Niente di nuovo sul fronte occidentale (film)

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Niente di nuovo sul fronte occidentale

Film TV

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Titolo originale

All Quiet on the Western Front

Lingua originale lingua inglese
Paese Regno Unito, Stati Uniti d'America
Anno

1979

Genere guerra, drammatico
Regia Delbert Mann
Soggetto Erich Maria Remarque
Sceneggiatura Paul Monash
Rete televisiva CBS
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note

Niente di nuovo sul fronte occidentale, film TV del 1979, regia di Delbert Mann.

Incipit[modifica]

Questa storia non vuol essere né un accusa, né una confessione. E meno che mai il racconto di un'avventura poiché la morte non è un'avventura per coloro che con essa si trovano faccia a faccia. Cercherà semplicemente di raccontarvi le vicende di una generazione di uomini la cui vita, anche se sfuggita al piombo dei proiettili, venne distrutta dalla guerra.

Erich Maria Remarque. (Voce narrante)

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Lo chiamano Kat, ma il suo nome completo è Stanislaus Katczinsky. È il capo del nostro gruppo e ha un fiuto notevole per il cibo buono e il tempo cattivo. ma perlopiù per il cibo, quando non se ne trova da nessuna parte. Io mi chiamo Paul Baumer. Ho diciott'anni. Sei di noi erano compagni di scuola qualche mese fa. Traboccavamo di cultura, di ideali e di speranze. Josef Behm, che studierà teologia. Albert Kropp, che studierà legge. Friedrich Müller, che studierà di tutto. Franz Kemmerich, che farà il forestale. Peter Leer, che viaggerà e farà l'amore. Non è più con noi Tjaden, il più gran mangiatore della compagnia. E neanche Westhus, che per guadagnarsi il pane faceva il minatore. E Detering, un contadino che non pensa ad altro che ai suoi cavalli, alla sua fattoria e alla moglie. Da mesi combattiamo contro i francesi lungo una zona di cento chilometri quadrati. Loro attaccano le nostre trincee e noi attacchiamo le loro. E poi per tenere il conto pari, loro tornano ad attaccare le nostre. (Paul Bäumer) [voce fuori campo]
  • Voi siete la nostra gioventù di acciaio e i giovani d'acciaio diventano eroi d'acciaio. Ed è mio dovere, ma anche un onore, prepararvi per il ruolo glorioso che dovrete svolgere in questa guerra. La nostra patria ha bisogno di uomini di grande carattere e di forte volontà. È mio dovere preparare le vostre menti in modo che possiate essere in grado di addestrare i vostri corpi per il vostro Kaiser, per la vostra patria, per il vostro Dio. Perché è su di voi che poggia il destino del vostro paese e sul destino del vostro paese poggiano i destini del mondo. La Germania è una nazione di progresso, una nazione di cultura, una nazione di scienza, una nazione di idee. La nazione di Beethoven, la nazione di Schiller, la nazione di Goethe. (Professor Kantorek) [alla classe]
  • Oggi è andato tutto a meraviglia. Abbiamo tutti mangiato per due ed è arrivata la posta. I fiori spuntano tra il verde dell'erba. Le farfalle bianche volteggiano al vento dolce e caldo, ma in questi ultimi giorni, quante volte siamo stati tutti a un passo dalla morte... Meglio non pensarci. Godiamoci la vita. Tutto sembra nuovo ed eccitante: i papaveri rossi, il buon cibo, le sigarette e la brezza. (Paul Bäumer) [voce fuori campo]
  • [...] mi fa male soltanto il piede... Lo sento freddo... (Franz Kemmerich) [dopo che gli hanno amputato il piede]
  • Il vostro periodo di addestramento è finito. Ora siete dei soldati dell'esercito imperiale. Pronti e temprati per combattere per il Kaiser e la nostra madre patria. Quando sarete al fronte capirete il valore e lo scopo di tutto quello che avete imparato, il valore e lo scopo di tutto quello che i vostri ufficiali vi hanno insegnato dell'arte militare. A volte i loro modi vi saranno sembrati duri, ma sono serviti a fare di voi dei soldati. Dei veri soldati al servizio di Dio onnipotente, del Kaiser e della patria. (Ufficiale) [ai soldati]
