Olympia (Manet)
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Citazioni sull'Olympia, dipinto di Édouard Manet del 1863.
- A Manet, estremo e raffinato frutto della tradizione veneziana, quando dipinse questa Olympia, avendo certo in mente la Venere di Tiziano, più ancora che lo spinto realismo polemico, interessava una semplice armonia di bianchi e di neri. (Matteo Marangoni)
- Andiamo a recare il nostro omaggio al Louvre all'Olimpia del Manet, e ci dimentichiamo lo scandalo di quanti colla massima sincerità dal loro punto di vista non potevano accettarla sotto lo stesso tetto che accoglieva la Vittoria di Samotracia e la Gioconda; la protesta piena di logica dei conservatori di allora, e la relegazione per undici anni nei sotterranei del monumento, finché un atto dittatoriale di Clémenceau[1] non la imponeva accanto al vecchio Ingres. (Ugo Nebbia)
- Ecco un'opera veramente ingrata ai profani! Sono ormai passati quasi tre quarti di secolo dallo scandalo che questo capolavoro creò al suo apparire, tuttavia anche oggi esso resta ai più incomprensibile; urtati dalla volgarità del soggetto e dalla povertà dei mezzi. E dire che è invece proprio questa sua apparente povertà che fa la grandezza di questo capolavoro della pittura moderna! (Matteo Marangoni)
- L'Olympia di Manet, col suo corpo nudo qualunque e la sua faccia inespressiva, fa tutt'uno col guanciale, il lenzuolo, la domestica negra, il fondo scuro. È così, e non può essere differentemente. (Luigi Salvatorelli)
- Pochi giorni fa sono andata al Louvre con la granduchessa, siamo passate davanti all’Olympia di Manet. Nessuno, ormai, se ne scandalizza. Sembra un Ingres! Eppure, sa Dio quante lance ho dovuto spezzare per quel quadro, di cui non tutto mi piace, ma che è sicuramente di qualcuno. Il Louvre, forse, non è proprio il suo posto. (Marcel Proust)
Note
[modifica]- ↑ Georges Clemenceau (1841–1929), politico francese, primo ministro dal 1906 al 1909 e dal 1917 al 1920.