiana funziona solo con chi non ne ha bisogno! (Vivaldi)
- Bidello! Mi risulta che al preside lo chiami «Signor Preside», no? E allora, si può sapere perché a me mi chiami «A Mortillà»? (Mortillaro)
- Background! Ah! Come lo odio l'inglese! (Mortillaro)
- La verità è che i veri ripetenti siamo noi. Io faccio da dodici anni un programma idiota, l'anno prossimo dovrò fare la stessa cosa... È come essere bocciati tutta la vita. (Sperone)
- Ci hai fatto caso, Vivaldi? A noi professori capita una cosa spaventosa: i nostri ragazzi non invecchiano mai, vengono qui giovani e se ne vanno che sono ancora giovani. E noi? Noi invecchiamo al posto loro. Ma cos'è, un film dell'orrore, eh? Un effetto speciale? (Professoressa Serino)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Vivaldi: Dimmi tutto quello che sai sul Re Sole. Perché lo chiamavano così?
Timballo: Perché ha inventato 'e pasticche paa gola![1] - Vivaldi: Un'ultima cosa sul concetto di pace, a proposito dei Romani. Per i Romani la pace incominciava quando riuscivano a imporre il proprio dominio su un altro popolo. Nel linguaggio comune utilizzavano il termine pax anche per dire «stai zitto tu, basta, finiscila, non mi scocciare!» Ma la pace è un'altra cosa: il pacifico non è un pacioccone, per cui voi parlate, parlate sempre. Fate come fanno i francescani, che dicono pace e bene. E quando vedete che il concetto di pace non si unisce a quello di bene, gridate. Perché certe volte la pace va gridata, certe volte la pace va urlata.
Timballo: Pace! Pace! - Mortillaro: Tutti che vogliono andare a scuola: beduini che vogliono fare i medici, beduini che vogliono fare i professori! E ditelo, voi volete un mondo senza beduini!
Vivaldi: Mortillà, tu non devi bere, che poi i beduini sono ottime persone. Sei un razzista.
Mortillaro: [Ai colleghi] Eccolo là, ha parlato il difensore dei beduini. Beduini, accomodatevi! [Alla prof.ssa Lugo] Qualcuno avrebbe dovuto avvisarmi, e io non ci sarei proprio andato a scuola! Avrei lasciato perdere! E invece nessuno mi ha detto niente, e mi hanno fatto prigioniero a sei anni, una creatura! E non mi hanno rilasciato più. E a che pro?
Lugo: Non lo so.
Mortillaro: Ma in trent'anni di carriera avrò avuto 3-4000 alunni e uno, ma dico uno, che abbia fatto carriera? Nessuno! Ma perché in trent'anni di carriera non ho incontrato nemmeno un membro della futura classe dirigente? Tu te le poni queste domande? Perché la classe dirigente non viene a studiare il francese da me? Ma che ci ho fatto io alla classe dirigente? [Pausa] Io sono entrato nella zona della morte. - Preside: Allora, colleghi, come va questa classe?
Vivaldi: Preside, la classe, per andare, va. È disciplinata, assidua e di rendimento costante; tranne un piccolo gruppetto che, noi malgrado, supera di gran lunga la sufficienza. - Sperone: Preside, io qui sono pagato per far lavorare gli alunni e per poter dire: di questo ci si può fidare, dategli un posto adeguato; questo invece è una rapa che non sa niente, mandatelo nei campi, come diceva giustamente Mortillaro poc'anzi. Io voglio che il mio giudizio qui sia serio, fondato, inattaccabile...
Vivaldi: È che tu hai sbagliato lavoro, tu dovevi andare a lavorare all'ufficio di collocamento! - Vivaldi: Lei ha presente Le metamorfosi di Ovidio?
Preside: Al momento non mi sovviene.
Vivaldi: E il film La mosca? L'ha visto il film La mosca?
Preside: No.
Vivaldi: La metamorfosi di Kafka?
Preside: Mi dispiace, non l'ho visto.
Citazioni su La scuola
[modifica]- Il professor Silvio Orlando, innamorato della professoressa Anna Galiena, è l'unico a preoccuparsi dei ragazzi e d'insegnare: il personaggio esemplare sarà magari un po' santificato (come gli altri sono un po' parodiati), però l'interpretazione è eccellente, toccante e buffa. Naturalmente i toni sono quelli della commedia e non della cronaca vera; naturalmente, con un pizzico di demagogia, i ragazzi della scuola tecnica della periferia romana sono forse più innocenti e meno violenti che nella realtà. Ma «La scuola», nella tradizione aggiornata della commedia italiana, è un film davvero riuscito, ricco pure d'una invenzione poetica terribile: Cardini il fantasma, lo studente sempre assente che non si vede mai ma di cui si parla assai, dotato dell'unico talento di imitare il ronzio e il disperato dibattersi della mosca, il solo a venir bocciato a fine anno, forse il solo artista. (Lietta Tornabuoni)
Frasi promozionali
[modifica]- Dedicato a chi non è mai stato il primo della classe...[2]