  • Di solito si assegna un veterano ad ogni nuovo plotone. Voi siete il nuovo plotone. Io sono il veterano. Nel campo di addestramento vi hanno imbottito il cervello di bellissime nozioni su come si diventa un soldato. Noi ce la metteremo tutta per scordarci quelle fesserie. [...] Io vi insegnerò cose pratiche. Per esempio come mettervi i pannolini in prima linea. E come uccidere i francesi. Non avete da aspettare molto per il battesimo, ma innanzitutto vi daremo un pasto caldo, vi faremo dormire un po' e poi vi accompagnerò al vostro primo pattugliamento. Stanotte. (Stanislaus Katczinsky) [presentandosi al nuovo plotone]
  • Allegri, ragazzi. Ci sono i fuochi artificiali. Sono i francesi che vogliono salutarvi. (Stanislaus Katczinsky) [durante un bombardamento, rivolto al nuovo plotone]
  • Sparate ai cavalli feriti! Sparateli! Che state aspettando?! Ammazzateli! [...] Perché...? Che cos'hanno fatto...? Non hanno fatto niente... Uccidere i cavalli è brutto... Non bisogna uccidere i cavalli... (Detering) [mentre i cavalli feriti nitriscono di dolore]
  • È un anno che siamo al fronte. Ormai siamo dei veri soldati. Questo posto lo conosciamo bene, è come essere a casa. Di noi sei solo Kemmerich è morto, ma non facciamo che sentire di altri della nostra classe, che sono morti oppure feriti. Su ognuno di noi incombe continuamente lo spettro della morte. Quando sentiamo il sibilo di un proiettile non possiamo fare altro che abbassarci, perché non sappiamo mai dove può cadere. Potrei finire in mille pezzi in una trincea a prova di bomba o restare illeso per dieci ore fuori, all'aperto. Ogni soldato crede nel destino e confida nella propria fortuna ma nessuno può sperare di farla franca quando il destino bussa così spesso alla porta. I topi qui sono particolarmente repellenti. Sono così grossi che li chiamiamo "gatti" invece di "ratti". Hanno un aspetto così feroce che anche a stomaco vuoto ti fa schifo il solo pensiero di toccarli. Come esca usiamo tozzi di pane ammuffito che non riusciamo a mangiare e loro sono così spavaldi che se buttiamo in terra un mucchio di crosta vengono in mezzo a noi a cercare di portarcele via. È un modo per passare il tempo. (Paul Bäumer) [voce fuori campo]
  • Il gas è l'arma più temuta. La più oscena di tutte. Ci torna il ricordo degli orribili spettacoli visti all'ospedale, dove gli uomini colpiti da gas tossiscono e soffocano coi polmoni bruciati. Meglio rischiare e rimanere all'aperto piuttosto che restare nelle buche e nei posti bassi dove ristagnano i vapori. Le nuove reclute ci danno più guai che aiuto. Per ogni veterano ne vengono uccisi una decina. Muoiono perché non hanno esperienza. Non sanno nulla. E muoiono come mosche. (Paul Bäumer) [voce fuori campo]
  • Quanto tempo è passato? Settimane, mesi, anni? No. Solo giorni. Ieri eravamo sotto il fuoco nemico, oggi possiamo riposarci, domani torneremo in trincea. (Paul Bäumer) [voce fuori campo]
  • C'è una latrina in fondo alla strada. Perché non ci salti dentro? Che aspetti? (Müller) [al caporale Himmelstoss]
  • Non dobbiamo più starcene accucciati e rassegnati ad aspettare di venire distrutti. Possiamo distruggere e uccidere anche noi per salvarci e per vendicarci. Quando vediamo le loro facce diventiamo belve feroci, ci trasformiamo in assassini e in animali e Dio sa in quali demoni. Se vedessimo nostro padre in persona danzare con loro non esiteremmo a tirargli contro una bomba. (Paul Bäumer) [voce fuori campo]
  • Quanto tempo è passato. Giorni e settimane, e mesi e anni. Attacco, contrattacco. E i morti che si accatastano. Inverno, estate. Le giornate sono calde e i morti giacciono insepolti. Li seppelliranno le bombe. Ma quando il vento soffia verso di noi ci porta l'odore del sangue che è dolce e nauseante. (Paul Bäumer) [voce fuori campo]
