Monumento equestre al Gattamelata

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Il monumento ad Erasmo Gattamelata in piazza del Santo a Padova

Citazioni sul monumento equestre al Gattamelata.

  • Fu il Gattamelata valoroso capitano della repubblica veneta, morto nel 1443; ma il monumento gli fu eretto non per riconoscente decreto del governo, come un tempo credevasi, bensì per pietosa volontà della moglie e del figliuolo. Donatello lo effigiò sul suo robusto cavallo di battaglia, vestito dell'armi ma scoperto il capo, nell'atto di imprimere alle falangi i movimenti che dovranno condurle alla vittoria; il gesto imperioso è pur lento e misurato, e l'occhio freddo e profondo esprime, piuttosto che lo slancio dell'eroismo, la ferrea volontà di un indomito carattere. Alla vigorosa ma calma movenza del guerriero corrisponde l'andare cadenzato e sicuro dell'animale; cavallo e cavaliere formano come un tutto inseparabile, e il magnifico gruppo profila nell'azzurro del cielo le sue linee eleganti e imponenti nel medesimo tempo. Di una semplicità somma, fors'anche eccessiva, è la base. (Andrea Moschetti)
  • Il pubblico ammirò sempre, ed ammira eziandio con sorpresa e diletto cotesta stupenda statua equestre, ch'è la prima di tal genere veduta tra noi dopo il risorgimento delle belle arti. Nulla meno si schierò contra lei, come importuno sciame di mosche e tafani, una turba di sofistici critici; i quali, o ignoranti dell'arte, o troppo ambiziosi di parere più sapienti degli altri, si posero a morderla in più parti, ed in modo da farla divenire molto men pregevole di quel che sia. Rispetto al cavallo, a uno non piace la mossa, all'altro la palla sul piano, e poi questa sotto la zampa del medesimo a reggerla; al terzo il rigido collo e la testa troppo piccola a paragon dell'altre membra; al quarto le vene soverchiamente risentite; al quinto la sua sproporzione con la figura dell'uomo; al sesto le nari volte a tramontana piuttosto che a scilocco[1]; al settimo la pannocchiuta coda legata, invece di averla fatta liberamente giocare all'aria. Rispetto alla persona del guerriero, chi la truova alquanto piccola sopra sì grande cavallo; chi poco maestosa; chi malamente posta e atteggiata; chi con isproni lunghi oltre il vero; chi... Ma basta di tutte le critiche, che sappiamo tot capita, tot sententiae, e guai a chi si espone al pubblico. (Giovanni Eroli)
  • L'opera riuscì tale da giustificare presso i Padovani la fama del sommo artista [Donatello] e parve universalmente cosa degna di rivaleggiare coi più insigni capolavori dell'arte greco-romana. Il cavallo specialmente è di bellezza sorprendente, pieno di vigoria e di fierezza; anche la fusione in bronzo riuscì di una precisione e di una bellezza straordinaria. (Guido Carocci)

Note[modifica]

  1. arcaismo per scirocco.

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