Luigi Dall'Igna
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Luigi Dall'Igna (1966 – vivente), ingegnere italiano.
Citazioni di Luigi Dall'Igna
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Un errore che si fa spesso è quello di buttare via il lavoro fatto da altri e credere che la propria idea sia l'unica giusta. In realtà non è mai così. Si può imparare tanto dall'esperienza degli altri se si ha la volontà e la pazienza.[1]
- Come sempre, se si copia è facile arrivare secondi.[1]
- Il mio primo lavoro è stato alle Officine Michelotto di Padova. Giuliano era preparatore di Ferrari da competizione, la tesi in ingegneria meccanica l'ho fatta nella sua officina. Tema: calcolo di una scocca in carbonio di una Gruppo C. Sono rimasto un paio di anni, Michelotto seguiva per la Ferrari le F40 nel campionato Imsa, frequentavo spesso Maranello. Poi, quando il programma fu chiuso, cominciai a guardarmi intorno. E la mia fortuna fu incontrare Jan [Witteveen].[2]
- Essere ducatista va al di là del tifo, ti strega. Io ho vinto tanto con l'Aprilia, eppure non c'è paragone.[3]
- Il giorno in cui comincerò un Mondiale non pensando di poterlo vincere, me ne starò a casa e andrò in giro in camper.[3]
- Quando avrò vinto il titolo avrò raggiunto il mio ideale di moto.[4]
- Evidentemente ogni moto ha dei pro e dei contro, è impossibile concentrare su una moto solo i pro. Quando uno prepara un assetto per migliorare determinati aspetti per forza di cose ne penalizza degli altri. Sposto la coperta sul corpo e qualche volta scopro i piedi, altre volte la testa.[5]
- Le ali sulle moto non le ho scoperte io [...]; dal mio punto di vista però ho ritenuto che in qualche modo l'aerodinamica sulle moto fosse stata sempre trascurata, per tanti motivi, quindi è stato uno dei settori sui quali ho voluto fare qualcosa di più.[5]
- Di sicuro non chiederò mai un cambio di regolamento per far abolire le innovazioni degli altri.[6]
- La maggior parte dei piloti in certi momenti si deprime, perde la bussola e difficilmente riescono a portare a casa qualcosa. Quelli che invece, anche con un mezzo inferiore, ci provano e ce la fanno [...] sono quelli che possono giocarsi i titoli.[7]
- Io voglio vincere e qualsiasi cosa che infastidisce il mio pilota dà fastidio anche a me.[7]
- Sin dal mio arrivo [in Ducati] ho seguito una linea chiara: condividere le informazioni con tutti nel Reparto Corse. I nostri ingegneri più talentuosi ci lasciano? Ne formiamo gli altri. È la filosofia del nostro progetto: puntare sui giovani talenti e farli diventare campioni del mondo, a prescindere che siano piloti o ingegneri.[8]
- Vedere i rivali copiare le nostre idee ci rende un po' orgogliosi, è la conferma della bontà delle nostre idee.[9]
- Una delle persone che mi ha insegnato di più nell'arco della mia carriera è stato Jan Witteveen. Non solo mi ha dato insegnamenti dal punto di vista tecnico, ma anche nella gestione delle persone e della squadra. Un aspetto probabilmente ancora più determinante di quelli tecnici.[10]
- I veri campioni hanno carisma. A volte un pilota commette l'errore che la sua squadra sia composta solo dai sette elementi che lavorano nel suo box, ma non è così. Il pilota è uno dei 100 dipendenti [...] e deve motivare tutti. Deve avere un atteggiamento positivo perché le persone ne hanno bisogno. Deve ricordarsi che lavorano tutti per lui.[11]
- Non mi sono mai pentito di avere scelto un pilota perché ho imparato qualcosa da tutti.[11]
- Paradossalmente quello che livella di più le prestazioni non sono i limiti dettati dal regolamento, ma la sua stabilità. Questo permette agli altri costruttori di copiare le soluzioni che funzionano. Sviluppare nuove idee diventa più difficile, non puoi inventarti qualcosa di nuovo tutti gli anni.[12]
