Mattia Binotto
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Mattia Binotto (1969 – vivente), ingegnere e dirigente sportivo italiano.
Citazioni di Mattia Binotto
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Ricordo la prima volta che Schumacher girò sulla pista di Fiorano. Non fu in grado di affrontare correttamente la prima curva del tracciato, e allora chiese a Jean Todt [allora direttore generale, ndr] di modificarla. Non voleva proprio vederla, perché era totalmente diversa da qualsiasi altra curva del Mondiale. Da quel momento Fiorano ha cambiato layout.[1]
- [«La sconfitta aiuta davvero o è solo retorica?»] Serve a fare passi indietro per andare avanti. Insegna a non disunirsi e a investire in tecnologie, uomini e "cultura": individuare i punti deboli e correggerli.[2]
- [«Se non fosse diventato team principal in F1, che cosa le sarebbe piaciuto fare?»] Il falegname.[2]
- Io delle vittorie di Michael [Schumacher] a Monza ricordo soprattutto quella del 2003, quando ero suo ingegnere motorista. Partì in pole, restò davanti a Montoya per tutta la gara ed ebbe la meglio in un confronto tirato a ogni giro sul filo dei decimi di secondo. Veniva da due gare difficili, il campionato era in bilico, e quel trionfo ci diede lo slancio verso il titolo mondiale. Ero talmente euforico che tornando a casa, all’altezza di Parma, ho preso una multa per eccesso di velocità con ritiro della patente.[3]
- [Su Mauro Forghieri] [...] una delle figure più straordinarie nella nostra storia. Nominato a capo del team a 27 anni, con le sue intuizioni geniali è stato uno degli ultimi ingegneri totali del mondo dell'automobilismo. Mi è capitato di incontrarlo in varie occasioni e ogni volta è stata un'emozione speciale: il suo carisma è rimasto intatto nel tempo. Le sue idee rivoluzionarie, insieme al carattere acceso e alla capacità di essere un grande motivatore, gli hanno permesso di scrivere alcune delle pagine più significative della storia della Ferrari e alimentare come pochi altri il mito del Cavallino Rampante.[4]
- Per vincere occorre sempre avere la macchina migliore. Il pilota fa la differenza per gli ultimi due decimi in pista. Fa la differenza per il talento, la capacità di guida e la mentalità. Perché un pilota deve avere quel carisma che spinge tutta la squadra a continuare a migliorarsi. In fondo è un protagonista nella squadra, è una delle persone più importanti, perché parla con i giornalisti, con la presidenza, con tutti i suoi meccanici, con la squadra. Quindi io penso che un pilota fa sì la differenza in pista, ma anche nella capacità di coltivare e migliorare la mentalità del team.[5]
- Che dire di Michael [Schumacher]. Un pilota straordinario: non soltanto per quello che ha vinto, ma per il suo carisma, la sua leadership, per quella mentalità vincente di cui abbiamo cercato di fare sempre tesoro, anche nelle esperienze successive.[6]
- [...] ho sempre detto che in Ferrari non ci si lavora, ma ci si vive.[7]
- Era il novembre del 1995, io ero un neolaureato, lui [Michael Schumacher] era campione del mondo con la Benetton ed era appena passato in Ferrari. Nel suo primissimo test con noi, era in tuta completamente bianca, senza sponsor, perché ancora non era l'inizio della stagione successiva. Fece un solo giorno a Fiorano per abituarsi alla macchina, allora avevamo ancora l'ultimo nostro 12 cilindri. Poi ci siamo trasferiti all'Estoril per il primo test vero. Noi eravamo abituati ad Alesi e Berger, due piloti a cui sono molto affezionato. Alle 9 del mattino c'era il semaforo verde, dopo il quale si cercava di capire la macchina, di migliorarla e di svilupparla. Il pilota era abituato ad arrivare alle 8:50, il tempo di infilare la tuta, il casco e salire in macchina. Si faceva l'installation lap, dove la vettura rientrava e i meccanici controllavano che la macchina non avesse assolutamente nessun problema, nessuna perdita di olio, di acqua, mentre gli ingegneri guardavano i dati: a quel punto il pilota aveva fatto il suo primo giro, scendeva dall'abitacolo e iniziava a parlare con l'ingegnere del programma. Poi verso le 16 si rinfrescava l'aria, con la pista un po' più fresca e tendenzialmente più veloce. Allora toglievamo benzina, mettevamo le gomme più fresche, in modo che sui giornali l'indomani ci fosse il titolone sul tempo record all'Estoril. Quando Michael venne da noi, invece, la prima volta arrivammo all'Estoril alle 8.30: tutto il gruppo era in pista, Michael era già lì, seduto sulle scalette del motorhome che ci faceva il segno dell'ora. Ci diceva che alle 8 bisognava fare tutte le mattine il meeting, per parlare del programma e decidere cosa fare, per poi avere alle 9 la massima efficienza.[7]
Intervista di Roberto Chinchero, motorsport.com, 8 agosto 2022.
- [«Ci sono stati momenti particolarmente difficili da quando sei al timone della Scuderia Ferrari?»] Ogni singolo giorno.
- La pressione... beh, se si è la Ferrari ci sarà sempre, è qualcosa che non possiamo cambiare perché fa parte di ciò che questo marchio rappresenta in termini storia, ed è ovvio che ci siano sempre grandi aspettative. Dobbiamo semplicemente convivere con la pressione, perché non scomparirà mai.
- Cerco di valorizzare e dare fiducia alle persone che sono intorno a me. Non credo di essere brutale, ma sono severo, e le persone intorno a me sanno che posso essere molto severo. Ma cerco sempre di spronarli, di fornire loro tutto ciò che è necessario per fare il lavoro al meglio, e mi fido molto delle persone che ho intorno, ho fiducia. Non mi piace entrare nel dettaglio di ogni cosa, mi concentro su me stesso assicurandomi che tutti abbiano ciò che è necessario per lavorare al meglio. So quanto sia importante l'umore nella squadra, così come l'approccio mentale e la cultura.
Note
[modifica]- ↑ Da un'intervista al podcast Beyond the Grid; citato in Valerio Barretta, La rivoluzione di Schumi, formulapassion.it, 11 gennaio 2021.
- ↑ a b Dall'intervista di Daniele Sparisci, Mattia Binotto: «Ferrari, vedo fame, non solo voglia di vincere Gp o Mondiale», corriere.it, 22 aprile 2022.
- ↑ Da un'intervista a La Gazzetta dello Sport; citato in Mattia Binotto, un aneddoto clamoroso: come si è fatto ritirare la patente, liberoquotidiano.it, 16 settembre 2022.
- ↑ Citato in Addio a Mauro Forghieri, ferrari.com, 2 novembre 2022.
- ↑ Da un intervento al Panathlon Club di Parma; citato in Valerio Barretta, Binotto: "SF-23 figlia del 2022, ma non è la mia macchina", formulapassion.it, 16 febbraio 2023.
- ↑ Da un intervento al Panathlon Club di Parma; citato in Stefano Ollanu, Binotto: "In Ferrari anni meravigliosi", formulapassion.it, 17 febbraio 2023.
- ↑ a b Da un intervento al Panathlon Club di Parma; citato in Valerio Barretta, Schumacher, il ricordo di Binotto: "Me lo porto dietro tuttora", formulapassion.it, 19 febbraio 2023.
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