Massimo Ranieri
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Massimo Ranieri, pseudonimo di Giovanni Calone (1951 – vivente), cantante, attore, conduttore televisivo, doppiatore, regista teatrale e showman italiano.
Citazioni di Massimo Ranieri
[modifica]- Ecco, credo che Gaber in fondo la canzone se la tenesse stretta perché era una sicurezza, era come tornare nel ventre materno, alla sua natura originaria. E che nel teatro lo mettesse in gioco, questo suo passato, cercando anche tramite esso il futuro. Da uomo puro che aveva bisogno di scoprire tutti i padiglioni della vita, di esplorarne i carri, di affrontarne i mostri. Di giocare nel senso più alto del termine mettendo in gioco se stesso.[1]
- [Sugli Squallor] Fuori dal mondo, completamente dissociati.[2]
- Il Padreterno disse: “Tu sei il capofamiglia, statte zitto e vai avanti”. E io così ho fatto. Mio padre guadagnava 30 mila lire al mese, non bastavano per tutti. Però non rimpiango niente, anche perché il ragazzino Gianni che cantava nei ristoranti vive ancora in me: è lui quello che si diverte e mi spinge ad andare avanti.[3]
- Io avevo finito di giocare e mi stavo vestendo per andar via, lui [Pier Paolo Pasolini] si stava cambiando per iniziare una partita. Si voltò, mi disse: “Allora è vero che ci assomigliamo. Quando me lo dicevano non ci credevo.”[3]
- Non sono mai andato al night, non mi sono mai drogato. Non mi sono mai ubriacato. O meglio, l’ho fatto ma non me ne frega niente di farlo ancora: si sta solo male. Se vivo gran parte per il mio lavoro è perché mi ha dato tutto, a cominciare dai soldi per comprare una casa alla mia famiglia, “togliere” mio padre dall'Italsider. E in più faccio quello che ho sempre voluto fare.[3]
- Pensare che Mario Merola non c'è più è come pensare che non esiste più l'erba di casa mia, il mondo in cui sono cresciuto e diventato artista, la Napoli in cui ho tirato i primi calci a un pallone, in cui mi sono innamorato per la prima volta. [...] Quando ero uno scugnizziello che strillava con tutta la voce che avevo in corpo. Ma la gratitudine che gli porto non è solo personale: gli dobbiamo tutti tanto, anche quelli che non lo hanno mai incontrato, ma che almeno una volta nella vita si sono fermati ad ascoltare il suo canto fisico, ad osservare il suo modo di accompagnare la melodia con il corpo.[4]
- [Parlando di Giorgio Gaber] Un operaio dello spettacolo, avrebbe detto Totò, che affascinava e affabulava senza lasciare alcuno scollamento fra sé e le quinte. Se per Eduardo il teatro doveva essere gelo, io la prima volta che vidi quello di Gaber capii invece che poteva anche essere sangue e sudore. Forse, doveva esserlo. Perché lui per far arrivare il suo pensiero si spendeva fino in fondo, ben al di là di quanto avrebbe potuto certamente fare limitandosi a utilizzare le proprie doti di uomo di spettacolo, grande autore, ottimo compositore, eccellente cantante, interprete di grandissima ironia. Gaber aveva la capacità di prendere tutti questi doni, mescolarvi se stesso fino in fondo, e non aver paura mai di misurarsi con niente.[5]
Citazioni tratte da canzoni
[modifica]Massimo Ranieri
[modifica]Etichetta: CGD, FGS 5061, 1970, prodotto da Enrico Polito.
- D'amore non si muore | ma chi si sente solo | non sa vivere più | con l'ultima speranza | stasera ho comprato | rose rosse per me | la strada dei ricordi | e sempre la più lunga (da Rose rosse, n. 1 Lato A)[6]
- Quel prato di periferia | ti ha visto tante volte mia | è troppo tempo che non sa | dov'è la mia felicità | impazzisco senza te | e ogni notte ti rivedo accanto a me.(da Se bruciasse la città, n. 1 Lato B)[6]
Vent'anni...
[modifica]Etichetta: CGD, FGS 5079, 1970, prodotto da Enrico Polito.
- La mia vita cominciò | come l'erba, come il fiore | e mia madre mi baciò | come fossi il primo amore, | nasce così la vita mia | come comincia una poesia.(da Vent'anni , lato A, n. 1[6])
Erba di casa mia
[modifica]Etichetta: CGD, 65411, 1972, prodotto da Enrico Polito.
- Ma la vita è questa | sembra uno strano gioco da equilibrista | sempre più in alto e poi un bel mattino | ti svegli con la voglia di ritornar bambino | ma un'altra primavera | chissà quando verrà | per questo dalla vita prendo quello che da | amare un'altra volta | ecco cosa farò | Mi illuderò che sia l'erba di casa mia. (da Erba di casa mia, lato A, n. 1[6])
Perdere l'amore
[modifica]Etichetta: WEA Italiana, 1988.
- Perdere l'amore | quando si fa sera | quando sopra al viso | c'è una ruga che non c'era | provi a ragionare | fai l'indifferente | fino a che ti accorgi | che non sei servito a niente | e vorresti urlare | soffocare il cielo | sbattere la testa | mille volte contro il muro | respirare forte il suo cuscino | dire è tutta colpa del destino | se non ti ho vicino. | Perdere l'amore | maledetta sera | e raccogli i cocci | di una vita immaginaria | pensi che domani | è un giorno nuovo | ma ripeti non me l'aspettavo | non me l'aspettavo. (da Perdere l'amore, lato B, n. 2[7])
Note
[modifica]- ↑ Citato in Pedrinelli, p. 114.
- ↑ Citato in Carla Rinaldi e Michele Rossi, Gli Squallor, Compagnia Nuove Indye, 2013.
- ↑ a b c Dall'intervista di Enrica Brocardo, Massimo Ranieri: «E poi Pasolini si voltò», VanityFair, 3 novembre 2014.
- ↑ Citato in «Era grande e umile», Gigi D’Alessio lo paragona a Totò, il Centro, 14 novembre 2006.
- ↑ Citato in Pedrinelli, pp. 113-114.
- ↑ a b c d Testo di Giancarlo Bigazzi.
- ↑ Testo di Giampiero Artegiani e Marcello Marrocchi.
Filmografia
[modifica]- La patata bollente (1979)
- Il gobbo di Notre Dame (1996)
Bibliografia
[modifica]- Massimo Ranieri, Il bambino che è in noi; in Andrea Pedrinelli (a cura di), Gaber, Giorgio, il Signor G. Raccontato da intellettuali, amici, artisti, Kowalski, Milano, 2008 (pp. 113-114). ISBN 978-88-7496-754-4
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Massimo Ranieri
- Commons contiene immagini o altri file su Massimo Ranieri
Opere
[modifica]- Massimo Ranieri (1970)
- Vent'anni... (1970)
- Erba di casa mia (1972)
- Perdere l'amore (1988)