- Spesso quello che ti dice il pilota di punta, il campione, non è la verità perché il suo talento copre i problemi di cui soffre la moto. Paradossalmente, per sviluppare bene un progetto bisogna stare ad ascoltare tutte le voci, tutti i piloti.[12]
- Non ho mai considerato se conta di più il pilota o la moto. È la combinazione che vince. [...] Per me non è mai stato un problema che qualcuno vincesse il Campionato del Mondo con un prototipo dell'anno precedente. È già successo in passato con moto che ho gestito io. Gabor Talmacsi ha vinto il titolo della 125 su un'Aprilia di un anno più vecchia di quella di Hector Faubel, suo diretto rivale. Marco Simoncelli è stato incoronato campione della 250 (2008) dopo aver iniziato l'anno con la moto dell'anno precedente, con la quale ha vinto delle gare. Poi a fine stagione ha avuto la nuova moto [...]. Il mio obiettivo è vincere, e devo usare tutti i metodi possibili per riuscirci. Alla fine può succedere che il nuovo prototipo non migliori le prestazioni di quello vecchio: dov'è il problema?[13]
- Il momento che ha cambiato la mia carriera è stato forse il progetto RSV4 per Aprilia in Superbike. È stato importante e ha fatto sì che la casa di Noale divenisse importante nei motori a quattro tempi. E probabilmente mi ha aperto delle porte nel motorismo in generale.[14]
- Mi avrebbe fatto piacere essere un fisico, piuttosto che un ingegnere, ma ho sempre pensato di non essere abbastanza intelligente, dunque ho preferito quest'altro percorso.[14]
- Le concessioni [in MotoGP] sono sempre una cosa particolare, è vero che danno la possibilità a chi è indietro di migliorare, ed è importante per il campionato che sia bello e ne gioiamo tutti. Dal punto di vista tecnico è però sicuramente ingiusto. Questo è l'unico campionato del motorsport in cui succedono queste cose: in F1 la Red Bull vince da tempo, e prima di lei lo ha fatto la Mercedes e nessuno si è mai sognato di introdurre questo sistema per riequilibrare i valori in campo. Va bene per lo show e siamo qui per lo show, ma dal punto di vista dello sport è sicuramente ingiusto.[15]
Intervista di Manuel Pecino, motosprint.corrieredellosport.it, 11 agosto 2021.
- [«Quanto tempo "concedi" a un pilota per capire se è davvero forte?»] Tre stagioni rappresentano un tempo ragionevole. Il primo anno è sempre complicato e ogni pilota è diverso: c'è chi, per istinto, esprime subito il potenziale. Altri, e non significa che siano meno forti, hanno bisogno di tempo per metabolizzare il salto in MotoGP [...]. È giusto che a un rookie venga concessa la possibilità di crescere, di avere tempo per esprimere le proprie capacità, poi è ovvio che prima o poi queste capacità dovranno emergere, altrimenti sarà un problema.
- [...] è difficile andare forte in MotoGP senza aver vinto, o quantomeno aver dimostrato il proprio talento nelle altre classi.
- [«Come intendi il rapporto con un pilota? L'impressione è che non sia una relazione padre-figlio, ma un confronto professionale»] Sì, perché se parli di tuo figlio, non puoi essere obiettivo. E invece con un pilota non essere imparziali è la cosa peggiore possibile. Poi è chiaro che siamo esseri umani, e bisogna dire le cose in modo che arrivino all'interlocutore, ma anche in modo che l'interlocutore le "digerisca": però certe cose vanno dette comunque. E poi c'è la parte motivazionale, che è sempre importante. Non c'è soltanto la tecnica, i piloti devono essere convinti e motivati. E ognuno di loro ha necessità differenti.
- A volte il secondo posto è il miglior risultato possibile, e allora devi essere contento. Ma quando puoi vincere, anche se è difficile, arrivare secondi non può soddisfare.
Dall'intervista a SLICK nº 14, agosto 2021; citato in slick-magazine.com.
