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Lidia Ravera

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Lidia Ravera (1951 – vivente), scrittrice e giornalista italiana.

Citazioni di Lidia Ravera

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Citazioni in ordine temporale.

  • Condoleeza Rice, indubitabilmente nera e senza alcun dubbio donna, certamente afflitta da una vita di mestruazioni a cui, probabilmente, data l'età, è seguita la mai troppo rimossa menopausa. [...] Condoleeza, con quelle guancette da impunita, è la "lider maxima" delle donne-scimmia.[1]
  • [Riguardo a Barbie] Uno spartiacque epocale nel processo di autoconsapevolezza delle bambine, ma che ne ha anticipato anche tutta la croce. Prima, nel gioco delle bambine, c'era solo il copione materno da interpretare. Da Barbie in poi si è svelato tutto il potenziale della seduzione, della donna protagonista col suo faccino e il suo culetto, ma anche con la sua intelligenza e il suo ruolo nella società: non più Barbie bagnina, ma Barbie ambasciatrice o Barbie presidente degli Stati Uniti, sempre più vicina alla donna contemporanea, costretta ad essere, faticosamente, da 10 e lode in tutto.[2]
  • Si tratta del cimiterino dei non nati, del diritto di seppellire grumi di materia, chiamandoli bambina e bambino. È uno splatter che ritorna sugli schermi della politica con inquietante regolarità. Il copione è sempre lo stesso: una compassionevole aggressione delle mamme mancate. Tutte quelle donne che, poiché il corpo ha le sue insondabili leggi, non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie.[3]

Incipit di alcune opere

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L'amore che dura

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Non si guarda mai allo specchio con apprensione, un’occhiata rapida come per prendere la mira prima di lavarsi con l’acqua fredda, prima di insaponarsi col sapone di Marsiglia. Tutte le mattine si veste al buio, si infila, svelta, nei pantaloni preparati la sera prima, tira su a strappi la calzamaglia che poi toglie nel bagno privato cui ha accesso soltanto da un anno, da quando è vicepreside con funzioni di dirigente scolastico perché il preside sta morendo di melanoma. Tutte le mattine indossa una camicia un maglione e una pagina di giornale sotto il maglione perché va al lavoro in motorino, anche in inverno. E conosce il freddo. Conosce il freddo, conosce la fretta, conosce le sveglie all’alba perché la scuola è a Colli Aniene.

La guerra dei figli

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Alle nove di sera la cucina è da considerarsi zona neutra, deserta come il teatro di una battaglia conclusa. I resti della cena sono stati riposti, avvolti dentro pezze di tela e sistemati nella ghiacciaia, accanto ai blocchi celesti che si comprano al mattino. Il tavolo è stato sparecchiato, i piatti lavati sgocciolano sul marmo del lavello. Soltanto l'odore del riso con l'uovo e la fontina, quel riso giallo che si appiccica al palato, restituisce la stanza alla sua funzione. C'è una pace intensamente precaria, pace di tutti filati via. Emma per prima.

Citazioni su Lidia Ravera

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  • A fine gennaio 1992, Il Venerdì di Repubblica chiese a un po' di personaggi, i soliti, che cosa pensassero del Festival di Sanremo. Mi è rimasta impressa nella memoria, a lettere di fuoco, la risposta di tale Lidia Ravera che, per fare la colta kitsch, disse di disprezzare le canzoni e di ascoltare solo Mozart e Beethoven. Mozart e Beethoven, ripeto. Non Ligeti o Xenakis. Ma Mozart e Beethoven. Ossia, la signora Ravera sostituiva la melodia delle canzoni non con una ricerca intellettuale, con l'interesse nell'atonalità o nella stocastica, ma con la KV 550 (solo il primo movimento, per carità) o con la Für Elise... Chissà, magari ai vertici della hit parade che la Ravera cela in fondo al suo cuore c'è Titti Bianchi, ma questo non si può dire a un giornale. (Tommaso Labranca)

Filmografia

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Note

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  1. Da Femministe, vecchie e non, l'Unità, 25 novembre 2004, p. 24.
  2. Citato in Addio, papà di Barbie. «Superò la donna-madre», Corriere della Sera, 24 luglio 2011.
  3. Da Renzi approva il cimitero dei non nati, un calcio alla 194, huffingtonpost.it, 4 gennaio 2014.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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