Michael Jordan

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Michael Jordan nel 1987

Michael Jeffrey Jordan (1963 – vivente), ex cestista statunitense.

Citazioni di Michael Jordan[modifica]

  • A Chicago ero spesso la colonna portante, quello che faceva la voce grossa in squadra e forse, a volte, anche un po' un egoista. Ma alla fine vincevamo noi. Ricordo un aneddoto. Coach Tex Winter, dopo che segnai 24 punti consecutivi, mi apostrofa così: "Ehi Mike, non esiste l'Io in uno sport di squadra". Gli dissi: "Ma io ho appena vinto".[fonte 1]
  • Ci sono momenti, quando sei stanco o non stai bene, in cui comincia una battaglia con te stesso. Devi solo scavare più profondamente possibile e scoprire quali motivazioni hai davvero, quali erano le tue ambizioni originali. È una ricerca nell'anima: è facile dire "ho dato il massimo" oppure "sono stanco o malato, ora qualcun altro deve fare anche la mia parte" e sentirsi a posto con la coscienza. Non è il mio approccio, e qualsiasi cosa accada, so di dover provvedere alla squadra con ogni più piccola goccia di energia.[fonte 2]
  • [Su Dennis Rodman] Come si concia o cosa dice non mi interessa. Abbiamo imparato a convivere con lui e ad accettarlo perché, anche se ogni tanto la sua mente si perde, non c'è nessuno che si butta come lui nei lavori più duri in campo. Con le sue stranezze, siamo qui a festeggiare il 2° titolo consecutivo.[fonte 2]
  • Devo ammetterlo, il Madison Square Garden ha sempre un effetto speciale sul mio rendimento. Sì, è il mio stadio favorito. L'ultima volta che ero venuto qua non avevo giocato tanto bene. Stavolta volevo riscattarmi. Tutte quelle celebrità in prima fila, il calore del pubblico, l'intensità della partita. Se potessi, giocherei sempre dentro al magnifico Madison.[fonte 3]
  • [Su Kobe Bryant] Dove lo metterei tra i più grandi di sempre? Sicuramente tra i primi 10 nel ruolo di guardia.[fonte 4]
  • [Su Phil Jackson] È l'unico che sia riuscito a tirare fuori sempre il meglio di me, l'uomo che mi ha fatto diventare un vincente. Fra me e lui era una continua sfida a livello mentale. Mi ha spesso messo in difficoltà nello spogliatoio con i compagni, ma lo faceva per fortificarmi. Non mi sorprende che continui ad avere successo a Los Angeles: è un mago nel mischiare la personalità dei giocatori. Perché con il talento e basta non si vince.[fonte 1]
  • [Rispondendo a "Jordan, che effetto fa sapere di essere «the Greatest»?"] È semplicemente un'opinione. Naturalmente mi vengono i brividi ogni volta che ascolto queste parole da qualcuno. Dentro di me, però, so di non aver mai affrontato Jerry West o Wilt Chamberlain. Dunque definirmi il più grande senza aver giocato contro la maggior parte di chi sta qui dentro [nella Hall of Fame] è un errore. Ma solo essere parte di un dibattito del genere lo considero un enorme privilegio.[fonte 1]
  • Fino ad allora[1], giornalisti e pubblico dicevano: "Jordan è bravo, ma non ha la stessa classe di Bird e Magic Johnson". Larry mi fece il più incredibile dei complimenti: quel giorno mi ero guadagnato il suo rispetto. Per me fu un'esplosione di fiducia e la certezza che la mia carriera aveva imboccato la strada giusta.[fonte 1]
  • [Durante la conferenza stampa del primo ritiro] Ho raggiunto l'apice della carriera. Non ho più nulla da raggiungere, non posso più superare me stesso, ho perso ogni entusiasmo, mi sento demotivato. Ed è giusto, a questo punto, andarmene in pensione, senza aspettare l'inevitabile declino.[fonte 5]
  • Il tennis somiglia molto al basket dal punto di vista fisico e Chris Evert faceva ogni cosa con classe.[fonte 6]
  • [Riferito alla scelta di LeBron di andare agli Heat] Io non lo avrei mai fatto. Non avrei mai chiamato Larry Bird e Magic Johnson per proporgli di giocare nella stessa squadra. Capisco che i tempi sono forse cambiati, non è necessariamente una cosa negativa, ma, onestamente, se fossi stato in lui avrei cercato di battere Wade e Bosh invece di giocarci assieme.[fonte 7]
