Campionato mondiale Superbike
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Citazioni sul campionato mondiale Superbike, anche noto con la sigla SBK.
Citazioni
[modifica]- Gli anni '90 sono stati il periodo d'oro del WorldSBK. La nostra visibilità era altissima e i fan di tutto il mondo erano molto appassionati. Le nostre moto avevano lo stesso aspetto delle versioni stradali; il WorldSBK era infatti l'equivalente a quattro tempi della MotoGP, nella quale le moto avevano motori a due tempi. Essere al top in quegli anni faceva parte dei sogni di molti fan. Guidare moto che si potevano trovare sul mercato, lottare per la vittoria in un modo più spettacolare rispetto alla MotoGP. Sono convinto che i fan se ne siano resi conto. (Carl Fogarty)
- Gli inglesi per il mondiale SBK avevano coniato un motto molto azzeccato che rendeva perfettamente l'importanza di questo campionato: "Win on Sunday, sell on Monday!". Ovvero, molto semplicemente, vinci la domenica e vendi il lunedì. In effetti ogni vittoria nel mondiale SBK si ripercuoteva immediatamente in un'impennata nelle vendite delle supersportive inducendo le Case a impegnarsi maggiormente in questo particolare Mondiale riservato alle derivate dalla produzione di serie. (Giovanni Di Pillo)
- Il motociclismo vive della passione della gente e dell'atmosfera che si respira. Nel 2007 ho firmato una splendida doppietta davanti alla marea umana presente a Brands Hatch e ancora mi viene la pelle d'oca. Dopo Gara 2 ho alzato la visiera e sono riuscito a sentire il rumore del pubblico e tutta la passione. Se avessi potuto scegliere tra il guidare una MotoGP ufficiale e il pubblico e le emozioni vissute nel WorldSBK avrei optato per la seconda opzione. (James Toseland)
- In Superbike il pilota conta ancora molto. Le moto non sono delle astronavi e ci sono meno dispositivi elettronici. Questo permette al pilota di guidare e di fare la differenza. (Remy Gardner)
- Io sono arrivato molto giovane nel mondiale SBK ed ho vissuto un po' la fine di un'era. Erano le ultime stagioni di Colin Edwards, il paddock era più aperto ed amichevole con i tifosi [...]. Era un posto in cui potevi divertirti con la famiglia, anche tra piloti ci si divertiva di più la sera dopo le prove o le gare e si faceva festa. Negli ultimi anni ho perso questa sensazione. (Leon Haslam)
- Mi sono sempre sentito più a mio agio nel mondo delle Superbike. [...] la cosa bella è anche quella di correre con moto che sono praticamente le stesse che ognuno può comprare e guidare per strada. (Troy Bayliss)
- [«Ma a te piace lavorare di più sulla SBK o sulla MotoGP?»] Nell'elettronica, in SBK si può lavorare di più rispetto alla MotoGP e lì siamo liberi di sviluppare, di trovare soluzioni. Poi è vero che da altri punti di vista, la MotoGP è più libera ed è lì il nostro vero banco di prova, dove sviluppiamo tecnologia che poi travaseremo [...]. È vero che le SBK hanno delle limitazioni legate alle moto di serie da cui derivano, ma proprio per questo è importante sviluppare la moto di serie per renderla il più vicina possibile a quella che è la nostra MotoGP, così da utilizzare queste idee e soluzioni anche in SBK. (Luigi Dall'Igna)
- [Nel 2019] Se la Superbike si pone come antagonista della MotoGP, perde in partenza. Penso che le moto utilizzate dovrebbero essere molto più derivate dalla serie, sarebbe interessante combinare gare brevi con gare endurance. Essendo derivate, devono resistere a lungo. Se ad una moto di serie devo cambiare il motore dopo 1500 km, non è una moto di serie. (Massimo Rivola)
- Veniva al mare qui un dirigente della Superbike e gli dissi se aveva voglia di farmi provare quei cancelli che chiamavano moto da corsa. Consideravo la Superbike meno della Serie B e invece quando provai al Mugello dissi "Diobo', queste sono moto da corsa vere"! Me ne sono innamorato. Ed è così che ho ricominciato, legando il mio nome alla Superbike. (Pierfrancesco Chili)
- [Nel 2020, «la Superbike va bene così, con tre corse per round?»] Mi metto nei panni dei telespettatori, dei tifosi in circuito e degli stessi responsabili degli autodromi: avendo gare importanti sabato e domenica, la scelta per chi ne voglia fruire è ampia e completa. Immaginate un padre di famiglia, impegnato domenica con moglie e figli: impossibilitato a venire in circuito, verrà sabato, gustandosi gare, premiazioni e tutto quanto concerne l'evento in essere. La tripla possibilità di risultato piace anche ai piloti. [...] In generale, più si corre, meglio è. Ci si allena per la gara. Si fanno sacrifici per la gara. Si attende la gara. Tutto è rivolto a due cose: il semaforo che si spegne e la bandiera a scacchi che sventola, per risvolti logici. I punti in classifica, i gradini del podio da occupare, i trofei da alzare al Cielo.
- Quanti piloti hanno dovuto fare la valigia per correre in campionati "alternativi" e dimostrare il proprio valore? Tanti. Io stesso ho fatto il campionato tedesco, poi il Mondiale, il British... vincendolo, le porte si sono aperte. Penso che la SBK non rappresenti un passo indietro, tutt'altro.
- [Nel 2022, sulla gestione del Campionato mondiale Superbike] Sino ad alcuni anni fa non c'erano limiti, non c'erano controlli sui prezzi di omologazione delle moto, sul numero dei motori, sui costi dei vari componenti come le sospensioni o i freni, e sul numero dei test che le squadre potevano fare. Tutto questo incrementava il divario tra team ufficiali e privati. Le regole che abbiamo introdotto cercano di livellare le possibilità di tutte le squadre. Io sono stato un pilota negli anni 90, ma ti assicuro che mi sarebbe piaciuto molto correre adesso, con gomme tutte uguali e con limiti che cercano di diminuire il gap tra gli ufficiali ed i privati. Considera poi che, per fortuna, la vera differenza alla fine la fanno i piloti.
- La Ducati dovrebbe ringraziare ogni giorno il dio della Superbike, perché senza questo campionato la Ducati non potrebbe essere quella che è ora. D'altro canto, anche la Superbike deve ringraziare la Ducati, che per molto tempo è stata l'unica casa a competere in forma ufficiale nel campionato, correndo di fatto da sola. È stato un bene per entrambe le parti ed entrambe dovrebbero esserne grate.
- La SBK aveva già un predecessore, un campionato a cui ispirarsi che si chiamava F1, in cui si correva con i 750. Poi, un americano, Steve McLaughlin, ebbe un'ottima idea, cioè portare le gare americane nel Mondiale.
- La Superbike è cambiata moltissimo dai primi anni. Da quando nell'88 ci mettemmo tutti a pulire le stalle di Manfeild, in Nuova Zelanda che era destinate a diventare i box per la gara mondiale. Le cose hanno cominciato a funzionare dal 1990 quando [...] sono finite le buffonate del regolamento dei primi due anni che mi hanno fatto perdere un mondiale.
- Non è fatta di star ma di uomini.
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