- Sono arrivato in Ducati alla fine del 2013, e in quel momento tutti mi vedevano come il principale nemico: perché venivo dall'Aprilia, dove lottavo contro la Ducati in Superbike. Ecco perché ho investito i primi 6 mesi non per lavorare ad un progetto ma per capire le persone, e per farmi capire da loro. Del resto è stupido partire, se non capisci chi sa fare questo e chi quell'altro... e se non sai di chi ti puoi fidare.
- Le moto sono fatte dalle persone, e la prima cosa che deve fare chi approccia un reparto corse, con un progetto nuovo, è conoscere quelle persone.
- Io, per vari motivi, voglio che le riunioni in cui pianifichiamo la progettazione di nuovi modelli siano il più allargate possibile. Perché la cultura è importante. Bisogna diffondere la cultura della moto in tutto il reparto corse, perciò anziché fare riunioni separate per il motore, per la ciclistica, per l'elettronica, io voglio che si discuta tutti insieme. Se hai riunioni allargate diffondi la cultura a 360 gradi, quindi chi fa il telaio comincia a sentire parlare anche di concetti motoristici, chi fa l'elettronica sente i problemi dei veicolisti, ecc...
- Il mondo della moto è, se si può dire, un mondo relativamente povero, se confrontato ai nostri cugini delle auto. Per fare stare in piedi un Mondiale bisogna fare in maniera che i costi necessari a partecipare (per i Costruttori e i team) debbano essere ragionevoli per il nostro mondo; che non è quello dell'auto. Allora devi darti delle limitazioni tecniche, che sono anche arbitrarie ma servono a limitare i costi di sviluppo.
Dall'intervista di Paolo Ianieri e Zoran Filicic a MotoG-Podcast; citato in Cosimo Curatola, mowmag.com, 15 ottobre 2021.
- Come dico spesso, non tutte le idee applicate sulla moto sono mie. Il mio compito non è quello di avere la migliore idea in assoluto, è quello di creare un clima nel Reparto Corse per far sì che ognuno possa esprimere la sua migliore idea. Sarebbe stupido pensare di avere sempre e solo noi l'idea migliore.
- La velocità della moto che non è fatta solo di motore, ma anche di aerodinamica e grip al posteriore, è uno strumento che serve a rendere più facile la vita dei piloti. In tutta la mia carriera ho sempre cercato di dare ai miei piloti la moto più veloce possibile. Superare un pilota in curva è estremamente più complicato che passarlo in rettilineo. Per cui nella gestione della gara la velocità è un aspetto importante che molto spesso tecnici e piloti sottovalutano.
- Onestamente le rivincite sanno un po' da perdente, non è una cosa che mi interessa. Quello che è stato è stato, le battaglie che ho perso le ho perse anche per colpa mia. Sono abituato ad archiviarle, guardo sempre avanti per ottenere il meglio da quello che ho.
Dall'intervento a LIVE Bar Sport SBK alle 18:00 - Verso Misano con Gigi Dall'Igna, GPOne, 9 giugno 2022; citato in Marco Caregnato, gpone.com, 10 giugno 2022.
- In tutti i campionati motoristici c'è un bilanciamento complessivo tra moto e pilota o tra auto e pilota. Gli unici dove questo non avviene sono proprio la SBK e la MotoGP e il peso è sempre una variabile fondamentale da tutti i punti di vista. È svantaggiato un pilota più pesante rispetto ad uno più leggero, e forse negli ultimi tempi è ancora più evidente questa cosa. Ma la fisica non mente, è così e basta.
- [«Ma a te piace lavorare di più sulla SBK o sulla MotoGP?»] Nell'elettronica, in SBK si può lavorare di più rispetto alla MotoGP e lì siamo liberi di sviluppare, di trovare soluzioni. Poi è vero che da altri punti di vista, la MotoGP è più libera ed è lì il nostro vero banco di prova, dove sviluppiamo tecnologia che poi travaseremo [...]. È vero che le SBK hanno delle limitazioni legate alle moto di serie da cui derivano, ma proprio per questo è importante sviluppare la moto di serie per renderla il più vicina possibile a quella che è la nostra MotoGP, così da utilizzare queste idee e soluzioni anche in SBK.