  • [Durante la conferenza stampa del primo ritiro, riferito alla morte del padre] Indubbiamente mi ha fatto riflettere sulle incertezze della vita, ma la decisione di abbandonare la professione di cestista è legata ad altre considerazioni: nella vita sportiva arriva un momento in cui ognuno deve smettere di giocare. O si fa la scelta da soli, o la fa qualcun altro, magari la stampa o il presidente di una società. Io ho la fortuna di averla presa autonomamente. Non è stato facile, mi rendo conto che non c' è molta gente che opta di andarsene proprio al momento del massimo successo, ma io non rimpiango nulla.[fonte 5]
  • [18 febbraio 1999, due anni prima del suo ritorno in NBA con i Washington Wizards] Sono in pensione al 99,9%. Naturalmente, resta sempre quello 0,1%...
I'm retired 99.9%. Of course, there always is that .1%.[fonte 8]
  • Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.[fonte 9]
  • Nella Nba di oggi, meno fisica e con queste regole, andrei in lunetta spesso e potrei segnare 100 punti in una partita.[fonte 4]
  • [Dopo il terzo ritiro] Non credo di aver inibito i compagni: se un ragazzo ha delle qualità, le deve dimostrare. È un fatto di personalità. Mi sono arrabbiato spesso, perché gente di 20 anni dovrebbe avere più voglia di sacrificarsi di uno di 40. Non è così. Cercherò di costruire un gruppo di 12 uomini animati da questa passione. Quando Washington sarà davvero vincente, allora potrò dire di essermi ritirato.[fonte 10]
  • Non era nemmeno uno dei miei tiri più creativi.[2]
It wasn't even one of my best creative shots.[fonte 8]
  • Non importa quanta energia spendi per arrivare in fondo a una partita decisiva; quello che conta è ciò che ti rimane in corpo per vincerla.[fonte 11]
  • [Su Scottie Pippen] Prima del mio ritiro, non aveva una vera consapevolezza della sua forza. È maturato con gli anni e, quando non c'ero più, è cresciuto ancora di più perché ha imparato quello che fino a quel momento gli avevo nascosto, la pressione della gente e della stampa verso chi può diventare una stella. Lavora ogni giorno al massimo, merita tutte le attenzioni e i soldi che ho io. È come un fratello minore per me, dividiamo il successo. Spesso gli faccio ombra, ma il nostro rapporto è speciale. In campo ci completiamo a vicenda senza neppure bisogno di parlare, non mi dimentico mai del suo talento. È stato un grande aiuto per il mio successo e non c'è qualcosa che non farei per lui.[fonte 2]
  • Saper difendere è una chiave essenziale del mio gioco. Dopo una certa età non puoi far conto soltanto sulla tua prestanza, ma devi saperti gestire e usare il cervello specie sotto al tuo canestro.[fonte 3]
  • Senza Doctor J non sarebbe mai esistito MJ.[fonte 12]
  • So bene di essere nero, ma mi piacerebbe essere visto come persona, e questo è il desiderio di ognuno.
I realize that I'm black, but I like to be viewed as a person, and this is everybody's wish.[fonte 13]
  • [In occasione del secondo ed ultimo ritorno] Torno per amore di questo sport. Perché non m'importa di rovinare l'immagine di quanto ho fatto finora, perché quello che ho vinto non me lo può togliere nessuno. Torno per insegnare ai giovani che mi circondano quello che serve per diventare vincenti. Non devo dimostrare niente a nessuno. Quando sento che la gente fa la fila per venire a vedermi, mi carico e mi esalto. Sento che le gambe stanno tornando. Sento che posso essere quello che ero. Solo con qualche anno in più.[fonte 14]
  • Vero, sono un tifoso di Valentino. Lui è esattamente ciò di cui questo sport ha bisogno. Porta entusiasmo e possiede una grandissima carica di energia. Ogni volta che ci troviamo nello stesso circuito è un piacere incontrarlo e passare del tempo con lui. È un vero campione, ce l'ha nel sangue.[fonte 1]

