Ljudmila Evgen'evna Ulickaja

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Ulickaja (2009)

Ljudmila Evgen'evna Ulickaya (1943 – vivente ), scrittrice e sceneggiatrice russa.

Io, scrittrice femminista?

Intervista di Ferran Mateo, it.rbth.com, 11 luglio 2013.

  • [...] le crisi sono un dono del destino. Soltanto attraverso una crisi l'uomo matura, passa a un altro livello, è come se smettesse un abito che gli è diventato stretto.
  • L'inconscio collettivo prende forma da una storia millenaria e non penso che 70 anni di regime sovietico abbiano stravolto le cose. Anche il feudalesimo, la servitù della gleba abolita nel 1861 e 300 anni di dominazione tataro-mongola hanno lasciato il segno. Metà dell'aristocrazia russa aveva cognomi tatari. Capisce quindi cosa comporti, quale grado di dipendenza dai conquistatori tatari ci fosse nello Stato russo? Chi può giudicare dove passa il confine tra l'Occidente e l'Oriente nell'anima russa? E cosa si trovi sul fondo dell'insondabile inconscio collettivo?
  • Condivido l'opinione secondo cui l'intellighenzia russa, nel senso classico del termine, sia finita. Come del resto il proletariato. Ci sono gli intellettuali, ci sono i funzionari e una massa scontenta di chi sta al potere; quest'ultima forse è anche aumentata rispetto ai tempi della società sovietica. I vecchi cliché non funzionano più, oggi non ci sono proposte di cambiamento, solo un'enorme nuvola di vuota demagogia sul pericoloso terreno della rinascita nazionale, dell'idea nazionale e della nostalgia per lo splendore passato. Lo spazio culturale si assottiglia, ma è un processo che notiamo anche in Europa. Lo scrittore ha soltanto un compito degno di rispetto: guardare il mondo che lo circonda e rispecchiarlo secondo le sue possibilità. È quello che faccio.

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