- Ho spogliato di recente una 250 e lì vedi quanto semplici fossero quelle moto rispetto alle MotoGP attuali. Se togli una carena ad una MotoGP oggi non trovi nessuno spazio libero, non riesci ad infilarci un cablaggio, un sensore, niente! Su una 250 era tutto molto più semplice ed era anche più semplice lavorarci. Facevamo tanto in pista, il rodaggio dei motori lo facevamo in pista. Un altro mondo, impensabile oggi. Però un mondo che ha un fascino incredibile. Oggi quando sento una 250 accesa, mi scendono le lacrime, è un'emozione unica.
- Quando si vince una gara, dopo si sente quasi il bisogno fisico di tornare a vincere perché è una cosa che da' un'emozione incredibile. Non solamente perché ha vinto una tua moto, ma perché vedi il tuo pilota e il tuo team che hanno fatto cose eccezionali. La vittoria è una cosa unica che rende unico questo lavoro.
- Io ho un rapporto particolare con le mie moto. Prima che escano dal box per andare in griglia, le accarezzo ed è una cosa che mi imbarazza dire [...] Ad accarezzarle tutte e otto si farebbe fatica, quindi devo limitarmi alle due del Team Factory!
Intervista di Oriol Puigdemont, motorsport.com, 16 gennaio 2024.
- [«Molti ti comparano ad Adrian Newey, leader del reparto tecnico Red Bull in Formula 1, per l'influenza che hai in MotoGP. Tuttavia, con la tua moto non vince solo un pilota, ma lo fanno in molti. Questo ti porta a un livello superiore?»] Questo è impossibile. Newey è una legenda. Solo il fatto che qualcuno mi metta a confronto con lui mi dà soddisfazione. Ma le macchine e le moto sono due universi completamente diversi.
- Il mio obiettivo è vincere, e devo fare in modo che Ducati lo faccia per quanto più tempo possibile. Questo è il fine ultimo del mio lavoro. Non sono un egocentrico in questo senso, non vedo solo la Ducati che vince, ma il pilota e il team che vincono insieme. Siamo una squadra. Non mi sono mai chiesto se fosse più importante il pilota o la moto. L'unica cosa che conta è che alla fine della stagione il pilota che vince il premio più ambito guidi una Ducati.
- [«Non sarebbe più facile se i piloti della stessa casa seguissero degli ordini stabiliti?»] Questo è uno sport, significa che dobbiamo comportarci in maniera sportiva e non possiamo giocare sporco. Questa è la base della mia filosofia. Giocare sporco sarebbe limitare le prestazioni di una moto per evitare che un pilota possa vincere.
- Tempo fa, la Formula 1 mi piaceva molto. Ora mi piace un po' meno. La seguo e mi interessa perché c'è molta tecnologia dietro e io sono molto curioso. Diciamo che non guardo più tutte le gare. [...] Dopo l'aeronautica, la Formula 1 è la massima espressione dell'aerodinamica. La MotoGP deve ancora fare molta strada per capirla totalmente. Penso che ci siano degli aspetti dell'aerodinamica in cui si deve migliorare tanto, non conosciamo ancora tutte le sfaccettature che possono avere influenza su una moto.