I can't accept not trying[modifica]

Michael Jordan nel 2014
  • Non ho mai badato alle conseguenze dello sbagliare un tiro importante. Perché? Perché, quando pensi alle conseguenze pensi sempre ad un risultato negativo.
I never looked at the consequences of missing a big shot. Why? Because when you think about the consequences, you always think of a negative result. (p. 8)
  • Posso accettare la sconfitta, tutti falliscono in qualcosa. Ma non posso accettare di rinunciare a provarci.
I can accept failure, everyone fails at something. But I can't accept not trying. (p. 12)
  • Ci sono molte squadre, in ogni sport, che hanno grandi giocatori ma non vincono mai titoli. La maggior parte delle volte quei giocatori non sono disposti a sacrificarsi per il bene della squadra. La cosa divertente è che, alla fine, la scarsa disponibilità al sacrificio rende più difficile raggiungere gli obiettivi personali. È mia convinzione profonda che se si pensa e si ha successo come una squadra, i riconoscimenti individuali verranno da sé. Il talento fa vincere le partite, l'intelligenza e il lavoro di squadra fanno vincere un campionato.[fonte 15]
There are plenty of teams in every sport that have great players and never win titles. Most of the time, those players aren't willing to sacrifice for the greater good of the team. The funny thing is, in the end, their unwillingness to sacrifice only makes individual goals more difficult to achieve. One thing I believe to the fullest is that if you think and achieve as a team, the individual accolades will take care of themselves. Talent wins games, but teamwork and intelligence win championships. (pp. 23-24)

Citazioni su Michael Jordan[modifica]

