Marcel Desailly
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Marcel Desailly, all'anagrafe Odonkey Abbey (1968 – vivente), ex calciatore francese.
Citazioni di Marcel Desailly
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- [Sulla finale della UEFA Champions League 1992-1993, replicando a Jean-Jacques Eydelie che parlò di pratiche dopanti] Eydelie è un mio amico ma nella sua vita ha avuto tanti problemi e ora ha bisogno di un po' di pubblicità per il suo libro. Non ci furono assolutamente storie di doping. E dopo quella finale ci furono i controlli e qualcosa sarebbe venuto fuori.[1]
- [«Molti si sono meravigliati quando è tornato a vivere nel suo Paese: come mai questa scelta?»] Sono nato ad Accra, sono andato via prestissimo. Accra è la mia città, il Ghana è il Paese delle mie origini: mi sembra normale voler vivere in quel mondo, quelle atmosfere, quella realtà.[2]
- Lo sport, come la scuola e la famiglia, è determinante nella formazione dei ragazzi. Sport non è solo competizione, ma anche educazione e socialità [...][2]
- [Su Silvio Berlusconi] Arrivava a Milanello in elicottero e aveva addosso uno spolverino orrendo. Ci spiegava che portava bene. Poi diceva che non aveva nulla da dirci e invece parlava per almeno tre quarti d'ora di fila, ricordando che se entrava in politica era per salvare i suoi interessi e garantire un futuro ai nostri figli. Era convinto che Agnelli volesse rovinargli gli affari.[3]
- Non mi manca il calcio. La gente non sa quanti sforzi deve fare un calciatore per essere sempre in forma e dare il massimo in campo, ogni giorno. Ma mi mancano i 90 minuti, ai miei tempi in ogni partita a San Siro c'erano 80.000 spettatori [...]. Era assurdo entrare allo stadio.[4]
- Il razzismo è una questione più grande dei giocatori. Oggi le amministrazioni, le federazioni, i club devono essere più aggressivi. Non tocca a chi sta in campo, tocca a chi ormai ha tutti i mezzi tecnologici per controllare il pubblico, si può trovare e punire il responsabile di ogni atto incivile.[5]
Citato in Luca Cancellara, ultimouomo.com, 29 ottobre 2015.
- Basile [Boli] era più goffo di me in campo con la palla tra i piedi, ma era molto più tosto. Per me era un modello per come cercava sempre di essere migliore del giocatore che doveva marcare.
- In Francia ho segnato pochissimo perché giocavo più per la difesa. Quando sono venuto in Italia [al Milan] mi è stato chiesto di aiutare Papin e Savicevic. Negli allenamenti ho scoperto di avere delle qualità.
- Un allenatore come Capello è stato fondamentale per me: durante gli allenamenti sentivi il peso del suo sguardo e io avevo bisogno di sentire addosso questo tipo di pressione. Era un mister molto esigente e questa sua caratteristica mi ha aiutato a tirare fuori il meglio di me.
- [Nel 2011] Quando annunciai a 13 anni a mio padre che avrei voluto fare il calciatore, lui mi considerò un pazzo, chiamava il pallone "uovo". Mia madre invece mi supportò insegnandomi a non dimenticare le mie radici.
- [Nel 1996, sulla nazionale francese] La forza della nostra squadra è proprio la sua componente multirazziale. Questa deve essere anche la forza del Paese.
- [Nel 2002] Voi giornalisti non siete abituati a un calciatore che prende posizione [...] sono il capitano della Francia e non ho dubbi sul fatto che certe cose vadano dette. Credo sia incontestabile che Le Pen [Jean-Marie] sia a capo di un partito fascista.
Citazioni su Marcel Desailly
[modifica]- Crescere con giocatori del calibro di Duberry, Leboeuf e Desailly ha sicuramente migliorato il mio gioco.
- Marcel non parlava spesso. E allora un giorno gli chiesi perché e, nonostante fossi soltanto un ragazzino, mi degnò di risposta: "Perché se parli troppo la gente si abitua e dopo non fa più effetto. Io parlo solo quando c'è qualcosa d'importante da dire". Ho cercato di imparare anche dalle piccole cose come questa e ho tentato di dare sempre il massimo. Marcel, anche dopo aver vinto la Coppa del Mondo, pur avendo vinto tutto nel calcio, si allenava sempre allo stesso modo e questo è stato un esempio incredibile per me.
- Mi ricordo quando Marcel era capitano e in un incontro con la direzione del club assecondò il passaggio del testimone: non smetterò mai di ringraziarlo per aver creduto in me come futuro capitano della squadra e per tutti i consigli che mi ha dato in campo e fuori, permettendomi di diventare il calciatore che sono.
Note
[modifica]- ↑ Citato in Andrea Sorrentino, Quella Coppa Campioni è nostra, la Repubblica, 22 gennaio 2006.
- ↑ a b Dall'intervista «Chi ha avuto di più deve dare di più», famigliacristiana.it, 21 dicembre 2012.
- ↑ Da un'intervista a So Foot; citato in Desailly su Berlusconi: 'Ci disse che entrava in politica per difendere i suoi interessi e che Agnelli voleva rovinarlo', calciomercato.com, 9 ottobre 2013.
- ↑ Da un'intervista a La Gazzetta dello Sport; citato in Desailly: "Ai miei tempi era assurdo entrare a San Siro", sport.virgilio.it, 7 novembre 2017.
- ↑ Da un'intervista a La Stampa; citato in Desailly: «Thuram sbaglia sul razzismo, sono i giocatori neri che dovrebbero lasciare il campo per primi», ilnapolista.it, 20 dicembre 2021.
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