  • Non volevo ucciderti. Ma-ma sei saltato dentro così... tu che avresti fatto? È che... che non t'avevo mai visto prima, come adesso, faccia a faccia. Ho visto solo il tuo fucile, la tua baionetta, le granate. Se gettassimo tutto via potremmo essere fratelli. Ma loro non vogliono farcelo sapere. È così, no? Non vogliono farcelo sapere. Noi abbiamo una madre, un padre, la stessa paura della morte. La stessa... Lo stesso dolore. Lo stesso... E tutto il resto. Tutto quanto. Perdonami, camerata. Scriverò alla tua famiglia! Sì! Sì! Te lo prometto! (Paul Bäumer) [a Gerard Duval, il soldato francese che ha pugnalato]
  • Ufficiali, sottufficiali, giovani arruolati, coloro che oggi hanno ricevuto le decorazioni si sono distinti in azioni meritevoli della nostra grande causa. Sappiate che la Germania si aspetta che ognuno di voi segua il loro esempio. Da oggi in poi il vostro Kaiser chiede a tutti voi di dimostrare la stessa forza, lo stesso coraggio, la vostra obbedienza al vostro Dio e al vostro paese. Se così farete, miei cari soldati, sono sicuro che sul vostro petto un giorno verrà appuntata una medaglia dal vostro Kaiser. Tutti avete rispettato la nobile tradizione del soldato tedesco, avete mostrato al mondo la nostra potenza, avete seminato il terrore nel petto dei nostri nemici. Con l'aiuto di Dio state per offrire una gloriosa vittoria alla nostra patria! (Kaiser)
  • Io e Albert siamo in un ospedale cattolico. Il che è una fortuna perché le infermiere cattoliche sono particolarmente brave e la loro cucina è buona. Siamo stati portati qui ieri notte direttamente dal treno e nessuno di noi ha dormito molto bene. (Paul Bäumer) [voce fuori campo]
  • I letti si svuotano presto, altri occupano i posti liberi. Per Albert va male, ha dei dolori terribili. Ieri notte uno dei nostri compagni corsia si è svegliato con una forte emorragia e oggi è semi-incosciente. I dottori si fanno vedere più spesso. (Paul Bäumer) [voce fuori campo]
  • Mamma, una volta questa era la mia stanza. Ci sono tutte le mie cose, tutti i miei libri, i libri che amo. Ma non mi parlano più come un tempo. Io non sono più quello che ero quando vivevo in questa stanza. Sono un soldato. Non devo più leggere, devo solo uccidere. La mia conoscenza della vita è limitata alla morte e ora so che non sarei mai dovuto tornare. Laggiù tutti pensano come me che non serve dare un significato alla vita perché la vita non ha significato. L'unica verità che conosco sono i miei compagni al fronte: sono loro i miei libri, la mia famiglia, la mia vita. Io dipendo da loro. Dipendo da loro e da nient'altro. Io sento che la mia vera casa è quella a cui sto tornando. È terribile dirlo, ma è così, mamma. (Paul Bäumer) [voce fuori campo, scrivendo una lettera alla madre che poi straccia]
  • Portiamo da mangiare ai nostri camerati. Non c'è granché. Siamo tutti affamati, tutti stanchi, disperati. Ma la guerra continua. (Paul Bäumer) [voce fuori campo]
  • È autunno, aspettiamo la fine. Aspettiamo l'armistizio. Aspettiamo la pace. Caro Albert, ti scrivo per dirti che tu e io siamo gli ultimi rimasti. Dopo la morte di Kat è toccato a Tjaden, una morte veloce e misericordiosa. Una pallottola in testa. Himmelstoss è stato ucciso lo stesso giorno. E ora se ne è andato Dattering. Ma forse abbiamo cominciato a perdere Dattering la primavera scorsa, quando sono fioriti i meli. Ti ricordi quell'espressione di gioia che aveva a primavera? Due settimane fa non ha risposto all'appello, non si riusciva a trovare da nessuna parte. Una settimana dopo ci hanno detto che era stato preso dalla polizia militare. Tu e io sappiamo dove stava andando. A casa per il raccolto. Non abbiamo più saputo nulla, ma tu sai qual è la pena per i disertori. Albert, quando partimmo volontari eravamo in venti. tredici sono morti, quattro sono dispersi, uno è in manicomio, tu e io siamo vivi. Mi manchi molto. (Paul Bäumer) [voce fuori campo, scrivendo una lettera a Albert Kropp]