  • Ci ho giocato contro un sacco di volte e spesso sembra un po' addormentato, diciamo pure assente dal gioco. In realtà, Michael vigila. Quando avverte l'attimo giusto, si sveglia: a quel punto, qualsiasi cosa cerchi di fare, non è possibile fermarlo. (Sam Cassell)
  • Credo che Michael abbia imparato molto da me, e che lo abbia poi sviluppato. Vederlo giocare mi piaceva moltissimo, ed eravamo amici. Comunque il compito di ogni nuova generazione è di superare quella precedente. Se i giovani non vanno oltre quello che i "vecchi" hanno raggiunto, allora vuol dire che il sistema non sta funzionando. (Julius Erving)
  • È Dio travestito da Michael Jordan.[1] (Larry Bird)
  • Faceva paura. Ricordo che quando andammo a giocare i play-off parcheggiò una Ferrari nera, un'auto da un milione di dollari, davanti allo spogliatoio. E quell'auto era nera. E lui era vestito di nero e assomigliava moltissimo a Satana. Ha vinto sei campionati, sapete che era solito tirare il colpo con sei secondi di anticipo sul tempo, possiede 6 MVP. Non è forse questo il 6-6-6?(Jayson Williams)
  • È il dilemma di molte grandi squadre: certe volte puoi costruire un gruppo da titolo ma non vinci perché hai la sfortuna di nascere nello stesso periodo di Jordan. Non penso che qualcuno possa battere Chicago fino a quando ci sarà Michael. (Pat Riley)
  • [Dopo l'annuncio del secondo ritiro] Io, nella posizione che occupo, non dovrei mai pregare nessuno, ma questa volta lo faccio. Mi metto in ginocchio e dico: "Michael Jordan per favore non ci lasciare". (David Stern)
  • L'esplosiva serie di tiri da tre che Michael Jordan, giocatore dei Chicago Bulls, ha messo a segno nella gara 1 delle finali NBA 1992 contro Portland è sicuramente una delle più grandi prestazioni che abbia mai visto. Quando mise a segno il suo sesto tiro, strizzò l'occhio direttamente a Mike [Fratello, l'altro commentatore] e me e scrollò le spalle, quasi a dire, "Che ci posso fare?" (Marv Albert)
  • Non esitare con Michael, o finirai su qualche poster in un negozio di souvenir da qualche parte. (Felton Spencer)
  • Non riesco a credere che abbia messo a segno quel tiro. Non so come abbia fatto a rimanere in aria tutto quel tempo.[3] (Brad Daugherty)
  • [In occasione del ritorno in campo] Non sono tornato per essere il migliore: questo era l'obiettivo 5, 10 anni fa. Sono tornato e basta. Quel ruolo oggi spetta a Jordan, perché come lui sulla Terra non c'é nessuno. (Magic Johnson)
  • Quando i nostri giocatori entreranno in campo e vedranno quella maglia, capiranno di che cosa è fatta la grandezza di un uomo e di un atleta. Ho deciso così perché Michael è il più grande di sempre e se lo meritava.[4] (Pat Riley)
  • Quando Michael va su dice, "Bene, forse resto sospeso qui in aria per un po', potete star seduti intanto." Poi all'improvviso dice, "Bene, forse faccio un 360 gradi. No ho cambiato idea. Vado su dall'altro lato." È semplicemente incredibile. (Magic Johnson)
  • Quello schema era "Date palla a Michael e tutti gli altri fuori dalle scatole."[3] (Doug Collins)
  • [Il 13 gennaio 1999 in occasione del ritiro di Michael Jordan] Questo è il giorno che speravo non sarebbe mai arrivato. Questo deve essere la giornata più dura nella storia dei Chicago Bulls. È un giornata dura per Chicago. (Jerry Reinsdorf)
  • Ti sembra di poterlo controllare, ma un attimo dopo è troppo lontano perché tu possa fare qualcosa. Le sue finte sono sempre micidiali. Non gli importa un accidente dell'età. E quando ti sta addosso, ti manca il respiro. (Latrell Sprewell)

LeBron James[modifica]

  • Per quanto ha fatto per il nostro sport, penso che Jordan meriti un riconoscimento. Se non ci fosse stato lui, non ci saremmo neppure noi.
  • Perché MJ non era perfetto, sbagliava qualche partita, perdeva palloni, ma non aveva mai timore di sbagliare. E questo è il motivo a cui deve il suo successo: MJ non ha mai avuto paura.
  • Senza MJ non ci sarebbe LeBron James. Mi ha dato speranza, mi ha ispirato da ragazzino. Ancora oggi guardo i suoi video, ne ho visti un paio pure quest'estate. Cerco sempre d'imparare qualcosa.

Steve Kerr[modifica]

  • Allenarsi con lui non è stato facile. In ogni sessione dava il massimo e ti spingeva a farlo. Lavorare con lui è stato molto intenso, dovevi spingerti sempre un po' più in là, oltre la soglia della fatica, ma allo stesso tempo sapevi che in quel modo ti stava spingendo a migliorare ogni giorno.
  • Era un vero rompicoglioni.
  • Gli devo tutto. A me [giocare con Jordan] mi ha completamente cambiato il resto della vita. Fino a quel punto ero rimbalzato in giro. Ero solo un giocatore nella media. Sono stato capace di giocare in delle squadre da titolo, di farmi un nome, sono stato in grado di andare in TV, nei programmi, nel mondo del management e dell'allenamento. E la ragione per cui la gente mi ha assunto per questi ruoli alla fine è perché ho giocato insieme a Michael Jordan e perché ho fatto parte di squadre vincenti.
  • La mia esperienza da rookie [in NBA] non fu facile, ero stato scelto dai Phoenix Suns molto in basso, al 2º giro e non avevo un contratto garantito. In più, in una delle prima gare di esibizione della mia carriera tra i professionisti dovetti incontrare i Bulls di Michael Jordan. Ad un certo punto, nel corso della partita, ricordo che MJ si trovò proprio davanti a me, che lo guardavo dalla panchina. Si girò e mi disse: "ehi, guarda un po' qui". Teneva la palla con una mano, poi partì contro Dan Majerle in uno contro uno e gli schiacciò in faccia. Io guardai terrorizzato. Avevo capito che non sarei mai stato in grado di fare giocate come quella. Mentre tornava verso la metà campo difensiva mi guardò, sorridendo. Capii che non mi sentivo ancora pronto per affrontare tutto quello, per entrare in campo.