Citazioni su Luigi Dall'Igna
[modifica]- Dall'Igna ha carattere, passione, intuizione, esperienza [...]. Io gli sono molto affezionato, avendo sempre visto in lui, oltre che un tecnico geniale, un ragazzo serio, posato e di parola, e ho sempre gioito delle sue affermazioni. (Ivano Beggio)
- È l'ingegnere che ha trasformato in successo tutto quello che ha toccato. (Marc Márquez)
- Gigi è un leader. All'inizio con lui mi sono scontrato, perché io volevo correre e lui invece voleva che facessi il collaudatore [...]. Negli anni ho poi capito che un leader capisce cosa devono fare le persone che lavorano con lui e così riesce ad ottenere il massimo. Fino a qualche anno fa io con lui ero incazzato nero, ma ora [...] come faccio a non dargli ragione? Io non ho mai fatto un anno o due interi di mondiale, ma a fare la moto migliore ci siamo riusciti senza dubbio. Questo grazie a quello che aveva in testa lui. (Michele Pirro)
- La testa di Dall'Igna è due passi avanti rispetto agli altri in termini di innovazione e tecnologia. (Jorge Lorenzo)
- Quando Gigi Dall'Igna arrivò in Ducati nel 2014, erano nel loro punto più basso, dopo aver perso Stoner ed aver fallito con Rossi. Dall'Igna ha reso possibile per Ducati ritornare al top, facendo quello che ha fatto Newey in Formula 1. (Randy Mamola)
Note
[modifica]- ↑ a b Dall'intervista di Matteo Aglio, Dall'Igna: copiare le jap? Ducati è unica, gpone.com, 31 agosto 2014.
- ↑ Dall'intervista di Paolo Ianieri, Dall'Igna: "Rilancio la Ducati, ma potevo essere in Ferrari", gazzetta.it, 3 aprile 2015.
- ↑ a b Citato in Paolo Ianieri, Ducati, passione rossa: quando il tifo è per il marchio, gazzetta.it, 16 agosto 2017.
- ↑ Dalla presentazione della Ducati Desmosedici GP19; citato in MotoGP 2019 Gigi Dall'Igna: "La mia moto ideale è quella che vincerà il titolo", insella.it, 19 gennaio 2019.
- ↑ a b Da Matteo Gucci, Luigi Dall'Igna, intervista al Direttore di Ducati Corse, cuoredesmo.com, 3 giugno 2020.
- ↑ Citato in MotoGP, Dall'Igna: "Pensavo di vincere prima, mai chiederò un cambio regolamento contro le innovazioni", gpone.com, 6 novembre 2022.
- ↑ a b Dall'intervista di Matteo Aglio, MotoGP, Dall'Igna: "Cos'era mancato a Ducati per vincere? Un pilota come Bagnaia", gpone.com, 7 novembre 2022.
- ↑ Da un'intervista a speedweek.com; citato in MotoGP, Gigi Dall'Igna: "Perdere i migliori ingegneri è il prezzo da pagare", gpone.com, 18 novembre 2022.
- ↑ Da un'intervista ai FIM Awards, Rimini, 3 dicembre 2022; citato in Stefano Ollanu, Dall'Igna (Ducati): "Vedere i rivali che ci copiano è un orgoglio", formulapassion.it, 4 dicembre 2022.
- ↑ Da un'intervista a Marca; citato in Stefano Ollanu, Dall'Igna (Ducati): "Il divieto dell'abbassatore sbagliato e antisportivo", formulapassion.it, 1º gennaio 2023.
- ↑ a b Da un'intervista a speedweek.com; citato in MotoGP, Dall'Igna: "Un vero campione ha carisma e motiva l'intera azienda", gpone.com, 11 aprile 2023.
- ↑ a b Dall'intervista di Matteo Aglio a La Stampa; citato in Stefano Ollanu, Dall'Igna: "L'errore di Honda e Yamaha? Seguire solo Marquez e Quartararo", formulapassion.it, 21 giugno 2023.
- ↑ Citato in Oriol Puigdemont, MotoGP | Dall'Igna: "Se Marc vince con la moto 2023 non danneggia l'immagine di Ducati", motorsport.com, 18 gennaio 2024.
- ↑ a b Da un'intervista a Motorcycle News; citato in Valerio Barretta, Dall'Igna: "L'Aprilia RSV4 mi ha cambiato la carriera. E ora vorrei una laurea in fisica", formulapassion.it, 25 febbraio 2024.
- ↑ Dall'intervista di Sandro Donato Grosso a Sky; citato in Paolo Scalera, MotoGP, Dall'Igna: "in F1 non si sarebbero mai sognati di penalizzare Red Bull o Mercedes", gpone.com, 9 marzo 2024.
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