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Kat: Non hai mai risposto alla mia domanda, Joseph.
    Joseph: Quale domanda?
    Kat: Che farai quando sarà tutto finito.
    Albert Kropp: Quel che faremo tutti: ci ubriacheremo!
    Kat: Certo che si ubriacherà! E poi torneremo tutti dalla mamma a mangiare l'oca col ripieno. Poi che altro?
    Paul: Diglielo, Joseph. Non ti vergognare.
    Joseph: Io non mi vergogno.
    Paul: Va alla scuola di teologia. Per farsi prete.
    Kat: Un anno al fronte e non hai cambiato idea su una cosa come quella? Per te Dio è sempre in cielo?
    Joseph: Questo niente può cambiarlo.
    Paul: E tu che farai? Tornerai a fare il ciabattino, eh?
    Kat: E dai miei figli.
    Paul: Quanti ne hai?
    Kat: Non me lo chiedere. Meno male che faccio il calzolaio... andrei fallito a comprare scarpe a tutti!
  • [arriva un camion carico di bare di legno]
    Paul: Ne hanno mandate più del solito.
    Albert Kropp: L'offensiva sarà più massiccia.
    [arriva un camion con nuove reclute]
    Paul: Vedete quanto sono premurosi al quartier generale? Ci mandano anche la roba per riempirle.
  • Paul Bäumer: Albert, vuoi che ti porti qualcosa?
    Albert Kropp: Una pistola.
    Paul Bäumer: Che hai detto?
    Albert Kropp: Se mi vuoi portare qualcosa portami una pistola. Allora, me la porti una pistola o no?
    Paul Bäumer: No! Non dire sciocchezze!
    Albert Kropp: No, sei tu che dici sciocchezze...
  • Madre di Kemmerich [piangendo]: Perché tu sei vivo e lui invece è morto?! Perché?! Che diritto hai tu?! Perché... lui... Dimmelo ancora. È vero che l'hai visto morire?
    Paul Bäumer: Sì, ero proprio lì, accanto a lui. È morto subito e non ha sofferto.
    Madre di Kemmerich: Lo so che stai cercando di consolarmi. Ma non vedi? È più difficile così che se tu dicessi la verità. Voglio sapere cos'è successo! Voglio la verità! Devo saperla!
    Paul Bäumer: Signora Kemmerich, le posso assicurare che è successo esattamente così. È morto subito. Non ha sofferto. Non ha sentito dolore. La sua faccia era così distesa.
    Madre di Kemmerich: Lo potresti giurare?
    Paul Bäumer: Sì.
    Madre di Kemmerich: Su tutto quello che c'è di più sacro per te?
    Paul Bäumer: Su tutto quello che c'è di più sacro per me. Non ha sofferto.
    Madre di Kemmerich: E ora ripeti: "Che io possa non tornare mai più se ciò che ho detto non è vero."
    Paul Bäumer: Possa non tornare mai più se ciò che ho detto non è vero.
  • Professor Kantorek: Dica a tutti che sono fiero di aver insegnato loro ad essere dei buoni tedeschi. Quando sento che avete fatto tutti il vostro dovere per la madre patria, lei può immaginare quello che provo qui dentro. Sono orgoglioso. Bravi ragazzi. Bravi ragazzi tedeschi.
    Paul Bäumer: E questa classe?
    Professor Kantorek: Ah, questi... non sono come voi. Il disfattismo li ha infettati tutti. Non hanno il vostro spirito, Bäumer.
    Paul Bäumer: Non è la gioventù d'acciaio...
    Professor Kantorek: Mh? Scusi non...
    Paul Bäumer: I suoi eroi d'acciaio sono solo ragazzi che vogliono giocare, ridere, restare vivi. Non vogliono andare al macello.

Explicit[modifica]

11 ottobre 1918, l'alto comando germanico comunica: "niente di nuovo sul fronte occidentale". (Testo in sovrimpressione)

German High command communique: october 11, 1918. "All quiet on the western front"

Citazioni su Niente di nuovo sul fronte occidentale[modifica]

  • La più grande storia contro la guerra mai raccontata.
The greatest anti-war story ever[1]
  • Sono partiti per la guerra come ragazzi, per non tornare mai come uomini.
They left for war as boys, never to return as men.[2]

Note[modifica]

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]