Note[modifica]

  1. a b Il riferimento è a una gara dei Playoff del 1986 tra Chicago Bulls e Boston Celtics in cui Jordan mise a segno 63 punti, record assoluto in una gara di playoff.
  2. Riferito al suo straordinario canestro con cambio di direzione nella Gara 2 dei Playoff NBA 1991 contro i Los Angeles Lakers (Link Youtube).
  3. a b In riferimento al tiro decisivo (the Shot) al termine di Gara 5 dei Playoff NBA 1989 contro i Cleveland Cavaliers (Link Youtube).
  4. Pat Riley decise di far ritirare la maglia numero 23 di Jordan ai Miami Heat, nonostante il cestista non avesse mai giocato per la franchigia di Miami. Riley prese questa insolita decisione in onore del contributo di Jordan alla lega.

Fonti[modifica]

  1. a b c d e Citato in Massimo Lopes Pegna, Jordan «Il mio successore? Tranquilli, arriverà», Gazzetta dello Sport, 12 settembre 2009.
  2. a b c Citato in Luca Chiabotti, Jordan Parola di Jordan, Gazzetta dello Sport, 16 giugno 1997.
  3. a b Citato in Riccardo Romani, Ultimo tiro, canestro: Jordan supera anche la prova del nove, Corriere della Sera, 24 dicembre 2001.
  4. a b Citato in Jordan: «Oggi farei 100 punti», Gazzetta della Sport, 16 ottobre 2010.
  5. a b Citato in Arturo Zampaglione, Addio basket, mi hai stancato, la Repubblica, 7 ottobre 1993.
  6. Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo, Ubitennis.com, novembre 2008.
  7. Citato in Massimo Oriani, Anche Jordan sgrida LeBron, Gazzetta dello Sport, 20 luglio 2010.
  8. a b Citato in Classic NBA Quotes: Michael Jordan, NBA.com.
  9. Citato in Stefano Valenti, Jordan, il presidente peggiore di sempre, la Repubblica, 27 aprile 2012.
  10. Citato in Riccardo Romani, Jordan, stavolta è un vero addio A 40 anni il Mito lascia il basket, Corriere della Sera, 16 aprile 2003.
  11. Citato in Riccardo Romani, LeBron James, da predestinato a ospite d'onore nel club dei perdenti, Corriere della Sera, 14 giugno 2011.
  12. Citato in Roberto De Ponti, Il basket spettacolo di Doctor J «La ricetta? Segnare meno punti», Corriere della Sera, 2 giugno 2009.
  13. Citato in Matthew C. Whitaker e Matthew C. Whitaker Ph.D., Icons of Black America: Breaking Barriers and Crossing Boundaries, ABC-CLIO, 2011, p. 517, ISBN 0313376433.
  14. Citato in Riccardo Romani, Jordan, un ritorno da mille miliardi, Corriere della Sera, 29 ottobre 2001.
  15. Citato in David Bolchover e Chris Brady, Il manager come allenatore. Gestire il team in azienda, Pearson Italia S.p.a., 2007, p. 130, ISBN 8871923952.

Bibliografia[modifica]

Film[modifica]

Altri progetti[modifica]